Il Cavalier Buffone
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Il Cavalier Buffone

About this book

In un mondo fantastico chiamato Finisterre arriva il Viandante, un vagabondo che non ha memoria di sé, del suo nome e del proprio passato. Nel suo peregrinare senza meta incontra due giramondo, Jimmy e Jamie Swift, che lo scortano alla Taverna del Grifone Lussurioso, un crocevia di pellegrini e avventurieri.
Tra sonate in compagnia, sbronze colossali, bizzarre lezioni di musica, racconti d'improbabili avventurieri e triangoli amorosi, il Viandante conoscerà la storia del Cavalier Buffone, un leggendario musico avvolto nel mistero. Il destino ha tuttavia in serbo una terribile minaccia: la Morte in persona si risveglia dopo secoli di attesa, scatenando un cataclisma senza precedenti che metterà a repentaglio tutta la vita in ogni parte del mondo.
In questa storia di bardi svampiti, romantici e matti come cavalli, eroi valorosi e dissennati, divinità impazzite e sogni che si avverano a comando, il Viandante scoprirà di sé più di quanto avesse sperato o temuto.
E né lui né Finisterre saranno più gli stessi.

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Information

QUINTA PARTE

IL CAVALIER
BUFFONE
***
LA TAVERNA
DEL GRIFONE LUSSURIOSO
MATTINO/POMERIGGIO
Il rimedio al mal di birra
Era uno spettacolo davvero patetico, alla faccia della nana baffuta.
«Secondo te è morto?»
«Non so»
Aurora e il Viandante si avvicinarono alla faccia di Jimmy, immobile sul letto come se lo avessero impagliato.
«Somiglia a una di quelle cose» disse la ragazza «che mio padre teneva in soggiorno, teste di cervo, lontre imbalsamate e cose così»
«È orribile» fece Jamie «animali morti in casa»
«Immagino che succeda» commentò il Viandante prendendo un bastoncino e picchiettando la fronte del nano «Certo che è proprio un idiota»
«Puoi dirlo forte» sospirò Jamie «e tutto per scroccare della birra»
«Fatica sprecata» disse Aurora «Hector ha segnato tutto su un foglio di conti che non finisce più«
Sospirarono all’unisono: «Sì, è proprio un idiota» concluse il Viandante andandosi a sedere sul suo letto «Credete che Hector si farà pagare anche la rianimazione?»
«Eh, no» Jamie si sedette accanto all’amico moribondo «se solo si azzarda smetto di suonare qui»
«Così non potremo più pagarci la stanza»
«Io non gli do’ un centesimo e non me ne vado, ci ha sfruttati anche troppo. E tu dovresti dirgli qualcosa!»
«Io?»
«Certo! Sei un uomo, fatti valere!»
«Jamie, cerchiamo di essere obbiettivi: abbiamo un tetto, cibo e dei letti, tutto quel che si deve fare è suonare, lavare i piatti e i pavimenti»
«È esattamente quello che fa Aurora, solo che noi non siamo pagati»
«Beh, tu prendi denaro dai clienti, Jimmy… beh, lui pure e a me francamente non interessa granché»
«Bah! Sei senza speranza»
Aurora sorrise: «Suvvia, ha ragione anche lui»
«Com’è che adesso lo difendi?» la barda le ammiccò e cantilenò «Piccionciiiina...»
La cameriera arrossì: «E smettila!»
«Ignorala» le fece il Viandante «e tu Jamie piantala, se vuoi che parli con Hector lo farò, d’accordo? Però non ne verrà fuori nulla di buono, di questo sono certo. Anzi, suggerirei di preparare i bagagli»
Un famigliare e tremendo rumore di passi si avvicinò terribile a loro, gli echi fecero tremare le pareti e un gelo inspiegabile li avvolse, come se fossero giunti spettri orrendi a tener loro compagnia.
Hector entrò bruscamente nella stanza e tutti trasalirono: «Allora?» fece «Come sta? È morto?»
«Ma no che non è morto!» esclamò Jamie alzandosi dal letto «Non potevi intervenire per fermare quella follia?»
«È amico tuo e per di più ubriacone, sai che mi frega se sta male per le sue stupidaggini»
«Sei senza cuore!»
«Tra l’altro l’arciduca se n’è andato stamane abbastanza offeso per non aver ricevuto le sue scuse»
«Ma se Jimmy è crollato a terra svenuto, come faceva a fargli le scuse?»
«Sai come sono questi nobili…» Hector si voltò di scatto verso il Viandante «Devi dirmi qualcosa?»
Quello divenne bianco come un lenzuolo: «No no no!» Jamie gli fece una smorfia.
«Bene, perché ho bisogno di voi per ripulire tutto»
«Aspetta un momento!» intervenne la barda «Jimmy è ancora incosciente!»
