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L'amore più grande
About this book
L'evento straordinario del Giubileo dellaMisericordia offre lo spunto per la condivisionedi una profonda meditazione sul centro delmistero insondabile di Dio: l'Amoremisericordioso.
Luigi Mistò accompagna questi giorni di grazia, dall'8 dicembre del 2015 al 20 novembre del2016, con una riflessione a commento delleincomparabili parole di Gesù nel Vangelosecondo Giovanni: «Dio ha tanto amato il mondo da dare ilFiglio unigenito, perché chiunque crede inLui non vada perduto ma abbia la vitaeterna».
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Information
1. “Dio ha tanto amato il mondo”
Dio ha tanto amato il mondo. L’amore di Dio. L’amore che è Dio. Questo è il primo dato, la verità basilare, il principio e il fondamento di tutto. Gesù in persona ce lo rivela. Ce lo dimostra con la sua stessa persona e con tutto quello che Lui dice e compie, e ce lo dichiara apertamente con queste sue solenni parole. A me pare davvero straordinario. Lo percepisco come la verità dentro cui tutto si ritrova, come la luce che tutto rischiara, come il senso che tutto comprende, come il principio e la fine, il cuore di tutto.
Non c’è niente di più grande e nel medesimo tempo di più semplice.
Non c’è niente di più profondo e nel medesimo tempo di più facile.
Non c’è niente di più alto e nel medesimo tempo di più vicino e accessibile.
Non c’è niente di più bello, di più decisivo, di più riassuntivo, di più rasserenante e pacificante, di più motivante e potenziante.
Ed è Gesù che ce lo dice!
Non finirei mai di sentirmelo ripetere da Lui: Dio ama il mondo! Dio ama tanto il mondo! Dio ama a tal punto il mondo da donare suo Figlio perché tutto il mondo abbia la vita eterna!
Con questa affermazione Gesù opera una sorte di rivoluzione copernicana. In effetti, i capi religiosi del suo tempo rinchiudevano il rapporto con Dio dentro lo schema rigido e intransigente dell’osservanza meticolosa e letterale di innumerevoli e asfissianti norme, prescrizioni e precetti. Gesù spazza via tutto questo impianto opprimente e annuncia, invece, un Dio che ama, che ama tanto il mondo intero, che lo ama al punto da donare il suo stesso Figlio per portare agli uomini la gioia inaudita di sentirsi figli amati da un Padre buono, che desidera soltanto stringere tutti nel suo abbraccio accogliente e amoroso.
Oh, come vorrei percorrere tutte le contrade della terra e tutti gli infiniti spazi del cosmo per gridare questa verità strabiliante e impressionante: Dio ama il mondo! Dio ama tutto il mondo e tutta la creazione. Dio ama tutte le sue creature. Dio ama te, Dio ama me, Dio ama ciascun uomo. L’unico Dio in cui crediamo è il Dio che ama, ama personalmente ciascuno ancor prima di essere amato e non necessariamente per essere amato! Dio ama ciascuno di noi come se non avesse nessun altro da amare, da guardare, da ascoltare, da perdonare, da sostenere, da guidare, da accogliere sempre tra le sue braccia.
Oh, come vorrei incontrare tutti gli uomini e le donne della terra per portare loro questa verità che è la verità decisiva della loro vita, la fonte della vera speranza, la ragione che tutto sostiene, la gioia infinita del cuore.
Gesù non annuncia un Dio demiurgo onnipotente dell’universo o motore immobile della storia; oserei dire che Gesù non annuncia neppure “l’Essere perfettissimo, creatore e signore del cielo e della terra”. Gesù, quando vuole annunciare chi è Dio, proclama: Padre! Gesù rivela Dio come Amore e come Amore che ama, nell’atto continuo e sempre nuovo dell’amore! Anche questo è per me molto bello e determinante non tanto per penetrare il mistero di Dio che resta fondamentalmente inaccessibile per le nostre povere forze umane, quanto per accogliere con grato stupore nella realtà del mio essere le vestigia della sua manifestazione: Gesù non ci parla mai di Dio nella sua staticità, non definisce l’essenza di Dio. Gesù ci rivela Dio nel suo agire, attraverso il suo movimento in atto. Gesù ci manifesta chi è Dio, il suo essere e la sua identità, raccontandoci la sua azione nei confronti del mondo, della storia, di noi uomini.
Gesù ci dice quello che Dio è, mostrandoci quello che Dio fa.
