Duri come il granito (Vol. 1)
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Duri come il granito (Vol. 1)

About this book

Non tutti possono essere piegati. Non tutti possono divenire più duri del granito, molti di noi conserveranno la flaccidità dell'essere che accomuna una società malata e bisognosa di cure. Non tutti nascono e crescono restando quel che sono. Un viaggio svolto dall'interno di esperienze di vita, dai problemi alimentari come il sovrappeso, l'anoressia, dalle perdite, alle ingiustizie, al bullismo scolastico.

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Information

CYCLONE CHAOS

Ciclone di caos
Pochi giorni antecedenti all’inizio scolastico mia madre rincasò per scoprire che da castana, con qualche riflesso biondo, ero diventata bionda del tutto, un biondo chiarissimo tendente al nordico.
Avevo acquistato una confezione di schiarente al supermercato e mi ero decolorata tutti i capelli, semplice e facile, nessuna parrucchiera fra i piedi a dirmi che avrei dovuto spuntare i capelli ormai troppo lunghi. Dio solo sapeva quale effetto negativo mi facessero le forbici di una parrucchiera!
Le discussioni rimediarono a poco, ero bionda ormai e riuscii a farlo accettare ai miei.
Dovevo alzarmi con due ore di anticipo per prendere l’autobus per l’istituto d’arte, raggiungere a piedi la strada principale dove si trovava la fermata era la parte che detestavo di più, se camminavo a passo spedito impiegavo dieci minuti abbondanti, che a me sembravano ore.
Il mio rapporto con il cibo era migliorato di poco, riuscivo ad attenermi alla dieta scritta senza mai evadere da essa, sapevo che il momento della ricreazione poteva rappresentare un ostacolo, al massimo mi portavo un frutto o uno yogurt magro. Non volevo sembrare da subito diversa dagli altri, ma non potevo cedere e optare per focacce o merendine super caloriche. Ero talmente informata da conoscerne i valori nutrizionali a memoria : 413 calorie ogni 100 grammi all’incirca, un numero elevatissimo e senza prendere in considerazione tutte le porcate con cui le realizzavano.
Il primissimo giorno mi catapultò in un mondo diverso dall’ambiente alle medie che avevo lasciato.
Non conoscevo anima viva e soprattutto le ragazze apparivano truccatissime e disinibite, il loro abbigliamento era per lo più gonna corta e stivali, mentre io indossavo soltanto jeans e magliette, scarpe rigorosamente basse da ginnastica. Truccavo solo gli occhi con un eyeliner nero, portavo i capelli lisci sciolti, messi in ordine dalla piastra.
La piazza della fermata dell’autobus faceva anche da capolinea per i mezzi, a meno di cento metri dalla scuola. La folla gremita di ragazze e ragazzi all’esterno era impressionante, come trovarsi in coda in attesa dell’apertura delle cancellate per un concerto.
Ero fuori posto li? A prima vista avrei giurato di sì, sarei scappata volentieri, primo mezzo disponibile, direzione qualsiasi.
Con la gamba camminavo ormai normalmente, nessuno si sarebbe accorto di essa, mi avvicinai senza aspettative rosee e attesi il suono della campana d’entrata. Non guardavo nessuno, preferivo non attirare bulli su di me anche in questa nuova città, dove nessuno era a conoscenza del mio passato.
Non feci nulla per farmi delle nuove conoscenze, fecero tutto loro …
Si avvicinarono due ragazze, una castana e una bruna, anche loro in jeans e maglietta come me, mi domandarono da dove venissi e scoprimmo insieme che dal mio paese al loro la distanza era quasi irrilevante. Destino volle che entrambe si trovavano iscritte alla mia stessa aula.
Aline era la castana, di viso assomigliava alla Venere del Botticelli, bella nonostante qualche chilo di troppo sulle gambe, lì nessuno prestava attenzione a quel dettaglio, la bellezza di quel viso dagli occhi verdi lasciava senza fiato.
