Bambini a Perdere. Scomparse, violenze e mercato dei corpi
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Bambini a Perdere. Scomparse, violenze e mercato dei corpi

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Bambini a Perdere. Scomparse, violenze e mercato dei corpi

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L'infanzia è invisibile all'umanità, una realtà senza diritti nonostante leggi e convenzioni internazionali. Un inferno sulla Terra: ogni anno circa 15 milioni di bimbi muoiono prima di festeggiare il loro quinto compleanno, attesta l'Onu. Quando ad annientare bambini e adolescenti non sono la sete, la fame, le malattie, il lavoro sporco è imbastito dalle guerre infinite. Capitolo a parte è la sparizione di 8 milioni di minori ogni 365 giorni, Europa inclusa. Un perverso sistema che alimenta il cancro della pedofilia e il traffico di organi umani. Da considerare in Italia il sequestro di Stato di tanti minori mai resi adottabili, per garantire con sperpero di denaro pubblico, un affare miliardario, nonostante le denunce di genitori, avvocati e associazioni. E il governo Renzi non risponde agli atti parlamentari, inclusa la dilagante pedofilia che non risparmia i neonati. Dei pargoli non si butta via niente, come attesta il fiorente mercato degli organi.

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Pezzi di ricambio

Quando cala il buio riaffiora il ricordo di quella prima notte in cui il tempo sembrava congelato. Quel giorno gli impuniti razziatori di bambini avevano portato la disperazione in una povera famiglia italiana, persone che non sapevano del mercato clandestino di organi sottratti a pargoli e fanciulle. La madre del bimbo peregrinò avanti e indietro, fino a quando il dolore divenne insopportabile. La donna invecchiata in un lampo di lacrime, si sedette stringendo un fazzoletto e attese il ritorno del suo pargolo. Il padre uscì senza sapere dove andare, accompagnato da tre amici. Provarono a cercare il bambino ovunque, senza un’indicazione, senza un sospetto, senza un aiuto, senza una benedizione. Perlustrarono le strade, frugarono nei cespugli, tastarono i giganteschi olivi alla ricerca del piccolo, scandagliarono i pozzi. Dopo svegliarono la gente che dormiva; illuminarono gli angoli bui, salirono sui tetti, esplorano i terrazzi, si calarono negli scantinati. Nel frattempo, senza preavviso la luce dell’alba disegnò i suoi colori su una distesa di indifferenza. Quella notte sembrava non dovesse terminare mai. Invece si consumarono i giorni, passarono i mesi, si accumularono gli anni: dieci, undici, venti. E loro, non le autorità, solo loro, madre e padre, non smisero mai di cercare il figlio, convinti che doveva essere vivo, da qualche parte ma in vita. Il bambino era lì, incorniciato nella sua ultima fotografia, cullato dalle mani della madre. Un giorno dopo l’altro, un tempo che non passa mai. «Non interessa, non è un caso nazionale», recitavano quelli del telegiornale. Non rintracciato: né vivo né morto. Madre e padre, impararono sulla loro pelle, che il loro bambino era ormai un caso irrisolto tra migliaia. Passò la notte, arrivò l’alba, poi avanzò il tramonto, infine, giunse l’oblio, come per migliaia di altri casi minori marchiati dall’indifferenza tricolore.
Quanto vale un essere umano? O meglio, quanto denaro si può ricavare vendendo ad esempio un bambino, oppure parti vitali di esso? A leggere l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul traffico illegale di organi umani non c’è da stare allegri. Secondo l’OMS (gli ultimi dati non sono propriamente aggiornati, e, infatti, risalgono al dicembre 2007) ogni anno,
«nel mondo, vengono eseguiti 21.000 trapianti di fegato, 66.000 trapianti di rene e 6.000 trapianti di cuore: il 5 per cento degli organi utilizzati in questi interventi proverrebbe dal mercato nero, per un giro d’affari stimato tra 600 milioni e 1,2 miliardi di dollari[1]. Di male in peggio: secondo Global Finance Integrity, i numeri di questo macabro commercio sono in vertiginoso aumento. I reni sarebbero l’organo più trafficato, perché può essere rimosso ed il donatore in grado di condurre una vita sana. Se per il cuore, il polmone, il fegato e il pancreas le possibilità di conservazione in un frigo portatile imbottito di ghiaccio si misurano in ore (dalle 6 del cuore alle 24 del pancreas) per il rene si arriva attualmente a 72. In tre giorni è possibile il trasporto ed il trapianto di un organo da un capo all’altro del mondo. Il traffico di organi umani per il trapianto costituisce una grave violazione dei diritti umani. Il fenomeno ha raggiunto dimensioni globali. Essendo una pratica clandestina, la quantificazione risulta difficile. L’OMS ipotizza che ogni anno siano effettuati «oltre 10 mila trapianti di organi derivanti da traffico illegale»[2].
