Note di statistica medica
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Note di statistica medica

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Lo scopo con cui è stato scritto questo libro è dare agli studenti del corso di diploma universitario in Scienze Infermieristiche (DUSI), o dei Corsi Paralleli per Ostetrico/a e Fisioterapista, un agile strumento per seguire le lezioni, e, con uno stile volutamente leggero, far capire che la statistica è una disciplina che pervade molti aspetti della vita comune ed in particolare delle attività sanitarie. Ci si augura che, dopo questa breve introduzione, gli studenti si rivolgano per gli opportuni approfondimenti a manuali e trattati di statistica medica.

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Lo scopo con cui è stato scritto questo libro è dare agli studenti del corso di diploma universitario in Scienze Infermieristiche (DUSI), o dei Corsi Paralleli per Ostetrico/a e Fisioterapista, un agile strumento per seguire le lezioni, e, con uno stile volutamente leggero, far capire che la statistica è una disciplina che pervade molti aspetti della vita comune ed in particolare delle attività sanitarie. Ci si augura che, dopo questa breve introduzione, gli studenti si rivolgano per gli opportuni approfondimenti a manuali e trattati di statistica medica.
Tra i numerosissimi libri di statistica, mi sembra che possano essere utili i seguenti:
 
·      S.A. Glantz: Statistica per discipline bio-mediche. McGraw-Hill, Milano, 1988
·      D.E. Matthews, V.T. Farewell: Statistica Medica. Minerva Medica, Torino, 1988
·      F. di Orio: Elementi di Metodologia Epidemiologica Clinica. Piccin, Padova, 1994
·      M. Fraire, A. Rizzi: Elementi di Statistica. NIS, Roma, 1993
·      S. Siegel, N.J. Castellan: Statistica non parametrica. McGraw Hill, Milano, 1992
·      P. Armitage: Statistica Medica. Feltrinelli, Milano, 1975.
 
In lingua inglese, ma di immediata accessibilità, è il testo:
 
·      T.D.V. Swinscov: Statistics at square one. BMJ, London, 1996
 
del quale sono state vendute già oltre 86.000 copie!
Per un ulteriore approfondimento, segnalo i seguenti:
 
