Giustizia Islamica
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Giustizia Islamica

About this book

La 'ndrangheta ĆØ frutto di una concezione arcaica e violenta della SocietĆ : le sue leggi sono ferree e le punizioni comminate senza alcuna pietĆ .
Ma cosa può accadere quando questa organizzazione criminale si scontra con una civiltà integralista come quella islamica, con leggi altrettanto spietate?
Attentati, omicidi, rapimenti e vendetta: in mezzo a questo epico scontro si troveranno Pietro, Chiara, Antonio e Claudio, con il loro amico Kabir, ancora una volta in prima linea a rischiare la loro vita per affermare la necessitĆ  dell'impegno personale nella lotta per la legalitĆ .

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L’incontro con Cosimo

La piazza a quest’ora ĆØ quasi vuota e di parcheggi ce ne sono in abbondanza; lascio la macchina proprio sotto la parete laterale del Duomo e mi avvio verso il parcometro per prendere la ricevuta. Un altro mito da sfatare, nella mia personale concezione del mondo, ĆØ il freddo che fa in Friuli: qui ad Udine, se faccio il confronto con Perugia, c’è un clima mite.
Intorno a noi ci sono numerosi portici, probabilmente questa ĆØ una cittĆ  piovosa: e d’altra parte non potrebbe essere altrimenti, sennò non si spiegherebbe tutto quel verde che abbiamo visto percorrendo l’autostrada.
Mentre torno verso la mia macchina, tre vetture si fermano insieme e la seconda si arresta proprio alla mia altezza; il vetro oscurato dello sportello posteriore si abbassa ed una voce che conosco bene mi apostrofa.
– Allora, fratellino, si va a mangiare?
Guardo in macchina e sul sedile posteriore scorgo Cosimo, dimagrito dall’ultima volta che ci siamo visti, ma largo sempre almeno il doppio di me.
– Che fai, avvocato, resti in macchina? – gli dico sorridendo.
– Aspetta un attimo, i miei angeli custodi terminano la procedura.
Dalla prima e dalla terza macchina scendono quattro persone che cominciano a guardarsi intorno e vanno a sistemarsi ai lati della strada, mentre controllano continuamente con lo sguardo tutte le finestre delle case intorno. Ad un loro cenno gli autisti delle tre macchine parcheggiano, da quella centrale esce un altro uomo che apre la portiera a Cosimo, lo aiuta a scendere e gli si incolla addosso.
Adesso i tre autisti, scesi anche loro dalle vetture, sono tutti intorno a Cosimo e lo circondano completamente, coprendolo con i loro corpi: io stesso non riesco neppure ad avvicinarmi per abbracciarlo.
– Che spiegamento di forze, nemmeno se tu fossi il Presidente degli Stati Uniti! – Antonio ha osservato tutto stando appoggiato alla mia macchina ed ha uno sguardo ammirato – Sono preparati, questi ragazzi della Polizia: e la DIA non ha badato a spese per proteggerti.
– SƬ, se mi fossi affidato alle scorte dello Stato sarei stato fresco! Tutto quello che vedi me lo pago da solo: costoso, ma almeno sto tranquillo, Antonio. Con lo Stato, non sai mai come va a finire: un giorno sei senza benzina, un altro la macchina blindata non funziona, un altro la scorta ĆØ in ferie o serve per accompagnare qualche gentile signora, moglie o ā€œsegretaria particolareā€ di un sottosegretario, a fare shopping… e cosƬ tu resti da solo ad affrontare il rischio di un attentato. Questi ragazzi sono di prima scelta, professionisti seri, hanno i migliori mezzi, quanto di più aggiornato sul mercato, niente improvvisazioni o pressapochismo: la mia vita ĆØ in buone mani. Ma adesso abbracciatemi.
