Empatia e comunicazione non verbale
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Empatia e comunicazione non verbale

About this book

L'empatia è quel particolare "senso" della comunicazione, paragonabile all'olfatto, che ci consente di leggere i sentimenti e le emozioni altrui.
La comunicazione rappresenta un canale privilegiato e imprescindibile all'interno delle relazioni umane.
Continuamente, infatti, ogni individuo compie dei gesti, ha dei comportamenti o esegue delle azioni che, in maniera più o meno cosciente, esprimono un significato e trasmettono informazioni ben precise, come lo stato d'animo, i gusti personali, i valori o la cultura d'appartenenza.
Il presente saggio approfondisce, tramite un'analisi estremamente puntuale, l'argomento dell'empatia e delle sue principali funzioni nell'ambito della comunicazione, in particolar modo di quella non verbale.
L'autore avvalora inoltre le sue tesi servendosi di studi condotti da specialisti del settore e giovandosi dell'apporto di altre discipline, come l'antropologia e la medicina.
Con un linguaggio specifico, ma nello stesso tempo di facile approccio anche per il lettore inesperto, approfondisce e mette a confronto attraverso un'analisi molto acuta due tipi di empatia: quella cognitiva e quella emotiva.

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Information

Capitolo quinto

Empatia, social network e capitale sociale

Società ed individui sono due facce della stessa medaglia. I singoli individui, presi nel loro insieme, altro non sono che la società stessa, che influenzano con la loro soggettività, così come la società influenza i singoli individui che ne fanno parte. I legami tra gli individui sono i minuscoli filamenti che concorrono a comporre la gigantesca ragnatela della società. Essa infatti può anche essere vista come una rete di relazioni dove ogni individuo è attore sociale, che creando legami con gli altri individui partecipa alla sua composizione e strutturazione, in un’ottica in cui questi legami influiscono su di essa e sui singoli individui, reciprocamente. Più i legami tra gli individui saranno forti, più possiederanno capitale sociale e porteranno maggiore valore sociale alla rete; parallelamente, più i legami della rete saranno forti, più essa avrà valore sociale e porterà maggiore capitale sociale nella vita di ogni individuo. La società contemporanea è stata attraversata da innumerevoli cambiamenti: sociali, politici, economici, tecnologici, ideologici. Ognuno di questi fattori influisce sulla società nel suo complesso, nelle vite dei singoli individui ed interagendo tra loro concorrono a strutturare quella che è, e che sarà, la nostra realtà condivisa. Sicuramente uno dei cambiamenti che oggigiorno ha influenzato maggiormente la vita delle persone è stato quello tecnologico con l’avvento di Internet (il Web “per tutti” esiste dal 1991) che in misura sempre maggiore ha fornito nuove opportunità e nuove forme di contatto ed aggregazione tra gli individui (sia per raggiungere intenti comuni sia per scopi sociali), fino ad arrivare ai social network odierni come Facebook, Twitter, MySpace, LinkedIn, Frindster, Pinterest, Instagram, ecc. Il numero è sempre in crescita, tuttavia le possibilità e le caratteristiche offerte dai social network non presentano grandi differenze tra loro e nei servizi offerti agli utenti. La ragion d’essere di questi strumenti è quella di mettere in collegamento le persone, specialmente persone che si ritrovino ad essere lontane. I principali servizi offerti sono quelli di instant messaging e chat, condivisione di contenuti (file, immagini, post, ecc.), possibilità di interazioni con altri utenti, avere una lista di contatti (persone, aziende, pagine, blog, ecc.), poter avere un proprio profilo, avere accesso ad aggiornamenti ed informazioni. Il profilo utente (account) è un proprio spazio personale virtuale dove l’utente può inserire informazioni proprie e condividere contenuti propri in maniera pubblica, o condividerli in maniera privata con gruppi o altri singoli contatti. Questo per poter essere maggiormente informati, partecipativi su persone, interessi, notizie, eventi, gruppi, ecc. I social network mettono le radici in quelle che erano sempre state le reti sociali off line tra persone, cioè meccanismi di aggregazione sociale (per interessi, scopi, passioni, soccorso, ecc.) per cui le persone hanno sempre sentito un istinto di aggregazione. Tuttavia le capacità tecnologiche hanno dato la possibilità di avere strumenti che aiutino gli utenti in questa direzione, cioè rendendo più facile lo scambio di informazioni, la socializzazione, sia per conoscere persone nuove o per mantenersi in contatto con persone lontane fisicamente, sia per partecipare e sentirsi partecipi di gruppi sociali o di un enorme gruppo sociale, come ad esempio il social network stesso. Gli istinti d’aggregazione e di partecipazione sociale insiti in ogni individuo da quando l’uomo ha iniziato ad organizzarsi in società, uniti alle disponibilità tecnologiche e d’interscambio hanno compartecipato alla creazione ed all’utilizzo così diffuso dei social network. In questo capitolo mi soffermerò a trattare in modo approfondito di uno di questi: Facebook, il più diffuso per numero e tempo