Il grande psicoanalista francese Jacques Lacan ha connesso la nozione di neotenia con l’incoordinazione motoria del periodo neonatale che rimanda all’incompletezza anatomica del sistema nervoso piramidale, deputato all’attivazione dei movimenti volontari dei muscoli. Si tratta di una pianificazione del gesto motorio che trova le sue origini nella parte corticale posteriore dei lobi frontali della corteccia motoria e il suo termine nei centri nervosi del ponte di Varolio, nel midollo spinale allungato e nella parte anteriore del midollo spinale.
Secondo Lacan la neotenia è quel meccanismo evolutivo, tipico della specie sapiens, caratterizzato da una prematurazione specifica dalla nascita dell’uomo. Dal nostro punto di vista, il fenomeno neotenico può essere inteso quale mantenimento dei tratti fetali e neonatali (connessi allo sviluppo del mentale) nella vita adulta. La neotenia è dunque quella dimensione relazionale che collega il registro biologico con quello mentale e culturale. I fattori neotenici sono cinque (Nucara G., Menarini R., Pontalti C., 1986; Menarini R., Neroni G., 2002, 2010):
Aspetto fisico-morfologico: la morfologia fisica dell’uomo adulto conserva numerose caratteristiche embrionali e fetali, tra le quali ricordiamo: la glabrezza, la depigmentazione cutanea, il collo lungo, la posizione in avanti del foramen magnum, le grandi labbra nella femmina, la struttura della mano e del piede, l’ortodontismo, i denti piccoli, la chiusura ritardata delle suture craniche, ecc. La fetalizzazione, processo caratteristico della neotenia, riguarda, infatti, la conservazione sia di aspetti distintivi della propria fase fetale sia di tratti fetali ancestrali, questi ultimi sono trattenuti nello sviluppo degli adulti di un gruppo discendente.
Ritardamento dello sviluppo: lo sviluppo dell’uomo è estremamente lento rispetto a quello degli altri animali, ciò comporta una prolungata fase infantile e di conseguenza un’altrettanto prolungata dipendenza familiare.
Lento sviluppo del cervello: è necessario premettere che le suture craniche nell’uomo si saldano definitivamente non prima del ventesimo anno di età; fino a quel momento, quindi, il cervello umano continua a crescere e di pari passo si arricchiscono le interconnessioni neuronali. Ciò determina una massima plasticità e ricettività delle strutture cerebrali e un lungo periodo di apprendimento.
Gruppo familiare: sulla base dei fattori neotenici precedenti, si evince che il piccolo dell’uomo ha bisogno di essere lungamente accudito e protetto, altrimenti non potrebbe sopravvivere. Tale accudimento è garantito dalla famiglia che sostiene il bambino fisicamente garantendogli la sopravvivenza ma anche psichicamente, in quanto l’organizzazione mentale familiare è essenziale per la strutturazione del mondo interiore e per lo sviluppo dell’identità dell’infante. La famiglia garantisce uno spazio neotenico all’interno del quale il piccolo dell’uomo possa trovare accudimento e calore e possa acquisire gli strumenti psichici e materiali per vivere e adattarsi al mondo.
Sogno rem: la fase rem (insieme ai sogni ad essa associati) è un fattore neotenico poiché nel feto occupa tutto il sonno mentre nell’adulto rappresenta una continuazione di questo sonno fetale. La mente dell’uomo utilizzerebbe il sonno rem quale organizzatore psichico con un’importante funzione creativa e plastica e quale possibile raccordo tra aspetti consci ed inconsci della psiche umana.
La neotenia è da noi considerata una matrice poiché istituisce una forma comune emergente dal biologico, dal mentale e dal culturale. Freud aveva intuito la relazione profonda tra queste dimensioni dando ad essa il nome di pulsione. L’impotenza neotenica del neonato lo spinge a trovare un oggetto che lo riabiliti dalla sua incompletezza. Secondo Lacan il bambino, nell’età in cui viene superato a livello dell’intelligenza strumentale dalle scimmie antropomorfe, fa emergere il mentale grazie allo specchio, riconoscendo la propria immagine che diviene il suo ambiente psichico. Si tratta di un ambiente fantasmatico carico di significanti inconsci.