ƈ davvero diverso Cosimo: e non solo nel fisico, perchĆ© anche nel suo abbraccio a me ed Antonio c’è un calore, un trasporto, un affetto che non avevo mai sentito prima o di cui avevo perso il ricordo; essere stato ad un passo dalla morte per compiere un’azione onesta gli ha cambiato la vita ed il carattere.
– Venite, il ristorante ĆØ a due passi, in questa stradina facilmente controllabile: staremo tranquilli e potrete spiegarmi perchĆ© questa fretta per incontrarmi.
Lo seguiamo per pochi metri, poi uno dei suoi apre la porta del locale, entra con due colleghi a controllare e pochi secondi dopo ci fa cenno che possiamo accomodarci all’interno del ristorante.
– Pranzate con noi? – Cosimo si rivolge ad uno dei suoi uomini.
– Prima vediamo come vi sistemano, poi decidiamo.
– Prenotando, ho chiesto una saletta riservata al piano superiore.
– Allora quattro di noi restano qui a piano terra e gli altri controllano l’esterno: poi ci diamo il cambio.
Quello che sembra il capo del gruppo dice qualcosa in una ricetrasmittente e attraverso i vetri decorati del portoncino noto le ombre di due uomini che si piazzano ai lati dell’entrata.
Nel frattempo ĆØ venuta verso di noi una signora, deve essere la proprietaria del locale, che ci chiede se abbiamo prenotato.
Cosimo dĆ  il nome falso che sta usando in Friuli e la signora ci dice di seguirla al piano superiore; entriamo in una bella saletta, al centro della quale c’è un grande tavolo. In un angolo, una stufa che fa il verso a quelle di altri tempi emana un piacevolissimo calore.
– Accomodatevi pure, vi lascio il menu, io torno tra poco cosƬ, se volete, posso proporvi qualche piatto specialitĆ  della Tavernetta. Nel frattempo, gradite una bollicina?
– Volentieri. Ma resti qui con noi e ci tolga da subito anche il fastidio di leggere. – Cosimo ha un sorriso che incanterebbe chiunque. Nel frattempo un cameriere ha versato nei nostri calici una generosa dose di vino bianco frizzante.
– Bene: allora mentre brindate con questa Ribolla gialla spumante, metodo Charmat lungo, vi propongo di iniziare con un tagliere di Prosciutto crudo d’Osvaldo, che ĆØ una specialitĆ  di Cormons, un prosciutto leggermente affumicato; insieme mettiamo del formaggio ubriaco, del lardo di Pantanegra, la sopressa nostrana con polenta, un po’ di frichetto con patate, un tagliere di ā€œformadi Frantā€ con polenta…
– Senta, signora, per cominciare, porti tutto quello che ha detto, ma ne faccia almeno quattro porzioni, perchĆ© il mio amico, – e Cosimo indica Antonio che ha giĆ  l’acquolina in bocca – come avrĆ  potuto notare dalla stazza, soffre di carenza di affetto e colma questa mancanza con il cibo.
Scoppiamo a ridere, ride anche la signora ma prosegue con la massima professionalitĆ .
– Come primo, proporrei i nostri cjarsons…
– I vostri cosa? – Antonio ĆØ interdetto e, mi sembra, anche allarmato.
– Guardi, si fidi, sono come dei ravioli con un ripieno gustosissimo, conditi con burro fuso: al momento di servirli, grattugiamo sui cjarsons la ricotta affumicata, che si scioglie nel piatto…
– Uhmmm… devono essere buonissimi: facciamo cosƬ –Antonio ĆØ lanciatissimo, deve avere fame e le bollicine hanno peggiorato la situazione – a me ne porti un paio di porzioni.
– Ma poi non mangia il resto!
– Stia tranquilla, tutti noi corriamo tanti rischi ma non certo quello che io possa non mangiare ā€œil restoā€.
– Signora, vorrei raccomandarle i ragazzi della mia scorta che sono rimasti di sotto: magari non berranno alcolici, ma faccia in modo che mangino in abbondanza, non sempre abbiamo il tempo di pranzare in pace.
– Non si preoccupi, ci penso io a loro. Volete mangiare il primo e poi pensare al secondo, nel caso resti ancora spazio?