Christelle invece era l’opposto, magrissima, occhi scuri quanto il bruno dei suoi capelli, il fascino scaturiva dai suoi modi gentili e raffinati, ma semplici allo stesso tempo.
Mi avevano accettato all’interno del loro gruppo, così, immediatamente e per una volta tanto non mi trovavo a dover fare i conti con la novità da sola, in mezzo al caos di una città sconosciuta dove tutti sembravano aver infilato le dita nella presa elettrica.
Lo stesso giorno in classe, si aggiunse un nuovo componente all’alleanza appena formata : Angel, un vulcano di simpatia e svogliatezza, ripetente da un paio di anni e per questo più grande di noi. Sembrava uno di quei gruppi dove solo i belli di presenza potevano entrare, in quanto anche lui si presentava di buon aspetto, una figura slanciata e leggermente palestrata, occhi verde nocciola simili ai miei e capelli tenuti alti per mezzo del gel.
Ogni ragazza, sia nuova che già frequentante, impazziva al suo passaggio, tutte tranne noi tre. Sapevamo qualcosa in più, non ci aveva nascosto di essere in una fase della vita particolarmente delicata e sofferta, credeva di essere attratto dai ragazzi e stava cercando di capire chi fosse.
Non avevo discriminazioni per le attitudini sessuali della gente, non m’importa con chi preferissero andare a letto, da chi fossero attratti, era amore, solo amore.
La mia educazione mi aveva insegnato a rispettare il prossimo, al di la della sua sfera privata, ognuno era uguale di fronte alla possibile identità superiore divina che ci aveva forse creato.
Non avevo mai compreso alcun atto discriminatorio nei confronti del “diverso” dalla massa comune, mai compreso e mai accettato.
La storia insegnava che gli omosessuali c’erano sempre stati, che anche nel mondo animale esistevano e che dunque non erano un fenomeno da baraccone come la religione e la credenza popolare voleva farli passare.
Il termine omosessualità risale, come ai più è ben noto, alla seconda metà del XIX secolo.
Lo storico Régis Révenin presenta a tal proposito due teorie in conflitto : i costruzionisti o nominalisti (la grande maggioranza) e gli essenzialisti (o cosiddetti più "realistici"), il cui rappresentante più famoso era John Boswell.
Il punto di vista essenzialista affermava che le categorie di "omosessualità " ed "eterosessualità", venivano utilizzate per riflettere una realtà senza tempo ed universale; queste categorie esistevano in natura e gli esseri umani non hanno fatto altro che riconoscerne solo l'ordinamento esistente nella propria attualità storica e dar loro un nome appropriato: esse sarebbero allora il risultato della scoperta umana, non di un "invenzione linguistica" umana.
Al contrario, la posizione costruzionista sosteneva che queste categorie non erano affatto sempre esistite, ma che invece si erano in un certo qual modo evolute nel corso dei secoli.
L'omosessualità "largo sensu" ovviamente esisteva prima dell'invenzione e della diffusione della terminologia identificativa relativa all'"omosessualità" nella seconda metà del XIX secolo; mentre però invece l'omosessualità in senso stretto, definita come una delle forme storiche che hanno spianato la sessualità e l'emotività amorosa tra uomini a partire dal tardo '800 - e mettendo in evidenza una "identità" per l'appunto nuova e specifica di modalità sessuale da presentare al potere discorsivo via via della medicina, della polizia, della giustizia e della Chiesa - è molto più probabile che sia nata proprio nel corso del XIX secolo.
Dalla religione egizia poi veniamo a sapere che il dio delle terre desertiche Seth aveva tentato di sedurre il nipote Horus ("Il lontano") trascinandolo nel suo letto, questo nel tentativo poi di metterlo in ridicolo davanti alle altri Déi per il fatto d'aver assunto il ruolo passivo all'interno del presunto rapporto erotico-incestuoso: per gli Egizi difatti le divinità, i membri dell'aristocrazia, la famiglia reale-principesca e la casta nobile tutta doveva sempre e comunque mantenere in ogni caso un ruolo sessuale attivo-maschile.
