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Antenati: per una storia delle letterature europee: dal Novecento al Ventunesimo secolo
volume terzo
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Antenati: per una storia delle letterature europee: dal Novecento al Ventunesimo secolo
volume terzo
About this book
C'era una volta l'Europa? Dopo il crollo del muro di Berlino e la grande crisi esplosa a partire dal 2007 il progetto di unione europea sembra vacillare. "Antenati" raccoglie la speranza di una generazione che ha creduto nell'Europa civile e libera. Una storia delle letterature europee non nazionalista, policentrica, non eurocentrica. Per chi ha creduto che l'europeismo potesse essere apertura, progresso collettivo e non chiusura nei confronti del mondo. Antenati per una storia delle letterature europee è un'opera in 3 volumi, questo è il terzo volume. Antenati è online dal 1996 su: http://www.girodivite.it/antenati/antenati.htm
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Information
Topic
LetteraturaSubtopic
Critica letteraria ingleseSecondo Novecento: tra il 1917-1939
Introduzione: Gli effetti della guerra
Gli squilibri del primo dopoguerra
La guerra aveva portato devastazioni di territori, consumo di ricchezze, deprezzamento delle monete, caduta di regimi, dilagare di rivoluzioni, esasperazione di tensioni tra classi e ceti. Cifre puramente indicative parlano, riguardo alla sola guerra, di 9 milioni di morti, 27 milioni di invalidi, 5 milioni di dispersi e costi pari a oltre 400 miliardi di dollari (Fondazione Carnegie). Senza contare i morti per carestie, guerre civili, epidemie (come la spagnola). Ciò ebbe conseguenze su tutti gli stati usciti dalla guerra, sia vinti che vincitori. Cinque i trattati di pace:
- di Versailles (28 giugno 1919) con la Germania
- di Saint-Germain-en-Laye (10 settembre 1919) con l'Austria
- del Trianon (4 giugno 1920) con l'Ungheria
- di Neuilly (27 novembre 1919) con la Bulgaria
- di Sèvres (11 agosto 1920) con l'Impero Ottomano.
Il 18 gennaio 1919 si riunì a Paris la conferenza di pace, con 70 delegati di 27 stati: la direzione dei lavori fu accentrata nel Consiglio dei Dieci, composto dai delegati in numero paritetico di USA, Gran Bretagna, Francia, Italia, Giappone. Di fatto l'organo direttivo della Conferenza divenne il Consiglio dei Quattro (la riunione dei capi di governo delle 4 potenze occidentali: Wilson, Lloyd George, Clémenceau e Orlando), presto ridotto a tre per la partenza del delegato italiano. Il testo deciso nei fatti dal Consiglio dei Tre-e-mezzo fu sottoposto all'assemblea plenaria dei delegati degli stati vincitori, che l'approvò il 9 maggio 1919.
Il testo del trattato di Versailles fu approvato con l'astensione della Cina e comunicato alla Germania, il cui governo potè solo protestarne l'ingiustizia. La Germania perdeva le colonie extraeuropee; cedeva l'Alsazia-Lorena (Francia), Posnania e Prussia occidentale (Polonia) oltre a regioni minori; l'esercito le fu limitato a 100 mila uomini, senza aviazione né artiglieria pesante, proibito il servizio militare obbligatorio e limitata la flotta; i beni tedeschi all'estero erano ceduti (circa 10 miliardi di marchi-oro); si obbligava la Germania a riparazioni di guerra tramite la consegna di attrezzature e quote annuali della produzione e dell'allevamento; dovevano essere consegnati i "criminali di guerra", compreso il kaiser (riparato in Olanda); la Renania era occupata come pegno dell'esecuzione del trattato; erano nulli i trattati di Brest-Litovsk con la Russia, e di Buca&127;rest con la Romania, che la Germania aveva stipulato nel 1917-1918.
Con i trattati di Saint-Germain e del Trianon Austria e Ungheria erano considerati successori dell'Impero asburgico: la nuova Austria e la nuova Ungheria furono ridotte a monconi: Italia Romania Polonia Jugoslavia (il nuovo stato serbo-croato-sloveno) Ceco-slovacchia si spartirono i pezzi. L'Austria fu ridotta da 25 a 6 milioni di abitanti, le era tolto lo sbocco al mare e proibito di unirsi alla Germania. L'Ungheria fu ridotta a 1/3 del territorio precedente e a ¼ della popolazione (8 milioni di ab.). Ciò oltre a oneri di riparazioni, limitazioni di armamenti, commissioni di controllo che si riveleranno presto inapplicabili.
