Corso di Fotografia
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Corso di Fotografia

About this book

Fotografare di per sé non è un atto complicato o difficile, molto difficile è rendere un immagine fruibile con quello che a noi serve.
Se oggi la tecnologia ci permette di fare una "bella" foto affidando alla macchina il compito di decidere per noi questo non significa che sia diventato meno difficile fare una "buona" foto. Ma per fare una "buona" foto spesso dobbiamo prendere in mano noi il controllo della situazione, regolando quei parametri che prima lasciavamo in gestione alla macchina. Attraverso questo libro apprenderai le basi della fotografia e saprai dare la giusta consapevolezza ai tuoi scatti.

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Information

Topic
Art
Subtopic
Art General

I controlli

Fondamental mente i parametri che possiamo variare per modificare l’esposizione (e non solo) dell’immagine sono quindi 3:
  • Il tempo di scatto;
  • L’apertura del diaframma;
  • La sensibilità ISO
Il concetto di STOP
Vagando nei forum, osservando i commenti alle foto o leggendo un qualsiasi manuale di fotografia sentirete usare spesso l’espressione “STOP”, quindi è fondamentale capire a cosa ci si riferisce con questo termine.
Con il termine STOP si intende una variazione di qualsiasi parametro (Tempo, Diaframma o ISO) che determini una variazione esposimetrica pari a 1EV in più o in meno rispetto al valore iniziale.
La variazione di 1EV significa il doppio o la metà della luce entrante, a seconda che sovraesponiamo o sottoesponiamo.
Quindi, semplificando, significa che se io faccio leggere la scena alla macchina e per avere l’esposizione a 0 (quindi corretta secondo la macchina) ho bisogno di 200 iso, 1/500sec e f:8 per sottoesporre di uno stop posso variare il tempo portandolo a 1/1000 (la metà), oppure posso chiudere il diaframma da f:8 a f:11 oppure posso usare 100 ISO.
Non tutti e tre insieme, perché allora sottoesporrei di 3 STOP.
Ognuna delle variazioni che ho appena scritto determina una sottoesposizione di 1EV.
Viceversa se voglio sovraesporre di uno stop: allungherò i tempi, o aprirò il diaframma o aumenterò il valore ISO.
Ovviamente se chiudo il diaframma da f:8 a f:11 ma poi allungo i tempi portando i da 1/500 a 1/250 sottoespongo da una parte e sovraespongo dall’altra, quindi di fatto l’esposimetro non segnerà -1 o +1 ma resterà a 0. La foto però subirà dei cambiamenti, che ora vedremo spiegando i vari valori.
E’ consigliabile rileggere questa parte dopo aver capito come funzionano i Tempi, il Diaframma e gli ISO.
Sarà tutto molto più chiaro.

TEMPO DI SCATTO
C’è poco da dire su questo: è semplicemente il tempo in cui l’otturatore resta aperto e fa entrare la luce. Ovviamente variando il tempo di scatto l’immagine viene influenzata e subisce delle modifiche: se lasciamo l’otturatore aperto per 1/200 (cioè circa mezzo centesimo di secondo) potremo congelare il movimento di una persona che corre, mentre se lo lasciamo
aperto per 1/10 di secondo (cioè ben 10 centesimi di secondo) la persona che corre sarà probabilmente irriconoscibile e il movimento lascerà una scia dietro al soggetto, rendendo percepibile l’idea del movimento.
Impostando un tempo di 1/1000 di secondo possiamo fermare una macchina di F1 ad esempio.
Dipende da noi, da come vogliamo che si presenti l’immagine.
Per dare un’idea dei tempi possiamo dire che per congelare il movimento di una persona che cammina dovremo usare tempi di almeno 1/100, di un atleta mentre fa sport (es.: un calciatore) i tempi sotto al 1/500 spesso presentano delle zone di mosso nelle mani o nei piedi, mentre per una persona in posa può bastare un tempo di 1/50, anche se in quel caso molto dipende dalla lunghezza dell’ottica che usiamo (vedi “Tempi di Sicurezza”).

DIAFRAMMA
Ogni obiettivo al suo interno ha delle lamelle che si aprono e si chiudono facendo passare più o meno luce, a seconda di quanta ce ne serve e di come la impostiamo. E’ come una finestra nella quale possiamo decidere se aprire le tende e di quanto.
I valori numerici che rappresentano sono inversamente proporzionali alla luce che entra: questo significa che un obiettivo impostato a f:3,5 fa entrare più luce che se impostato a f:8 o a f:11.
Per la precisione il diaframma è il rapporto tra il diametro del foro che creiamo e la distanza che c’è tra il punto medio dell’obiettivo e il piano sensibile.
Se non avete capito nulla tranquilli, è normale, ce la sfanghiamo con un esempio:
“Se io ho un 50mm significa che la distanza tra il sensore e il piano medio dell’ottica è di 5 cm. Se uso il diaframma a f:2 significa che il diametro del diaframma è di 2,5 cm. Cioè dovrò moltiplicare il diametro del diaframma in mm per quel valore (f) per ottenere la distanza che c’è tra il piano medio dell’obiettivo e il piano sensibile. Ecco perché il diametro del foro è più piccolo a f:8, perché visto che l’ottica in questione è sempre 50mm dovrò moltiplicare per 8 invece che per 2 come prima. Quindi il diametro del foro dovrà essere inferiore.”
Se ancora non è chiaro tranquilli, non perdeteci il sonno, non è una di quelle cose fondamentali da sapere per la buona riuscita di una fotografia.