Per Lacan questi significanti inconsci sono proprio le rappresentazioni psichiche del processo primario. Ecco che emerge l’immagine del corpo riflessa dallo specchio. Ma Lacan la contrappone al fenomeno dei “corps morcelé” (corpo in pezzi). Si tratta della visione di membra squartate. Il corpo a pezzi è un vissuto anteriore alla formazione immaginaria dell’Io connesso alla disarticolazione del corpo in tanti oggetti parziali. È una modalità che verrà ratificata nella psicopatologia paranoicale. Gli studi di Lacan hanno trovato conferma nelle ricerche di studiosi come Eugenio Gaddini, Salomon Resnik e Franco Fornari. Eugenio Gaddini (1981) ha analizzato i primi modelli funzionali della mente in termini corporali; il funzionamento della mente primitiva è magico-onnipotente e l’organizzazione di questa mente è un insieme di punti (frammenti corporali). Secondo la nostra impostazione, in questa fase le pulsioni non sono ancora separate dalle funzioni corporali e l’esistenza si fonda sull’estensione di parti corporee e non sulla relazione. Secondo Resnik (1982) il pensiero corporale tende ad essere onnipresente e ad occupare l’intero universo sia biologico che psichico. I punti frammentati di Gaddini assumono qui la veste di punti dell’universo, cioè unità biopsicoculturali corrispondenti alla posizione autoerotica nella quale la pulsione è ancora indifferenziata dalle funzioni alimentari, escretorie e falliche. Non esiste ancora il dominio della relazione, poiché al posto delle percezioni e delle sensazioni psichiche di uno spazio mentale vi è un’espansione puntiforme. Si tratta dell’attivazione di processi di identificazione proiettiva (tipici della posizione schizoparanoide studiata da Melanie Klein) in un universo senza espansione spaziale (Resnik S., 1980). Da questo punto di vista non esiste ancora un’immagine del corpo, nella misura in cui quest’ultima emerge dalla creazione di confini e quindi dal vissuto della separazione. I punti biopsicoculturali non esistono nello spazio mentale poiché si trovano al di fuori dello spaziotempo. In questo incredibile universo, quindi, non esistono oggetti psichici. Un paragone possibile è dato dalla patologia autistica nella quale l’oggetto psichico non può nascere poiché è annullato dal buco nero di frammenti biopsicoculturali. Come dicevamo, si tratta di uno spazio senza oggetti psichici. La nascita dello spazio mentale è resa possibile dal gruppo familiare inteso quale fattore neotenico (Menarini R., Neroni G., 2002). Ci riferiamo alla funzione di matrix che istituisce lo spaziotempo e alla funzione di pattern che introduce in questo spaziotempo l’oggetto psichico, caricandolo affettivamente. Questa impostazione si è sviluppata a partire dalla teoria coinemica di Franco Fornari. Secondo questa teoria la natura intrinseca della cultura è da ricercarsi nei codici inculturativi d’identità. Tali codici sono da Fornari chiamati “coinemi”, costituiti da sagome familiari: bambino, madre, padre, fratelli. Queste sagome sono espresse da immagini speculari: il corpo del bambino e il corpo dei genitori. Facendo riferimento alla fase dello specchio di Lacan, l’immagine che si riconosce nello specchio racchiude una presenza coinemica. Per comprendere questa fenomenologia occorre ricordare che Fornari definisce il narcisismo quale relazione tautologica coinemica connessa al riflesso speculare del corpo. La cultura è intesa quale codice inculturativo d’identità fondata sul referente originario del “far nascere” inteso quale progetto generativo. Il “far nascere” può essere definito quale dimensione affettiva, che presiede alla formazione di tutti i gruppi umani, chiamata da Fornari “codice materno”. Esso permette la nascita dell’universo mentale quale spaziotempo familiare. I coinemi sono pensieri-affetti o oggetti interni prodotti dalla funzione di matrix alla base della fase dello specchio. La consustanzialità e la transustanzialità tra immagine allo specchio (rappresentato o “bambino che guarda”) e specchio (rappresentante) fa sì che l’immagine stessa appaia quale negazione basilare dell’assenza di spazio psichico a causa del corpo a pezzi (punti corporali). Da questo punto di vista non è possibile affermare l’inesistenza dell’oggetto psichico. Fornari ha chiamato questo processo “simbolizzazione affettiva confusiva” che, dal nostro punto di vista, corrisponde alla nozione di immaginario. Il soggetto scompare poiché viene a fondarsi sull’immaginario familiare. Secondo Fornari il simbolico emergerebbe grazie al simbolo linguistico della