Introduzione alla Filosofia
eBook - ePub

Introduzione alla Filosofia

  1. English
  2. ePUB (mobile friendly)
  3. Available on iOS & Android
eBook - ePub

Introduzione alla Filosofia

About this book

Questo testo è stato scritto per coloro, studenti di filosofia o persone sensibili alle questioni filosofiche, che intendono affinare i loro strumenti culturali per la comprensione di se stessi e del mondo. Si tratta di una presentazione sia dei temi sempre presenti sulla scena del pensiero che dei problemi che vengono posti da tali temi; ho dato anche un ventaglio di soluzioni, in genere quelle più controllate e attuali, sulle quali ognuno potrà esercitare la propria riflessione. I temi sono trattati da un punto di vista critico, cioè teoretico, e con l'occhio rivolto alla contemporaneità; non perché io ritenga inutile la ricerca storica, ma perché penso che, in particolare per quanto riguarda il pensiero di oggi, i riferimenti storici siano interessanti in quanto portatori di un messaggio teoretico, in quanto, cioè, ci propongono problemi e soluzioni con i quali troviamo utile confrontarci e dai quali possiamo ancora imparare qualcosa.
Si tratta, dunque, di un testo introduttivo, inteso come uno strumento utile all'avvio di un pensiero critico e riflessivo, che lascia aperte le vie delle eventuali successive specializzazioni e degli approfondimenti. Si tratta di un testo che io, quale studentessa di filosofia, avrei voluto avere a disposizione, come una prima mappa che, senza troppi tecnicismi e dettagli, rendesse meno accidentata e soggetta a errori la familiarizzazione con gli studi filosofici.
Consiglio chi legge di procurarsi un dizionario di filosofia tra i tanti oggi disponibili e di consultarlo ogni volta che un termine qui utilizzato non sia sufficientemente familiare o che un autore qui citato risulti poco noto; in questo modo il lettore comincia a costruire la sua personale mappa storico concettuale in filosofia.
I riferimenti bibliografici sono volutamente stati ridotti al minimo; ho preferito privilegiare la continuità del discorso e stimolare la riflessione personale, rimandando ad altra e successiva sede i necessari approfondimenti storici e le questioni filologiche e interpretative.
In questa edizione rivista e rinnovata aggiungo un'Appendice sistemica che espone i frutti di un lavoro di ricerca in corso in Università Cattolica dal 2009, in modo che gli studenti possano essere messi in contatto con un modello di pensiero che, pur avendo antiche radici nel pensiero aristotelico, viene oggi rinnovato, approfondito ed esteso e che riceve un'attenzione crescente in ambito internazionale. Nella speranza che possa contribuire al costituirsi di una mentalità, non solo filosofica, ben attrezzata concettualmente a superare divisioni e particolarismi, lavorando nella direzione dell'unità dei saperi, sia teorici che pratici. Tratto dalla Presentazione dell'Autrice