Sono indicate anche unioni omosessuali o di tipo transessuale tra certi Dèi e Dee. Nel 1964 gli archeologi trovarono a Saqqara una tomba appartenente a due servitori maschi della corte reale di nome Khnumhotep e Niankhkhnum e, talvolta, presentati come essere degli amanti-fratelli: all'interno della loro tomba si trova un affresco raffigurante una scena intimamente tenera tra i due, strettamente abbracciati difatti si sfregano reciprocamente il naso.
Alcuni testi assiri fanno riferimento, tra le altre cose, anche alla prostituzione sacra maschile praticata all'interno del culto della Dea Ištar la quale tra l'altro assumeva a volte sembianze apparentemente da essere ermafrodita.
Lungo tutto il corso della storia dell'Impero persiano le pratiche omosessuali sono ampiamente documentate, in particolare quelle tra un uomo adulto con un eunuco adolescente, reso tale appositamente per essere e diventare il "favorito imperiale"; Quinto Curzio Rufo giunge a dire che quel popolo "è talmente abituato ai ragazzi, da non riuscire più a servire le donne".
I popoli che hanno preceduto quello ebraico nella sottile striscia di terra tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo (i filistei fra tutti), sembrano aver praticato rituali di prostituzione sia femminile che maschile al servizio del dio Baal. La Sacra Bibbia condanna fermamente tutte queste pratiche che definisce essere un profondo segno di idolatria.
In varie iscrizioni fenicie, di cui una proveniente da Cipro i "sacri prostituti maschi" del tempio di Afrodite vengono definiti cani.
La distinzione tra eterosessualità e omosessualità era perfettamente sconosciuta nell'Antica Grecia dove i cittadini vivevano una vita molto spontaneamente ed intimamente bisessuale, con diverse preferenze individuali. Plutarco dice a tal proposito: "...colui che ama la bellezza umana sarà favorevolmente disposto sia verso quella maschile sia verso quella femminile... Gli uomini devono prendere esempio dagli Dèi (che amano entrambi)".
Nel VII secolo a.C. sull'isola di Lesbo la poetessa Saffo canta con note struggenti l'amore tra donne; ma già Omero più di un secolo prima nell'Iliade aveva raccontato le imprese virili del popolo tutto femminile chiamato Amazzoni, una nazione composta interamente da donne guerriere che viveva senza uomini fin dai tempi precedenti alla guerra di Troia: « Esse rinunciano al matrimonio che chiamano un'inutile servitù, e con un'audacia che non ha eguali in tutta la storia del mondo espandono il loro impero senza l'aiuto di uomini e lo difendono con grinta sprezzante. »
In maniera del tutto simile a come veniva espresso nel mondo delle polis a Sud del Monte Olimpo, anche nel regno dell'antico Regno di Macedonia l'amore tra persone di sesso maschile era molto diffuso ed è stato fin dall'inizio largamente accettato dalla società civile.
Gli Etruschi sono stati variamente descritti come un popolo voluttuoso in cui non vi era alcuna differenza sociale tra uomini e donne. Lo storico dell'Antica Grecia Teopompo aggiunge che è del tutto normale per queste popolazioni tenere le donne in comune e che era permessa perfino l'unione sessuale tra maschi.
Nella società romana le pratiche sessuali dovevano soddisfare determinate e assai rigorose regole e costumi sociali: non stiamo parlando qui di "omosessualità" o "eterosessualità" in quanto queste distinzioni di preferenze sessuali non erano per nulla prevalenti in quel determinato momento storico. I romani sono bisessuali senza scrupoli. Alcune pratiche erano considerate "contro natura", vale a dire in contrasto con gli usi sociali, ma non coprono l'idea dell'omosessualità in senso lato come viene attualmente interpretata; uno schiavo doveva sottostare sempre e comunque ai desideri del suo padrone, mentre da par suo il liberto (lo schiavo affrancato) era moralmente tenuto a continuare a rendere questo servizio, anche solo per motivi di convenienza, al suo ex padrone. Il cittadino romano aveva così il dovere di essere sempre e comunque prepotente, oltre che sessualmente attivo.
