
Etica e deontologia della comunicazione commerciale
Profili generali e temi rilevanti
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Etica e deontologia della comunicazione commerciale
Profili generali e temi rilevanti
About this book
Non vi Ăš settore dell'attivitĂ umana che possa fare a meno di punti di riferimento di tipo etico. Vi sono sempre valori ed interessi prioritari da proteggere in quasi ogni esplicitazione dell'agire umano. Nella societĂ contemporanea il valore prioritario connesso alla comunicazione, e in senso lato anche di quella commerciale, Ăš la salvaguardia della democrazia, intesa come formazione di processi decisionali atti ad esprimere un consenso basato su informazioni vere, corrette e pertinenti. La societĂ attuale Ăš complessa ed esprime informazioni complesse, sia sul piano quantitativo che qualitativo. Questa condizione determina vari problemi. Innanzitutto s'impone l'attendibilitĂ delle informazioni, la veridicitĂ della fonte delle stesse. Con il moltiplicarsi delle fonti d'informazione, con il connesso aumento della pluralitĂ dei punti di vista, s'intensifica di pari grado il problema della verificabilitĂ delle notizie diffuse. Questo aspetto viene peraltro amplificato in un sistema informativo con poche o nulle barriere all'accesso, vedi Internet, con il risultato che Ăš relativamente facile immettere nel circuito una notizia e vederla rimbalzare da un medium ad un altro, o da un paese ad un altro, senza particolari controlli o verifiche. Da qui la necessitĂ emergente di predisporre strumenti di varia natura, sia pubblici che autoregolati, atti a controllare fin dove possibile la qualitĂ in senso ampio dell'informazione, e ciĂČ al fine di garantire il pubblico. Connesso al primo aspetto, vi Ăš l'oggettiva difficoltĂ nel dare un "senso" a questo fiume d'informazioni, nel senso che il fruitore del messaggio si trova a dover decodificare ed elaborare la massa delle informazioni che riceve con pochi strumenti di analisi e di verifica. La qualitĂ dell'informazione risente fortemente della velocitĂ con la quale la stessa viene diffusa. CiĂČ comporta il rischio di eccessive approssimazioni o addirittura di veri e propri travisamenti della realtĂ , anche in considerazione di una tendenza sempre piĂč diffusa a "spettacolarizzare" le notizie, dando vita al cosiddetto infotainment, una mescolanza d'informazione e trattenimento. Altro aspetto della societĂ dell'informazione Ăš la tendenza a creare forme commiste di informazione e pubblicitĂ . Anche in questo caso si ricorre ad un neologismo inglese infomercial. Quest'ultimo, nelle sue forme piĂč esasperate, ha imposto alcun misure particolari di controllo, sia da parte del settore pubblicitario, che di quello giornalistico. Per ultimo ma non meno rilevante Ăš il problema della correttezza dell'informazione commerciale, quella diretta a promuovere la vendita di beni o servizi. In questo caso, almeno nelle societĂ a capitalismo avanzato, la posta in palio Ăš il mantenimento delle migliori condizioni di equilibrio del mercato, quelle condizioni che consentono il corretto esercizio della libera concorrenza. Tale obiettivo non viene meno neanche quando vengono predisposti opportuni correttivi, al fine di scongiurare o correggere le possibili aberrazioni del capitalismo "selvaggio", soprattutto in un'ottica di salvaguardia dei soggetti piĂč svantaggiati. Fra le condizioni di equilibrio del mercato, vi Ăš la predisposizione di strumenti di controllo sulla pubblicitĂ commerciale, essendo uno dei principali e potenti strumenti di stimolazione e modificazione del mercato. In altre parole, la pubblicitĂ commerciale corretta sta al mantenimento di un mercato sano e concorrenziale, cosĂŹ come la correttezza della comunicazione non commerciale sta al mantenimento della democrazia in una societĂ civile. Ma la pubblicitĂ non agisce solo sul piano economico. Essa agisce anche sul piano dei valori, del costume, delle credenze, alla stregua di un vero e proprio "regolatore culturale" in grado di influenzare, anche fortemente, lo sviluppo di una societĂ . Insomma terreno fertile e obbligato di applicazione di principi etici e di norme deontologiche. Come vedremo.
dall'introduzione dell'Autore
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Information
Appendice 1
IL CODICE DI AUTODISCIPLINA PUBBLICITARIA
32a Edizione in vigore dal 20 maggio 2002
(la 1a edizione del Codice risale al 12 maggio 1966)
Norme Preliminari e Generali
a) FinalitĂ del Codice
b) Soggetti vincolati
c) Obblighi degli enti firmatari
d) Clausola di accettazione
e) Definizioni
Titolo I
Regole di comportamento
Art. 1. LealtĂ pubblicitaria
Art. 2. PubblicitĂ ingannevole
Art. 3. Terminologia, citazioni, prove tecniche e scientifiche, dati statistici
Art. 4. Testimonianze
Art. 5. Garanzie
Art. 6. Dimostrazione della veritĂ dei messaggi
Art. 7. Identificazione della pubblicitĂ
Art. 8. Superstizione, credulitĂ , paura
Art. 9. Violenza, volgaritĂ , indecenza
Art. 10. Convinzioni morali, civili, religiose e dignitĂ della persona
Art. 11. Bambini e adolescenti
Art. 12. Salute, sicurezza e ambiente
Art. 13. Imitazione, confusione e sfruttamento
Art. 14. Denigrazione
Art. 15. Comparazione
Art. 16. VariabilitĂ
Titolo II
Norme Particolari
A) Sistemi di vendita
Art. 17. Vendite a credito
Art. 18. Vendite a distanza
Art. 19. Forniture non richieste
Art. 20. Vendite speciali
Art. 21. Manifestazioni a premio
Table of contents
- INDICE
- I. INTRODUZIONE
- Appendice 1 IL CODICE DI AUTODISCIPLINA PUBBLICITARIA 32a Edizione in vigore dal 20 maggio 2002 (la 1a edizione del Codice risale al 12 maggio 1966)
- Corso âetica e deontologia nella comunicazioneâ