Le parole vive di Gesù esprimono in termini equivalenti l’altra parola insuperabile con cui sempre Giovanni, il discepolo che Gesù amava, nella sua prima Lettera condensa tutta la Parola di Dio: “Dio è amore” (1 Gv. 4,16)! Qui scopriamo veramente il riassunto di tutta la Rivelazione. Dio è amore, cioè l’essere di Dio, la realtà di Dio, quello in cui Dio consiste è amore. L’amore identifica Dio. Affinché io mi identifichi, perché gli altri mi identifichino occorre pronunciare il mio nome e cognome; solo allora si sarà sicuri di riferirsi all’essere unico ed irripetibile che sono io, con il mio corpo, la mia intelligenza, la mia volontà, il mio cuore, la mia anima. Non ce n’è un altro! Così è per Dio: il nome e il cognome di Dio è amore! Non ce n’è un altro! Dio non è altro che amore.
Più vado avanti nell’approfondimento dell’esperienza di fede – certo con le mie povere capacità di comprensione ma comunque tentando un lavoro personale che mi coinvolga dal di dentro, non fermandomi a ciò che ho ascoltato o studiato – e più vado avanti nel tradurre – anche se maldestramente – la fede nella vita, mi accorgo che questo è proprio vero! Il centro di tutto, il cuore di tutto è veramente l’amore, l’amore che è Dio, l’amore che è la comunione di Dio che si riceve nella Chiesa e si realizza nella comunità dei fratelli.
Tutto il resto vi è subordinato. Qui sta l’essenziale. Alle radici sta l’amore, perché Dio è amore e soltanto amore: nient’altro che amore!
Tuttavia, se osserviamo bene, la parola viva di Gesù non afferma propriamente: “Dio è Amore”. Certo, Giovanni nella sua prima lettera raccoglie tutta la rivelazione in questa insuperabile definizione, ma a me piace rimarcare che Gesù in persona completa la definizione precisando non solo che “Dio è Amore”, ma che “Dio è Amore che ama!”.
Gesù ci rivela Dio come amore, come soltanto amore, come “nient’altro che amore”, mostrandoci l’amore di Dio in atto: un amore che è tale proprio perché di fatto ama, perché sempre ama, perché non fa altro che amare! Per questo, pure noi non dovremmo annunciare semplicemente che “Dio è Amore”, ma dovremmo annunciare più completamente che “Dio è Amore che ama, che sempre ama, che ama tutti”. Dio è Amore che fa l’Amore!
* * *
Rileggendo il Vangelo di Giovanni ho raccolto moltissime parole dirette di Gesù che si riferiscono al suo rapporto con il Padre: esse documentano con evidenza la verità magnifica e l’annuncio mirabile che stiamo approfondendo. Vorrei riportare quelle che mi sembrano particolarmente attinenti alla nostra riflessione.
Nel capitolo quinto, dopo che Giovanni ci ha riferito che le autorità ebraiche stesse “cercavano ancor più decisamente di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio” (18), Gesù si diffonde a lungo (19-47) sull’unità inscindibile che lo stringe al Padre e sull’amore che li lega: “Il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio” (19-20).
Anche nel capitolo sesto, tutto centrato sul pane di vita disceso dal cielo (26-59), Gesù ritorna sulla sua relazione con il Padre in altri passi decisivi: “Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto Egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (38-40). E ancora: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (44); “Solo colui che viene da Dio ha visto il Padre” (46); “Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me” (57).
Nel capitolo ottavo, poi, nella lunga diatriba con i Giudei che protestano a parole la loro discendenza da Abramo ma non credono e non amano Gesù, il Signore ribadisce con forza di essere mandato dal Padre, anzi proclama la sua stessa identità con il Padre che si rivela nell’ora suprema del dono della vita per amore sulla croce: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite” (28-29); “In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono” (58).
Anche nel capitolo decimo, dove Gesù si definisce e si presenta come il pastore bello e buono (11), il Signore torna sul tema dell’offerta della vita in dono come segno definitivo dell’unione e dell’identità con il Padre: “Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che io ho ricevuto dal Padre mio” (17-18); “Io do loro (alle pecore) la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il...
Table of contents
- Copertina
- L'AMORE PIÙ GRANDE
- Indice dei contenuti
- Introduzione
- Tre quadri da contemplare
- 1. “Dio ha tanto amato il mondo”
- 2. “Da dare il Figlio unigenito”
- 3. “Perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna
- Tre riflessioni conclusive
- 1. La croce di Cristo è il criterio del giudizio
- 2. Niente oltre la misericordia
- 3. “Noi abbiamo conosciuto e creduto all’Amore che Dio ha per noi”
