Rapporto nazionale sul Design nelle imprese italiane (dalla A alla Z)
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Rapporto nazionale sul Design nelle imprese italiane (dalla A alla Z)

About this book

La ricerca presentata in queste pagine descrive la specificità del "SISTEMA DESIGN ITALIANO" che si propone quale risultante della interazione "trasversale" fra aziende, designer, associazioni di categoria, scuole, strutture editoriali allo scopo di cogliere l'insieme delle opportunità, degli interessi, delle disponibilità degli attori in una fase di radicale cambiamento dei consumi e dei mercati.
Il contributo che segue si prefigge di individuare le condizioni strategiche, organizzative, gestionali e tecnologiche necessarie per massimizzare il contributo del design, come espressione estetica e sintetica della creatività, ai fini della creazione del valore per l'impresa.
Ecco di seguito alcuni degli argomenti trattati:
La situazione italiana del comparto della formazione per il Design e i possibili sviluppi futuri
Elenco scuole italiane; Elenco scuole del mondo;
Formazione italiana al design. Che fare per sostenerla e incoraggiarla?
Ma giovani designer hanno ancora voglia di comunicare (e imparare)?
Ruolo del design come variabile competitiva chiave per il sistema paese
Il design è sempre più valore e strumento di competitività!
Promotori prevalenti dell'innovazione.
Modelli vincenti: casi di successo e buone pratiche dalla a alla zeta
L'analisi dei settori.Il design dalla a alla zeta

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Information

IL DESIGN DALLA A ALLA ZETA

ABBIGLIAMENTO

ABBIGLIAMENTO | DESIGN PER LA PERSONA

Design per la Persona. Esiste un mondo di prodotti per la persona, di alta qualità, la cui forza non è ne nel concetto del lusso ne nella notorietà della griffe, ma nell’essere innovativi, rispettosi dell’ambiente e vicini all’utente per accessibilità e per la capacità di migliorarne la vita…

Preso atto dell’impossibilità di rivoluzionare il settore moda ogni 6 mesi, dal momento che la logica della novità che propone ogni stagione prodotti completamente nuovi è inverosimile e si limita sempre più a provocazioni di passerella, è strategico optare per sperimentazioni a lungo termine in nome di una maturazione progressiva.
Dalle regole della novità si deve passare alle regole del l’innovazione: L’innovazione anche in solo uno degli aspetti del sistema prodotto (processo produttivo, o distribuzione o comunicazione…) è più gradita della novità forzata che diviene subito obsoleta.
Dai cicli di moda ai flussi di abbigliamento: Le scelte d’acquisto dell’acquirente oggi sono sempre meno legate a cicli di vita legati ad esempio all’età, ma seguono una sorta di flusso esistenziale in relazione a mondi espressivi e culturali paralleli.
Il design assume, quindi, un ruolo importante all’interno dell’intero processo di innovazione sul prodotto/servizio, non è dunque limitato al controllo delle proprietà formali del prodotto.
L’abilità del designer nell’individuare bisogni ancora latenti e inespressi dalla comunità e la sua capacità di dare risposte creative e mirate non si limitano alle sfere più tradizionali dell’attività progettuale, ma possono riguardare anche settori apparentemente distanti dal prodotto industriale vero e proprio. Il designer può infatti applicare la metodologia di cui è padrone alla progettazione di comunicazione, di servizi, di corsi di formazione, di sistemi di aggregazione, di eventi e di tutti quei fattori immateriali che contribuiscono a creare valore per le imprese.
Il settore dei beni per la persona è un territorio di confine in cui si mescolano ambiti tipologici molto consolidati, tutti accomunati dall’essere vicini all’uomo nelle sue azioni quotidiane. In pratica comprende tessuti, abiti, e accessori vari; un territorio borderline, che vive in settori in cui si oscilla tra l’ostilità verso la cultura del design, e la consapevolezza che questa sia un forte strumento di riqualificazione per strategie di marca di prodotto e di comunicazione.
Si tratta di un’applicazione del disegno industriale estremamente interessante, in cui i margini di innovazione sono molto forti: è un ambito in cui esistono grandi possibilità di creare nuovi mondi e nuovi mercati.
Non si parla solo di innovazioni tecnologiche, ma anche di tipo semantico, linguistico, funzionale, soprattutto per quanto riguarda l’abbigliamento.
La progettazione e la produzione puntano all’alta qualità a 360°, basandosi sul sistema dei distretti produttivi presenti sul territorio italiano, ognuno con le proprie competenze specifiche: Ciò significa che in questo campo il legame tra la creatività è il territorio è più che mai forte.
Coinvolgere il design nel campo della moda e degli accessori, significa apportare ad esso nuovi valori: una forte attenzione verso la qualità della produzione, ed una volontà di innovazione che passa attraverso tutte le fasi della filiera.
In questo contesto il designer diventa una figura chiave, un riferimento per l’impresa, in grado di applicare al processo contenuti propri del design: innovazione (sia tecnologica che semantica), compatibilità ambientale ed usabilità.
Tutto ciò in vista di un rilancio del valore della creatività nei confronti del marketing e della marca intesi come unici elementi trainanti.
L’obiettivo è la creazione di un mondo di prodotti per la persona, di alta qualità, la cui forza non stia ne nel concetto del lusso ne nella notorietà della griffe, ma nell’essere innovativi, rispettosi dell’ambiente e vicini all’utente per accessibilità e per la capacità di migliorarne la vita.
Il settore del design per la persona è diventato nel 1998 uno degli ambiti facenti parte del Design Index ADI e quindi un area di interesse del premio Compasso d’oro.
Gli obiettivi dei progetti selezionati sono:
Rivisitare oggetti consolidati nella nostra mente producendo un contenuto di servizio aggiunto.
Esaltare e sfruttare le proprietà intrinseche di un materiale per produrre nuove soluzioni progettuale.
Inventare un nuovo modo di indossare i prodotti.

