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About this book

Trovata per caso in un archivio svizzero la storia d'amore fra due donne non più giovani che, grazie a un premio letterario, prima si sono scritte dandosi del lei, poi telefonate, infine incontrate e, passando al tu, amate… Una sui 55 anni, sposata, separata, docente universitaria, propensa a vivere sino a cent'anni; l'altra sui 60 anni, ginandra, isolata, nullafacente, propensa al suicidio… Dopo una separazione drammatica in Viet Nam, nel ricongiungersi, la morte.

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Information

LEI E LEI
26 dicembre
Spettabile Pacini Editore,
ho seguito con interesse il Vostro Premio Letterario, e voglio farvi i miei complimenti per aver proposto tale iniziativa. I volumi pubblicati sono preziosi, in particolare sono stata colpita dal modo di scrivere di Musil Dàrequin. Vorrei prendere contatti con lei, coinvolgerla qui a Pisa - sto lavorando con un gruppo di donne a raccogliere materiale sulla scrittura femminile - e per questo mi rivolgo a Voi. Ho visto che nella presentazione vive a Lugano “appartata e svogliata”, ma mi piacerebbe tentare di stanarla. Mi potete aiutare?
Vi ringrazio e ancora congratulazioni.
Alina Amidei
27 dicembre
Gentile Alina Amidei,
grazie d’aver apprezzato il nostro Premio Letterario, e poiché abbiamo a disposizione un indirizzo e-mail di Musil Dàrequin, provvederemo a inoltrarle questa sua.
Pacini Editore
6 gennaio
Mia cara Alina Amidei,
come potrei resistere a un simile nome e cognome, alle Sue lusinghe pervenute tramite Pacini Editore? Eccomi qua, stanata come niente!
La ringrazio molto dell’attenzione, e Le auguro bellezza per il nuovo anno.
Sua Musil Dàrequin
7 gennaio
Come sono contenta di averla stanata! Il suo romanzo edito da Pacini Editore mi piace molto e mi ha fatto venire la voglia di conoscere altre cose sue. Lei ha un modo di scrivere che mi cattura: inquietante, aggressivo, spiazzante. Come si dice in questi casi? Complimenti? È un’espressione poco adeguata, ma non sono capace di trovare modi più acconci per esprimerle la mia ammirazione.
La prima richiesta che le rivolgo è: quali altre sue pubblicazioni posso trovare? Le indicazioni contenute nella “biografia” del Premio Letterario sono troppo generiche e anche una ricerca su Internet non mi ha dato grandi risultati, a parte un suo libro della Tartaruga. In particolare vorrei sapere se ha scritto qualcosa per il teatro, la drammaturgia è un mio specifico settore d’interesse.
E visto che l’ho stanata così facilmente, passo alla seconda “mossa”. Tentare di coinvolgerla in una iniziativa che a Pisa vorremmo prendere (siamo una decina di donne che stanno cercando di creare qualcosa di lesbico intorno alla scadenza del gay pride). Mi servirebbe sapere se lei si dà in pasto al pubblico, se partecipa a dibattiti. Pisa è una città gradevole, la Toscana è bella, noi siamo quasi tutte simpatiche e ospitali. Potrebbe essere una vacanza piacevole.
Auguro anche a lei bellezza per l’anno appena nato. E la ringrazio moltissimo della sua piacevole ironia,
Alina Amidei
12 gennaio
Mia cara Alina Amidei,
mi scuso per il ritardo e grazie per i “complimenti” - vera gioia leggerla!
Ora temo di deluderla.
Di lesbo - per quanto i generi riducano - sono stati pubblicati dei raccontini in antologie d’autrici varie. Ai personaggi non s’impongono censo razza ruoli. Sono ignoto primitivo, riflettono un loro sovrano carattere, magari dietro una virgola, magari per impossibili adempimenti… In poche parole m’appartengono più Anna Karenina, Emma Bovary, Eugénie Grandet (persino la contessa Livia), che ‘sto lesbismo consumista e piccolo borghese ch’esalta scritture trasandate, spesso illetterate, vogliose di localucci unti, logorrea, astio, matrimoni gay, violando i miei sensi estetici - e quanto più succede, tanto più i miei ideali s’offendono.
Ho insomma bisogno d’emancipazione!
Scrivere è crescere, un mistero, forse l’unico rimasto persino in una firma.
Mi scusi e, se le riesce, non mi detesti troppo.
Una stretta di mano dalla sua
Musil Dàrequin
17 gennaio
Carissima Musil Dàrequin,