Il filosofo greco del II secolo Sesto Empirico, parlando di sodomia, osservava : "le tribù dei germani, essi dicono, che l'atto non è vergognoso, ma è anzi uno dei fatti più comuni".
Tuttavia, il "Kama Sutra" di Vatsyayana (III secolo), contiene una descrizione dettagliata di auparishtaki (sesso orale con un eunuco). Secondo i testi inerenti vi sono otto tappe da percorrere tra cui il "morso", "bacio", "sfregamento", "succhiare" ed infine "assorbimento": "alcuni uomini compiono auparishtaku con giovani servi indossando ornamenti lucidi (orecchini) nelle orecchie".
La storia dell'omosessualità in Italia risale alla più remora antichità; tra le più arcaiche testimonianze di erotismo omosessuale nell'arte occidentale vi sono alcune incisioni su rocca rinvenute a Addaura, un frazione marinara della regione di Palermo in Sicilia, raffigurante un gruppo di persone che ballano intorno a due uomini, entrambi con vistosa erezione, con tutta probabilità indicante un rituale di omoerotismo.
In tutte le differenti culture della storia l’omosessualità ha origini antiche e ben radicate. Le discriminazioni che subiscono gli omosessuali hanno quasi sempre un’origine religiosa.
Ogni religione ha sempre giudicato negativamente l’omosessualità, considerandola una sorta di deviazione dalla ‘Natura’. Tuttavia, mentre le religioni politeiste e orientali hanno quasi sempre quantomeno tollerato il fenomeno, quelle monoteiste del ceppo abramitico l’hanno sempre stigmatizzato, a partire dai loro stessi testi sacri.
Nella Bibbia ebraica, che costituisce anche l’Antico Testamento dei cristiani, il libro del Levitico prevede infatti per gli omosessuali la pena di morte (20, 13: «il loro sangue ricadrà su di loro»). Nel Nuovo Testamento, la pena è invece rappresentata dalla negazione perpetua al Regno di Dio (Prima lettera ai corinzi, 6,9-10), particolarmente evidente nella Lettera ai Romani (1, 26-27) in cui san Paolo li inserisce in un elenco di peccatori che «meritano la morte». Nei primi secoli del cristianesimo, agli omosessuali era espressamente interdetto il battesimo, come mostra la Tradizione apostolica. Secondo san Tommaso d’Aquino, ancora oggi il più importante riferimento dottrinale della Chiesa cattolica, l’omosessualità era uno dei più gravi peccati. Tra il 1566 e il 1568 due decretali di papa Pio V, in seguito proclamato santo, stabilirono che l’omosessualità conclamata doveva essere punita con la morte.
Ancora oggi il Catechismo afferma che, «appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati”», e sono dunque contrari «alla legge naturale» (benché l’omosessualità sia riscontrabile in natura anche in centinaia di specie animali diverse). Pertanto, «le persone omosessuali sono chiamate alla castità.» A esse, come del resto alle donne, è precluso l’accesso al sacerdozio.
Identico è l’atteggiamento della Chiesa ortodossa.
Molto cambiato, negli ultimi anni, è invece quello delle Chiese protestanti, quantomeno quelle europee: luterani, calvinisti, anglicani, valdesi, in modi e tempi diversi hanno aperto all’omosessualità, tanto che persone apertamente gay possono fare carriera al loro interno.
