Politica delle immagini. Su Jacques Ranciere
eBook - ePub

Politica delle immagini. Su Jacques Ranciere

  1. English
  2. ePUB (mobile friendly)
  3. Available on iOS & Android
eBook - ePub

Politica delle immagini. Su Jacques Ranciere

About this book

La politica e l'arte, come i saperi, costruiscono delle 'finzioni', cioè dei riconcatenamenti materiali dei segni e delle immagini, dei rapporti fra ciò che si dice, fra ciò che si vede e ciò che si può fare. Gli enunciati politici o letterari hanno effetto sul reale. Definiscono dei modelli di parola o d'azione ma anche dei regimi di intensità sensibile. Tracciano delle carte del visibile, delle traiettorie tra il visiibile e il dicibile, dei rapporti tra modi d'essere, di fare e di dire. Definiscono delle variazioni di intensità sensibili, delle percezioni e delle capacità dei corpi. (JACQUES RANCIÈRE).

Frequently asked questions

Yes, you can cancel anytime from the Subscription tab in your account settings on the Perlego website. Your subscription will stay active until the end of your current billing period. Learn how to cancel your subscription.
No, books cannot be downloaded as external files, such as PDFs, for use outside of Perlego. However, you can download books within the Perlego app for offline reading on mobile or tablet. Learn more here.
Perlego offers two plans: Essential and Complete
  • Essential is ideal for learners and professionals who enjoy exploring a wide range of subjects. Access the Essential Library with 800,000+ trusted titles and best-sellers across business, personal growth, and the humanities. Includes unlimited reading time and Standard Read Aloud voice.
  • Complete: Perfect for advanced learners and researchers needing full, unrestricted access. Unlock 1.4M+ books across hundreds of subjects, including academic and specialized titles. The Complete Plan also includes advanced features like Premium Read Aloud and Research Assistant.
Both plans are available with monthly, semester, or annual billing cycles.
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Yes! You can use the Perlego app on both iOS or Android devices to read anytime, anywhere — even offline. Perfect for commutes or when you’re on the go.
Please note we cannot support devices running on iOS 13 and Android 7 or earlier. Learn more about using the app.
Yes, you can access Politica delle immagini. Su Jacques Ranciere by Roberto De Gaetano in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Art & Photography. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

Information

eBook ISBN
9788881018413
Topic
Art
Subtopic
Photography

Jean-Louis Leutrat


LA NOTTE DEL CINEFILO.

JACQUES RANCIÈRE E IL CINEMA


Lei si chiede perché in tanti
scrivono sul cinema. È una domanda
che vale per lei come per me[1].
Vorrei tanto che lei avesse ragione,
e credo che sia così[2].
Gilles Deleuze