scusi anche me per il ritardo con cui le rispondo. Temo che lo abbia interpretato come un segno d’irritazione. La verità è che sono stata fuori Pisa per un convegno.
Sono del tutto d’accordo con lei a proposito della libertà dell’arte e della necessità di non imbrigliare la creatività dentro formule riduttive o castranti identità di genere e di appartenenze sessuali. Anch’io so che le mie pratiche o i miei desideri sessuali non interpretano tutta me stessa e anche per me Anna Karenina è più commovente e mi rappresenta meglio di quanto faccia tanta (brutta) letteratura lesbica. Se tra le stampe del premio di Pacini Editore ho prediletto lei, è stato perché ho trovato quel senso di ariosità che giustamente lei invoca come fondamentale componente dell’arte.
Resta che mi piacerebbe se l’arte rappresentasse i comportamenti e i pensieri - le forme e le sostanze, insomma - di mondi affettivi che hanno una connotazione sessuale più specifica di quella generale che ci accomuna. I suoi scritti li ho trovati belli per sé, a prescindere dal fatto che raccontassero vicende lesbiche; però devo ammettere che mi hanno emozionato proprio perché il loro oggetto riguarda i sentimenti femminili, la loro vita. Penso che di questi argomenti sarebbe produttivo poter parlare a fondo, senza pregiudizi (le assicuro che io non ne ho). È solo in questa prospettiva che mi sono presa l’ardire di disturbarla (sebbene a lei piaccia vivere appartata) e farle la proposta di discutere in pubblico di tali difficili temi. Anch’io non amo l’entusiasmo di tante lesbiche per forme di letteratura o di teatro o di cinema che sono francamente brutti ma che vengono accolti con singolare tolleranza perché sono lesbici. Vorrei valorizzare (credo che sarebbe interessante) quei prodotti artistici che possiedono autentiche qualità estetiche e sono ANCHE lesbici.
Leggo sulla copertina dei suoi libri che vive tra Lugano e Tellaro… Ama il mare?
Mi scusi la lunga lettera, provo piacere a chiacchierare con lei, che ha il nome di uno scrittore e il cognome in contrasto, e vorrei continuare a scriverle, se non mi trova invadente.
Buona domenica,
Alina Amidei
20 gennaio
Mia cara Alina Amidei,
domenica, intanto che lei mi scriveva, patatrac, la pensai. Perché mai?
Invitata a vedere La cosmetica di Amelie Nothomb, nel buio del teatro ho associato il suo cognome allo sceneggiatore Sergio Amidei che come lei, e Gaspare Barbiellini Amidei (vice direttore del “Corriere”), appartiene a un’antica nobiltà fiorentina d’origine romana… Ho dunque provato inquietudine per aver rifiutato il suo invito a Pisa - anagramma di spia però.
Se l’intelligenza non è un lusso, se detestiamo sprechi e ciance, se starmene appartata non è per sfizio, tiri su il sipario. Per esempio sui convegni…
A domanda rispondo: sì, adoro il mare benché a Tellaro non ci vada più. M’accontento del laghetto svizzero, delle mucche che se ne stanno accucciate come cani da guardia.
La saluto con allegria.
Sua Mu(uuh!) Dà(dà)
22 gennaio
Allora leviamoci le maschere. D’accordo: mi piacciono i giochi con le regole da rispettare. Ho paura che non sarò divertente.
Dirle i convegni a cui ho partecipato significa parlarle di una parte importante di me sulla quale non amo trattenermi perché è quella della mia vita cui è legata la mia profonda (e segreta) infelicità. Faccio parte di quel mondo assurdo, e grande produttore di nevrosi, che è l’università. Ci insegno. Drammaturgia. L’altra settimana sono andata a Siena per discutere di un progetto di ricerca collettivo sul quale intendiamo chiedere un finanziamento governativo. Il posto era molto bello (San Quirico d’Orcia), ma la discussione noiosa fino alla morte e i colleghi, provenienti da varie parti d’Italia, quasi tutti insopportabili. In realtà ciò che prendeva il diplomatico nome di discussione consisteva in una complessa serie di manovre di potere. Le strategie mi annoiano, o più veridicamente: mi fanno sentire atrocemente esclusa, mi rimandano un’immagine perdente di me - un’immagine che mi perseguita, dalla quale con gran fatica riesco a prendere le distanze e...

Table of contents

  1. AVVERTENZA
  2. LEI E LEI
  3. LA VOCE
  4. TU E TU
  5. VIET NAM. LE LETTERE DI ALINA AMIDEI
  6. VIET NAM. LE LETTERE DI MUSIL DÀREQUIN
  7. POST SCRIPTUM