L'Europa dei Popoli o degli Stati?
eBook - ePub

L'Europa dei Popoli o degli Stati?

L'integrazione spiegata attraverso il diritto dell'Unione europea

  1. English
  2. ePUB (mobile friendly)
  3. Available on iOS & Android
eBook - ePub

L'Europa dei Popoli o degli Stati?

L'integrazione spiegata attraverso il diritto dell'Unione europea

About this book

Parlare di "Europa dei Popoli" ai nostri giorni con riguardo all'Unione europea può sembrare a dir poco utopistico. La percezione che una congrua parte dei cittadini ha dell'integrazione europea, oltre ad una sensazione di insofferenza, sollecitata non sempre correttamente dalla politica e dai mass media, è che l'Unione sia un "carrozzone" guidato dagli Stati – e in particolare dalla Germania – nel quale i cittadini non hanno alcuna voce in capitolo.
Questo libro ha l'ambizione di spiegare in modo semplificato l'Unione europea (UE) attraverso il suo ordinamento giuridico e l'attuale sistema istituzionale. Non è un lavoro scientifico; bensì un "navigatore" nei meandri delle istituzioni UE troppo spesso sconosciuti al grande pubblico, anche a causa (e forse soprattutto) della complessità del sistema istituzionale sovranazionale. L'idea di un testo agile, di ampia diffusione, coincide con il 60° anniversario della firma del Trattato di Roma del 1957 istitutivo della Comunità economica europea.

Frequently asked questions

Yes, you can cancel anytime from the Subscription tab in your account settings on the Perlego website. Your subscription will stay active until the end of your current billing period. Learn how to cancel your subscription.
No, books cannot be downloaded as external files, such as PDFs, for use outside of Perlego. However, you can download books within the Perlego app for offline reading on mobile or tablet. Learn more here.
Perlego offers two plans: Essential and Complete
  • Essential is ideal for learners and professionals who enjoy exploring a wide range of subjects. Access the Essential Library with 800,000+ trusted titles and best-sellers across business, personal growth, and the humanities. Includes unlimited reading time and Standard Read Aloud voice.
  • Complete: Perfect for advanced learners and researchers needing full, unrestricted access. Unlock 1.4M+ books across hundreds of subjects, including academic and specialized titles. The Complete Plan also includes advanced features like Premium Read Aloud and Research Assistant.
Both plans are available with monthly, semester, or annual billing cycles.
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Yes! You can use the Perlego app on both iOS or Android devices to read anytime, anywhere — even offline. Perfect for commutes or when you’re on the go.
Please note we cannot support devices running on iOS 13 and Android 7 or earlier. Learn more about using the app.
Yes, you can access L'Europa dei Popoli o degli Stati? by Massimo Fragola in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Law & Civil Law. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

