Guida pratica per l'educazione linguistica e disciplinare ad alunni non italofoni nella Scuola dell'obbligo
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Guida pratica per l'educazione linguistica e disciplinare ad alunni non italofoni nella Scuola dell'obbligo

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Guida pratica per l'educazione linguistica e disciplinare ad alunni non italofoni nella Scuola dell'obbligo

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Il crescente numero di studenti stranieri di prima o seconda generazione accolti nelle classi della scuola italiana ha da qualche anno indirizzato dirigenti scolastici ed insegnanti verso l'attuazione di progetti volti all'inclusione di questi bambini e ragazzi. Dopo una fase iniziale di accoglienza, infatti, i docenti propongono loro dei percorsi atti a sviluppare quelle competenze comunicative e strategiche per l'accesso al successo scolastico anche di chi parte da un bagaglio linguistico limitato in italiano.
Parallelamente alla crescita del fenomeno migratorio, abbiamo assistito dunque alla presa di coscienza della comunitĂ  scientifica della necessitĂ  di approfondire l'educazione linguistica anche nell'ambito dell'italiano lingua seconda. Per far fronte a questa esigenza, quindi, negli ultimi quindici anni sono stati affrontati studi glottodidattici specifici con la pubblicazione di manuali e risorse online per la didattica e l'apprendimento, anche autonomo, dell'italiano agli stranieri che arrivano in Italia.
Questa Guida pratica nasce dal confronto e dalla condivisione di diverse esperienze dirette di insegnamento delle autrici che, pur esplorando la vastitĂ  di materiali prodotti dagli specialisti sul campo, si sono rese conto della necessitĂ  di fornire un supporto pratico anche per gli insegnanti delle varie discipline, in particolare per quelle che richiedono competenze specifiche nella lingua dello studio.

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1.
Cenni sul fenomeno dell’immigrazione
in Italia

Negli ultimi decenni il fenomeno migratorio ha coinvolto anche il territorio italiano, dapprima come Paese di emigrazione e, soprattutto a partire dagli anni Ottanta, anche come Paese di immigrazione. Nonostante negli ultimi anni la popolazione italiana sia rimasta costante, è possibile desumere dal grafico 1 l’incremento di stranieri insediatisi in Italia:
Grafico 1: Andamento della popolazione italiana e straniera in Italia
Grafico_1.tif
(Dati del 1981, 1991 e 2001: Istat, 2011: 128. Dati del 2011: Istat, 2012 b: 1)
Normalmente sono i giovani o le giovani famiglie a emigrare: come è possibile osservare nel grafico 2, questo ha prodotto dei mutamenti anche nella popolazione scolastica. Il numero di alunni italiani, infatti, diminuisce, mentre il numero di studenti non italofoni è in continuo aumento.
Grafico 2: Iscritti a scuola (anni scolastici 1981/1982, 1991/1992, 1994/1995, 2001/2002 e 2011/2012)
Grafico_2.tif
N.B.: I dati si riferiscono a tutti gli ordini e gradi di scuola (Scuola dell’infanzia, Scuola primaria, Scuola secondaria di primo grado e Scuola secondaria di secondo grado). I dati relativi agli alunni totali fino all’anno scolastico 2001/2002 sono arrotondati alle migliaia. Le rilevazioni statistiche sul numero degli studenti stranieri sono iniziate nell’anno scolastico 1994/1995. (Studenti totali – AA. ss. 1981/1982, 1991/1992, 1994/1995 e 2001/2002: Istat, 2011: 357, AA. ss. 2011/2012 e 2012/2013: MIUR – Rilevazioni integrative Studenti stranieri – MIUR, Rilevazioni integrative)
Naturalmente la maggior parte degli studenti stranieri che frequentavano le nostre scuole negli anni Ottanta e Novanta erano alunni stranieri di prima generazione (che, cioè, avevano lasciato personalmente il proprio Paese ed erano emigrati in Italia). Tuttavia, la maggior parte degli alunni di origine non italiana che incontriamo a scuola oggigiorno sono alunni stranieri di seconda generazione, ovvero nati in Italia da genitori immigrati. Il grafico 3 riporta il numero di bambini nati negli ultimi anni nel nostro Paese da genitori stranieri (ovvero gli stranieri di seconda generazione). Se si considerano i dati raccolti, risulta chiaro come il numero di alunni stranieri che si iscriverà a scuola nei prossimi anni scolastici sarà in continuo aumento.
Grafico 3: Bambini figli di genitori entrambi stranieri (dati dal 1991 al 2011)
Grafico_3.tif
(Istat 2011: 132)
Questa breve analisi ci pare determinante per capire la necessità di pensare una didattica che, nell’ottica dell’inclusione scolastica di tutti gli allievi, favorisca anche il successo scolastico degli alunni stranieri, in continuo aumento all’interno della scuola italiana.

