1.
Cenni sul fenomeno dellâimmigrazione
in Italia
Negli ultimi decenni il fenomeno migratorio ha coinvolto anche il territorio italiano, dapprima come Paese di emigrazione e, soprattutto a partire dagli anni Ottanta, anche come Paese di immigrazione. Nonostante negli ultimi anni la popolazione italiana sia rimasta costante, è possibile desumere dal grafico 1 lâincremento di stranieri insediatisi in Italia:
Grafico 1: Andamento della popolazione italiana e straniera in Italia
(Dati del 1981, 1991 e 2001: Istat, 2011: 128. Dati del 2011: Istat, 2012 b: 1)
Normalmente sono i giovani o le giovani famiglie a emigrare: come è possibile osservare nel grafico 2, questo ha prodotto dei mutamenti anche nella popolazione scolastica. Il numero di alunni italiani, infatti, diminuisce, mentre il numero di studenti non italofoni è in continuo aumento.
Grafico 2: Iscritti a scuola (anni scolastici 1981/1982, 1991/1992, 1994/1995, 2001/2002 e 2011/2012)
N.B.: I dati si riferiscono a tutti gli ordini e gradi di scuola (Scuola dellâinfanzia, Scuola primaria, Scuola secondaria di primo grado e Scuola secondaria di secondo grado). I dati relativi agli alunni totali fino allâanno scolastico 2001/2002 sono arrotondati alle migliaia. Le rilevazioni statistiche sul numero degli studenti stranieri sono iniziate nellâanno scolastico 1994/1995. (Studenti totali â AA. ss. 1981/1982, 1991/1992, 1994/1995 e 2001/2002: Istat, 2011: 357, AA. ss. 2011/2012 e 2012/2013: MIUR â Rilevazioni integrative Studenti stranieri â MIUR, Rilevazioni integrative)
Naturalmente la maggior parte degli studenti stranieri che frequentavano le nostre scuole negli anni Ottanta e Novanta erano alunni stranieri di prima generazione (che, cioè, avevano lasciato personalmente il proprio Paese ed erano emigrati in Italia). Tuttavia, la maggior parte degli alunni di origine non italiana che incontriamo a scuola oggigiorno sono alunni stranieri di seconda generazione, ovvero nati in Italia da genitori immigrati. Il grafico 3 riporta il numero di bambini nati negli ultimi anni nel nostro Paese da genitori stranieri (ovvero gli stranieri di seconda generazione). Se si considerano i dati raccolti, risulta chiaro come il numero di alunni stranieri che si iscriverà a scuola nei prossimi anni scolastici sarà in continuo aumento.
Grafico 3: Bambini figli di genitori entrambi stranieri (dati dal 1991 al 2011)
Questa breve analisi ci pare determinante per capire la necessitĂ di pensare una didattica che, nellâottica dellâinclusione scolastica di tutti gli allievi, favorisca anche il successo scolastico degli alunni stranieri, in continuo aumento allâinterno della scuola italiana.
2.
Le direttive del MIUR
A tal proposito, anche il MIUR ha pubblicato, a partire dallâarticolo 34 della Costituzione italiana (âLa scuola è aperta a tuttiâ), alcune circolari relative allâaccoglienza e allâinserimento degli alunni non italofoni nella scuola italiana. Tra gli altri, due documenti particolarmente significativi sono le circolari ministeriali, n. 24 del 1 marzo 2006 e n. 4233 del 19 febbraio 2014, entrambe intitolate Linee guida per lâaccoglienza e lâintegrazione degli alunni stranieri, una sorta di vademecum per accogliere, includere e promuovere il successo scolastico e formativo degli alunni non italofoni.
Le circolari si dividono in due parti: nella prima sono presentati alcuni cambiamenti sociali e scolastici derivanti dalla presenza sempre maggiore di alunni non italofoni a scuola e le implicazioni che ne derivano. Nella seconda parte delle circolari, invece, sono fornite indicazioni di carattere organizzativo e didattico per
affrontare ciascuna situazione nella consapevolezza che lo studente di origini straniere può costituire unâoccasione per ripensare e rinnovare lâazione didattica a vantaggio di tutti, unâoccasione di cambiamento per tutta la scuola (Premessa, C. M. 4233/2014).
Si ricorda lâimportanza della fase dellâaccoglienza allâinterno dellâistituto, promuovendo il rapporto scuola-famiglia, se necessario, attraverso lâausilio di mediatori culturali o di interpreti.