Frequently asked questions

Yes, you can cancel anytime from the Subscription tab in your account settings on the Perlego website. Your subscription will stay active until the end of your current billing period. Learn how to cancel your subscription.
At the moment all of our mobile-responsive ePub books are available to download via the app. Most of our PDFs are also available to download and we're working on making the final remaining ones downloadable now. Learn more here.
Perlego offers two plans: Essential and Complete
  • Essential is ideal for learners and professionals who enjoy exploring a wide range of subjects. Access the Essential Library with 800,000+ trusted titles and best-sellers across business, personal growth, and the humanities. Includes unlimited reading time and Standard Read Aloud voice.
  • Complete: Perfect for advanced learners and researchers needing full, unrestricted access. Unlock 1.4M+ books across hundreds of subjects, including academic and specialized titles. The Complete Plan also includes advanced features like Premium Read Aloud and Research Assistant.
Both plans are available with monthly, semester, or annual billing cycles.
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Yes! You can use the Perlego app on both iOS or Android devices to read anytime, anywhere — even offline. Perfect for commutes or when you’re on the go.
Please note we cannot support devices running on iOS 13 and Android 7 or earlier. Learn more about using the app.
Yes, you can access Introduzione alla Filosofia by Lucia Urbani Ulivi in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Philosophy & Philosophical Essays. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.
Se è vero, come dice Martin Heidegger[1], e come hanno ripetuto anche diversi autori ed epigoni dell’esistenzialismo, che noi esseri umani siamo gettati nel mondo, occorre chiarire che cosa si intenda per gettatezza. Non va tanto intesa come il tono emozionale di estraneità o di angoscia che accompagna solo occasionalmente (tranne il caso di patologie psichiche) il vissuto emozionale quotidiano, quanto come la consapevolezza che il mondo nel quale siamo nati e viviamo ha una storia passata e un futuro che vanno ben oltre i limiti della vita individuale, e che tale storia determina la attuale configurazione del mondo. I caratteri del mondo, inoltre, nella gran parte non sono oggetto della possibilità di intervento del singolo, il quale, trovandosi in una realtà precostituita, può a ragione dire di sentirsi gettato. Così inteso, lo heideggeriano siamo gettati non è poi tanto diverso da quel senso di meraviglia con cui per Aristotele[2] ha inizio la filosofia. Provare un senso di meraviglia di fronte al mondo vuol dire uscire da una vita istintuale e irriflessa, vissuta in maniera per così dire automatizzata, e iniziare a prendere in considerazione il mondo come un oggetto fino a quel momento adoperato, ma non conosciuto. Si scoprono problemi e questioni, si pongono domande che il vissuto naturale, ordinario, non metteva in luce: di qui il senso di stupore, e il desiderio di cercare risposte. La meraviglia è, dunque, la reazione emozionale di fronte alla complessità problematica del mondo che la nostra riflessione inizia a farci scorgere.
Va da sé che il percorso filosofico deve dissipare la gettatezza o la meraviglia da cui prende le mosse; per quanto la filosofia non possa né debba (vedremo perché) pretendere di risolvere ogni problema concettuale, certamente da essa è giusto pretendere una capacità di orientamento e di comprensione grazie a cui possiamo trovarci a nostro agio in un mondo non più estraneo, ma reso familiare dalla conoscenza.
Si è sopra osservato che il mondo nel quale come individui nasciamo ha un suo assetto, che lo ha plasmato attraverso la storia; esso ci viene trasmesso come bagaglio culturale e diventa in ognuno di noi l’accettazione del “si dice”, “si pensa” così efficacemente messo in luce da Heidegger[3]. Diventa, per dirla con parole più semplici, quel senso comune, quel modo di pensare ordinario che ognuno di noi possiede.