Information

Topic
Law
Subtopic
Civil Law
Index
Law

1. Partiamo dal substrato culturale comune dell’“Europa” in generale

L’“Europa” è dal punto di vista culturale e non solo geo-grafico il continente originario del mondo moderno e di una importante parte della storia della terra: l’“antico continente” un tempo era il mondo intero e da qui è iniziato tutto; le altre nazioni gli altri continenti, le altre lingue, le altre religioni. Noi siamo italiani e al tempo stesso europei; così come tutti gli altri cittadini degli stati europei. Sicché, in Europa sono presenti tanti altri Paesi, tante altre nazioni, altri stati, sovrani ed indipendenti, che, nonostante le diversità storiche, geografiche, culturali, linguistiche, religiose, presentano una radice, un denominatore comune, un qualcosa di “geneticamente comunitario” che non allontana, non divide, ma unisce.
Mi riferisco alle radici comuni dell’Europa, alla cultura europea che ci accomuna, pur nelle diversità, fondandosi su valori, principi, interessi e diritti universali. Penso all’eredità culturale comune: la storia, la filosofia, la musica, l’arte sono, in Europa, l’esempio dei valori comuni nei quali si è sviluppata ed è cresciuta l’Europa di oggi. Ed il mondo intero. Penso a Beethoven, Mozart, Verdi, Chopin ecc.; o ancora a Van Gogh, Michelangelo, Rembrant, Goya, Rubens ecc.; oppure Kant, Hegel, San Tommaso d’Aquino, Cartesio ecc.
A questo humus comune europeo fa riscontro un dato apparentemente contrastante che attiene alla mancanza di una lingua comune. Non pochi tentativi sono stati fatti, ancor prima della nascita dell’Unione europea, ma non è stato facile proporre una sorta di lingua comune (“esperanto”)[1] che eliminasse ovvero affiancasse le lingue nazionali. Il plurilinguismo “europeo”, tuttavia, non incide più di tanto, a mio avviso, sulle radici comuni dei Popoli europei e sullo “stare insieme”. Anzi ne esalta le diversità. Fermo restando la annosa ed inevitabile problematica delle traduzioni.
Anche secondo Fagan[2], infatti, la lingua unica non è un pre-requisito vincolante, in Cina si contano più di 50 etnie per più di venti lingue; in India più di 1600 dialetti discendono da più di venti lingue ufficialmente ammesse a derivazione di quattro principali e distinti (cioè non reciprocamente intellegibili) ceppi linguistici. L’unità linguistica spesso non è un punto di partenza nella formazione dei popoli, ma un punto d’arrivo, la lingua centrale poi non è detto sia quella locale.
Infine le lingue, nel tempo, cambiano assumono da altre lingue; si plasmano le une con le altre.
Così come parimenti geografia, genetica, etnia, lingua, appaiono come elementi importanti, ma non essenziali, almeno nella fase a cui siamo giunti, per definire un popolo e una nazione. Ecco perché, allo stato attuale dell’integrazione europea, dobbiamo ancora parlare di “popoli” europei e non di un solo “popolo” europeo.
L’Inno europeo. La melodia utilizzata per rappresentare l’Unione europea è tratta dalla Nona sinfonia, composta nel 1823 da Ludwig van Beethoven, che ha messo in musica l’“Inno alla gioia”, scritto da Friedrich von Schiller nel 1785. L’inno simbolizza non solo l’Unione europea, ma anche l’Europa in generale. L’Inno alla gioia esprime la visione idealistica di Schiller sullo sviluppo di un legame di fratellanza fra gli uomini, visione condivisa da Beethoven. Nel 1972 il Consiglio d’Europa (che è un’altra organizzazione internazionale da non confondere con l’Unione europea) ha adottato il tema dell’Inno alla gioia di Beethoven come proprio inno. Nel 1985 è stato adottato dai capi di Stato e di governo dei paesi membri come inno ufficiale anche dell’Unione europea. L’inno è privo di testo ed è costituito solo dalla musica. Nel linguaggio universale della musica, questo inno esprime gli ideali di libertà, pace e solidarietà perseguiti dall’Europa. L’inno europeo non intende sostituire gli inni nazionali degli stati membri, ma piuttosto celebrare i valori che essi condividono. L’inno viene eseguito nelle cerimonie ufficiali che vedono la partecipazione dell’Unione europea e in generale a tutti i tipi di eventi a carattere europeo (Fonte: https://europa.eu/european-union/about-eu/symbols/anthem_it).
E che dire del diritto? L’esperienza giuridica europea, tralasciando le basi del diritto romano, che pure grande parte ha avuto nella codificazione del diritto continentale, e rifacendoci al medioevo ed all’età contemporanea, ha portato allo ius commune, con particolare riguardo alle realizzazioni ottocentesche del nuovo ordine giuridico nell’Europa continentale (in particolare in Francia, Austria, Germania, Italia).
Insomma, in Europa è presente un substrato di cultura (non solo giuridica) assolutamente comune.
Così recita il Preambolo del Trattato sull’Unione europea (UE): “(Gli Stati) ispirandosi alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell’Europa, da cui si sono sviluppati i valori universali dei diritti inviolabili e inalienabili della persona, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza e dello Stato di diritto” (…).
[1]L’esperanto, com’è noto, è una lingua artificiale sviluppata tra il 1872 e il 1887 dall’oftalmologo polacco di origini ebraiche Ludwik Lejzer Zamenhof. È la più conosciuta e utilizzata tra le lingue ausiliarie internazionali (LAI). Cfr. http://www.esperanto.it
[2]P. Fagan, Fenomenologia dello stato-nazione europeo. I concetti di popolo, stato e nazione, in https://pierluigifagan.wordpress.com/

2. Parliamo di Unione europea?

Da qui parte la nostra conversazione sull’ ”Europa” o, per puntualizzare meglio, e d’ora in avanti, sull’Unione europea (UE): la “casa comune” che a tutt’oggi riunisce dal 1951 la gran parte degli Stati europei e, soprattutto, i suoi Popoli.

Motto dell’Unione europea: “Unita nella diversità”
Quel denominatore comune, quel qualcosa di “intrinsecamente europeo” che non allontana, non divide, ma unisce, di cui si parlava in precedenza, quel quid communis ha ispirato e prodotto negli anni ’50 le Comunità europee prima e successivamente l’Unione europea.
Un po’ di storia. Occorre ricordare che il processo d’integrazione europea è stato governato per molti anni da tre «Comunità europee» originarie ed indipendenti. Va ricordata l’istituzione della prima Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) grazie al Trattato di Parigi del 18 aprile 1951 firmato e ratificato dai Sei Stati fondatori – Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo. La CECA fa seguito alla Dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950, data oggi ricordata come fondativa dell’integrazione europea (c.c. “Festa dell’Europa”). Ha inizio così il sistema sovranazionale che caratterizzerà l’intero percorso, giacché il nuovo ente nasce come «Comunità» e non come mera «organizzazione» o unione di Stati, bensì come aggregato associativo aperto con possibilità di espansione e di integrazione sempre più stretta. La CECA rappresenta il primo esempio sostanziale di rinuncia e cessione di sovranità da parte degli Stati membri. Successivamente, Il Trattato istitutivo della Comunità economica europea (CEE) firmato a Roma il 25 marzo 1957 rappresenta la naturale estensione del sistema sovranazionale a tutto il mercato europeo, trascendendo quindi l’esclusivo mercato del carbone e dell’acciaio. La volontà dei Sei Stati membri di costituire una Comunità economica europea ampliando le competenze comuni, è stata espressa dai Ministri degli Affari Esteri della CECA nella Conferenza di Messina del 1° giugno 1955, dalla quale scaturisce anche la Comunità europea dell’energia atomica (CEEA) più nota come «Euratom». Quest’ultima è l’unica Comunità rimasta in vigore dopo l’ultima riforma del 2009 con il Trattato di Lisbona.