Hector fece un sorriso malefico: «Ancora per poco» disse, e da sotto il grembiule prese una sacca di pelle, che andò ad appoggiare sul letto, accanto al nano.
L’attenzione dei presenti si spostò ipnotizzata sul contenitore che, lentamente, Hector ne estrasse, un cilindro di legno sigillato con un coperchio a incastro.
Solo Aurora rabbrividì: «Spero non sia quello che temo...»
«Esattamente!» il locandiere sollevò il cilindro esultante «Ammirate il Rimedio al Mal di Birra della famiglia Von Glover, tramandato da quattro generazioni di ristoratori e la cui ricetta è un segreto per tutta Finisterre» abbassò il cilindro e assunse un’espressione sinistra «Attualmente io solo ne sono in possesso»
«Guarda» fece il Viandante «non solletichi la mia curiosità nemmeno un po’«
«Tsé!» Hector si mise un’altra mano sotto il grembiule e prese quello che sembrava essere un imbuto.
«Ma che hai là sotto?» chiese Jamie ridendo «Magari trovo i calzini che ho perso l’anno scorso qui»
Quello la ignorò e si pose accanto al nano, togliendogli bruscamente il cuscino da sotto la testa per farlo distendere completamente.
«Ehi!» esplose la barda «Vacci piano!»
«Silenzio» Hector infilò l’imbuto in bocca a Jimmy e aprì il cilindro: una zaffata flatulente invase la stanza, nemmeno lo stufato al tapiro era riuscito a disgustarli tanto.
«Ci ammazzerai tutti» disse il Viandante tappandosi il naso «chiudi quel coso!»
«Ho detto silenzio!» e il contenuto, oleoso e dal colore verdastro, venne interamente versato nell’imbuto.
«Così lo soffochi!» protestò Jamie, ma quello proseguiva imperterrito sino a vuotare l’intero cilindro, la cui sostanza traboccava dall’imbuto colando sugli abiti già sudici del nano.
«Ecco» fece infine Hector sollevandosi e chiudendo il contenitore «ora bisogna solo aspettare»
«Che cosa?» chiese il Viandante, scorgendo Aurora che scuoteva la testa.
«Lo vedrai» disse lei in un sospiro.
Attesero. L’aria era calda per l’umidità, la pioggia aveva lasciato la terra fuori fangosa e carica di vermetti, le radici di molte piante scoperte dall’erosione e pronte a marcire alla luce del sole, e un olezzo rancido che penetrava sin dentro le mura, ma dava il buon segno d’una bella giornata.
Aurora giocherellava con un filo della chioma, e probabilmente pensava che era meglio accudire il nano piuttosto che spaccarsi la schiena all’ingresso. Pareva non accorgersi delle occhiate fugaci che il Viandante le dedicava, pur essendo preoccupato per Jimmy nella sua testa il sorriso della cameriera gli dava un’ebbrezza ai sensi tale da offuscare ogni altro pensiero. Jamie, dal canto suo, non staccava gli occhi dal compagno, talvolta li rivolgeva furiosa a Hector per poi tornare sull’amico, poi ancora su, poi giù, continuamente e nervosamente, mutando meccanicamente espressione ad ogni movimento.
D’un tratto accadde qualcosa.
La pancia di Jimmy sussultò, un leggero colpo di tosse gli arrivò dalla gola e fece scuotere il pomo e la mascella, poi un altro e un altro ancora. Un orrendo rumore sommesso, come d’una creatura dell’oltretomba che si svegliava dal letargo affamata, prese lentamente volume e sostanza dalla pancia del nano e di colpo la sua bocca prese a succhiare il contenuto dell’imbuto. La melmosa sostanza venne ingurgitata a una velocità tale che quasi pareva vi fosse un largo buco sotto.
Il nano cominciò a sussultare violentemente, stringendo con forza l’imbuto che Hector cercava disperatamente di recuperare. Jamie si buttò sull’amico e ringhiò:
«Che gli hai fatto, assassino? Sta morendo! Sta morendo!»
«Ma va’!» esplose il locandiere «Piuttosto… ridammi l’imbuto, maledetto, è l’ultimo rimasto!»
E infine accadde il miracolo: Jimmy si rizzò seduto cogli occhi spalancati e sputò lontano l’imbuto, prontamente recuperato dal suo padrone.
«Che…» gorgogliò «Che diavolo… è successo?...» sputacchiava rimasugli della sostanza verdastra.
Jamie gli saltò addosso baciandolo: «Sei vivo! Sei vivo!»
«Certo che è vivo» disse Hector seccato «Il Rimedio della famiglia Von Glover non sbaglia mai!»
«E… ehi…» annaspò Jimmy senza smettere di sputacchiare «Ho vinto, vero? Ho vinto, eh...»
Aurora, Jamie, Hector e il Viandante si guardarono in faccia, poi insieme risposero: «No»
Jimmy svenne di nuovo.