2.
Le direttive del MIUR

A tal proposito, anche il MIUR ha pubblicato, a partire dall’articolo 34 della Costituzione italiana (“La scuola è aperta a tutti”), alcune circolari relative all’accoglienza e all’inserimento degli alunni non italofoni nella scuola italiana. Tra gli altri, due documenti particolarmente significativi sono le circolari ministeriali, n. 24 del 1 marzo 2006 e n. 4233 del 19 febbraio 2014, entrambe intitolate Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri, una sorta di vademecum per accogliere, includere e promuovere il successo scolastico e formativo degli alunni non italofoni.
Le circolari si dividono in due parti: nella prima sono presentati alcuni cambiamenti sociali e scolastici derivanti dalla presenza sempre maggiore di alunni non italofoni a scuola e le implicazioni che ne derivano. Nella seconda parte delle circolari, invece, sono fornite indicazioni di carattere organizzativo e didattico per
affrontare ciascuna situazione nella consapevolezza che lo studente di origini straniere può costituire un’occasione per ripensare e rinnovare l’azione didattica a vantaggio di tutti, un’occasione di cambiamento per tutta la scuola (Premessa, C. M. 4233/2014).
Si ricorda l’importanza della fase dell’accoglienza1 all’interno dell’istituto, promuovendo il rapporto scuola-famiglia, se necessario, attraverso l’ausilio di mediatori culturali o di interpreti.
In seguito all’iscrizione si consiglia di fissare un colloquio con i genitori per
comunicare informazioni sull’organizzazione della scuola, sulle modalità di rapporto scuola-famiglia [e] che faciliti la raccolta di informazioni sulla situazione familiare e sulla storia personale e scolastica dell’alunno, nonché sulle aspirazioni educative della famiglia (II parte, par. 2C, C. M. 24/2006).
Naturalmente è importante verificare le abilità dell’alunno neoarrivato per assegnarlo a una classe, anche se «rimane […] fondamentale il criterio generale di inserire l’alunno secondo l’età anagrafica» (II parte, par. 2C, C. M. 24/2006).
La scuola italiana ha scelto la via dell’integrazione totale degli alunni stranieri nelle classi d’appartenenza e, quindi,
per un pieno inserimento è necessario che l’alunno trascorra tutto il tempo scuola nel gruppo classe, fatta eccezione per progetti didattici specifici, ad esempio l’apprendimento della lingua italiana, previsti dal piano di studi personalizzato. L’immersione, in un contesto di seconda lingua parlata da adulti e compagni, facilita l’apprendimento del linguaggio funzionale (II parte, par. 2C, C. M. 24/2006).
«L’apprendimento e lo sviluppo della lingua italiana deve essere al centro dell’azione didattica» (II parte, par. 4, C. M. 24/2006). Perciò, possono essere programmate attività particolari per raggiungere tale obiettivo («attività di laboratorio linguistico, percorsi e strumenti per l’insegnamento intensivo dell’italiano» (II parte, par. 4, C. M. 24/2006), ricorrendo anche ai facilitatori linguistici e agli strumenti di facilitazione, come, per esempio, testi semplificati, cartelloni, strumenti multimediali o audiovisivi ecc. In quest’ottica rimangono naturalmente importanti i ruoli della lingua madre e della cultura d’origine che devono essere valorizzate. A tal proposito, nella circolare 4233/2014 è dedicato ampio spazio all’insegnamento dell’italiano L2 e all’importanza della valorizzazione della lingua d’origine, individuando anche alcune strategie atte a favorire tale obiettivo, che deve essere considerato primario al fine di garantire il successo scolastico in L2.
Una parte della circolare è dedicata anche al ruolo dei mediatori linguistici e culturali che svolgono, soprattutto nella fase iniziale, una funzione fondamentale, permettendo alla scuola di conoscere il background socioculturale dal quale proviene il ragazzo e alla famiglia di entrare in contatto con la nuova realtà.
Pur non essendoci una vera e propria regolamentazione, la valutazione deve essere calibrata in base ai programmi e agli obiettivi che gli insegnanti si pongono. È chiaro che
in questo contesto, che privilegia la valutazione formativa rispetto a quella “certificativa”, si prendono in considerazione il percorso dell’alunno, i passi realizzati, gli obiettivi possibili, la motivazione e l’impegno e, soprattutto, le potenzialità di apprendimento dimostrate (II parte, par. 8, C. M. 24/2006).
In quest’ottica, nella circolare 4233/2014 si ricorda che i criteri di valutazione per gli alunni non italofoni sono gli stessi che devono essere seguiti per gli alunni italofoni, anche se, nella fase iniziale e nella fase ponte possono essere adattati secondo il percorso personalizzato pensato per l’alunno. Per quanto riguarda la valutazione dell’esame di fine ciclo è possibile ricorrere, nei casi di evidenti difficoltà comunicative, all’ausilio di mediatori linguistici o interpreti che possano facilitare la comprensione dei contenuti o la realizzazione di alcune prove nella lingua d’origine.
Se si adotta una prospettiva multiculturale e interculturale della scuola, diventa necessario anche potenziare le biblioteche scolastiche per favorire una prospettiva multilingue e pluriculturale che deve avere come obiettivo la ÂŤvalorizzazione delle civiltĂ  e dei valori umani universaliÂť (II parte, par. 9, C. M. 24/2006). Naturalmente, tali materiali didattici saranno a disposizione di tutti gli alunni della scuola che potranno utilizzarli per conoscere altri mondi e culture.
La circolare 24/2006 si conclude con una breve presentazione della normativa di riferimento fondamentale per inquadrare il tema dell’educazione interculturale all’interno della scuola italiana.

3. Indicazioni pratiche

Nonostante le indicazion...

Table of contents

  1. Sommario
  2. Prefazione
  3. Introduzione
  4. 1.Cenni sul fenomeno dell’immigrazionein Italia
  5. 2.Le direttive del MIUR
  6. 3. Indicazioni pratiche
  7. Un libro per conoscere l’ltalia: storia, organizzazione e cultura
  8. Allegati a Benvenuta in Italia
  9. Allegati
  10. Sommario