Racconti dal futuro (più prossimo che venturo)
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Racconti dal futuro (più prossimo che venturo)

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Racconti dal futuro (più prossimo che venturo)

About this book

In un futuro non troppo distante l'uomo avrà di fronte nuove realtà e nuove sfide. Inquinamento, crisi economica e sociale, sopravvento dei social e del virtuale sul reale, impennata del progresso tecnologico renderanno la nostra vita più facile per certi versi e più complicata per altri. In pochi brevi racconti si affacciano riflessioni e fantasie su questo nostro ormai prossimo e incerto avvenire.

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Information

Questione di DNA

La hall lussuosa e tecnologica accolse la coppia che entrava fiduciosa. Lui sulla cinquantina, belloccio ma un po' appesantito dall'età. Lei vistosamente più giovane, snella e traballante sui tacchi alti che la portavano all'altezza del partner. Si fermarono alla reception.
“Abbiamo un appuntamento con il dottor Stevenson.” disse lui con il modo di fare di chi non è
abituato ad aspettare.
La receptionist cortesemente rispose di attendere un attimo. Prese l'intercomunicante e scambiò alcune battute con una collega.
“Chi devo annunciare? I signori...” “Templeton.” tagliò corto l'uomo.
La donna li indirizzò verso l'ascensore. Lo studio del medico era al terzo piano. Avrebbero trovato una hostess pronta a guidarli.
Si avviarono all'ascensore e salirono. Arrivati allo studio l'hostess bussò e li fece entrare. “Buongiorno signori Templeton.” disse il medico in camice bianco alzandosi e tendendo loro la mano. I coniugi ricambiarono con un sorriso di cortesia.
Stevenson era un uomo di mezza età, capelli radi, occhi piccoli e attenti, coperti da un paio di occhiali sottili. Prese in mano un fascicolo, lo aprì e lo scorse rapidamente.
“Abbiamo avuto ottime referenze su questa clinica.” disse l'uomo. “Sì, ci hanno detto che fate miracoli.” cinguettò la donna.
“Beh, miracoli proprio no.” si schermì lusingato il medico.
“Certo che usiamo tutte le tecnologie più all'avanguardia per realizzare i desideri dei futuri genitori. Da quello che vedo, la signora” tossicchiò “ha dei problemi nel portare avanti una gravidanza. Vedo tre aborti spontanei...”
“Sì.” ammise lei con aria contrita e con un accenno di lacrima. Lui le prese la mano affettuoso. “Ma
si può fare qualcosa, vero?“ chiese subito.
“Sì e no.” rispose il medico. “No nel senso che una gravidanza non è pensabile, visto l'esito degli
esami che ho di fronte. Sì nel senso che un'altra possibilità c'è.” “Quale?” chiesero in coro i coniugi.
“Saprete di certo, se siete qua, che noi possiamo fornire madri surrogate...” “Surrogate?” lo interruppe lui.
“Sì, i genitori, quando possibile forniscono la materia prima, ovulo e seme. Poi noi cerchiamo una
donna adatta che metta a disposizione il suo utero per portare a termine la gravidanza.”
Il volto di lei si illuminò, quello di lui si oscurò.
“Una seconda madre?” disse lui.
“Ma no orsacchiotto” gli disse lei “sarebbe solo un'incubatrice.”
“La signora ha ragione.” intervenne Stevenson. “Il DNA sarebbe il vostro, la donna, opportunamente selezionata, ci tengo a ripeterlo, sarebbe solo un parcheggio temporaneo per il vostro erede.”
Non a caso usò il termine erede per fare presa sull'uomo che sembrava non del tutto convinto.
“Certo tutto questo ha un costo...”
“I soldi non sono un problema.” tagliò corto l'uomo.
Stevenson lo sapeva. Prima di accogliere nuovi clienti si informava accuratamente della loro condizione economica e talvolta della loro vita privata. Per non avere sorprese perché in ballo c'erano somme considerevoli. Il signor Templeton era decisamente benestante. Il suo conto in banca era cospicuo, lavorava nel settore delle forniture di dispositivi elettronici di allarme. Sposato da una decina d'anni con una donna molto più giovane. Il matrimonio era stato sollecitato da lei dopo diversi anni di convivenza, visto che lui era noto per il suo debole per il gentil sesso. Lei aveva sopportato per alcuni anni le scappatelle del compagno e poi lo aveva spinto gentilmente ma fermamente al matrimonio. Lui aveva ceduto, un po' per pigrizia, un po' perché ormai non più tanto giovane vedeva svanire l'opportunità di nuove conquiste e alla fine non gli dispiaceva l'idea di mettersi in casa della carne fresca. Stevenson li osservava da dietro gli occhiali. Era sua abitudine scrutare bene i clienti
