Massoneria in Calabria

Ferdinando Cordova

• Publisher: Luigi Pellegrini Editore
• Year: 2014
• eBook ISBN: 9788868221386
• Topic: Social Sciences
• Subtopic: Sociology
• Index: Social Sciences

Gli scritti, raccolti in questo volume, sono stati elaborati nell'arco di una ricerca durata vent'anni e pubblicati, in parte su riviste. Essi non costituiscono un lavoro organico. Ad un tale lavoro non è possibile, per lo stato attuale delle fonti, porre mano. Lo scioglimento del Grande Oriente, operato del fascismo nel 1925, ha infatti, non solo disperso l'archivio dell'istituzione, facendone giungere a noi solo alcuni frammenti, ma ha, nel contempo, frantumato e smarrito i documenti delle logge, nel tentativo di annullare la tradizione.
Ciò non ostante, vent'anni di silenzio non hanno cancellato del tutto uomini ed iniziative della massoneria postunitaria nella regione. A furia di insiste e cercare, sono affiorati dall'oscurità di archivi di famiglia le carte, le lettere gli attestati, che sono alla base del volume e che hanno aperto squarci consistenti nel silenzio o nella caligine venutasi a fermare, in questi anni, per mancanza di riscontri.
Gli studi qui riuniti esaminano i temi e i tempi attraverso cui i liberi muratori calabresi hanno partecipato, con un contributo consistente di idee e di lavoro, alla vita del Paese, tra Stato liberale e secondo dopoguerra, colmando un vuoto oggettivo fatto registrare dalla storiografia sulla regione.

LA RIPRESA DEMOCRATICA NEI DOCUMENTI
DI UN PROTAGONISTA: NICOLA LOMBARDI

Nato a Mileto il 20 dicembre del 1870[1], da Antonio e da Adelaide Caputo, Nicola Lombardi cominciò, abbastanza giovane, a farsi notare come uomo di qualità, a cui era destinato un brillante avvenire, non solo professionale.

Laureatosi in giurisprudenza, si stabilì a Catanzaro, dove prese ad esercitare, premiato dal successo, l’attività di penalista ed avviò un fortunato rapporto con gli elettori.

Sorgevano allora qui – ricordò, nel 1927, il prefetto della città – le prime organizzazioni operaie sotto l’egida del partito socialista ed il Lombardi – ignorasi se per sentimento o per calcolo – ingaggiò le prime lotte politiche nel nome del socialismo, le cui teorie egli promulgò (sic) fervorosamente e primeggiò sia nelle deboli file dei militanti del nascente partito, sia nel campo proletario, che faceva capo alla locale Borsa del lavoro[2].

Direttore, fra l’altro, di due giornali, la “Cronaca dei dibattimenti” e la “Giostra”, egli venne eletto – agli inizi del secolo – consigliere comunale di Catanzaro e, di seguito, a rappresentare il mandamento di Mileto nell’assemblea provinciale[3]. Qualche anno più tardi, un settimanale locale avrebbe ricordato, con una certa enfasi, le “lotte epiche che Nicola Lombardi ebbe a sostenere nel Consiglio Provinciale a favore del pubblico denaro”[4].

A dire il vero, questi risultati iniziali, malgrado fossero ottenuti all’insegna del partito dei lavoratori, non cancellano i dubbi affacciati dal prefetto, circa l’autentica vocazione socialista del giovane e valente avvocato. È opportuno ricordare che il movimento in Calabria – e nella provincia di Catanzaro, in particolare – presentava per ragioni ambientali, ancora agli inizi del secolo, una struttura organizzativa debole, nella quale occupavano un posto di rilievo alcuni esponenti della media borghesia. Era del tutto usuale che giovani professionisti, animati da una generica volontà progressista, vedessero, nel nascente partito, uno strumento di battaglie democratiche e ne abbracciassero le fortune, senza approfondirne i fondamenti teorici, né coglierne le ragioni di classe. É probabile che un simile stato d’animo fosse anche all’origine dell’adesione di Nicola Lombardi. Potrebbe rappresentare l’indizio di un rapporto travagliato il conflitto che egli stabilì con la sezione, da cui venne espulso, nel 1905, “non essendo il suo contegno quale deve essere quello di un compagno”, per ottenere la reintegra un anno più tardi[5]. Sta di fatto che, alle politiche del 1913, si presentò come candidato “costituzionale radicale indipendente” e, con tale qualifica, fu registrato da alcuni repertori parlamentari[6]. Il suffragio universale maschile, che ebbe, in quella circostanza, l’abbrivio, agevolò di sicuro la sua riuscita in una contesa, in cui egli si trovava di fronte, nel collegio di Monteleone, al governativo Pasquale Murmura, sostenuto dal deputato uscente Baldassarre Squitti[7]. La nuova legge, infatti, tendeva a polarizzare la lotta con l’ingresso, da un lato, di un elettorato popolare e, tendenzialmente, progressista e, dall’altro, di uno cattolico, che operava in chiave conservatrice; ambedue alla conquista, comunque, delle campagne calabresi, lande desolate, fino ad allora, di anime morte, in mano a pochi agrari. Lo scontro finiva per rafforzare chi, come i radicali, ponendosi al centro di blocchi variegati, poteva contare, sovente, sull’appoggio, in funzione antigiolittiana, della borghesia intellettuale e facoltosa, per motivi familiari o di primazia locale, ma anche, talvolta, per desiderio sincero di spezzare egemonie clientelari, legate a strutture di sottogoverno, o per far emergere la richiesta di una politica riformatrice nuova, che investisse i problemi della regione[8]. Erano, d’altronde, i temi su cui aveva basato la sua campagna il Lombard...

Table of contents

• PRESENTAZIONE
• PER LA STORIA DELLA MASSONERIA CALABRESE. DOCUMENTI INEDITI
• MASSONERIA E POLITICA: LA SCISSIONE DEL 1908. DOCUMENTI
• LA CRISI MASSONICA DEL 1908. UNA RIFLESSIONE INEDITA DI ORESTE DITO
• BIAGIO CAMAGNA, MASSONE
• LA PRIMA LOGGIA REGIONALE CALABRESE DI RITO SIMBOLICO. I DOCUMENTI COSTITUTIVI
• MASSONERIA E FASCISMO. APPUNTI PER LA BIOGRAFIA DI UN «33» CALABRESE: GAETANO RUFFO
• L’OPPOSIZIONE MASSONICA ANTIFASCISTA A REGGIO: LUIGI CAPELLO E LE VENDITE CARBONARE
• LA RIPRESA DEMOCRATICA NEI DOCUMENTI DI UN PROTAGONISTA: NICOLA LOMBARDI
• INDICE DEI NOMI