Ovviamente si tratta di un dato ampiamente sottostimato. Poiché nel mondo si eseguono annualmente, secondo il Global Observatory on Organ Donation and Transplantation, circa 114.000 trapianti legali, si può supporre che circa un trapianto ogni dodici sia effettuato in condizioni illegali. In anni recenti vi è stato un progressivo incremento del traffico clandestino. Le cause sono molteplici: penuria di organi, povertà, disparità dei servizi sanitari, criminalità priva di scrupoli. Sono ormai diversi anni che in Egitto la piaga della vendita di vite umane al mercato nero dei trafficanti di organi è diffusa come la peste, eppure la stampa internazionale sembra dare poca rilevanza al fenomeno. Gli organi umani, specie dei minori sono diventati beni di consumo per facoltosi clienti ed acquirenti. In altri termini, i minori, in particolare i migranti, sono la gratuita materia prima. Nel 2013 il Comitato nazionale per la bioetica marcava l’evidenza negata dagli addetti ai lavori, con il parere scientifico “Traffico illegale di organi umani tra viventi”[3].
«L’esistenza a livello mondiale del traffico illecito di organi umani ai fini di trapianto è un fatto drammatico che rappresenta un pericolo reale per la salute pubblica e individuale e viola i diritti fondamentali e la dignità dell’uomo. L’impressione generale è che non siano stati ancora adottati, tanto a livello nazionale che internazionale, strumenti efficaci per prevenire, contenere e contrastare questa attività criminale. Una vicenda illecita che necessariamente coinvolge anche la comunità scientifica (chirurghi, nefrologi, responsabili dei centri trapianti, rianimatori, ecc.). Aggiungasi che questo mercato vede con sempre maggiore frequenza vittime persone vulnerabili, quali prigionieri, condannati a morte, minori (bambini rapiti per acquisire organi). Soprattutto in questi ultimi decenni il flusso di organi e parti del corpo percorre le moderne rotte internazionali tracciate dal capitale: dal Sud al Nord, dal terzo al primo Mondo, dai poveri verso i ricchi. Nel peggiore dei casi questo traffico si traduce in forme di esproprio, sfruttamento e coercizione... Come altri Paesi europei, anche l’Italia sebbene regolamenti diverse fattispecie relative al trapianto di organi, presenta un ridotto apparato sanzionatorio in merito al traffico clandestino degli organi».
Quanto all’Italia, il Consiglio d’Europa, il 22 settembre 2014 ha pubblicato un significativo rapporto redatto da esperti[4]. L’agenzia di stampa La Presse il 16 marzo 2015 ha testualmente riportato: «Quello del traffico di organi, specie di minori è un problema scottante». L’affermazione è di Pietro Grasso. Mentre il Tg com 24 lo stesso giorno ha specificato:
«Grasso: “rischio traffico organi. Immigrazione, troppi i minori spariti. C’è un rischio di traffico di organi per i tanti minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia”. Lo ha denunciato il presidente del Senato Pietro Grasso. “Sono 3.707 i migranti minorenni giunti nel nostro Paese di cui si sono perse le tracce”, sottolinea. “Sono dati allarmanti – aggiunge – perché non sappiamo se sono finiti nelle mani di trafficanti, tra i quali ci possono anche essere trafficanti di organi”».
Un’altra voce autorevole al coro delle autorità tricolori, dopo i ministri Guidi e Maroni, che però non ha cambiato di un millimetro il corso tragico degli eventi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità in plurime occasioni, e nel corso degli anni, ha invitato gli Stati ad adottare misure volte a proteggere i più poveri e i gruppi vulnerabili dal turismo del trapianto e dalla vendita di organi. Nell’era elettronica quel che sappiamo della realtà è una frazione infinitesimale, rispetto a tutto ciò che ignoriamo. In Italia, il 13 giugno 2012 la rivista Vanity Fair ha messo nero su bianco:
«Mentre l’OMS denuncia un trapianto clandestino ogni ora nel mondo, siamo andati a indagare su ciò che succede in casa nostra. E dopo due ore avevamo già 9 proposte».