ABBIGLIAMENTO SPORTIVO | L’AZIENDA DAINESE

Per quanto riguarda il più celebre dei casi a livello nazionale è quello proposto da Dainese. Lo slogan e la mission dell’azienda è “Proteggere l’uomo dalla testa ai piedi nella pratica di sport dinamici”. Grazie a ciò Danese è la società italiana leader nel mondo nella produzione di abbigliamento protettivo per i motociclisti.
La sede principale è a Molvena in provincia di Vicenza, dove si trovano la Direzione, il reparto Ricerca e Sviluppo e la Produzione, mentre negli stabilimenti di Vicenza operano gli Uffici Commerciali, la nuovissima Show Room ed il Magazzino prodotti finiti e spedizioni. Questa azienda si propone come leader nel mercato nazionale, affacciandosi anche in posizioni di primo piano in paesi come Germania, Inghilterra, Francia, Spagna, Austria, Svizzera, Olanda, Stati Uniti.
La Dainese nasce nel 1972, fondata dal suo attuale Presidente Lino Dainese e l’attività inizia con la produzione di pantaloni in pelle per il Motocross.
Da subito la storia dell’azienda si intreccia con quella dei piloti che hanno scritto la storia del motociclismo: da Giacomo Agostini e Barry Sheene nel Mondiale Velocità, a Cavallero ed Alborghetti nel Motocross, già negli anni ‘70 i campioni vestivano Dainese. Una tradizione che, passando attraverso i più illustri nomi del motociclismo come Roberts, Lucchinelli, Uncini, Spencer, Mang, Lawson, Cadalora, Fogarty, arriva ad oggi con Valentino Rossi, Max Biaggi, Daniel Pedrosa, Olivier Jacque e molti altri.
Da sempre, per Dainese, collaborare con i Campioni del Mondo va al di là di un’operazione di mera sponsorizzazione, per assumere un significato più profondo legato alla ricerca ed allo sviluppo di soluzioni innovative per proteggere piloti ed atleti in un ambiente difficile come quello delle competizioni.
Già nella seconda metà degli anni ‘70, con Agostini vengono infatti messi a punto speciali accorgimenti costruttivi volti ad ottimizzare il comfort in sella, mentre con Barry Sheene emerge la necessità di proteggere la schiena, all’epoca completamente esposta agli urti in caso di caduta. Dainese fa così il primo passo verso le tute in pelle moderne con l’introduzione del paraschiena e delle protezioni composite, vere e proprie pietre miliari nella storia della protezione. La novità consiste nello studio di una struttura che nasce dall’accoppiamento di una base morbida con una conchiglia rigida che consente la distribuzione dello shock su di una superficie più ampia. Già all’inizio degli anni ‘80 uno dei più grandi piloti del Motomondiale, Freddie Spencer, “testa” di persona l’efficacia del paraschiena cadendo sui cordoli di Kyalami e rialzandosi illeso dopo un durissimo impatto che avrebbe potuto comprometterne la promettente carriera. Quegli anni in cui gli italiani Lucchinelli e Uncini vincevano il mondiale 500 con tute Dainese, vedono l’avvento della “scuola” americana di Kenny Roberts il cui stile di guida prevede che le ginocchia tocchino l’asfalto.
Alle prime soluzioni di fortuna impiegate dai piloti, Dainese dà una risposta più progredita: il knee slider istrice al quale sono seguite una serie di evoluzioni fino all’attuale Knee 2000 che ancora oggi, anche se rivisitato, è l’elemento protettivo utilizzato. L’azienda continua la propria ricerca e affina sempre più il concetto di sicurezza globale: all'mpiego delle protezioni composite diviene più intenso, a difesa di tutte le parti del corpo più esposte in caso di caduta come ad esempio spalle, gomiti, avambraccio, ginocchia e tibia e spunta sulla schiena delle tute più sportive, chiamate Professional, un’appendice che svolge funzioni sia aerodinamiche che di sicurezza, la cosiddetta “gobba”.
Essa è posta immediatamente dietro la nuca a frenare l’arretramento del casco e per fungere da cuscinetto ammortizzante di eventuali urti che dovessero verificarsi in quell’area, dove il paraschiena per ragioni funzionali non può arrivare.Sempre durante questi anni nasce il rapporto, che tutt’oggi continua, tra Dainese e la Clinica Mobile del Dottor Claudio Costa, un’organizzazione composta da medici specializzati che segue il Motomondiale, il Mondiale Superbike e Motocross con una struttura chiamata Life TIR in grado di effettuare interventi d’urgenza sui piloti che abbiano subito traumi. Finalizzato alla valutazione delle cadute e delle relative conseguenze tale partnership si traduce nello studio e nella realizzazione delle soluzioni protettive più adeguate a prevenire o limitare i traumi da incidente.Grazie all’esperienza accumulata negli anni, Dainese ha voluto proporre i suoi concetti protettivi con una visione più completa ed omogenea.
