1.
INTRODUZIONE
Lâelaborazione di questo testo nasce dallâidea di organizzare in modo sistematico e organizzato in un unico supporto didattico i diversi argomenti valutativi trattati nellâambito del corso di Finanza Aziendale II, tenuto da chi scrive presso la FacoltĂ di Economia dellâUniversitĂ Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Il disegno e lâarchitettura del volume sono dunque influenzati dalle esigenze didattiche dellâinsegnamento di cui si è detto, in quanto la primaria esigenza è stata tesa a realizzare un percorso formativo atto a illustrare e descrivere i modelli finanziari di valutazione delle aziende.
Il progetto iniziale ha poi avuto uno sviluppo piĂš articolato e approfondito in quanto diversi sono stati gli analisti finanziari coinvolti nellâelaborazione del volume e che hanno fornito un significativo contributo non solo dal punto di vista teorico, ma soprattutto sotto il profilo pratico-applicativo.
Questo libro è stato cosĂŹ strutturato in due parti: una prima di carattere generale e una seconda, monografica, atta a illustrare lâapplicazione dei metodi finanziari per valutare in concreto aziende operanti in diversi settori, tra loro eterogenei.
Invero, la prima parte del volume è dedicata a descrivere i principali modelli con i quali trovano applicazione i metodi di valutazione finanziari, quelli di maggior impiego da parte dei practitioner, e a descrivere i relativi profili di analisi con un approccio semplice e principalmente operativo.
Dapprima viene riportata la definizione delle diverse configurazioni di valore adottate in dottrina e dalla prassi (anche internazionale) e, successivamente, viene illustrato il percorso valutativo che un analista finanziario segue per lâelaborazione delle proprie stime a iniziare dallâanalisi delle performance storiche mostrate nel tempo dallâazienda oggetto di stima. A seguire sono trattati i diversi modelli finanziari considerati e, precisamente, il Discounted Cash Flow Model, il Dividend Discount Model, il Residual Income Model, lâOpzione Reale e i metodi empirici (cioè, i moltiplicatori (o multipli) di mercato basati sui prezzi rilevati in Borsa e nelle transazioni). La trattazione comprende anche le modalitĂ di svolgimento dellâimpairment test previsto dal principio contabile internazionale 36 (il noto IAS 36) che richiede lâimplementazione del Discounted Cash Flow Model e dei metodi di mercato secondo modalitĂ vincolate da alcune previsioni contenute nel predetto principio e che pone lâadozione di particolari accorgimenti valutativi.
Nella seconda parte, sono riportate diverse valutazioni di imprese, mediante un profilo di esame che è proprio dellâanalista finanziario. In quella sede trovano svolgimento valutazioni, predisposte con i medesimi formalismi di un report diretto agli investitori, relative a imprese: industriali, operanti in settori regolamentati, bancarie e assicurative. Ciò al fine di fornire una âpanoramicaâ generale sullâimplementazione e adattamento dei modelli finanziari in ordine a consentire lâapprezzamento del capitale di aziende con attivitĂ caratterizzate da specifiche peculiaritĂ .
La semplicitĂ espositiva e la numerositĂ degli esempi proposti nel testo consente un agevole studio della tematica âvalutazione di aziendaâ. Esso si pone dunque quale utile strumento di didattico per gli studenti che, giĂ in possesso delle conoscenze di finanza di base, intendono comprendere il processo e le tecniche valutative adottate dagli analisti finanziari. Il volume inoltre, proponendo un percorso completo sui modelli finanziari per la valutazione di azienda, grazie anche al mantenimento dellâunitarietĂ organizzativa del disegno dellâopera effettuata dai coordinatori e curatori del libro, presenta una struttura lineare e agevole, peraltro non appesantita da rimandi dottrinali (se non ove siano stati ritenuti imprescindibili). Ciò consente di avvicinarsi alla materia e di comprenderla a tutti coloro che in generale desiderano conoscerla.
Infine, desidero ringraziare il dott. Franco Pedriali per gli utili suggerimenti, consigli e precise indicazioni fornitimi sullâimpostazione del lavoro e il dott. Luca Comi che, oltre ad aver coordinato e curato lâelaborazione del volume insieme al sottoscritto, ha concorso alla sua elaborazione con preziosi contributi.
Occorre poi ringraziare la dott.ssa Chiara Venezia sia per il supporto fornitomi nella revisione del lavoro sia per il contributo dato nella sua redazione. Un sentito ringraziamento va anche al dott. Alfredo Martini, per la predisposizione dellâintervento circa lâimpairment test.
AltresĂŹ devo ringraziare tutti gli analisti finanziari che hanno consentito con il loro contributo alla realizzazione del testo. Sinceri ringraziamenti vanno dunque agli altri autori: Marco Sallustio, Luca Arena, Simona Pedrazzini, Stefano Vulpiani, Enrico Esposti.
Dicembre, 2014
Luca Francesco Franceschi
PARTE GENERALE
2.
LA DEFINIZIONE DI VALORE[1]
Nellâambito della Finanza di Azienda una particolare area è dedicata allo studio delle modalitĂ di valutazione di unâimpresa o, meglio, alle tecnicalitĂ atte ad apprezzare il capitale di questâultima.