Nel 2013 l’OSCE ha reso noto il rapporto “Trafficking in Human Beings for the Purpose of Organ Removal in the Osce Region”[5]. E nel 2015 il Parlamento europeo ha pubblicato “Trafficking in Human Organs”[6], un documento ufficiale, addirittura inequivocabile, mentre in Italia soltanto alcuni baroni del bisturi a pagamento seguitano a negare sfacciatamente l’evidenza. Si parte sempre dalla mercificazione del corpo, dalla frammentazione dell’organismo umano. Attualmente la vita si definisce esclusivamente dalle sue modalità di produzione, manipolazione e codifica. Il percorso degli organi strappati agli esseri umani segue in senso inverso le rotte del traffico di armi e di rifiuti pericolosi: dal Sud al Nord, dai poveri ai ricchi. Il corpo dei poveri si innesta in quello dei ricchi con l’ausilio di specialisti in camice bianco fiancheggiati da organizzazioni criminali. Il commercio internazionale di organi destinati ai trapianti clandestini è un cancro che ha metastasi nella pedofilia, nella guerra, nelle migrazioni forzate e nel traffico di esseri umani. A pagare con la vita sono soprattutto gli esseri più indifesi, vale a dire i bambini. A proposito di espianti più o meno clandestini: è davvero impossibile negare l’evidenza. L’ultima di cronaca nera, ossia “l’operazione Glauco 3”, così definita dagli inquirenti però, è fulmineamente affondata l’estate scorsa nel caotico dimenticatoio collettivo[7]. Anche tutti gli altri giornali nazionali hanno ripreso e pubblicato a caratteri cubitali la documentata notizia, basata su un’approfondita indagine della magistratura. L’orrore, però, dopo un lampo è scivolato via sotto gli occhi perennemente distratti della popolazione italiana.
«Vi è poi il problema dei minori non accompagnati, che l’anno scorso hanno rappresentato l’8 per cento dei migranti, in partenza prevalentemente dall’Egitto e dall’Eritrea. Di metà di questi bambini arrivati in Europa si perdono le tracce: alcuni vengono avviati alla prostituzione minorile, altri vengono venduti a chi procede alle adozioni in maniera illegale, qualcuno sembra che possa essere venduto alle reti che espiantano gli organi»[8].
È quanto ha dichiarato il 4 febbraio 2016 l’ammiraglio Enrico Credendino, comandante della missione EunvaFor Med, nel corso di un’audizione parlamentare relativa all’operazione Sophia nel Mediterraneo. Questa recente conferma istituzionale fa eco alla dichiarazione, resa nel marzo 2015, appunto dal presidente del Senato, Pietro Grasso: «C’è un rischio di traffico di organi per i tanti minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia»[9]. Sull’argomento è pure intervenuta Sandra Zampa. La vicepresidente della commissione bicamerale infanzia e adolescenza, infatti, ha dichiarato: «Vista la gravità di quanto riferito si rende necessario un approfondimento che consenta di fare chiarezza e di rinvenire ogni informazione utile per porre fine a quest’orribile mercato di vite umane». Comunque, parole al vento, come l’interrogazione a risposta scritta 4/02086 dell’8 ottobre 2013, sottoscritta da undici deputati del partito democratico. Da allora, su una materia che scotta, il silenzio dell’esecutivo Renzi è tombale[10]. Medesima sorte negativa è toccata all’interrogazione a risposta orale 3/01350 del 28 ottobre 2014, a tutt’oggi inevasa. L’atto ispettivo è stato siglato da 22 senatori del partito democratico. Risposte? Sempre zero[11]. Nei primi nove mesi dell’anno 2016, secondo i dati del ministero delle Politiche sociali, soltanto in Italia ben 6.357 minori, definiti «irreperibili»[12], sono spariti dalle cosiddette strutture di accoglienza, senza contare quelli svaniti nello stesso periodo e con le identiche modalità in Germania, Belgio e Francia. Sia chiaro: non ci sono stati ricongiungimenti familiari, anche perché ormai le frontiere sono state sigillate, mentre il famigerato accordo di Schenghen è piombato in naftalina. Allora, che fine hanno fatto i piccoli ospiti dello Stato italiano? Che scocciatura per Renzi, Alfano e Gentiloni l’interrogazione 4/05225, recapitata il 4 febbraio 2016 ai ministri dell’interno e degli affari esteri, basata su un’indagine giornalistica indipendente. I senatori Pepe, Molinari e Vacciano si sono rivolti al governo italiano, ma senza ottenere uno straccio di risposta:
