Giuliano de' Medici
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Giuliano de' Medici

Una vita breve e due grandi amori

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Giuliano de' Medici

Una vita breve e due grandi amori

About this book

Giuliano de' Medici è stato chiamato, a buon diritto, il "Principe della Giovinezza". Con il suo bell'aspetto, la sua cultura, la sua giovialità e la prodezza atletica dimostrata nel torneo in suo onore, ha conquistato il popolo, i poeti e gli artisti dell'epoca. Sognava un futuro brillante, ma l'odio degli uomini ha messo in atto una congiura, quella dei Pazzi, che ha stroncato troppo presto la sua vita. Ha amato profondamente due donne molto diverse tra loro: Simonetta Cattaneo, dolce ed eterea fanciulla e Fioretta Gorini, deliziosa ragazza del popolo che gli ha dato un figlio: il futuro papa Clemente VII.

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Information

Giuliano de’ Medici. Dal 1453 al 1477
Piero il Gottoso e Lucrezia Tornabuoni
Uno dei periodi, per quanto riguarda l’ascesa al potere dei Medici e il fiorire di tutte le arti, è il XV secolo quando nel 1469 alla morte di Piero, nella scena politica fiorentina, si affacciano due giovani: Lorenzo che diventa capo della famiglia e prende nelle sue mani le redini del potere politico nella città di Firenze e il fratello più giovane Giuliano che ha il compito di affiancarlo.
I due giovani sono figli di Piero il Gottoso così soprannominato a causa della malattia che lo perseguita dalla fanciullezza e di Lucrezia Tornabuoni.
Piero muore all’età di 53 anni molto rimpianto dal popolo per il suo governo pacato, scevro da prevaricazioni e da intrighi, avverso quindi a ogni forma di violenza, anche quando sarebbe stato opportuno ricorrervi come nel caso della rivolta contro di lui e la sua famiglia.
La storia racconta che il giorno stabilito dai congiurati per ucciderlo, si trova ammalato a Careggi, quindi decide di farsi trasportare in barella a Firenze dove avrebbe potuto fronteggiare meglio la situazione.
Nel percorso rischia di correre un grave pericolo perché un gruppo di nemici armati, nascosti nel bosco lo stanno aspettando per farlo prigioniero.
Per fortuna Lorenzo che lo precede a cavallo, informato del pericolo, riesce a tenere a bada i rivoltosi e nel frattempo invia un suo subalterno ad avvertire la scorta di Piero di cambiare strada, salvandogli così la vita.
Giunto a Firenze, Piero chiede aiuto alle truppe armate milanesi che bloccano e catturano i congiurati per i quali la Signoria decide la pena di morte, ma Piero si oppone dimostrando una grande nobiltà d’animo e di coraggio.
Così il Gottoso riesce a soffocare la rivolta contro di lui senza spargimenti di sangue: grande successo per quel periodo in cui le ribellioni e le eliminazioni della vita di un uomo politico, sono all’ordine del giorno.
Tra l’altro la clemenza verso i rivoltosi dimostrata da Piero, fa sì che l’autorità e la stima dei Fiorentini per la famiglia Medici, aumenti sempre più.
La moglie Lucrezia Tornabuoni è una donna intellettuale appartenente a una nobile famiglia fiorentina, una delle poche donne che all’epoca è stata in grado di uscire dall’anonimato, facendosi conoscere come scrittrice e poetessa.
Profondamente religiosa ha aiutato con donazioni, persone indigenti, chiese e monasteri.
Molto legata alla famiglia ha seguito da vicino le vicissitudini del marito, dei due figli Lorenzo e Giuliano, fornendo spesso saggi consigli.
Ha saputo superare periodi drammatici come la morte del suo adorato Giuliano e si è spenta nel 1482 all’età di 55 anni.
I due fratelli Medici
Lorenzo è un giovane molto intelligente e di talento che non incontra difficoltà nell’affrontare il suo ruolo data anche la preparazione e l’addestramento alla “cosa pubblica” cui da tempo è avviato a causa della cattiva salute del padre.
