STourY.it

Natasha Aleksandrov

• Publisher: Lettere Animate Editore
• Year: 2014
• eBook ISBN: 9788868822392
• Topic: Literature
• Subtopic: Literature General
• Index: Literature

STourY.it è un testo di narrativa breve, sguardo su semplici vite sincroniche fotografate in una giornata a Milano.
Le storie dei tre personaggi proseguono parallele, incrociandosi qualvolta.
Sulla propria chat Ludo inizia storie da creare in condivisione.
Rachele insegna italiano, è sola, con due gatti.
Ludmilla è giornalista, innamorata di Michele.
Qua e là nel testo di STourY.it motivi musicali sono suggeriti da ascoltarsi durante la lettura.

STourY.it.

Milano, sono le 4.30. Ludo scrive la sua ultima cazzata della notte (o della mattina, COME PREFERITE VOI) sul suo STourY.it, chat che frequentano 315 anime disperate nel mondo. 298 in Italia, gli altri da Amsterdam, Parigi, Il Cairo, Stoccolma, Sofia, Budapest, Sidney e Bombay. Qualcuno lancia l’inizio di una potenziale storia e via gli altri proseguono alternandosi, ma le storie rimangono non-storie, inconcludenti o senza senso. O qualcuno interviene con tali cavolate che muoiono ancor prima di prendere forma.

Ludo è Lupo e Lupo si è creato un proprio io anonimo su STourY.it, tutto l’opposto di Ludo.

STourY.it nasce due anni fa, nel 2013, una domenica di agosto. Città deserta. Era da un po’ che Ludo pianificava di crearsi uno spazio per pubblicizzare (casualmente) la sua attività di fotografo freelance (sì, Ludo è fotografo, ma non ci guadagna granché, è tanto se tira su 800 euro al mese), ma da subito prese una piega diversa: racconti e storie brevi erano sempre stati il suo forte. Inventa storie con gli amici che poi dimentica, o non scrive o non prosegue, pigro o strafatto di canne. Da qui uno spazio per “storie condivise”, a più mani o piedi o dita o cervelli: da un sito dedicato ai suoi miseri scatti, in pochi giorni Ludo crea STourY.it.

La prima storia iniziava così: Al scrive la sua ultima cazzata della notte sul suo STourY.it, una sorta di chat che frequentano milioni di anime nel mondo….

Ludo vive in via Valsolda 3, in uno scantinato ammuffito, paga 270 euro alla Peppa, una nonna di 99 anni, che è un miracolo stia in piedi. Le si vedono gli organi tanto è trasparente. Le palle degli occhi sono così sporgenti che si coglie tutta la sfera, gialla e rossa. Lo scantinato era la cantina di Peppa, che sistemò con un divanetto di Sara, la figlia, trasferitasi a Monaco e chi la vede più; un letto a una piazza e mezzo, un cucinino, un piccolo frigorifero, un tavolino un metro per uno che Ludo usa come scrivania, per il Mac, le sue scartoffie, i suoi book improvvisati. Poi c’è uno spazio-tipo-una-finestrella-murata dove Ludo custodisce la sua Canon, come fosse una cassaforte colma di pepite. Sulla scrivania poggia instabile la sua unica lampada, quelle a spirale che giri nella direzione che preferisci, di plastica, dell’Ikea. I contorni sono verdi, per cui di notte la sua stanza si colora di verde. È un seminterrato e sotto l’unica finestrella siede fissa una seggiola verde di legno (era marrone castagno, lui la dipinse appena entrato), gli serve per salirci e poter aprire o chiudere la finestrella, si apre dall’alto, di tipo 40 gradi massimo, insomma l’esterno non si vede mai, perché il vetro è di quelli spessi con all’interno il reticolo in fil di ferro.

Dicevo… mi sono perso.

Ludo scrive la sua ultima cazzata della notte, abbassa lo schermo - non spegne mai la sua FINESTRA-ORIZZONTE sul mondo, sale sulla seggiola verde, apre del tutto la finestrella (quei 40 gradi), va in bagno, minuscolo e un tutt’uno con la stanza. C’è un cesso, un lavandino (l’unico) e una doccia avvolta in un plasticone leggero giallino, senza pedana. Si lava i denti, si guarda allo specchio. È di quegli specchi vecchiotti, spessi, dove si creano quegli spazi di non-specchio, grigi. “Forse dovrei tatuarmi qualcosa su ‘sto schifo di faccia”. Ludo è pelato (nel senso che i capelli li ha persi tutti), ha un anellino all’orecchio destro, in alto, il naso pronunciato, un po’ a patata, un occhio-grigio e uno-verde, sopracciglia folte nere con qualche peletto bianco, due canotti al posto delle labbra, è alto alto, magro, ma non troppo, due manone che se si copre il viso i polpastrelli vanno oltre la fronte, che se lo guardi da dietro ricorda un gallo. Un po’ di barba la lascia sempre, così come i baffetti. Sono nero-bianchi, come le sopracciglia. Ciglia lunghe. Ah, e gli occhi sono grandi e distanti l’uno dall’altro. Zigomi pronunciati, ma non perché sia scavato, anzi, è paffuto. 39 anni.

Ascolta, lettore: Libertango, Astor Piazzolla

Non ha una relazione fissa, diciamo che vede un paio di ragazze poco più giovani, nulla di serio. Sofia e Camilla-Camilla e Sofia-Sofia e Camilla-Camilla e Sofia… ...

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• STourY.it.