«Ai Ministri dell’interno e degli affari esteri e della cooperazione internazionale – Premesso che: da un articolo pubblicato da Gianni Lannes sul blog “Su La Testa” il 9 gennaio 2016 si rileva che, secondo il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nel 2014 sono scomparsi 3.707 minori dai centri di accoglienza e nel 2015 più di 6.000 minori approdati in Italia da soli sono svaniti nel nulla; il numero dei fanciulli “irreperibili” sarebbe addirittura molto più elevato, poiché pare che non siano stati identificati ben 63.000 migranti, tra cui ulteriori migliaia di minori non accompagnati; la Commissione UE ha aperto una procedura di infrazione all’Italia in materia di asilo e confermato con una lettera la messa in mora dell’Italia, ricordando di aver inviato a Roma lettere amministrative già nell’ottobre 2015, per chiedere al nostro Paese di garantire la corretta applicazione del regolamento Eurodac che impone che siano rilevate le impronte digitali dei richiedenti asilo e la loro trasmissione al sistema centrale Eurodac entro 72 ore; in base all’articolo 17, comma 1, della legge n. 269 del 1998, la Presidenza del Consiglio dei ministri dovrebbe presentare ogni anno al parlamento una relazione sull’applicazione delle “norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù”; a tutt’oggi, l’Italia non ha ancora ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa contro la tratta degli organi umani; dal 2014, nel nostro Paese, è diventato problematico rintracciare i minori non accompagnati tramite le strutture di accoglienza a cui sono affidati; considerato che negli ultimi 2 anni sono stati presentati almeno 35 atti parlamentari inerenti alla violenza contro bambini ed adolescenti alle quali il Governo non ha dato risposta, si chiede di sapere: per quali motivi dal 2014, non si provveda ad indicare le strutture di accoglienza alle quali i minori vengono affidati; quante siano le strutture del Paese accreditate ad ospitare minori stranieri non accompagnati, considerando che non si possono esaurire le loro vicende umane nella corresponsione di un’indennità giornaliera»[13].
Perché i ministri Alfano e Gentiloni osservano un ostinato silenzio istituzionale? Per quale ragione su un tema così delicato il governo Renzi non si pronuncia, anche solo per smentire quanto enunciato nel predetto atto parlamentare? Soprattutto, perché non si cercano i minori irreperibili? Ho inoltrato tale quesito al dottor Vittorio Piscitelli, “commissario straordinario del governo per le persone scomparse”, ma non ho ricevuto risposta. Eppure la legge 203 in vigore dal 2012 parla chiaro. Europol ed Interpol nel “Report on Migrant Smuggling Networks” pubblicato il 17 maggio 2016, smentendo le autorità italiane che riferivano in coro di presunti “ricongiungimenti familiari”, in realtà, hanno ammesso di non sapere dove sono finiti i piccoli malcapitati, spariti nel nulla. Chi li ha visti? Soprattutto: qualcuno li ha realmente cercati? La risoluzione del Parlamento europeo del 12 settembre 2013, mirata alla situazione dei minori non accompagnati nell’Unione, «esorta fortemente gli Stati membri a sviluppare piani strategici nazionali per assicurare un’adeguata protezione a tutela dei minori non accompagnati». Il commissario Vittorio Piscitelli, ha attivato piani di ricerca di questi bambini e adolescenti[14]? Dove sono andati a finire bimbi e ragazzi? Quanti sono effettivamente i minori italiani scomparsi dal 1974 ad oggi, mai più ritrovati? Ecco cosa rivela un magistrato[15]:
«Il presidente del tribunale dei minorenni di Bari, Riccardo Greco, premettendo di non avere cifre esatte (“Noi non abbiamo una statistica del fenomeno dei minori che scompaiono”, dice) ritiene per la sua esperienza che si tratti di “una realtà marginale. È una materia che viene lasciata totalmente agli organi di polizia perché l’intervento del tribunale c’è fin quando il minore è presente sul territorio. Il problema del rintraccio è un problema di polizia e quando ci segnalano (la comunità o l’organo di polizia cui si è rivolta la comunità) che il minore non è più sul territorio, chiudiamo il fascicolo. Salvo riaprirlo nel caso ricompaia. È chiaro – aggiunge – che il tema lo vorrei in positivo e non in questo aspetto che è certamente un aspetto di debolezza del sistema. la comunità non può certo essere un luogo di costrizione per i minorenni e lo Stato assicura una tutela in comunità”. A suo giudizio, da quando si è insediato, lo scorso marzo, i minori scomparsi nel territorio di sua competenza “saranno stati 15, nel corso di questi 11 mesi”. Che vuol dire più di un caso al mese. “Il Tribunale – dice – per i minori non accompagnati fa cose molto importanti e i nostri protocolli ci pongono all’avanguardia in Italia: i minori sono inseriti nelle comunità con prescrizioni molto precise, le comunità sono segnalate e devono garantire un mediatore linguistico, un mediatore culturale e uno giuridico, viene nominato un tutore, e a...

Table of contents

  1. Prologo
  2. L’ultimo tabù
  3. Infanzia violata
  4. Sequestri di Stato
  5. Pedofilia e omertà
  6. Pezzi di ricambio
  7. Vite minori
  8. Appendice
  9. Bibliografia
  10. Ringraziamenti