Criteri di edizione
Ogni lettera è stata contrassegnata da un numero arabo progressivo. In testa a ciascuna lettera sono stati riportati la data topica e cronica ricondotta allo stile moderno e posta tra parentesi quadre quando si tratta di integrazione da parte dellâeditore. Sotto è stata posta la segnatura archivistica e la tipologia, se diversa dalla lettera spedita (minuta), la segnalazione dellâautografia, quando la missiva sia stata redatta, in parte o interamente, per mano della stessa Cristina di Lorena. Per le filze dellâarchivio Mediceo del Principato le cui carte non sono numerate, nellâintestazione delle lettere edite si è usata lâabbreviazione cc.nn.; in nota, di volta in volta, è stata indicata soltanto la data della missiva.
Per quanto riguarda la trascrizione abbiamo seguito i seguenti criteri:
- trascrizione integrale delle lettere;
- massima fedeltĂ al testo, di cui sono stati mantenuti errori e fluttuazioni di grafia, tranne che nel caso di palesi lapsus calami che sono stati segnalati nelle note di apparato;
- punteggiatura e maiuscolazione sono state modernizzate rispetto allâoriginale delle lettere;
- sono stati indicati con la minuscola tutti i termini a eccezione di Stato, Iddio, Divina MaestĂ , Nostro Signore, Santa Pasqua.
I titoli delle dignitĂ e gli aggettivi che spesso li precedono sono stati sciolti e minuscolizzati, fra i principali:
AA. VV. â altezze vostre;
S.A. â sua altezza;
S.D.M.ta, S.D.na M.ta â Sua Divina MaestĂ ;
S.M.ta â Sua MaestĂ ;
S.S.ta â Sua SantitĂ ;
V. A., V.Alt.za â vostra altezza.
Le formule iniziali ÂŤSer.ma sig.ra mia fig.la amati.maÂť, ÂŤSer.ma sig.ra mia fig.la oss.maÂť, con alcune varianti nelle abbreviazioni, sono state sciolte in: ÂŤSerenissima signora mia figliuola amatissima/osservandissimaÂť.
La sottoscrizione finale, sempre autografa, di Cristina amorevoliss.ma madre Chrest.na G. D.sa è stata resa in amorevolissima madre Chrestina granduchessa.
Nellâintestazione della lettera la data è stata convertita allo stile comune, mentre è stato conservato lo stile originario nel testo. In caso di assenza di datazione, ove possibile si è ricostruita la data, indicandola entro parentesi quadre e collocando conseguentemente la missiva secondo lâordine cronologico.
Lâapparato di annotazioni critiche, accluso a integrazione del testo, comprende due tipologie di note poste a piè di ogni lettera: le note di apparato o testuali, segnalate con carattere alfabetico, contenenti le indicazioni di tutti gli interventi rilevati sul documento (volontari o non), quali cancellature, aggiunte marginali e interlineari, correzioni e lacune; le note di commento, segnalate con numeri arabi, contenenti indicazioni di carattere biografico, storico, geografico su personaggi, fatti e luoghi menzionati nel testo. La nota biografica viene posta alla prima occorrenza della persona; per personaggi di chiara fama, quali papi, imperatori e sovrani, le notizie sono state limitate ai termini essenziali; per i personaggi meno noti, e con particolare riferimento al contesto individuato nel carteggio, si è cercato di fornire un quadro dâinsieme il piĂš possibile esauriente. Quando per i personaggi considerati fossero disponibili biografie complete e recenti queste sono state segnalate in nota.
Le citazioni delle fonti elettroniche sono aggiornate al mese di settembre 2014.
Segni diacritici utilizzati
[ ] integrazione congetturale di lacuna per guasto, mancanza di supporto ecc.
[...] segnalazione di lacuna dovuta a guasto del manoscritto, non integrabile con sufficiente sicurezza.
Sigle
ASFi = Archivio di Stato di Firenze
ASMn = Archivio di Stato di Mantova
Fi = Firenze
IBI: Indice Biografico Italiano, a cura di Tommaso Nappo, K.G. Saur Verlag, MĂźnchen 2007 (3), 10 voll.
