Il populismo
Perché il populismo e il sovranismo hanno disunito l’Italia. Cos’è Il populismo?
A questa domanda rispondo riportando quanto detto dal politologo olandese Cas Mudde il quale definisce il populismo come un’ideologia che considera la società fondamentalmente separata in due gruppi omogenei e antagonistici, “il popolo puro” verso “l’èlite corrotta”, e tale ideologia sostiene che la politica dovrebbe essere della “volontà generale” del popolo. Secondo un’attenta riflessione dico che il populismo compare in periodi di forti incertezze e di crisi culturali, politiche, economiche e sociali.
Nel nostro Paese il populismo si identifica nell’antisemitismo e nel razzismo, dando la caccia agli immigrati, con l’aggiunta di una criticità e ostilità verso l’Europa. Aggiungo che tale movimento trova la sua definitiva consacrazione nella figura di un leader con molto carisma come Grillo.
In questi ultimi tempi mi è capitato spesso e, penso sia capitato a molti, di aver sentito e risentito utilizzare i termini Populismo e Sovranismo. Quotidiani, periodici, Tv, opinionisti, politici, commentatori hanno fatto uso e, in alcuni casi, abuso di queste due espressioni. Nei periodi immediatamente pre e post-elettorali, qualunque sia il tipo di chiamata alle urne (presidenziali, nazionali, regionali, ecc.) e qualunque sia il luogo interessato dal voto Populismo e Sovranismo monopolizzano i temi trattati. Proprio in occasione delle ultime elezioni nazionali del 4 marzo 2018, non potendo sfuggire facilmente a sondaggi vari, tribune elettorali e propagande politiche, pur essendo nauseato dalla monotonia dei temi trattati, mi sono ritrovato a dovere smettere di “sentire” ed iniziare ad “ascoltare”. Ho voluto così capire meglio il perché due termini che hanno origini non recentissime e che viaggiano affiancati, hanno finito per racchiudere nel loro significato l’uno il sinonimo dell’altro e, allo stesso tempo, l’uno il contrario dell’altro. Infatti, a seconda dell’utilizzatore, finiscono per essere usati come etichette positive e negative allo stesso tempo. Ho iniziato così la mia personale ricerca e da quella ho provato a farmi un’idea di ciò che questi due mondi rappresentano e indicano e ciò che a loro viene, invece, attribuito. Partendo dalle definizioni si può iniziare da quella attribuita dall’enciclopedia “Larousse” al termine Sovranismo (souverainisme in francese), e cioè: “dottrina politica che sostiene la preservazione o la riacquisizione della sovranità popolare da parte di un popolo o di uno Stato”, dove lo Stato è rappresentato da un territorio delimitato e identificabile da confini geografici, al cui interno stabilmente vive un popolo, il quale si è dotato di una serie di strumenti per regolare la convivenza tra i suoi abitanti (leggi, regole, usi, ecc.). Da questa definizione, e una volta stabiliti quali sono gli elementi interessati, si può passare a identificare il sovranista e cioè colui che sostiene il sovranismo. Pertanto non dovrebbe esserci nulla di sbagliato nel voler promuovere la sovranità popolare, nell’essere sovranista, perché ciò dovrebbe significare solo difendere gli equilibri raggiunti nel proprio gruppo di appartenenza (nazione, popolo, ecc.), significa salvaguardare quello che sono diventati ed hanno raggiunto dopo anni di convivenza, anche non dolce e in molti casi anche con lotte, grandi perdite e forti dolori, facendolo in maniera automa e indipendente senza subire le scelte altrui che potrebbero destabilizzare ciò che si è ottenuto nel tempo. Nel gioco delle parti, tuttavia c’è chi definisce l’avversario come sovranista con toni negativi. Nel fare ciò ci si basa su parallelismi un pò forzati che associano il sovranismo al nazionalismo. Da qui il sovranista diventa nazionalista.
Questi giochi linguistici, alcune volte, sono dovuti a semplice superficialità di chi tratta l’argomento, molto spesso, invece, vengono fatti con grande ingegno da chi vuole manipolare l’informazione giocando su emozioni e forti sensazioni di un vissuto non troppo lontano. Anche nel caso di Nazionalismo ci si potrebbe soffermare facendo le medesime considerazioni di prima, chi vuole vederlo in maniera da essere condannato lo mette in relazione a quelli che sono stati i nazionalismi fascisti e nazisti e comunque di tutte quelle dittature che hanno caratterizzato il secolo scorso. In questo gioco dell’attribuzione arbitraria o, per meglio dire, a convenienza del significato ci si trova ad assistere a vere e proprie gare di chi tenta di dare un significato verosimile e credibile a questi fenomeni, giocando sulle incertezze di chi li ascolta che sono, tra le altre cose, potenziali elettori.
A convenienza, Populismo e Sovranismo possono essere etichette per chi ha idee di destra o di sinistra allo stesso modo. Trump, Macron, Putin sono considerati sovranisti, ma si può sostenere che tutti e tre sono identificabili nello stesso ideale politico? Nello stesso modo mi sono mosso nei confronti del Populismo. Tra le definizioni trovate, tutte concordano nel sostenere che il Populismo riguarda quei movimenti politici che tendono ad esaltare il popolo come portatore unico di valori positivi e che degli stessi valori ne diviene anche custode e protettore. Come per il Sovranismo, anche il Populismo non si sottrae dalle molteplici attribuzioni di significato.
Se si considera strettamente solo le definizioni dei due termini non si può sostenere che Populismo e Sovranismo sono minacce per le libertà degli individui e per i loro diritti, proprio perché le definizioni sostengono il contrario, sono gli uomini, il popolo che da soli decidono del proprio presente e del proprio futuro e facendolo in un contesto ben preciso di regole che loro stessi si sono dati. Tuttavia, nonostante le definizioni siano abbastanza chiare, c’è chi vuole far passare il messaggio che il populista vuole solo fomentare la folla senza avere niente di concreto in mano, dando false speranze e illudendo appunto il popolo e, che il sovranista con l’esaltazione del popolo come unico destinatario delle attenzioni dello Stato sia da considerare un pericolo perché questo modo di fare viene visto come discriminatorio e accentratore di poteri nelle mani di pochi (primo passo verso la dittatura).
L’Italia ha da sempre rappresentato un laboratorio politico per il mondo intero, studiare il verificarsi di alcuni fenomeni in Italia significa studiare qualcosa che potrebbe essere adottato in seguito anche in altre Nazioni. Il fatto che dalle ultime elezioni italiane del 4 marzo sia uscito un nuovo governo che in molti hanno definito Populista-Sovranista ha suscitato interesse ma anche timori e paure, proprio per tutto quello che si diceva prima. Questo governo fa temere per la libertà perché è a forte spinta sovranista (Lega), fa temere per la tenuta del “quieto vivere” perché si ritiene nato da promesse “populiste” non di facile realizzazione (M5S) e che quindi solleverà proteste di masse a breve.
Il risultato italiano, dall’analisi dei dati, dimostra una forte spa...