Il fratello Giuliano più giovane di lui di quattro anni, sta ultimando la sua formazione culturale umanistica cui si aggiungono gli insegnamenti riguardanti il settore sia politico che finanziario, per poter avere la stessa preparazione del fratello.
I due ragazzi vivono una giovinezza spensierata, oltre a svolgere ciascuno i propri doveri, si danno da fare per organizzare sfarzose feste e manifestazioni allegoriche che rievocano i tempi classici dell’antica Grecia, dove si esalta la musica, l’arte e la poesia.
I loro spettacoli sono spesso mascherate o tornei dove il tema, arricchito di allusioni poetiche, è messo in atto dagli artisti del tempo.
I costumi e i cocchi sono disegnati dai più celebri pittori e i testi poetici sono elaborati dai poeti più rinomati come Marsilio Ficino, Luigi Pulci e Angelo Poliziano.
Perché la coreografia sia spettacolare, si impiegano molti cavalli di razza addobbati con pelli di leone o di tigre, mentre bellissime fanciulle sono invitate a posare da dee delle divinità pagane.
Tutta la popolazione di Firenze assiste o è coinvolta con piacere in quelle divertenti manifestazioni come durante il torneo disputato da Lorenzo nel 1469 in occasione del suo matrimonio con Clarice Orsini.
Nella fredda mattina del 7 febbraio, tutti i Fiorentini sono presenti sulla grande piazza di Santa Croce per applaudire le esibizioni dei cavalieri.
Lorenzo dedica le sue imprese a Lucrezia Donati.
I cavalieri fanno prima il giro della piazza, accompagnati da un magnifico corteo, dopo di che indossano le armature per il combattimento.
Tutti hanno in testa lo stesso berretto paonazzo decorato con cordoncini di perle, pietre preziose e penne d’oro, emblema dei Medici.
Sul campo del torneo, allo squillare di trombe, giunge al trotto un cavallo cavalcato da un paggio che porta il prezioso cimiero di Lorenzo fatto dal Verrocchio.
Per ultimo compare Lorenzo in sella a un cavallo con il nome di Falsamico la cui gualdrappa è di velluto rosso e bianco impreziosita da perle.
Il suo abbigliamento è sfarzoso: sulla corazza splende una grande pietra rossa di inestimabile valore, altrettanto preziosa è la sua berretta con le tre penne medicee d’oro che escono da una spilla ricca di rubini e brillanti.
Sopra la corazza indossa una cappa di seta bianca, orlata di rosso e una sciarpa di seta ricamata di perle.
Il simbolo del suo stendardo consiste in un lauro rinverdito sull’arido tronco, con il motto “Le tems revient” in francese arcaico che vuol significare che “i tempi ritornano” cioè si rinnovano i tempi splendidi per i Medici.
Giuliano in quel tempo ha solo quindici anni non ha l’età per partecipare ai “combattimenti” o agli “scontri bellici” dei cavalieri, ma è comunque presente e fa parte del gruppo dei giovani che accompagnano Lorenzo.
Quel bel giovane vestito sfarzosamente in un trionfo di perle, con in testa una berretto nero decorato con penne dorate, in sella a un vigoroso destriero, al suo avanzare nella piazza Santa Croce, suscita la simpatia e l’ammirazione dei presenti.
Nel torneo Lorenzo lotta con onore e ne esce vincitore.
Ciò che accomuna i due fratelli è il piacere di circondarsi di giovani poeti, artisti e letterati cui commissionare opere o con i quali affrontare temi culturali o ancora elaborare versi.
Si sa dell’alto livello culturale di Lorenzo, ma Giuliano non è da meno, anche per lui il sapere riveste un’importanza rilevante e lo stesso Lorenzo si dice essere soddisfatto dell’impegno di Giuliano nello studio.
Questa grande passione per il sapere ha portato Lorenzo a dare vita, nella sua villa di Fiesole, a un cenacolo di artisti tutti animati a far rivivere i tempi d’oro della c...

Table of contents

  1. Premessa
  2. Giuliano de’ Medici. Dal 1453 al 1477
  3. La congiura de’ Pazzi. 26 aprile 1478
  4. Dopo Giuliano. Dal 1478 al 1480
  5. Bibliografia
  6. Indice dei nomi