MdP: Mediceo del Principato
OFMCap = Ordine Frati Minori Cappuccini
SIUSA = Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche
Abbreviazioni
b., bb.: busta, buste
c., cc.: carta, carte
cc.nn.: carte non numerate
cfr.: confronta
cit.: citato
f., ff.: filza, filze
ins.: inserto/i
ms.: manoscritto
n., nn.: numero, numeri
p., pp.: pagina, pagine
r: recto
rist. anast.: ristampa anastatica
tav., tavv.: tavola, tavole
v: verso
[v]: vedi
vol., voll.: volume, volumi
Note
1
Firenze, 11 marzo 1617
ASFi, Mediceo del Principato, f. 6110, c. 3r
/ c. 3r / Serenissima signora mia figliuola amatissima
Nessuna cosa doppo la salute di vostra altezza poteva arrecarmi maggior contento châil sentire châella sia arrivata alla presenza del signor duca1 suo sposo; nĂŠ io saprei biasimar mai alcuna sorte dâimpazzienza che nascesse dâamore, comâè quella dellâaltezza vostra oltre che mi viene referto da piĂš bande con quanta prudenza ella si sia governata in tutte lâoccorrenze del passato viaggio. SĂŹ che mi conviene credere châellâhabbia saputo coprire la passione dellâanimo suo quanto conveniva; et havendo sentito appresso con quanto giubbilo sia stata ricevuta dal signor suo sposo et con quanto amore et riverenza daâ suoi vassalli, non mi resta che desiderare da vantaggio, se non châil Signore Iddio resti servito di continuarle queste prosperitĂ et contentezze con lâaugmento della grazia sua, mentre io baciando le mani al signor duca suo sposo affettuosamente ne lo prego ancorâio di tutto cuore et carissimamente abbraccio vostra altezza.
Di Fiorenza, li 11 di marzo 1616
amorevolissima madre Chrestina granduchessa
1 Ferdinando Gonzaga (1587-1626), duca di Mantova e del Monferrato dal 1612 al 1626. Sposò Caterina deâ Medici il 7 febbraio 1617. Cfr. Gino Benzoni, Ferdinando Gonzaga duca di Mantova e del Monferrato, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dellâEnciclopedia Italiana, vol. XLVI, Roma 1996, pp. 242-252.
2
Firenze, 21 marzo 1617
ASMn, Archivio Gonzaga, b. 1095, c. 248r
/ c. 248r / Serenissima signora mia figliuola amatissima
Ho visto con mio dispiacere quanto vostra altezza mi ha scritto sopra li sparlamenti del residente Montauto1, et mi duole in sino allâanima del disgusto che ne ha preso il signor duca, molto vivamente rappresentatomi da lei; et havendone trattato col granduca, sua altezzaa ne farĂ risentimento con tanto grave ammonitione che forse il Montauto si pentirĂ di aver pronuntiato parola che non corrisponda alla reverenza châegli deve a un principe sĂŹ grande e tanto congiunto con questa casa. Ma è ben da avvertire che per la mala intelligenza che è sempre passata fra detto residente et quello del signor duca, potrebbe essere stato detto a sua altezza piĂš di quello che forse non è. Io resto ben poi consolata et allegrissima delle sodisfazzioni che vostra altezza riceve, havendole anche intese da chiunche è tornato di costĂ , oltre a quel che me ne ha scritto il signor duca, il qual si vede che lâama svisceratamente; et ne ringratio infinitamente Iddio et le bacio di tutto cuore le mani, non havendo tempo di dirle altro.
Di Firenze, li 21 marzo 1616
amorevolissima madre Chrestina granduchessa
a ÂŤne haÂť posto sul rigo e cassato.
1 Fabrizio Barbolani di Montauto, marchese di Montevitozzo (Ferdinando II deâ Medici, con proprio diploma, nel 1635 assegnò a lui e alla sua discendenza il marchesato di Montevitozzo). Di origine aretina, figlio di Giovanni di Bartolomeo, ricoprĂŹ importanti incarichi politici, militari e diplomatici presso la corte medicea (nel 1634 fu nominato governatore di Pitigliano e Sorano, nel 1640, castellano di Siena); fu anche stimato uomo di lettere e si occupò dellâeducazione del principe Francesco, quartogenito di Cosimo II deâ Medici. MorĂŹ nel 1641. Cfr. Francesco Martelli, Cristina Galasso (a cura di), Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nellâItalia âspagnolaâ, Ministero per il Beni e le AttivitĂ Culturali, Roma 2007, vol. II, p. 286; Carla Sodini, LâErcole Tirreno.Guerra e dinastia medicea nella prima metĂ del Seicento, Olschki, Firenze 2001, p. 138; Marcello Del Piazzo, Gli ambasciatori toscani del principato (1537-1737), Istituto Poligrafico dello Stato, Roma 1953, pp. 28, 129. Per le notizie su Giovanni, suo padre, e sul casato in generale, cfr. Fabio Bertini, FeudalitĂ e servizio del Principe nella Toscana del â500: Federigo Barbolani da Montauto Governatore di Siena, Cantagalli, Siena 1996. Sullâargomen...