Riprese un po’ di conoscenza quando lo trasportarono di sotto, appoggiato a un tavolo con una scodella di infuso di ginseng davanti. Si scuoteva, bevicchiava, sputacchia e imprecava e perdeva ancora i sensi. Lo lasciarono così, in fondo se si muoveva voleva dire che stava meglio.
La compagine dei sopravvissuti si riunì al bancone a far colazione, Aurora salutò tutti e andò a eclissarsi in cucina, cosa che – manco a dirlo – provocò un gran dispiacere al Viandante.
Jamie se ne accorse: «Ehi» gli diede una leggera scrollata alla spalla «guarda che poi torna»
«Cosa?»
«No, niente»
«Tu mi prendi sempre in giro»
«Ah, allora avevi capito»
«Sono smemorato, non scemo» Hector, che dava loro le spalle per pulire i bicchieri da dietro il banco, si fece una risatina, ma nessuno se ne accorse.
«In tal caso vorrei complimentarmi con te per l’esibizione di ieri, sei stato davvero bravo»
«Oh… grazie, e...»
«Mh?»
«Volevo… sì, volevo chiederti una cosa»
«Dimmi»
«Ti andrebbe di parlarmi di questo Cavalier Buffone?»
Nessuno se ne accorse, ma l’incappucciato, che sonnecchiava al solito angolo, alzò per un attimo la testa.
«Come mai tanto interesse, ora?» gli chiese Jamie «Non mi hai mai chiesto informazioni al riguardo»
«In realtà è dalla tua prima esibizione che mi sono incuriosito, Aurora me ne ha accennato un po’ e… e non fare commenti!»
«Per carità! Non mi permetterei mai di fare allusioni sulla natura della tua curiosità»
«Lo hai appena fatto!»
«Davvero? Oh, che sbadata» ammiccò «Comunque la persona più indicata a cui dovresti porgere la tua richiesta è un’altra» indicò il locandiere.
«Hector?!»
Quello fece finta di niente e continuò a dare le spalle: «Io non so nulla»
«Dai, non fare il difficile» lo rimproverò la barda «tu l’hai conosciuto, era tuo cliente fisso»
«Solo quando avevo la locanda a Utopia, non è mai venuto qui, troppo pigro. Ma se vuoi qualche informazione puoi leggere questo»
Hector si chinò sotto il bancone e cominciò a far volare oggetti, mestoli, pentole, pentolini, cucchiai d’ogni forma e materiale «Dove l’avevo messo?» qualche bottiglia vuota «Ah, guarda questo, l’ho cercato tanto» bicchieri colorati che mandò a sfracellare contro il muro «Quante cianfrusaglie… eccolo!»
Tiratosi su, mostrò raggiante un libro, a cui soffiò via la polvere per ricoprire Viandante e Jamie. Dopo che quest’ultima ebbe smesso di tossire indicò esterrefatta il volume:
«Conosco quel libro!» esclamò «È la Guida Universale per Viandanti!»
«Eh?» fece il Viandante, pensando si parlasse di lui.
Hector sbatté rudemente il volume sul bancone: «È una specie di biografia di quel pazzo, scritta da un altro pazzo»
«L’ha scritta il mio maestro, Vil D’Armand!» esplose Jamie irritata «Porta rispetto!» e afferrò il libro. Era abbastanza vecchio, ma soprattutto mal tenuto.
La barda sorrise e lo mise tra le mani del Viandante: «Leggilo, è un buon modo per cominciare a conoscere Stevenus McSion, in arte Cavalier Buffone»
Quello guardò il volume e cercò d’ignorarne l’odore rancido e di muffa: «D’accordo»
Si allontanò per sedersi accanto a Jimmy, che stava con la faccia immersa nelle braccia raccolte sul tavolo, mentre Jamie si dedicava a una tazza di latte caldo. Notò che prima di mettere gli occhi sulle pagine lei gli fece un sorriso compiaciuto, che ricambiò. Se quel Vil D’Armand era stato suo maestro forse la inorgogliva il fatto che leggesse un suo lavoro, o forse da tanto ammirava il Cavalier Buffone (come si chiamava? Steven, Steve, qualcosa del genere) riteneva positivo che il suo allievo se ne interessasse.
Comunque fosse, si concesse di tirare un lungo sospiro, e ignorando il brontolio del nano cominciò a leggere.
Lunga storia del Buffone
I
Guida Universale per Viandanti
Prefazione
La seguente guida, scritta e redatta dal sottoscritto Vil D'Armand, Cavaliere della Sacra Penna, Duca Onorario del Principato dei Signori di Favella (oggi estinto) e curatore, direttore, responsabile...

Table of contents

  1. PRIMA PARTE
  2. SECONDA PARTE
  3. TERZA PARTE
  4. QUARTA PARTE
  5. QUINTA PARTE
  6. SESTA PARTE
  7. SETTIMA PARTE
  8. OTTAVA PARTE
  9. NONA PARTE
  10. DECIMA PARTE
  11. UNDICESIMA PARTE
  12. DODICESIMA PARTE
  13. TREDICESIMA PARTE
  14. QUATTORDICESIMA PARTE
  15. M U S I C A M A C H I N A