Dal Monte Rosa alla Terra dei Faraoni. Giuseppe Botti, una vita per i papiri dell'antico Egitto

Marco Botti

• Publisher: Tangram Edizioni Scientifiche Trento
• Year: 2013
• Print ISBN: 9788864580197
• eBook ISBN: 9788864589879
• Topic: Social Sciences
• Subtopic: Science & Technology Biographies
• Index: Social Sciences

Un'avventura culturale e scientifica straordinaria, quella di Giuseppe Botti (1889-1968), nato a Vanzone con San Carlo, all'estremo Nord del Piemonte (primo di dieci figli): partendo dalle ricerche sul dialetto del paese d'origine, divenne uno degli egittologi italiani più importanti del suo tempo, distinguendosi come pioniere nell'arduo campo degli studi sull'antica scrittura demotica – fu il primo demotista italiano. Dal Monte Rosa al Museo Egizio di Torino, ove si formò alla scuola dello Schiaparelli, sino al Museo Archeologico di Firenze, nel quale divenne Curatore della Sezione Egizia, per giungere infine alla Cattedra di Egittologia dell'Università "La Sapienza" di Roma (vinse il primo concorso bandito in Italia per una Cattedra di tal genere), il Botti è stato Maestro di una lunga schiera di egittologi che oggi costituiscono l'apice del sapere in questa elitaria disciplina. Numerose le sue pubblicazioni di grande prestigio, tra le quali Cataloghi di Musei o di intere Sezioni Egizie, come quelli di Cortona, Parma, del Vaticano e, in ultimo, il Catalogo con cui il Museo Egizio di Torino inaugurò la collana delle pubblicazioni inerente i "Monumenti e Testi" (l'archivio demotico da Deir El-Medineh). Dopo quasi dieci anni di ricerche nelle biblioteche e negli archivi di Università, Soprintendenze, Accademie, collezioni private, Centri di ricerca italiani ed esteri, il pronipote Marco – tramite una narrazione precisa e al contempo fresca e coinvolgente – è riuscito a far rivivere la figura del suo avo, oggi largamente dimenticata, grazie anche alla pubblicazione di numerosi documenti inediti e alla raccolta di importanti testimonianze di egittologi e studiosi che lo conobbero e che poterono apprezzarne le singolarissime doti intellettuali e umane.

Il periodo fiorentino

«Non sono solo, affatto. Con me, da questi frammenti,

da questi miei fogli, sorge continua una folla cangiante

di spiriti, di attività, di passioni, di pene e di gioie

che mi fanno molta compagnia e mi chiariscono la vita nostra oggi.

Vivo tra continue novità antiche: difficoltà familiari; concorrenze villane;

scioperi di operai perché i dirigenti rimandano i pagamenti;

sposi, fidanzati, innamorati, che si dicevano le stesse frasi

che si ripetono anche oggi.

Le sembra questo essere soli? Nessuno, credo, vive faccia a faccia

con tanta gente, come ci vivo io: anche dormendo!»(127)

127 Discorso di GB, riportato in Gaddo 1988, 46.

L’esenzione dall’insegnamento e il comando presso la Sezione Egiziana del Museo Archeologico di Firenze

Credo che GB, ormai senza una collocazione ufficiale, si stesse rassegnando all’eventualità di vedere inutilizzate le proprie capacità e le esperienze maturate in campo egittologico sotto l’ala protettrice dello Schiaparelli quando si verificò questo autentico colpo di scena. Come abbiamo visto, l’archeologo Carlo Anti aveva scoperto una notevole mole di materiale papiraceo, utile agli scopi scientifici perseguiti dal papirologo Girolamo Vitelli. Di conseguenza, il futuro studio dei testi scritti sui frammenti, del significato dei loro contenuti, sarebbe stato molto utile per conferire maggiore concretezza e spessore alla scoperta archeologica stessa (Anti, in quegli anni, andava scavando intere porzioni del sito). Urgeva quindi un lavoro sulla ricomposizione dei frammenti, sullo studio e sulla traduzione dei testi al fine di pubblicarne i risultati. Ad Anti, oltre che al Vitelli, premeva proprio questo aspetto. Il problema era insito nella difficoltà dell’opera: gli studiosi che avrebbero dovuto occuparsene si sarebbero trovati di fronte alle difficoltà non solo intrinseche alla natura dei testi, redatti in ieratico, demotico, geroglifico e greco, bensì anche – e soprattutto – relative alle condizioni stesse dei supporti: i papiri si trovavano in pessimo stato e molti di essi erano smembrati in numerosissimi frammenti, alcuni delle dimensioni di francobolli, per non dire di coriandoli(128).

Come lo Schiaparelli aveva visto in GB uno strumento utile al lavoro sui papiri torinesi, così Carlo Anti si interessò alle sorti del nostro egittologo per i fini necessari all’opera sui papiri da lui trovati a Tebtynis. Anche perché GB era parso come l’unico egittologo italiano, in quegli anni, ad essere in grado di affrontare un tale cimento.

Non sono a conoscenza delle modalità precise che condussero Anti a contattare GB. Con ogni probabilità, oltre all’aver notato le sue pubblicazioni, possiamo supporre che gli fu segnalato dal Vitelli(129), il quale già aveva avuto modo di conoscerlo nel settembre del 1927, presso il Museo Egizio di Torino, alla presenza dello Schiaparelli, o dall’archeologo Roberto Paribeni, che fu anche collaboratore dell’egittologo biellese e che fece da tramite, all’inizio degli anni ’30, per fare ottenere al nostro egittologo una borsa di studio da parte della Fondazione Volta(130).

Tuttavia, il nuovo lavoro sui papiri di Tebtynis non poteva essere intrapreso negli stessi termini di tempo e di modalità di approccio che erano stati impiegati per i papiri della collezione Drovetti a Torino, con GB costretto a dividersi fra il Museo Egizio e l’insegnamento nei licei piemontesi. In questo caso, si rendeva necessario un lavoro compiuto da un professionista, a tempo pieno, per veder concretizzarsi i risultati nel più breve tem...

Table of contents

• Presentazione
• Ringraziamenti
• Introduzione dell’Autore
• Prospetto delle sigle utilizzate per gli archivi di provenienza dei documenti citati
• Le origini
• Il periodo ossolano
• Il periodo torinese
• Il periodo fiorentino
• Il periodo romano
• Gli ultimi anni di vita
• Dalla scomparsa sino ai giorni nostri
• Le testimonianze e gli aneddoti
• Considerazioni finali
• Documenti
• Bibliografia