per individuare la tipologia e quindi indirizzarli verso l'opzione più giusta per loro e soprattutto per se stesso. L'uomo sembrava dipendere dalla moglie. Lui aveva i soldi, ma evidentemente la moglie aveva su di lui un altro potere. Lei giocava alla bambina, occhi sgranati, qualche capriccio, qualche lacrimuccia. L'effetto era assicurato. Il rossetto un po' troppo marcato e le unghie smaltate di rosso davano l'idea di una donna che dietro l'apparente fragilità fanciullesca aveva carattere da vendere e sapeva come tenere in pugno l'uomo. I capelli bianchi di lui contrastavano con quelli nero corvino di lei. Chiaramente tinti per simulare una freschezza che stava svanendo. Probabilmente questo era uno dei motivi che la spingevano alla scelta, per lei obbligata, di una gravidanza in affitto. Si avvicinava alla fatidica soglia degli anta e c'era il rischio, visto il tipo d'uomo che si era scelta, che lui si lasciasse tentare da una giovane e avvenente ragazza. I soldi, si sa, hanno sempre un fascino che fa superare differenze di età anche notevoli. I figli invece sono un legame che perlomeno avrebbe potuto allontanare per un po' il fantasma di una nuova caccia.
“E allora si può fare?” cinguettò ancora lei con gli occhi sgranati, rivolta al marito. “Non so, mi sembra di forzare... e poi siamo certi che sarebbe proprio nostro figlio...”
“Non deve neanche pensare a simili eventualità. Noi forniamo l'esame del DNA compreso nel
pacchetto.”
“Orsacchiotto, dai, per favore...”
“E quali sarebbero le modalità? Dobbiamo sapere tutto, tesoro.” cominciava a capitolare l'uomo. “Voi, dovreste fornirci, come si diceva, la materia prima.” disse Stevenson. “Per lei, disse rivolto all'uomo, si può fare anche subito dopo il nostro colloquio. Una nostra inserviente la condurrà in un ambulatorio apposito e lì lei potrà darci il suo seme. Per lei, disse rivolto alla donna, dobbiamo fare una ecografia per capire il momento più adatto per il prelievo.”
“Sì, sì.” approvò lei agitandosi sulla sedia.
“Poi ovviamente c'è un modulo da compilare con tutte le opzioni disponibili.” “Opzioni…” chiese lui.
“Certo. Il modulo è questo e vi leggerò tutte le possibilità.
Allora intanto inseriamo i vostri dati.” un paio di clic al computer. “Bene adesso dovete dirmi quanti figli desiderate.”
“Uno.” disse lui.
“Ma no orsacchiotto, facciamone due, dai, due gemelli. Una femminuccia per te e un maschietto per me.”
“Sei sicura amore, non sarà troppo impegnativo?” “No, no sono sicura.”
“Bene segniamo due. Dicevate una femmina e un maschio, giusto?” “Sì, sì.” cinguettò lei.
“Continuiamo. Per gli occhi qualche preferenza?” “Azzurri.” propose lei
“Per tutti e due i bimbi?”
Lei ci pensò un attimo.
“Azzurri per il maschietto e marrone per la femminuccia. Sei d'accordo orsacchiotto?” “Ok.” assentì.
“Per i capelli?”
“Biondi per la bambina e castani per il bambino.” continuò la donna che non stava più nella pelle
all'idea di assemblare il proprio figlio ideale. Stevenson guardò l'uomo.
“Va bene anche per lei?” chiese a scanso di equivoci. Erano questioni secondarie ma delicate. Viste
le cifre in ballo non potevano esserci contestazioni o dubbi.
“Va bene.” acconsentì l'uomo. “Riguardo l'altezza...”
“Si può decidere anche quella? Esclamò lei sempre più entusiasta.” “Ma certo!” sorrise il medico.
“Non meno di 170 cm per la bimba e almeno 180 per il bimbo, cosa dici orsacchiotto?” “Mi sembra ok.”
“Per quanto riguarda i capelli, vogliamo evitare la calvizie?” chiese rivolto all'uomo che nascondeva una incipiente calvizie nascosta da un recente trapianto.
“Certo sarebbe meglio... “ammise l'uomo passandosi una mano sul capo.