Se sottoponiamo ad analisi filosofica tale senso comune, anche nelle differenti forme che assume a seconda delle diverse provenienze etniche, culturali, sociali, regionali, religiose, ecc., scopriamo che esso, ben lungi dall’essere filosoficamente neutro, risulta invece pesantemente impregnato di una filosofia nascosta, criptica, che determina i nostri giudizi, le valutazioni, le affermazioni, le certezze, i dubbi, le scelte politiche, e così via. Si tratta, come aveva in tempi non lontani osservato Bertrand Russell[4], di una conoscenza troppo sicura di sé, vaga e contraddittoria alla quale aderiamo senza esserne affatto consapevoli. In particolare, la cultura occidentale contemporanea, quella in cui viviamo, presenta forti sedimentazioni di tipo materialista e meccanicista; si tratta di un’eredità filosofica di ascendenza cartesiana, che oggi, dimenticatane per lo più la derivazione filosofica, è sentita in genere come un intoccabile stereotipo.
ESEMPIO: il pregiudizio materialistico e meccanicistico è molto chiaro nel modo in cui consideriamo il nostro corpo rispetto alle malattie. Andando dal medico entrambi, medico e paziente, consideriamo il corpo come una macchina sofisticata e complessa le cui malattie vanno lette come inceppamenti o alterazioni di tipo fisico. Gli interventi terapeutici hanno lo scopo di ripristinare la funzionalità fisica, e sono considerati tanto più efficaci quanto più il sintomo è esaminato isolatamente rispetto al resto del corpo. Se ad esempio vogliamo curarci per un mal di stomaco ricorrente, anzitutto andremo da uno specialista in gastroenterologia, poi faremo una serie di analisi di laboratorio. Avremo così seguito alla lettera, probabilmente senza rendercene conto, il secondo precetto di conoscenza che Cartesio ci dà in Discorso sul metodo, allorché esorta a “dividere ciascuna delle difficoltà che esaminassi in tante piccole parti quanto fosse possibile e necessario per risolverle meglio”[5]. Le procedure mediche che vengono seguite per curare il mal di stomaco prendono in considerazione lo stomaco isolandolo dal resto dell’organismo e presuppongono che il corpo non sia altro che una macchina, per conoscere la quale è sufficiente un approccio materiale e analitico. In ciò la cultura della nostra epoca non fa che seguire, senza saperlo, oltre al precetto analitico cartesiano, anche quella teoria del meccanicismo animale pure introdotta da Descartes e ben esemplificata in Discorso sul metodo[6], ove il cuore viene descritto come una macchina a scambio termico.
Fare filosofia vuol dire, come primo passo, assumere un atteggiamento di spregiudicatezza radicale, per usare l’espressione di Sofia Vanni Rovighi[7], che consiste nel non utilizzare assunti e opinioni provenienti dal senso comune o anche dal pensiero filosofico, se non dopo averli sottoposti all’esame critico.
Qui si aprono due possibili obiezioni. La prima ci viene dalla corrente di pensiero chiamata ermeneutica, molto in voga sino a tempi recentissimi, che sostiene che l’uomo è caratterizzato da una certa pre-comprensione del mondo presente nel linguaggio, e che i tentativi di sfuggire a tali pre-comprensioni sono destinati al fallimento, in quanto al più a una pre-comprensione se ne sostituisce un’altra. La risposta a questa obiezione è duplice; in primo luogo possiamo chiedere quali prove mai possano esserci che “tutta la conoscenza è frutto di pre-comprensioni”. Nulla può essere additato come prova in grado di corroborare l’asserzione che tutto è frutto di pre-comprensioni, in quanto qualunque asserzione portata a suo sostegno sarebbe essa stessa una pre-comprensione; in altre parole, se tutta la conoscenza non fosse altro che una raccolta di pre-comprensioni, anche l’affermazione che sostiene ciò è una pre-comprensione, e ha uno statuto gnoseologico equivalente alle altre affermazioni. Con il risultato di non avere nessun privilegio conoscitivo rispetto a ogni altra affermazione, e in particolare rispetto all’affermazione contraria, per la quale “non tutta la conoscenza è frutto di pre-comprensioni”.