che gli utenti vi dedicano. Nonostante sia quindi il solo mezzo analizzato, si potranno comunque osservare comportamenti comuni e ritrovabili in tutti gli altri social network. Facebook è nato nel 2004, per opera di Mark Zuckerberg, studente americano della facoltà di Harvard. Inizialmente il nome del sito era TheFacebook.com ed era destinato a creare una rete informatica all’interno dell’università di Harvard, che avesse la funzione di connettere gli studenti così da migliorarne le relazioni accademiche ed organizzare relazioni sociali al di fuori dell’ambito universitario. Dopo il successo iniziale si estese ad altre università, e continuò ad espandersi in modo sempre più vasto, fino al 2006 quando cambiò il nome in Facebook.com e diventò disponibile a chiunque avesse un indirizzo email e più di tredici anni. Quello stesso anno raggiunse i dodici milioni di utenti iscritti. Oggi è disponibile in settanta lingue e ha superato il miliardo e mezzo di utenti attivi ogni mese. Facebook è stata un’innovazione di successo incredibile, adesso è al secondo posto delle pagine più visitate di Internet, preceduta da Google e seguita da YouTube. La diffusione di questo social è stata così improvvisa e ha avuto un impatto così forte nella società da cambiare le abitudini di miliardi di persone e ha permesso la raccolta di dati personali di una mole di persone così vasta da non avere precedenti. Nonostante ogni social network oggi abbia funzioni simili, ognuno ha alla sua origine una caratterizzazione nell’utilizzo, vediamone alcuni esempi: Frindster ha prevalentemente una funzione di aiutare a crearsi nuove conoscenze e nuovi amici on line, LinkedIn è focalizzato sul settore lavorativo aiutando le persone ad organizzarsi ed a creare contatti lavorativi tra loro, Instagram permette di condividere foto con i propri contatti e di modificarle tramite diversi strumenti di editing, Facebook ha avuto alla sua origine la funzione di mettere in contatto gli studenti tra loro ed aiutarli a mantenersi in contatto una volta concluso il periodo formativo, dopo il quale “si perdevano di vista” a causa di spostamenti per ulteriori studi o alla ricerca di una buona posizione lavorativa laddove si presentasse. Successivamente, oltre agli studenti, è riuscito a mettere in contatto anche tutte le persone che avevano condiviso non solo percorsi formativi e scolastici, ma anche lavori, infanzia o semplicemente periodi di vita. Attraverso le sue ricerche mirate su scuole frequentate, luogo di nascita e luogo di residenza, ha reso possibile a molte persone di “ritrovarsi” ed arricchire quello che si potrebbe definire il capitale sociale di ogni singolo utente.
Il capitale sociale, in quanto legato alla sociologia ed allo studio dei social network, è un argomento che, per quanto attuale, è già stato molto trattato e se ne riconosce sempre maggiormente la correlazione con i “benefici” ottenuti dall’uso di questi social. Perché Facebook abbia avuto tutto questo successo, più di altri social, è dovuto forse in parte alla sua mission originaria, ma la ragione andrebbe anche ricercata nelle singole scelte funzionali, di marketing, commerciali (quali l’iscrizione gratuita, non esclusiva di Facebook ma poi adottata dalla maggior parte dei social), di interfaccia, ecc. Questo perché quando Facebook era ancora in fase di crescita, si è verificato un fenomeno di “competizione” tra i social (in cui ognuno aggiungeva le funzioni degli altri per non rimanere tecnologicamente arretrati e quindi per non vedere diminuire i propri iscritti e di conseguenza il proprio valore, in un’ottica di competizione aziendale tipica del mercato), che ha portato a una maggiore “parificazione” di funzioni ed a una “somiglianza” nelle funzioni dei social (un esempio è il tasto “Like”, “mi piace”, coniato da Facebook, che permette agli utenti di esprimere il loro apprezzamento per un contenuto, che è stato replicato dalla maggior parte dei social con una mano chiusa con pollice verso l’alto o con un cuoricino, ecc.). Non è questa dissertazione luogo di dibattito di quali siano le ragioni che hanno portato Facebook ad emergere tra gli altri, tuttavia va aggiunto che vista la diffusione sociale, la mole di potere economico e la quantità di informazioni raggiunte, Facebook (ma anche gli altri social network) è riuscito ad offrire un mezzo per soddisfare un bisogno, in maniera planetaria. Se guardiamo Facebook come un’impresa, cosa che tra l’altro è (essendo anche quotata in borsa), il suo successo è stato uno dei più grandi registrati; per estensione territoriale, capitali guadagnati e potere di detenzione di informazioni e quindi conoscenza (le informazioni che Facebook immagazzina, e che gli appartengono dal momento in cui gli utenti le condividono hanno un valore che non è solo economico, vista la vendita di queste informazioni da parte del sito alle aziende in continua ricerca di nuove fonti d’appeal verso utenti/consumatori, ma per esempio per quanto riguarda la ricerca sociale è detentore del più grande archivio al mondo di informazioni ed è all’avanguardia nella ricerca nell...

Table of contents

  1. Introduzione
  2. Capitolo primo
  3. Capitolo secondo
  4. Capitolo terzo
  5. Capitolo quarto
  6. Capitolo quinto
  7. Conclusioni