In seguito allâiscrizione si consiglia di fissare un colloquio con i genitori per
comunicare informazioni sullâorganizzazione della scuola, sulle modalitĂ di rapporto scuola-famiglia [e] che faciliti la raccolta di informazioni sulla situazione familiare e sulla storia personale e scolastica dellâalunno, nonchĂŠ sulle aspirazioni educative della famiglia (II parte, par. 2C, C. M. 24/2006).
Naturalmente è importante verificare le abilitĂ dellâalunno neoarrivato per assegnarlo a una classe, anche se ÂŤrimane [âŚ] fondamentale il criterio generale di inserire lâalunno secondo lâetĂ anagraficaÂť (II parte, par. 2C, C. M. 24/2006).
La scuola italiana ha scelto la via dellâintegrazione totale degli alunni stranieri nelle classi dâappartenenza e, quindi,
per un pieno inserimento è necessario che lâalunno trascorra tutto il tempo scuola nel gruppo classe, fatta eccezione per progetti didattici specifici, ad esempio lâapprendimento della lingua italiana, previsti dal piano di studi personalizzato. Lâimmersione, in un contesto di seconda lingua parlata da adulti e compagni, facilita lâapprendimento del linguaggio funzionale (II parte, par. 2C, C. M. 24/2006).
ÂŤLâapprendimento e lo sviluppo della lingua italiana deve essere al centro dellâazione didatticaÂť (II parte, par. 4, C. M. 24/2006). Perciò, possono essere programmate attivitĂ particolari per raggiungere tale obiettivo (ÂŤattivitĂ di laboratorio linguistico, percorsi e strumenti per lâinsegnamento intensivo dellâitalianoÂť (II parte, par. 4, C. M. 24/2006), ricorrendo anche ai facilitatori linguistici e agli strumenti di facilitazione, come, per esempio, testi semplificati, cartelloni, strumenti multimediali o audiovisivi ecc. In questâottica rimangono naturalmente importanti i ruoli della lingua madre e della cultura dâorigine che devono essere valorizzate. A tal proposito, nella circolare 4233/2014 è dedicato ampio spazio allâinsegnamento dellâitaliano L2 e allâimportanza della valorizzazione della lingua dâorigine, individuando anche alcune strategie atte a favorire tale obiettivo, che deve essere considerato primario al fine di garantire il successo scolastico in L2.
Una parte della circolare è dedicata anche al ruolo dei mediatori linguistici e culturali che svolgono, soprattutto nella fase iniziale, una funzione fondamentale, permettendo alla scuola di conoscere il background socioculturale dal quale proviene il ragazzo e alla famiglia di entrare in contatto con la nuova realtà .
Pur non essendoci una vera e propria regolamentazione, la valutazione deve essere calibrata in base ai programmi e agli obiettivi che gli insegnanti si pongono. Ă chiaro che
in questo contesto, che privilegia la valutazione formativa rispetto a quella âcertificativaâ, si prendono in considerazione il percorso dellâalunno, i passi realizzati, gli obiettivi possibili, la motivazione e lâimpegno e, soprattutto, le potenzialitĂ di apprendimento dimostrate (II parte, par. 8, C. M. 24/2006).
In questâottica, nella circolare 4233/2014 si ricorda che i criteri di valutazione per gli alunni non italofoni sono gli stessi che devono essere seguiti per gli alunni italofoni, anche se, nella fase iniziale e nella fase ponte possono essere adattati secondo il percorso personalizzato pensato per lâalunno. Per quanto riguarda la valutazione dellâesame di fine ciclo è possibile ricorrere, nei casi di evidenti difficoltĂ comunicative, allâausilio di mediatori linguistici o interpreti che possano facilitare la comprensione dei contenuti o la realizzazione di alcune prove nella lingua dâorigine.
Se si adotta una prospettiva multiculturale e interculturale della scuola, diventa necessario anche potenziare le biblioteche scolastiche per favorire una prospettiva multilingue e pluriculturale che deve avere come obiettivo la ÂŤvalorizzazione delle civiltĂ e dei valori umani universaliÂť (II parte, par. 9, C. M. 24/2006). Naturalmente, tali materiali didattici saranno a disposizione di tutti gli alunni della scuola che potranno utilizzarli per conoscere altri mondi e culture.
La circolare 24/2006 si conclude con una breve presentazione della normativa di riferimento fondamentale per inquadrare il tema dellâeducazione interculturale allâinterno della scuola italiana.
3. Indicazioni pratiche
Nonostante le indicazion...