Eppure, basti pensare alle catacombe presenti a Roma, nostra capitale, a ciò che raffigurano, per comprendere quanto neghino ma quanto nascondino le associazioni religiose del nostro periodo. Le raffigurazioni antiche sono le stesse citate in precedenza su queste righe. La domanda sorge spontanea : “perché affannarsi tanto per remare contro persone già provate da una società giudicante e perché impedire ad esse di amarsi?”. Se Dio ci ha creato a sua immagine e somiglianza e se ci ha insegnato a essere tutti fratelli e sorelle, a non peccare ai danni del prossimo, a chi dovremmo forse rispondere a lui o agli uomini di Chiesa? Non credo si comportino secondo religione nemmeno loro …
Scoprii che invece di attirare su di me il bullismo della gente nella nuova scuola, ad un certo punto iniziarono ad allargarsi voci su Angel. Nessuno del gruppo lo avrebbe mai tradito, tutte noi era una persona prima di altro. Ma le classiche oche, le belle ed intoccabili dalla vagina d’oro e cristallo si sentivano rifiutate dalle avance mosse in favore di Angel, non accettandolo misero in giro la voce della sua presunta omosessualità.
Quando penso all’omofobia collego il termine alle discriminazioni sugli ebrei, sugli stranieri, sulle persone affette da disabilità, dai disturbi neuropsichiatrici, sterminati nei campi hitleriani.
Con il termine ‘omofobia’ si definisce l’avversione ossessiva per gli omosessuali e l’omosessualità. Come il razzismo essa si può manifestare con atteggiamenti negativi, insultanti e discriminatori che possono arrivare alla violenza. In Italia si è cominciato a discutere seriamente di omofobia soltanto negli anni ottanta, quando a Giarre, in provincia di Catania, una coppia gay fu trovata uccisa. Oltre trent’anni dopo gay, lesbiche e trans continuano a subire aggressioni in molte città italiane: i casi di cronaca sembrano addirittura evidenziare un aumento del fenomeno. Purtroppo anche in questo caso il nostro paese è rimasto molto indietro rispetto agli altri paesi europei.
La nostra cultura mira a tenerci ancorati a un passato “vecchio” fatto di credenze, usanze e distorsioni della realtà, per questo il diverso attrae a sé il male del mondo, secondo le menti chiuse di basso livello. Ci hanno abituato a vedere la famiglia come da tradizione, attribuendo alle coppie omosessuali un’incresciosa perversione nell’allevare i figli. L’omogenitorialità definisce il ruolo di genitori d...

Table of contents

  1. PREFAZIONE
  2. DOVEVO CHIAMARMI ASHIANTY
  3. MISUNDERSTOOD AND HAPPY
  4. DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELLA DONNA E DELLA CITTADINA
  5. THE DARK AND THE BLACK MAN
  6. DEMENTED GAMES FOR DEFICIENT CHILDREN
  7. THE GIFT
  8. DO GOOD AND FORGET, SO LIFE WILL NOT FORGET
  9. HOW HEAVY YOUR LOVE?
  10. MYSTERIES REVEALED
  11. THE GOSTS OF THE PAST WILL NOT DISAPPEAR … INCREASE!
  12. WILLPOWER IRON
  13. OR APPEAR?
  14. THE NO RETURN
  15. THE DARKNESS THAT ENVELOPS
  16. TO GO UP MUST FIRST HAVE BOTTOMED
  17. MEN ATTRACTED TO GIRLS
  18. SHELTER SAVES LIVES
  19. TWO MONTHS
  20. THE MAGICIAN
  21. THE STRENGTH, THE REAL ONE
  22. THE CONTACT
  23. CYCLONE CHAOS
  24. A WORLD THAT IS NOT MINE
  25. FALL INTO THE DITCH
  26. A PIECE OF MY HEART
  27. SCOOTER IS, NO MOTOR?
  28. BABY RING
  29. MASKS AND SMILES
  30. SISTERS AND BROTHERS
  31. THE NOISE OF BROKEN HEARTS
  32. RINGRAZIAMENTI