negazione (no) che predispone il passaggio dall’immaginario ad una funzione logica che permetterebbe l’emersione di una simbolizzazione diacritica. La rappresentazione simbolica affettiva dell’assenza (no) consente la realizzazione della funzione verità dell’incompatibilità (/). Si tratta del fenomeno linguistico basilare dell’opposizione che, secondo Claude Lévi-Strauss, è alla base della struttura valoriale di ogni sistema culturale. Il principio dell’opposizione fonda il simbolo e nello stesso tempo la dimensione transgenerazionale dell’inconscio. Si tratta della funzione di pattern la cui azione determina l’emersione dei fantasmi edipici. Infatti, eventi mentali istituiti dalla funzione di pattern costituiscono la costellazione edipica, testimoniata dalla presenza dei fantasmi familiari edipici intermediari del passaggio dall’identità di percezione (immaginario primario) all’identità dell’immaginario simbolopoietico. A livello di questa enorme banda di oscillazione tra le suddette polarità di identità, nel processo primario strutturato spostamento e condensazione assumono le configurazioni cognitive di associazioni metaforiche e associazioni metonimiche di carattere simbolico. La tecnica psicoanalitica delle libere associazioni facilita questo passaggio cognitivo. Il complesso di Edipo svolgerebbe la funzione di mediatore tra l’universo pulsionale del processo primario e l’universo simbolico del processo primario strutturato che è poi quello dei sogni e dei miti. Nell’ambito di un gruppo terapeutico gruppoanalitico si tratta di un modello di struttura psichica che mette in scena le tensioni tra Io e Super-io a livello dell’Es. I rapporti esistenti tra Io e Super-io sono alla base del fantasma-oggetto-Sé.
Per fantasma-oggetto-Sé intendiamo la dinamica delle fantasie infantili, caratterizzanti la scena primaria, a livello della formazione di quegli oggetti interni alla base della dimensione relazionale del Sé (Mitchell S., Menarini R., et al., 1992). Il fantasma-oggetto-Sé crea l’identità del soggetto il quale, dal punto di vista lacaniano, non può che riconoscersi nell’immagine del fantasma. Con la scoperta della fase dello specchio avvenuta nel 1934, Lacan elabora proprio la nozione freudiana di fantasma. Come precedentemente accennato, per lo psicoanalista francese l’uomo non nasce con una identità soggettiva ma la crea durante la fase dello specchio, rappresentandola nell’alterità riflessa. L’infante, infatti, non riconosce se stesso allo specchio ma un fantasma scambiato per soggettività. Questo è l’aspetto immaginario dell’identità. L’identità, quindi, è data da un insieme di rappresentazioni mentali, cioè di immagini psichiche, tramite le quali decifriamo la nostra soggettività. I fantasmi, in ultima analisi, anticipano i meccanismi di identificazione che daranno luogo, in termini freudiani, ai cosiddetti fantasmi familiari della scena primaria, cioè a quel contesto immaginario che risponde alla domanda: «Chi sono e da dove vengo?». Da questo punto di vista i fantasmi familiari assumono la connotazione di oggetti-Sé nella misura in cui permettono la costruzione delle strutture psichiche, in particolar modo dell’Io e del Super-io. La formula lacaniana $ ¸ a denota l’elisione del soggetto ($) e la sua relativa sostituzione con l’oggetto a. ¸ indica il punzone e cioè il mezzo che permette di sagomare il soggetto. Il punzone è strutturalmente connesso con una matrice, la quale istituisce l’Io e riproduce gli oggetti-Sé nella continua deiscenza dell’Io stesso. Si tratta fondamentalmente della matrice neotenica, da Lacan connessa all’incompiutezza anatomica del sistema piramidale. Seguendo l’impostazione di Francoise Dolto, collega di Lacan, l’immagine inconscia del corpo, ripresa dallo specchio, non sarebbe altro che un fantasma inconscio creato dal processo primario. È nella fase dello specchio che il meccanismo dell’identificazione promuove la trasformazione dell’Io nell’immagine corporea riflessa.
È necessario specificare che la matrice neotenica si sviluppa a livello di due fondazioni che prendono il nome di matrice fondativa insatura e matrice fondativa satura. La matrice fondativa insatura permette la nascita di un gruppo psicologico tramite il tema del Genius Loci, a sua volta connesso alla dimensione archetipica del Puer-Senex. Questa fondazione gruppale è caratterizzata da un progetto evolutivo connesso positivamente alla creazione di istituzioni o temi culturali fondativi (cfr. appendice II) che si trasmettono tramite il transgenerazionale. La matr...