La Bulgaria (trattato di Neuilly) era privata dell'accesso al mar Egeo (Grecia), della Dobrugia (Romania), della Macedonia settentrionale (Jugoslavia).
Con il trattato di Sèvres il sultano ottomano doveva rinunciare ai paesi del "Crescente fertile", all'Armenia e alla parte occidentale delle coste anatoliche. Il governo nazionalista del generale Mùstafa Kemal, costituito a Ankara per la lotta contro i Greci in asiaminore, ne respinse le clausole. La guerra tra Greci (sostenuti dagli inglesi) e i Turchi di Kemal (appoggiati diplomaticamente dai francesi) si concluse con la vittoria turca. Ciò porterà alla revisione del trattato: con il nuovo trattato di Losanna (24 luglio 1923) inizia la serie di revisione dei trattati di pace che caratterizzò la politica internazionale europea nel 1920-1939.
I vinti e le nuove nazioni
In Germania il nuovo governo repubblicano, guidato da socialisti di sinistra e socialdemocratici, affrontò la rivolta comunista degli "spartachisti" con la sbrigativa esecuzione dei due leader Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht (Berlin, gennaio 1919), fu soffocato il governo comunista di Monaco [Baviera] e i tentativi di forza degli operai comunisti nelle zone industriali della Ruhr e della Vestfalia.
La repubblica di Weimar (dal nome della città sassone in cui si svolsero i lavori dell'Assemblea costituente), con un governo fatto da socialdemocratici, centristi e liberali-di-sinistra, dovette affrontare tutte le conseguenze del trattato di Versailles; senza riuscire a formare solide maggioranze, il governo reagiva alla pressione dei gruppi organizzati, di destra e di sinistra, appoggiando alternativamente gli opposti schieramenti. Nel 1920 solo lo sciopero generale proclamato dai sindacati bloccò un putsch di destra tentato a Berlin dal comandante della guarnigione e da un alto funzionario. La destra uccise Erzberger che aveva firmato il trattato di pace, e Rathenau, ebreo e ministro degli esteri impegnato nell'opera di ricostruzione dell'economia tedesca (giugno 1922).
L'Austria divenne una repubblica federale; le menomazioni territoriali le impedirono di rifarsi una struttura economica vitale e autonoma; solo l'intervento del capitale e del controllo estero (tramite la Società delle Nazioni) consentì una certa restaurazione finanziaria nel 1922. La tensione tra i partiti era aspra, i governi deboli.
In Ungheria il regime comunista di Béla Kun, maggio-novembre 1919 fu travolto dalla controrivoluzione di nazionalisti e monarchici guidata dall'ammiraglio Horthy che assunse il potere come "amministratore del Regno": ma il consiglio alleato di Paris aveva escluso dal trono Carlo I d'Asburgo. La situazione finanziaria era in rapido deterioramento, mentre crescevano i risentimenti per i territori sottratti alla "corona di Santo Stefano".
In Bulgaria giunsero migliaia di evacuati dalle regioni perdute. L'esponente del partito agrario Stambolijski attuò una radicale riforma agraria di tipo collettivistico, collegandosi con i partiti contadini di Jugoslavia e Romania. Il ceto dominante spodestato fece assassinare Stambolijski nel 1923.
In Romania l'ingrandimento territoriale portò a una difficile convivenza con grosse minoranze nazionali: magiari, ebrei, tedeschi, ucraini ecc. Il regime democratico e la riforma agraria attuata stentarono a consolidarsi; grave la situazione finanziaria, a pezzi il sistema commerciale (soprattutto in Transilvania).
La Jugoslavia passò da 2 milioni di serbi del 1912 a oltre 14 milioni di serbi, croati, sloveni più altre minoranze. La lotta politica era imperniata sulle modalità della riforma agraria, con programmi radicali violente agitazioni di masse, interventi dell'internazionale comunista (come in Bulgaria), e il ruolo antifederalista e autoritario della monarchia.