3. L’Unione europea è la nostra casa comune

Una costruzione nata all’indomani della seconda guerra mondiale con un obiettivo ambizioso: assicurare la pace tra gli stati europei e il benessere a tutti i cittadini. Tra i “Padri” dell’integrazione europea non possiamo non ricordare l’italiano Altiero Spinelli che durante il confino politico nell’Isola di Ventotene scrisse (insieme ad Ernesto Rossi e Eugenio Colorni) il “Manifesto per un’Europa unita e libera” (”Manifesto di Ventotene”) dando così avvio al processo costituente degli “Stati Uniti d’Europa”, a tutt’oggi ancora non realizzato.
Preambolo Trattato UE: “(…) rammentando l’importanza storica della fine della divisione del continente europeo e la necessità di creare solide basi per l’edificazione dell’Europa futura” (…).
Occorre sottolineare, più in generale, che alla base della convivenza civile si trova necessariamente un “patto” o se si preferisce un “contratto”. Tra persone, enti, Stati o altro ancora. Insomma, regole comuni che servono per organizzare la vita in comune. Quale che sia.
Lo stesso può dirsi per l’Unione europea che è una entità complessa di stati, istituzioni e persone. Alla base della convivenza civile europea vi è un “patto” tra stati che secondo le regole del diritto internazionale è definito “trattato”. Se infatti i trattati regolano, su base costituzionale, l’agire degli stati membri e delle istituzioni comuni, è altrettanto evidente che i medesimi trattati – nell’ottica della costituzionalizzazione del sistema – sono qualcosa di più di semplici accordi internazionali giacché configurano la “Carta costituzionale” dell’Unione europea.
La festa dell’Europa è il 9 maggio e ricorda la pace e l’unità in Europa. La data è l’anniversario della storica “dichiarazione Schuman” nel 1950 dell’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman (uno dei Padri dell’Unione europea) nella quale ha esposto la sua idea di una nuova forma di cooperazione politica per l’Europa, che avrebbe reso impensabile una guerra tra le nazioni europee.

4. Sovranità degli stati membri e sovranità
condivise: l’assunto da cui tutto nasce
e si sviluppa

Il contesto internazionale nel quale ci si muove nei nostri giorni, tra globalizzazione non regolata, paesi emergenti e nuovo ordine mondiale, sollecita con evidente necessità l’incremento dell’integrazione europea alla luce delle non più rinviabili problematiche e delle numerose crisi internazionali. Si pensi, tra l’altro, all’emigrazione, al lavoro, al terrorismo, al clima, all’energia, ecc., fenomeni globali non risolvibili dal singolo stato su base mondiale.
Sicché il sistema sovranazionale dell’Unione europea – un ente costituito da 28 stati[1] e più di 500 milioni di abitanti – può e deve contribuire alla non facile soluzione del nuovo ordine mondiale e alla individuazione delle cause che alimentano il terrorismo internazionale e incoraggiano altre tipologie di crisi....

Table of contents

  1. Prefazione
  2. 1. Partiamo dal substrato culturale comune dell’“Europa” in generale
  3. 2. Parliamo di Unione europea?
  4. 3. L’Unione europea è la nostra casa comune
  5. 4. Sovranità degli stati membri e sovranità condivise: l’assunto da cui tutto nasce e si sviluppa
  6. 5. Che cos’è l’Unione europea?
  7. 6. Che cosa è il “diritto dell’Unione europea” e perché dobbiamo osservarlo?
  8. 7. Ancora. Perché dobbiamo osservare il diritto dell’Unione europea?
  9. 8. L’Unione europea come importante mercato comune
  10. 9. L’autorità europea. Le istituzioni dell’Unione europea
  11. 10. Segue. L’autorità europea. Le istituzioni dell’Unione europea
  12. 11. Segue. Il Parlamento europeo in breve
  13. 12. Segue. Il Consiglio europeo in breve. Il “forum” politico
  14. 13. Segue. Il Consiglio in breve
  15. 14. Segue. La Commissione europea in breve
  16. 15. Segue. La Corte di giustizia dell’Unione europea in breve
  17. 16. Segue. La Corte dei conti dell’Unione europea
  18. 17. Segue. La Banca Centrale europea in breve
  19. 18. Come si fanno le “leggi” nell’Unione europea e quali sono? Cenni sulle procedure legislative
  20. 19. Segue. Gli atti legislativi e le procedure legislative
  21. 20. Ma di cosa si occupa l’Unione europea? Il riparto di competenze Stati membri-Unione
  22. Postfazione
  23. Giurisprudenza essenziale
  24. Appendice