In secondo luogo, per poter riconoscere come tale una pre-comprensione, occorre oggettivarla, prendere le distanze da essa, giudicarla: in tal modo quella che nasceva come pre-comprensione termina, a seguito della riflessione filosofica, come post-comprensione, cioè come giudizio critico. In altre parole, se l’affermazione “tutto è pre-comprensione” vuole avere senso, deve essere in grado di fornire almeno un esempio di pre-comprensione: ma ciò non è possibile, in quanto ogni esempio mostra qualcosa che era una pre-comprensione, prima dell’esame critico, ma che, una volta esemplificata, non lo è più. Cioè qualunque esempio di pre-comprensione si colloca da un punto di vista di verità oggettiva. Dobbiamo quindi concludere che l’affermazione “tutto è pre-comprensione” è razionalmente insostenibile; va dunque collocata tra le affermazioni irrazionali, in particolare tra quelle retorico-emozionali, e va intesa come un’espressione di terrorismo filosofico, non diversa, nella sua struttura logica, da analoghe espressioni ricorrenti nella storia del pensiero, quali il genio maligno di Descartes[8] o il più moderno cervello nella vasca di Hilary Putnam[9]. Parlo di “terrorismo filosofico” in quanto si tratta di affermazioni indimostrabili e insostenibili, spesso contraddittorie, comunque inquietanti e destrutturanti, che vengono presentate come tesi filosofiche plausibili e sostenibili, impossibili da confutare.
La seconda obiezione dell’ermeneuta all’esercizio di revisione critica del pensiero afferma che la criticità è un obiettivo irraggiungibile in quanto consiste in un processo infinito nel corso del quale nessuna tesi può essere considerata vera, cioè accertata in modo definitivo e stabile.
A tali obiezioni si risponde sostenendo che è possibile avviare una rivoluzione concettuale sottoponendo a revisione critica i preconcetti e che in tal processo possiamo acquisire verità stabili, relative a un certo contesto e a un certo momento storico. Sostengo che tale revisione critica non solo è possibile, ma necessaria, e che si consegue semplicemente non facendo entrare nella costruzione filosofica se non ciò che sia stato sottoposto al vaglio critico. Sono perfettamente consapevole che l’impresa non è facile, che i pregiudizi correnti ci tendono costantemente l’agguato di una facile adesione; per evitarli sarà utile non solo la nostra attenzione, ma anche il contributo derivante dal dibattito filosofico, che, se correttamente inteso, aiuta a chiarire, precisare, correggere, completare quello che si è sostenuto.
In tal modo si mette in atto una vera rivoluzione concettuale, in quanto il bagaglio acritico di partenza viene sostituito con un bagaglio filosofico – che potrebbe anche consistere in una riconquista critica di quello da cui si era partiti – ottenuto grazie all’esercizio di riflessione autonoma e personale.
Per finalizzare tale rivoluzione concettuale occorre anzitutto affinare la precisione linguistica; a questo scopo occorre riflettere su ogni termine che si intende usare per individuare in primo luogo quale sia il significato corrente, o, come spesso avviene, i diversi significati ordinari con cui un certo termine è usato, per passare successivamente a una ricognizione dei suoi significati filosofici.
ESEMPIO. Prendiamo la parola “causa”. Nel senso corrente, quello che ognuno di noi usa nel linguaggio ordinario, per causa si intende ciò che provoca un mutamento o una trasformazione; se controlliamo in un vocabolario di italiano, ad esempio lo Zingarelli, troviamo che per causa si intende “L’antecedente invariabile di un fenomeno” oppure “Ciò che è origine, motivo, ragione determinante di qualcosa”.
Spesso i filosofi analitici prendono la definizione che si trova nel vocabolario come punto di partenza per una riflessione filosofico-concettuale; va però tenuto presente che la definizione che troviamo nel vocabolario è la registrazione del significato ordinario di un termine, anche se esposta con maggior precisione linguistica. Cioè la parola nel suo significato ordinario e la definizione del vocabolario si collocano sullo stesso piano di cultura corrente. Se vogliamo superare quel livello, è preferibile dare un’occhiata ai significati filosofici del termine in questione. Nel caso di “causa” scopriamo allora che causa come antecedente invariabile non è IL significato filosofico, ma UNO DEI significati filosofici, in particolare quello introdotto da Hume; scopriamo anche che per Aristotele ci sono quattro cause, delle quali la rivoluzione scientifica del 600 prese in considerazione ...

Table of contents

  1. SOMMARIO
  2. PRESENTAZIONE
  3. 1.PRIMI PASSI
  4. 2.LA FILOSOFIA
  5. 3.FILOSOFIA E RELIGIONE
  6. 4.FILOSOFIA E SCIENZA
  7. 5.TEORIA DELLA CONOSCENZA
  8. 6.METAFISICA
  9. 7. ANTROPOLOGIA FILOSOFICA
  10. 8. APPENDICE SISTEMICA