Se da una parte si rileva che in economia le evidenze ritraibili dal mercato appaiono risultare quelle di maggiore significativitĂ , come ad esempio per le realtĂ imprenditoriali quotate in borsa ove il valore di un bene (quale è unâazione in cui è suddiviso il capitale di una S.p.A.) è determinato dalla domanda e dallâofferta (espressa in termini monetari) in un dato momento per quello stesso bene, dallâaltra non vi è dubbio che le considerazioni svolte da offerente e venditore muovono da riflessioni estimative basate su una serie di elementi âconvenzionaliâ (cioè, di regole che nel tempo si sono consolidate e, in parte, trasfuse nei documenti emessi da associazioni[2] â nazionali e internazionali â).
Ciò premesso, si segnala che il primo âstepâ per iniziare a comprendere i meccanismi valutativi del capitale di unâimpresa richiede di definire le configurazioni di âvaloreâ rilevanti e le relative connotazioni.
Generalmente, gli analisti che si occupano di valutazione aziendale si riferiscono ai seguenti concetti di valore:
âil âvalore intrinsecoâ o âintrinsic valueâ (anche definito in letteratura âfundamental valueâ): esso rappresenta quel valore fondamentale âche esprime lâapprezzamento che un qualsiasi soggetto razionale operante sul mercato senza vincoli e in condizioni di trasparenza informativa dovrebbe esprimere alla data di riferimento, in funzione dei benefici economici offertiâ[3] dal bene oggetto di stima (cioè, da unâentitĂ aziendale), tenuto conto del profilo di rischio ad esso associato. Tale valore apprezza il capitale dellâazienda in unâottica cosiddetta âstand aloneâ, cioè considerando lâimpresa operante in via autonoma (basando, dunque, le riflessioni valutative sui relativi piani strategici e industriali predisposti dal management, piani che rappresentano la probabile/possibile evoluzione del business aziendale).
Questo valore assume nella prassi due differenti accezioni, identificate nei seguenti termini:
â˘il âvalore del capitale economicoâ: si intende il valore dellâazienda determinato sulla base delle capacitĂ operative che lâimpresa stessa ha nel tempo dimostrato e manifestato e che evidenziano risultati economici che ragionevolmente sono ritenuti perseguibili anche negli esercizi futuri;
â˘il âvalore del capitale economico potenzialeâ: esso, a differenza della precedente definizione, tiene conto delle prospettive reddituali e/o finanziarie dellâimpresa che il management aziendale ha formalizzato nei piani strategici â strategie che in tutto o in parte potrebbero non ancora essere state perseguite e, dunque, risultano in fase di prima implementazione) e che sono stati trasfusi nel business plan â. âIn sostanza, si fa riferimento a capacitĂ non ancora raggiunte, seppur possibili, e che debbono essere costruite sulla base di accettabili assumptionsâ[4]. Ciò significa che le valutazioni tese a individuare un siffatto valore si fondano su ipotesi (che devono innanzitutto palesarsi ragionevoli) di capacitĂ aziendali non ancora dimostrate, ma potenzialmente raggiungibili e realizzabili in base a piani strategici e industriali seri che delineano il percorso che lâimpresa dovrĂ seguire in un orizzonte temporale di medio lungo periodo[5];
âil âvalore soggettivoâ o âinvestment valueâ: esso rappresenta la percezione di valore propria del venditore e dellâacquirente che emerge in sede di negoziazione di aziende e/o di partecipazioni sociali. Tale configurazione di valore risulta invero determinata dalle diverse attese circa i benefici e le utilitĂ ritraibili dallâoperazione (di cessione o di investimento), attese che risultano essere specifiche sia per il soggetto venditore sia per quello acquirente;
âil âprezzoâ: esso rappresenta il risultato della negoziazione svolta dalle parti coinvolte e sulla cui dimensione è stato raggiunto un accordo. La transazione verrĂ dunque eseguita al valore concordato tra le parti. In concreto, esso rappresenta il valore attribuito al complesso aziendale o allâinteressenza in altre entitĂ oggetto di compravendita al fine di addivenire allo scambio di tale âbeneâ.
Giova peraltro precisare che in letteratura, in particolare quella internazionale, quando si parla di âconfigurazione del valoreâ viene in rilievo anche il concetto di âFair Market Valueâ[6], cioè il prezzo al quale la proprietĂ del capitale dellâimpresa può essere scambiata tra un soggetto venditore e un acquirente, entrambi dotati di idonee informazioni circa gli aspetti significativi dellâazienda oggetto di analisi e senza che vi siano obblighi a concludere la transazione[7]. Questa configurazione di valore rappresenta unâaccezione particolare: si tratta di un caso in cui è supposta unâipotetica transazione sul mercato e consiste nella risultante della sommatoria dellâintrinsic value e del quantum attribuito alle eventuali sinergie (cioè, quelle utilitĂ [8] incrementali ritraibili dallâimpresa) sfruttabili da tutti i partecipanti al mercato (cioè, gli investitori).
Si precisa peraltro che la definizione di Fair Market Value si differenzia da quella di Fair Value contenuta nei principi contabili internazionali (IFRS â International Financial Reporting Standards)[9]. AncorchĂŠ le due configurazioni di va...