Scrivere un libro può sembrare un’impresa solitaria, e spesso lo è. Ma è anche, per molti aspetti, un lavoro di gruppo. Il mio primo ringraziamento va a Rachel Hewitt, che mi ha fatto conoscere quella che sarebbe poi diventata la mia fantastica agente Tracy Bohan, dell’agenzia Wylie: se non me l’avesse presentata, probabilmente questo libro non avrebbe mai visto la luce. Lavorare con Tracy è stato un sogno. Le sono immensamente grata di avermi aiutata a dare forma al progetto che mi ha portata alla mia prima asta editoriale, per non parlare del suo modo tranquillo, gentile e molto canadese di risolvere ogni problema (compresi quelli creati da me). Grazie anche alla sua meravigliosa assistente Jennifer Bernstein, che mi è stata di grande aiuto in tutto.
Il secondo ringraziamento va ai miei due bravissimi editor, Poppy Hampson e Jamison Stoltz, che come nessun altro hanno capito al volo quel che avevo in mente. Il loro lavoro paziente e metodico mi ha accompagnata in tutte le numerose stesure; grazie alle loro domande sono riuscita a dare piú forza alle mie argomentazioni e a difendere meglio la mia tesi. Se questo libro è ciò che è lo devo ai miei editor, che mi hanno sfidata a renderlo migliore. Un ringraziamento particolare a Poppy, che ha condiviso un paio di caffè con una scrittrice in piena crisi, convinta che Non Ce L’Avrebbe Mai Fatta. E un enorme grazie a tutto il personale di Chatto & Windus e Abrams Books per aver seguito questo libro con tanta passione fin dalle primissime fasi.
La mia gratitudine va anche alle molte persone che mi hanno donato con generosità il loro tempo e una parte delle loro conoscenze. Nishat Siddiqi mi ha tenuto un corso accelerato di fisiologia cardiaca e ha risposto a tutte le mie ridicole domande sul funzionamento del sistema cardiovascolare. James Ball ha fatto altrettanto nel campo della statistica ed è stato un amico affettuoso e geniale, sempre pronto ad ascoltare le mie lamentazioni quotidiane. Grazie anche ad Alex Kealy, che ha saputo svolgere a meraviglia il doppio ruolo di consulente di statistica e spalla su cui piangere. Alex Scott merita una menzione speciale per la sua straordinaria gentilezza e la rilettura dei capitoli di medicina; lo stesso dicasi per Greg Callus, che ha verificato dati e informazioni di natura giuridica.
Un ringraziamento particolare a Helen Lewis, che ha inventato il termine «bozza da vomito» e mi ha aiutata moltissimo a superare l’ansia della pagina bianca. La mia eterna gratitudine va, oltre che a lei, a Sarah Ditum, Alice Ford, Nicky Woolf and Luke McGee, coraggiosi lettori delle primissime stesure (e soprattutto a Helen, che con il suo occhio esperto ha saputo sciogliere alcuni nodi particolarmente intricati). Spero che nessuno di voi sia uscito troppo traumatizzato dall’esperienza.
A tutti i cari amici che mi hanno sostenuta sopportando le mie lunghe sparizioni e gli appuntamenti piú volte disdetti: grazie per la vostra pazienza, il conforto e l’ascolto. Non potrei avere amici migliori. Un grazie speciale alla mia amatissima «HappySquad» e alla banda di 🦆 che ogni giorno hanno retto insieme a me il peso di questo libro. Voi sapete chi siete.
Ma il ringraziamento piú grande in assoluto va alla mia meravigliosa amica e cheerleader ufficiale Tracy King, che non solo mi è stata accanto in ogni folle campagna femminista, ma ha anche letto tutte le mie bozze da vomito senza mai smettere di incoraggiarmi e rassicurarmi sul fatto che prima o poi avrei finito. Senza di lei non ce l’avrei mai fatta a conservare una (relativa) sanità mentale.
E ora un ultimo ringraziamento a Poppy, la mia amatissima cagnolina. Anche lei ha reso possibile questo progetto: non solo standomi seduta in grembo, ma anche distraendomi quando stavo troppo tempo davanti al computer. Mentre scrivevo queste parole – giuro – mi ha dato una leccata sul braccio. È meravigliosa, e davvero non potrei fare a ...