Quello che segue invece si.

I valori sono misurati in STOP.
Gli stop sono: f:1,4, f:2, f:2,8, f:4, f:5,6, f:8, f:11, f:16, f:22 ecc.
Con ogni probabilità la vostra macchina reflex ha dei valori intermedi, così tra f:2,8 e f:4 potrete trovare f:3,2 e f:3,5 che corrispondono a 1/3 di stop. Diciamo che a ogni scattino della rotella con cui variate il diaframma corrisponde questa variazione di 1/3 o di 1/2 stop, quindi per variare uno stop intero dovrete fare due o tre scattini, a seconda di come avete impostato la macchina.
Sappiate che ogni volta che chiudete un po’ il diaframma (facendo quindi aumentare il numero f) il tempo di scatto si allungherà leggermente per fare in modo che il sensore raccolga abbastanza luce, mentre se lo aprirete diventerà più breve. (questo nelle modalità P, A, S, nella modalità M come visto l’esposimetro non fa variare il valore che non state controllando perché di fatto li state controllando tutti)
Tra ogni valore di STOP che ho scritto e il seguente o precedente c’è una differenza della metà (o del doppio) della luce che entra: quindi se la macchina vi imposta un tempo di 1/50 di secondo con f:4, il tempo che avrete usando f:2,8 sarà la metà (perché entra più luce), quindi 1/100, mentre con f:5,6 sarà il doppio, quindi 1/25 di secondo.
Quello che varia aprendo o chiudendo il diaframma è principalmente la “profondità di campo” detta “PDC” o in inglese “DOF” (Depht of Field).

E’ lo “spessore” del piano di fuoco. Avrete notato che in molte fotografie di ritratto o di sport la modella o l’atleta sono a fuoco mentre lo sfondo è talmente fuori fuoco da risultare incomprensibile, creando l’effetto di isolare e portare all’attenzione di chi guarda la foto solo la modella o lo sportivo.
Uno dei fattori che influenzano la PDC è l’apertura del diaframma: più il diaframma è aperto (e quindi un valore numerico basso) e più risulta sfocato quello che sta prima e dopo il vostro “bersaglio”. Se prendete diciamo due penne e le disponete davanti a voi una dietro l’altra a 5cm di distanza vi accorgerete che se scattate a f:3,5 e puntante il fuoco su quella davanti, quella dietro probabilmente sarà fuori fuoco, mentre se le fotografate a f:8 quella dietro risulta più nitida di prima, anche puntando il fuoco dove l’avevate puntato prima. Questo perché a diaframma più chiuso corrisponde una PDC più estesa (quindi uno spessore di piano del fuoco più ampio), mentre più aprite il diaframma e più diventa ridotto.
Ci sono altri fattori che influenzano la PDC, come ad esempio il tipo di obiettivo e la distanza dal soggetto, ma li tratteremo più avanti.
Provate l’esperimento delle penne sopra descritto mantenendo inalterato il valore f, ma avvicinandovi o zoomando al massimo con l’obiettivo (diciamo 55mm) e poi, dalla stessa distanza zoomando al minimo (diciamo 18mm).
Può non essere immediato capire il funzionamento del diaframma e i suoi effetti, ma è essenziale che lo comprendiate prima di andare avanti, perché è una base assoluta della fotografia.
immagine 1
Schema che riproduce le dimensioni dell’apertura del diaframma in relazione al numero f. Come si può notare al restringersi del foro il numero f aumenta. Ad ogni stop (ad es. tra f:2,8 e f:4) entra il doppio o la metà della luce dello stop p...

Table of contents

  1. Copertina
  2. Corso di Fotografia
  3. Indice dei contenuti
  4. Introduzione
  5. Dentro la macchina
  6. Come si forma una fotografia
  7. I programmi
  8. I controlli
  9. Il bilanciamento del bianco
  10. L'Istogramma
  11. Tempi di sicurezza
  12. Esposimetro
  13. Modi di scatto
  14. Obiettivi
  15. Obiettivi più comuni
  16. Usi comuni e soluzioni rapide
  17. Post Produzione