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Renzi e la scuola
Un nuovo patto educativo
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Renzi e la scuola
Un nuovo patto educativo
About this book
Il progetto di scuola del Governo Renzi commentato da quattro esperti del mondo dell'educazione.
Quale che sia il giudizio di merito che se ne voglia dare, il Rapporto La buona scuola sollecita al confronto, enumera problemi reali e prova ad abbozzare soluzioni concrete.
Questo libro si propone come contributo ad una riflessione informata e ragionata, aperta a cogliere il positivo così come a sottolineare i nodi critici in modo onesto e costruttivo, nella convinzione che ciò, facendo del bene alla scuola italiana, non possa che essere fattore di miglioramento del Paese intero.
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Information
Un nuovo “stato giuridico” per i docenti
Mario Falanga
Tra le proposte innovative contenute dal Rapporto La Buona Scuola. Facciamo crescere il Paese, una riguarda la revisione dello stato giuridico del docente ed è sviluppata nel secondo capitolo dal titolo “Le nuove opportunità per tutti i docenti: formazione e carriera nella buona scuola”.
La proposta di un nuovo stato giuridico è certamente ambiziosa e consegue all’introduzione nella comunità scolastica di due nuove regole o parole d’ordine – la formazione in servizio e il merito – in grado di rendere la scuola piú dinamica, meno referenziale, valorizzatrice della professionalità dei docenti, adeguata ai tempi.
Anzitutto la formazione in servizio o sviluppo professionale, inteso non come un obbligo burocratico nei confronti dell’Amministrazione ma come «una reale occasione di crescita personale e professionale», funzionale alla mobilità professionale e di carriera e alla qualità della didattica. La formazione si pone quindi per ogni docente come un diritto nei propri confronti e come un dovere nei confronti degli studenti.
A seguire, il merito. Il principio è di natura costituzionale e significa, applicato alla funzione docente, abbandono del criterio di anzianità per l´avanzamento di carriera dei docenti. Il merito premia gli insegnanti che ogni giorno si impegnano con competenza e passione per restare agganciati all’evoluzione sociale assicurando agli studenti di essere anche loro «sintonizzati col mondo di oggi».
Profilo professionale
Tale profilo deve essere valorizzato e rafforzato, iniziando da un’operazione in apparenza semplice: la «codificazione delle competenze dei docenti, definite in modo chiaro». Questa codificazione significa dichiarare in anticipo, da parte dello Stato, quali siano «le conoscenze, competenze, approcci didattici e pedagogici, per assicurare uniformità degli standard su tutto il territorio nazionale e garantire uno sviluppo uniforme della professione di docente». Una commissione ministeriale dovrà definire il quadro italiano di competenze dei docenti nei diversi stadi della loro carriera.
Il possesso dinamico di tali competenze consentirà ai docenti di rispondere efficacemente e in tempo reale alle sfide del cambiamento poste dalla odierna società e di adattarsi alle mutevoli necessità degli studenti poste proprio dal cambiamento.
In particolare dai docenti ci si aspetta che sappiano gestire classi sempre più multiculturali, integrare gli studenti con bisogni speciali, utilizzare le tecnologie per la didattica e, ancora, che oltre al sapere delle discipline, insegnino «modi di pensare (creatività, pensiero critico, problem- solving, decision-making, capacità di apprendere), metodi di lavoro (tecnologie per la comunicazione e collaborazione) e abilità per la vita e per lo sviluppo professionale nelle democrazie moderne».
Sviluppo professionale
Oggi la formazione in servizio è in crisi perché percepita come un dovere o intralcio burocratico piuttosto che come un´occasione di crescita. Il dato è confermato da TALIS 2013 che recensice la partecipazione dei docenti italiani alla formazione in servizio tra i piú bassi tra i Paesi partecipanti all’indagine.