Non si tratterà di situare l’approccio al cinema di Jacques Rancière all’interno di un quadro generale rappresentato dalla sua filosofia[3]. Il pensiero di Jacques Rancière è troppo importante e io troppo poco attrezzato per provare a circoscriverlo. In compenso posso proporre una lettura non strettamente filosofica di ciò che ha scritto di cinema o di certi film - lettura autorizzata dalla conoscenza di quanto si è scritto altrove (o di chi si è scritto) sulla cosiddetta Settima arte. La storia che stiamo per raccontare comincia verosimilmente negli anni Sessanta: ciononostante, saliremo sul treno solo vent’anni più tardi…
L’inizio degli anni Ottanta è segnato da una sensibile intensificazione dell’interesse dei filosofi nei confronti del cinema[4]. Due libri negli Stati Uniti ne sono il sintomo: Alla ricerca della felicità. La commedia hollywoodiana del rimatrimonio[5] di Stanley Cavell, pubblicato nel 1981, e l’opera collettanea curata da Dale Jamieson del 1983, Philosophy Looks at Film. Nello stesso periodo in Francia fa la sua apparizione il famoso dittico di Gilles Deleuze: la filosofia arrivava così al momento giusto per mascherare l’estinguersi della “teoria” dopo il naufragio della semiologia. Ma attraverso il doppio libro di Deleuze succedeva qualcosa di più: l’ampio movimento di simpatia (o piuttosto di empatia) che rappresenta quest’opera è in effetti del tutto eccezionale. È come se fosse esploso qualcosa che covava da tempo: l’Incontro per eccellenza, le nozze tra un pensiero e un oggetto. C’è qualcosa di lirico e di profuso in quel libro, qualcosa di unico. Esso sembrava venire a riempire un vuoto, la sua comparsa rappresentò una boccata d’ossigeno. Inoltre, dopo la morte del filosofo si è prodotto un improvviso entusiasmo per Deleuze, con tutti gli eccessi e i malintesi che una moda può comportare. La tassonomia deleuziana, la divisione tra due categorie di immagini che tutto sono tranne che semplici (tanto il pensiero di Deleuze è sofisticato e ritorto) sono state affrontate con una specie di infatuazione e innocenza che ha provocato non pochi controsensi e scorciatoie dannose. Così, per quanto a-storiche (sono note le reticenze del filosofo nei confronti della Storia), le categorie deleuziane sono state spesso scambiate per quel che non erano. Nello stesso tempo, ed è l’altro aspetto di questa ricezione febbrile, il libro arrivava in un momento in cui ciò che va sotto il nome di “cinema della modernità” si attenuava e facevano la loro comparsa un nuovo cinema hollywodiano, nuove immagini e un “altro cinema”. L’opera di Deleuze rischiava dunque di essere percepita come un’elegia di qualcosa che stava scomparendo; il discorso contemporaneo sulla “fine” del cinema, e l’arrivo di poco successivo delle Histoire(s) du cinéma (1988-1998) di Jean-Luc Godard, hanno comportato una ricezione simultanea del libro di Deleuze e del film di Godard come di due oggetti magnifici ma conclusivi. Di fatto, il momento deleuziano era così forte da non aver smesso di essere produttivo al di là di un’infatuazione-fuoco di paglia, ma in maniera più sotterranea; forse era necessario che i suoi effetti reali si producessero nella penombra e nel lavoro quotidiano piuttosto che alla luce del sole e nella precipitazione in cui tutte le confusioni sono possibili.
Il dittico deleuziano ha suscitato un dibattito assai importante (e di qualità piuttosto ineguale). Ma più notevole è il fatto che dopo L’immagine-movimento (1983) e L’immagine-tempo (1985) le opere (o gli interventi) di altri filosofi consacrate al cinema si siano succedute le une alle altre: Alain Badiou (due saggi nel 1994 nella rivista “L’art du cinéma”), Jean-Luc Nancy (L’évidence du film[6] nel 2001), Clément Rosset (Propos sur le cinéma, 2001) e, aprendo anche a quanti si servono della filosofia per insegnare, Alain Ménil (L’Ecran du temps, 1991), Jean-Pierre Zarader (Philosophie et Cinéma, 1997), Dominique Chateau (Cinéma et Philosophie nel 2003, Philosophie d’un art moderne: le cinéma nel 2009). Tutte le scienze umane si sono poi unite al concerto, se non lo avevano già anticipato, come nel caso della psicanalisi (il libro di Jean-Claude Polack ne è la manifestazione più recente[7]); ma il ventaglio si estende anche all’antropologia (François Laplantine), alle discipline giuridiche (Pierre Legendre) e così via.
L’intervento della filosofia nell’approccio al cinema si è in gran parte diluito su internet, nei blog in cui i professori di liceo desiderano “illustrare” le proprie lezioni con film “di portata filosofica”. Si è venuto così a creare un mercato potenziale, e qualche “anima bella” ha deciso di venire in aiuto degli insegnanti, di modo che continuano a susseguirsi conferenze ad hoc, manuali che propongono lezioni premasticate, una collana presso un editore specializzato in filosofia chiamata senza sorprese “Filosofia e cinema” (all’attivo delle opere pubblicate, la parola “filosofia” sembra ricoprire un po’ qualsiasi cosa), e così via. Deleuze avrebbe certamente riso di simili conseguenze. Un numero della rivista “Critique”, uscito nel 2005, fa il punto di ciò che è stato (a seconda dei punti di vista) un movimento profondo o qualcosa di superficiale; il volume si intitola Cinéphilosophie e si chiude con un’intervista a Jacques Rancière.
Nel 2001 viene pubblicato La favola cinematografica[8], opera che rende evidente l’apporto di questo filosofo “fuori posto”. In esso sono raggruppati diversi saggi, il più vecchio dei quali risale al 1990; ma i rapporti di Rancière con il cinema datano ben oltre nel tempo. Fino all’uscita di questo libro i suoi articoli sul cinema rimanevano accessibili quasi solo ai lettori delle due grandi riviste specialistiche, i “Cahiers du cinéma” e “Trafic”. Nella prima pubblica due articoli, nel luglio del 1977 (n. 278) e nel maggio 1990 (n. 431-432)[9], per poi collaborare regolarmente ogni due mesi dal febbraio 1998 al luglio-agosto del 2001. Scrive in totale, fino a oggi, diciotto articoli[10] e cinque interviste[11]. Su “Trafic” pubblica otto articoli tra il 1992 e il 2007[12].
Il periodo “creativo” di Rancière rispetto al cinema inizia dunque nel 1990 e da allora non c’è praticamente anno, fino al 2007, che non intervenga sull’argomento. Si può stilare una lista dei cineasti di cui parla e che appartengono tanto al passato quanto al presente, anche se non è questa la cosa più importante[13]. Alcune opere o personalità lo interessano particolarmente, così come in letteratura Mallarmé o Flaubert (Madame Bovary): in particolare Fritz Lang, Rossellini e Godard, a proposito del quale prosegue la sua riflessione nel Destino delle immag...

Table of contents

  1. Roberto De Gaetano
  2. Jacques Rancière
  3. Salvatore Tedesco
  4. Clio Nicastro
  5. Dario Cecchi
  6. Valeria Costanza D’Agata
  7. Clemens-Carl Härle
  8. Filippo Fimiani
  9. Fortunato Maria Cacciatore
  10. Bruno Besana
  11. Davide Tarizzo
  12. Antonella Moscati
  13. Beatrice Magni
  14. Alain Badiou
  15. Paolo Godani
  16. Roberto De Gaetano
  17. Dork Zabunyan
  18. Marcello Walter Bruno
  19. Daniela Angelucci
  20. Andrea Inzerillo
  21. Bruno Roberti
  22. Jean-Louis Leutrat
  23. Daniele Dottorini
  24. Luca Venzi
  25. Alessia Cervini