Dalla fine degli anni ‘80 ha infatti completato la sua gamma di prodotti con guanti, stivali e caschi, che permettono di avere la protezione Dainese “dalla testa ai piedi. La ricerca tecnologica non si ferma e gli anni ‘90 sono il testimone di una forte spinta sulla ricerca, ma soprattutto di una presa di coscienza che ha portato al cambiamento della mission aziendale di Dainese. Il patrimonio di conoscenza accumulato sui temi legati alla protezione, aveva consentito la messa a punto di una tecnologia che dimostrava la sua validità anche in molti sport diversi dal motociclismo. Il bisogno di protezione cominciava a farsi sentire in sport come la Mountain Bike Downhill, lo Sci, lo Snowboard, e molti altri sport in cui esiste la possibilità di subire traumi da impatto o strisciamento.
Dainese esporta quindi la sua tecnologia protettiva dal mondo della moto a quello degli sport dinamici e modifica di conseguenza la sua mission che è oggi decisamente più ampia ed impegnativa.
Dainese si presenta a questo confronto con D-Tec®, il suo reparto ricerca e sviluppo specializzato nel campo della protezione, con due importanti progetti di ricerca: D-AIR che riguarda la protezione mediante Air-Bag e PROCOM che studia i metodi di miglioramento del comfort attraverso una speciale tuta dotata di sensori per misurarne i parametri in termini di temperatura ed umidità.
Anche le strutture organizzative e le procedure operative di Dainese mutano di conseguenza, con l’ottenimento della certificazione del proprio Sistema Qualità secondo la normativa ISO 9001.
Come agli inizi anche oggi Dainese mette alla prova le sue idee nel più severo dei mondi, quello delle competizioni, dove personaggi come Valentino Rossi, Max Biagi, Daniel Pedrosa e molti altri verificano sul campo l’efficacia di ciò che Dainese progetta. Una scelta di base, al centro della quale l’uomo è il protagonista, comunque.
Da sempre, le competizioni rappresentano il terreno di confronto delle più sofisticate tecnologie e dei migliori piloti del mondo, che si sfidano in duelli temerari per le posizioni più elevate del podio.
È in questo ambiente che da più di venticinque anni la presenza Dainese significa ricerca per la protezione del pilota. Il livello del confronto agonistico è tale da rendere necessario l’impiego di strumenti di indagine e tecnologie produttive sempre più progredite, per rispondere in modo appropriato alle esigenze dei piloti.
È tuttavia dai campi di gara che sono scaturite le indicazioni per la messa a punto di modalità protettive adottate, oggi, da tutti i motociclisti, come le protezioni composite per spalle e gomiti, il paraschiena, l’uso di fibre composite per la protezione delle mani, ecc. Oggi Dainese riafferma con vigore la propria volontà di proseguire sulla strada della ricerca per la sicurezza negli sport dinamici, con D-Mobile. È questo infatti il nome della nuova struttura, la cui funzione sarà quella di rendere disponibili a tutti i motociclisti le soluzioni per la sicurezza ed il comfort individuate e messe a punto con i più grandi campioni. A livello internazionale,invece, troviamo un esempio molto importante nella produzione portata avanti dall Axo Sport.
Questa azienda nasce nel 1978 e subito diventa un punto di riferimento in...

Table of contents

  1. Frontespizio
  2. Introduzione
  3. Premessa
  4. Descrizione sintetica delle fasi studio
  5. Enciclopedia dei sentimenti
  6. La situazione italiana del comparto della formazione per il design e i possibili sviluppi futuri
  7. Elenco scuole italiane
  8. Elenco scuole del mondo
  9. Elaborazione interviste
  10. Formazione italiana al design. Che fare per sostenerla e incoraggiarla?
  11. Ma i giovani designer hanno ancora voglia di comunicare (e imparare)?
  12. Ruolo del design come variabile competitiva chiave per il sistema paese
  13. Il design dalla a alla zeta
  14. L’impatto del design nello sviluppo delle imprese
  15. Proposte per una strategia-paese per la diffusione del design
  16. Il progetto
  17. Ruolo del design come variabile competitiva chiave per il sistema paese; il design come leva di sviluppo
  18. Sondaggio: Made In Italy
  19. Politiche nazionali di intervento e iniziative per il rafforzamento e la diffusione della cultura del design
  20. Autore | DALIA GALLICO
  21. Copyright