Nel Rapporto si propone di rendere obbligatoria la formazione in servizio e costruire un sistema di crediti formativi da raggiungere ogni anno per l’aggiornamento e da legare alle possibilità di carriera e alla possibilità di conferimento di incarichi aggiuntivi. Sarà la singola scuola a definire a livello d’Istituto tale formazione che sarà sempre meno legata a moduli di approccio teorici e sempre piú a moduli di approccio esperienziale tra colleghi.
Infine la nuova formazione dovrà basarsi su questi elementi: centralità dei docenti, valorizzazione delle associazioni professionali dei docenti, centralità di reti di scuole e riconoscimento nelle singole scuole degli “innovatori naturali”.
Assunzioni
Il tema del reclutamento, che è uno dei contenuti dello stato giuridico del docente, è sviluppato nel primo capitolo del rapporto. Vi si affermano importanti e nuovi principi:
- necessità di accedere all´insegnamento soltanto tramite concorso; il principio mira ad evitare in futuro la creazione di nuovo precariato, come è successo negli ultimi decenni;
- impegno dei docenti sia nella ordinaria attività delle classi o su posti su cattedra nell’organico di diritto oppure, nella scuola secondaria di I e II grado, in posizione funzionale nell´organico dell´autonomia per realizzare una vera autonomia scolastica; questi ultimi docenti saranno messi a disposizione delle scuole, o di reti di scuole, per svolgere gli altri compiti legati all’autonomia e all’ampliamento dell’offerta formativa (insegnamenti extra-curricolari, predisposizione di contenuti innovativi per la didattica, progettualità di vario tipo, affiancamento ai tirocinanti…); ed anche, in questo caso, per coprire una parte delle supplenze brevi.
Carriera del docente
L´avanzamento del docente, che oggi sostanzialmente coincide con la progressione economica (cfr. artt. 63-71 e 77-90 CCNL 2006/2009), deve sempre piú saldarsi al principio di merito e non al semplice dato dell’anzianità. È necessario, di conseguenza, premiare l´impegno di ciascuno assicurando progressioni economiche, oggi legate alla sola anzianità di servizio. Le attuali posizioni stipendiali sono sei: quella iniziale e poi, progressivamente, quella del 9° anno, del 15° anno, del 21° anno, del 28° anno e infine quella del 35° anno. Ad ogni scatto corrisponde un aumento automatico dello stipendio, prescindendo da una valutazione sulla qualità del lavoro svolto.
È necessario superare questo meccanismo e introdurre nella carriera del docente elementi di differenziazione basati sul riconoscimento di impegno e meriti oltre che degli anni trascorsi dall’immissione in ruolo.
Perché ciò sia concretamente possibile, è necessario intervenire sullo stato giuridico dei docenti, attraverso nuove e specifiche disposizioni legislative che consentano incentivi economici basati su questi elementi: la qualità della didattica, la formazione in servizio, il lavoro svolto per sviluppare e migliorare il progetto formativo della propria scuola.
Modificare lo stato giuridico dei docenti non è semplice; occorre in particolare intervenire su questi contenuti: il rapporto di lavoro, le norme relative all’assunzione in servizio, lo svolgimento della prestazione lavorativa, la cessazione del rapporto di lavoro, il reclutamento e la formazione iniziale del personale, la funzione docente, il trattamento economico e la progressione di carriera, i diritti e i doveri (mobilità, congedi parentali, ferie, festività, permessi, assenze per malattie, aspettative, diritti sindacali, orario di servizio, divieto di cumulo di incarichi…), le sanzioni disciplinari, la cessazione del rapporto di lavoro.
Funzione docente: tipologia delle attività
La funzione docente si fonda sull’autonomia culturale e professionale e comprende, oggi:
- attività individuali (inclusive sia le attività individuali di insegnamento – da 18 ore a 25 a seconda del grado di istruzione;
- attività funzionali all’insegnamento e quelle aggiuntive, deliberate dal collegio dei docenti nell’ambito delle risorse disponibili e in coerenza con il Piano dell’offerta formativa (POF);
- collegiali (che consistono nella definizione, elaborazione e verifica degli aspetti pedagogico-didattici del POF);
- di aggiornamento e di formazione in servizio.