“Per i denti... abbiamo l'opzione che limita carie e parodontiti. Cosa dite, la attiviamo?” “Sì sì.” disse lei.
“Ok.” annuì lui.
“Veniamo adesso a cose più serie. Nel pacchetto base ovviamente è compresa l'esclusione di tutte le malattie genetiche. Esiste però un supplemento per evitare malattie cardiovascolari, molti tipi di tumore...”
“Sì sì metta tutto noi non badiamo a spese sulla salute dei nostri figli, vero orsacchiotto?” “Certo, i soldi non sono un problema.” approvò lui.
“C'è un ultima formalità, riguardo al, per così dire, il materiale che ci fornite.” “Ovvero?” si informò lui sospettoso.
“Ecco, ci servirebbe l'autorizzazione a usare se necessario materiale eterologo...” “Non se ne parla.” affermò lui perentorio.
“Aspetta un attimo orsacchiotto, lascia finire il dottore.” intervenne lei rassicurante.
“Vede, potrebbe succedere che l'ovulo o il seme non siano adatti alla fecondazione e allora noi
interverremmo con materiale altamente selezionato...”
“Ma a questo punto il figlio non sarebbe più nostro, allora tanto vale...”
“Orsacchiotto, è solo una possibilità, in fondo tutti gli esami che abbiamo fatto finora...” “Certo è solo un'eventualità ma noi dobbiamo sapere se possiamo procedere o no.
“E se rifiutiamo?” chiese lui.
“Beh, certo, se ci fossero problemi avremmo le mani legate e voi sareste costretti a ripiegare su un'adozione...”
“Oh no, no, caro, noi questo non lo vogliamo, vero? Vogliamo un figlio tutto nostro!” “Se sarà tutto nostro...” proferì sarcastico l'uomo. “E saremmo avvertiti, almeno?” “Certo, è ovvio. Ma vedrete che non sarà il caso. Allora, barro l'opzione di consenso?” “Sì.” dissero lei con gioia, lui con un soffio.
“Ottimo. Con questo credo che abbiamo deciso le cose più importanti. Ora stampo il modulo e mi fate una piccola firma.”
“E la donna che si offre per la gravidanza, possiamo conoscerla?” chiese lui.
“Dipende da voi.” rispose Stevenson. “Se volete c'è questa opportunità di seguire la gravidanza giorno per giorno. Altrimenti se preferite la cosa avverrà nella più assoluta privacy e naturalmente vi terremo aggiornati con i video delle ecografie e con report settimanali sull'andamento.”
“Sì, sì meglio così orsacchiotto.”
“Non so tesoro, non credi che sarebbe meglio conoscerla...”
“No no!” s'impuntò con fare infantile la donna facendo il broncio.
Lui le sorrise e le prese la mano.
“Va bene, dopotutto sei tu la mamma.” disse affettuoso e quasi commosso.
Lei tornò allegra a sgranare gli occhi.
“Comunque questo è un dettaglio e possiamo pensarci successivamente.” Porse il modulo ai coniugi
che lo firmarono.
“E per il seme e l'ovulo?” chiese diretta lei.
“Come vi dicevo potete pensarci adesso oppure...”
Lei non lo lasciò finire.
“Subito, subito, vero orsacchiotto?”
“Adesso?” domandò lui leggermente allarmato.
“Non si preoccupi, vedrà che la nostra inserviente la metterà a suo agio...”
“Come sarebbe a suo agio?” chiese lei stizzita, rivelando il lato agguerrito del carattere.
“Nel senso che gli indicherà luogo e modalità.” Non disse altro ma in realtà le addette erano scelte preparate, giovani e carine non casualmente. E soprattutto dovevano essere disponibili all'occorrenza a dare una mano, non solo psicologica, al titubante e imbarazzato donatore. Non sempre infatti l'uomo era convinto della decisione, che per lo più sorgeva sulla spinta del desiderio di maternità della donna. In questi casi l'avvenenza ...

Table of contents

  1. L'amore ai tempi della pace
  2. Questione di DNA
  3. La prima neve di inverno
  4. Il potere nella Rete
  5. La vita (e il lavoro) ricominciano a 50 anni
  6. VeneziaLand
  7. In viaggio con Sophy
  8. Neuroni virtuali
  9. La fine dell’Impero
  10. Due passi nel futuro
  11. La memoria nelle nuvole
  12. Il silenzio dei robot
  13. Dalla Luna alla Terra
  14. La vita altrove
  15. Armi e rock and roll
  16. Il grande bagliore
  17. Il computer sulla pelle
  18. The show must go on
  19. Un film lungo una vita (Final cut)
  20. Urban rave
  21. Il suono del vento
  22. Ginger e Fred
  23. Ai confini dell’Universo
  24. Tanti anni fa
  25. Dopo la tempesta