– No, guardi signora, ci abbiamo giĆ  pensato e siamo sicuri che spazio ce n’è e ce ne sarĆ  in abbondanza anche dopo gli antipasti ed i primi: ci proponga giĆ  da ora qualcosa di secondo. – Antonio, a tavola, prende subito le redini del comando.
– Cosa ne dite di un maialino da latte al forno con patate?
– Una bella proposta, io lo mangerei intero, un maialino da latte! – Antonio giĆ  pregusta un buon pranzo e la signora gli riempie nuovamente il calice.
– Allora facciamo cosƬ come abbiamo deciso e intanto che prepariamo i taglieri vi mando su Roberto cosƬ decidete per il vino.
– Ottimo, signora, lo aspettiamo.
Restiamo soli nella saletta, ci guardiamo tutti e tre negli occhi, poi alziamo i calici e brindiamo, sorridendoci a vicenda: ci sono più parole nel sorriso che ci scambiamo io e Cosimo di quante non ce ne siamo detti in tanti anni.
Antonio, che ha un intuito grande come il cuore che si ritrova, capisce che deve stemperare l’atmosfera di commozione che si sta creando.
– Ma chi me lo doveva dire, a me, che mi sarei trovato ad Udine a mangiare ā€œcarsonā€ā€¦
– Cjarsons, Antonio, cjarsons: e sai una cosa? Questo ĆØ un piatto molto diverso dai nostri, ma nasce dalla stessa scuola…
– CioĆØ? – Antonio, da cuoco e buongustaio, ĆØ interessatissimo.
– La scuola della povertĆ .
– Ma come, il Nordest, le fabbriche, i capannoni, la ricchezza, il popolo delle Partite Iva: i giornali non parlano d’altro e tu mi parli di povertĆ ?
– Il piatto ĆØ antichissimo e risale ai tempi della Serenissima, la Repubblica di Venezia. In quegli anni le regioni montane carniche versavano nella più nera povertĆ , come la nostra Calabria, ed i giovani montanari cercavano di guadagnare qualcosa scaricando le navi provenienti dalle regioni orientali cariche di costosissime spezie. Come compenso, potevano dividere tra loro il fondo della stiva, quello che fuoriusciva dai sacchi durante il viaggio; una parte di queste spezie veniva barattata con generi di prima necessitĆ , il resto si portava a casa per il pranzo della domenica e cosƬ sono nati i cjarsons, che non hanno una vera e propria ricetta, perchĆ© la loro fattura dipendeva da quello che c’era nella stiva.
– Speriamo che qui abbiano trovato in cucina parecchia roba per farli, perchĆ© tra il viaggio, l’emozione di rivederti e le bollicine… sento un languorino niente male! Anzi, vi comunico ufficialmente che se entro cinque minuti non mangio qualcosa, vi svengo sul tavolo… – e scoppia nella sua risata da gigante buono.
– Buongiorno, signori, vogliamo scegliere i vini? – ƈ entrato nella saletta quello che deve essere Roberto, come ci aveva anticipato la signora – Vediamo cosa vi ha consigliato Giuliana come bollicine… - prende la bottigli...

Table of contents

  1. Prefazione
  2. Nota dell’Autore
  3. Media chiara a Corso Vannucci
  4. Pietro
  5. Porta Pesa
  6. La consegna
  7. Una villa in collina
  8. Il terzo occhio
  9. Che fare?
  10. Chiara
  11. Il ritorno di un amico
  12. Prime ipotesi
  13. Udine
  14. L’incontro con Cosimo
  15. Interludio
  16. Prime novitĆ 
  17. Si comincia…
  18. In Procura
  19. Il bar della ā€œneveā€
  20. Gelosia
  21. Claudio
  22. Una storia da brivido
  23. Preoccupato
  24. Un tranquillo signore
  25. Bisogna partire di nuovo
  26. Il gambetto
  27. Scooteristi neri
  28. Scoperti!
  29. Una brutta sorpresa
  30. Tragica realtĆ 
  31. Agguato nella notte
  32. Il padrino
  33. Finalmente a casa
  34. Il verdetto
  35. Albanese
  36. L’incidente
  37. Festa di battesimo
  38. Decisione unanime
  39. Commiato
  40. Epilogo a Spoleto