Nel Rapporto si propone, in ordine alle attività individuali dei docenti, la creazione di banche ore con le ore che ciascun docente “guadagna” (e che così “restituirà” alla scuola) nelle giornate di sospensione didattica deliberate ad inizio anno dal Consiglio d’istituto nell’ambito della propria autonomia. Dette ore, si legge nel Rapporto, che di fatto sono per anno circa 8/10 per ciascuno docente, costituiscono un «patrimonio» estremamente utile per la scuola.
Riconoscimento di crediti didattici, formativi e professionali
Tutte le attività svolte dai docenti, sia individuali sia collegiali, concorrono al riconoscimento di crediti didattici, formativi e professionali, per sostenere la scuola nel processo di miglioramento, secondo le linee del piano di miglioramento triennale previsto dal Rapporto.
I crediti didattici si riferiscono alla qualità dell’insegnamento in classe e alla capacità di migliorare il livello di apprendimento degli studenti. Contribuiranno a far emergere le migliori prassi di insegnamento, assicurando innovazione didattica e, allo stesso tempo, attenzione per le specificità disciplinari.
I crediti formativi fanno riferimento alla formazione in servizio a cui tutti sono tenuti, alla attività di ricerca e alla produzione scientifica che alcuni intendono promuovere, e si potranno acquisire attraverso percorsi accreditati, documentati, valutati e certificati.
I crediti professionali sono quelli assunti all’interno della scuola per promuovere e sostenerne l’organizzazione e il miglioramento, sia nella sua attività ordinaria (coordinatori di classe) sia nella sua attività progettuale.
Tutti i crediti didattici, formativi, e professionali faranno parte del portfolio del docente, che sarà in formato elettronico, certificato e pubblico.
Il sistema di crediti, documentabili, valutabili e certificabili, nonché resi pubblici avranno un “peso” diverso, e saranno legati al lavoro che i docenti svolgeranno per il miglioramento della didattica, per la propria qualificazione professionale attraverso la formazione e per la partecipazione al progetto di miglioramento della scuola.
I crediti riconosciuti durante la carriera e il curriculum personale del docente arricchiscono poi il suo portfolio e sono inseriti in un registro pubblico, consultabile dai dirigenti scolastici, che, a certe condizioni e nel rispetto della continuità didattica, possono scegliere le migliori professionalità per potenziare la propria scuola.
La qualità della didattica dovrà essere il criterio di valutazione più importante del docente che vorrà fare carriera nella scuola. E nessun dubbio sul fatto che non sarà un sistema fatto di sole procedure formali e certificati. Perché ci sarà spazio per una valutazione anche qualitativa interna alla singola scuola.
Qui è posta un’innovazione significativa per la scuola italiana: la valutazione della prestazione didattica del docente.
La progressione economica basata sul merito
Il nuovo sistema di progressione di carriera (e quindi di retribuzione) dei docenti della scuola italiana non si fonderà più soltanto sull’anzianità, ma soprattutto sull’impegno e sul contributo dei docenti al miglioramento della scuola in cui lavorano.
Ad ogni docente sarà riconosciuto, come già avviene oggi, uno stipendio base. Questo stipendio base potrà essere integrato nel corso degli anni in due modi: con scatti di retribuzione periodici (ogni 3 anni), chiamati scatti di competenza, legati all’impegno e alla qualità del proprio lavoro; e con retribuzione annuale per lo svolgimento di ore e attività aggiuntive ovvero progetti legati alle funzioni obiettivo o per competenze specifiche (BES, Valutazione, POF, Orientamento, Innovazione Tecnologica). ...
Table of contents
- Copertina
- Renzi e la scuola
- Guida alla lettura del Rapporto La buona scuola
- Una buona scuola per tutti
- La scuola generativa
- Chi offre di più? La scommessa di Renzi per una buona scuola
- Un nuovo “stato giuridico” per i docenti
- Profilo professionale
- I progetti di riforma della Scuola dopo gli anni Novanta
- Un sondaggio su La buona scuola
- Sommario