La repubblica democratica cecoslovacca guidata dal boemo Tomas Garrigue Masaryk aveva una sostanziale autosufficienza economica, ma con rivendicazioni autonomistiche degli Slovacchi, e resistenze passive delle minoranze tedesche (3 milioni) ungheresi ucraine ebraiche. La riforma agraria colpì i grandi proprietari ungheresi. In politica estera l'alleanza con la Francia rendeva difficile i buoni rapporti con gli stati successori dell'Impero asburgico.
In Polonia erano 28 milioni di ab, con grosse minoranze verso cui era attuata una politica di "ripolonizzazione". Con l'aiuto della Francia fu arrestata l'offensiva di Troskij alle porte di Varsavia, la controffensiva si spinse fino a Kiev (1920-21). Grosse le frizioni con Germania Ungheria Lituania; il sistema politico era frammentato da un gran numero di partiti. La riforma agraria incontrava grosse resistenze, danneggiava molti grandi proprietari tedeschi.
In Grecia l'ambizione della "grande Ellade" si infranse contro la reazione del movimento nazionalista turco. Affluirono, in un paese dall'economia rozza e dalla moneta svalutata, migliaia di profughi dall'Asiaminore; mentre irrequieta era la minoranza macedone e il sistema politico clientelare e diviso.
I vincitori
La Francia aveva le regioni del nord devastate, la preoccupazione di mantenere l'egemonia militare continentale e ottenere le riparazioni dalla Germania. Ciò la obbligava a mantenere in efficenza un esercito considerevole, con aggravio sul bilancio e cedimento del franco. Nel 1919- 1924 sono i governi del "blocco nazionale". La riconversione dell'industria di guerra e la risistemazione dei reduci provocavano vivaci agitazioni nelle masse operaie.
In Gran Bretagna la disoccupazione divenne un male cronico, il commercio estero non tornò ai livelli precedenti la guerra. Il violento separatismo irlandese portò alla proclamazione dell'indipendenza nel 1919; nel 1920 un progetto di separazione del nord protestante dal sud cattolico, votato dal Parlamento britannico, fu rifiutato dal sud; nel 1921 un trattato tra Irlanda e Gran Bretagna diede all'isola lo status di "dominion": l'Ulster scelse di rimanere nel Regno Unito, mentre il sud divenne Stato Libero d'Irlanda come dominion in seno al Commonwealth. L'Impero si ampliò in africa e vicino oriente, con scacchi (la vittoria di Mùstafa Kemal) e problemi, come il movimento autonomistico indiano guidato da Gandhi. Problemi con la Francia. Nel 1922 salì al ptere un governo esclusivamente conservatore, che mise barriere doganali protettive per rianimare industria e commercio, tariffe preferenziali per i paesi dell'Impero. Per ragioni economiche la Gran Bretagna cominciò a ridurre gli armamenti a partire dal 1925, unica tra tutte le potenze mondiali che invece continuarono nella proliferazione militare.
In Belgio l'avvicinamento alla Francia portò alla partecipazione alle sanzioni contro la Germania, l'invio di truppe nella Ruhr ma senza trarne risultati. L'economia nelle province del nord e dell'est fu ricostruita, ma ripresero le divergenze tra valloni e fiamminghi.
Russia sovietica
La pace di Brest-Litovsk imponeva alla Russia l'onere di 6 miliardi di marchi-oro di riparazioni, la concessione dello sfruttamento germanico dell'Ucraina, tariffe doganali preferenziali, la perdita dei territori baltici ecc. Ciò tuttavia permise ai bolscevichi di riorganizzare, grazie a Troskij, l'Armata Rossa e a sconfiggere nel 1917-1920 gli eserciti zaristi (Kolcak, Denikin, Judenic, Wrangel) e quelli occidentali, conquistando il controllo di gran parte dell'ex impero zarista. Nel 1918 il governo rivoluzionario potè trasferirsi da Pietroburgo a Mosca. Le opposizioni furono eliminate...
Table of contents
- Antenati: per una storia delle letterature europee: volume terzo - ISBN 978-88-6711-105-3
- Colophon
- Il Novecento
- Prima del 1917
- Secondo Novecento: tra il 1917-1939
- La seconda metà del Novecento
- Ventunesimo secolo
- Nota di edizione