·      J.C. Bailar III, F. Mosteller: L’uso della Statistica in Medicina. Il Pensiero Scientifico, Roma, 1988.
·      S.M. Gore, D.G. Altman: La Statistica nella pratica medica. Il Pensiero Scientifico, Roma, 1990.
·      M.J. Gardner, D.G. Altman: Gli intervalli di confidenza. Il Pensiero Scientifico, Roma, 1990.
·      AA.VV.: Elementi di metodologia epidemiologica e statistica per la pratica clinica. Rocco Curto Edit., Napoli, 1993.
Fino a pochi anni fa la statistica non faceva parte delle discipline obbligatorie del corso di laurea in Medicina e Chirurgia. Può sembrare dunque eccessivo che si chieda oggi di conoscere la Statistica Medica agli studenti del corso di diploma in Scienze Infermieristiche. Qualcuno, anzi, potrebbe riflettere sull’aspetto paradossale, che si consenta di insegnare la statistica nel DUSI a medici che, di rigore, non dovrebbero conoscere affatto tale materia, non avendo mai sostenuto il relativo esame nel proprio corso di studi !
In realtà, le cose non stanno proprio così: i medici sanno da tempo che la statistica è una disciplina indispensabile, non solo per eseguire esperimenti e ricerche, ma anche per comprendere ed interpretare correttamente i risultati delle osservazioni altrui e di quelle che ciascuno conduce ogni giorno. La necessità di dare un’impostazione biostatistica alle osservazioni mediche deriva da due ordini di fattori: 1) la variabilità biologica individuale, fenomeno comune a tutti gli organismi viventi per cui qualsiasi carattere (naturale o influenzato da malattie o trattamenti) si presenta come una “variabile”; 2) gli errori di misurazione, per cui i risultati di due misurazioni su uno stesso individuo o su uno stesso materiale biologico forniscono risultati diversi. Nell’insieme, questi due fenomeni producono la cosiddetta variabilità casuale, che può essere eliminata solo studiando le leggi empiriche del caso, tramite la statistica. Solo l’inerzia dei nostri ordinamenti scolastici ha fatto sì che tale materia fosse considerata “complementare”; i medici più responsabili e attenti al dovere di aggiornare le proprie conoscenze professionali avevano da tempo inserito la statistica medica tra i propri interessi culturali.
La statistica ha assunto un ruolo sempre più importante in medicina, a misura che tale disciplina ha proseguito nel suo cammino verso un maggiore rigore scientifico. La misurazione e l’analisi delle osservazioni, lo studio della loro distribuzione nel tempo, nello spazio o nei diversi gruppi di individui, la stima dell’evoluzione dei fenomeni naturali o patologici, sono processi connaturati alla medicina moderna che non potrebbero esistere senza statistica. Lo sviluppo dell’informatica, nel frattempo, ha fornito possibilità di calcolo un tempo inimmaginabili, consentendo a molti - non particolarmente versati in matematica - di superare il principale ostacolo della statistica: l’esecuzione dei test. Grazie ad un personal computer, chiunque può oggi eseguire calcoli statistici assai complessi, che avrebbero richiesto fino a poco tempo fa giorni e giorni di tempo. Con la stessa rapidità, è possibile avere “in tempo reale” un’elaborazione grafica dei dati. L’unica cosa che non è cambiata rispetto al passato, è la necessità di comprendere quello che si deve fare, o quello che si sta facendo. È purtroppo in grande crescita la tribù degli “idioti informatici”, delle persone cioè che immettono dati nei computer, tirano fuori grafici e numeri, senza avere alcuna idea chiara su ciò che stano facendo. Per chi opera nella sanità, è diventato un dovere morale smascherare chi usa male la statistica (o chi non la usa affatto, e spaccia per risultati scientifici quelle che sono in realtà le sue personali opinioni) come lo era in passato quello di smascherare i ciarlatani che vendevano l’elisir di lunga vita.
Il diplomato in discipline paramediche deve avere quei rudimenti di statistica che possano consentirgli di organizzare correttamente le proprie osservazioni, e di collaborare con piena cognizione alle indagini sanitarie.
Metodi statistici sono necessari per valutare e razionalizzare l’attività assistenziale e sono alla base dei sistemi di management. Il sistema di finanziamento delle attività sanitarie è basato, anche nel nostro Paese, sulla valutazione della produttività e sul confronto con parametri di riferimento, che sono ricavati appunto con procedure statistiche.
Nell’attività sanitaria, molte delle comuni pratiche e procedure sono tali proprio perché basate su valutazioni statistiche. La conoscenza della statistica è dunque necessaria per capire fino in fondo quello che si sta facendo, e non limitarsi a ripetere meccanicamente quanto ci viene indicato.
In alcune specializzazioni infermieristiche è necessario possedere conoscenze statistiche ancora più approfondite. Ad esempio, in medicina del lavoro e igiene ambientale, o nella medicina preventiva. Un buon infermiere deve saper somministrare un questionario, o un test strumentale (spirometria, audiometria, ergooftalmometria ecc.), raccogliendo i risultati ed analizzandoli con semplici tecniche statistiche.
Insegnare – ed apprendere – la statistica non comporta soverchie difficoltà, almeno per quel che riguarda i “metodi statistici”, cioè i processi di calcolo sui quali si basano i diversi test. Una quota maggiore di impegno richiede certamente l’inferenza statistica, cioè l’interpretazione del procedimento statistico. C’è infine una terza parte, che è certamente difficile insegnare e quasi impossibile apprendere, se non si possiedono particolari doti di fantasia ed intelligenza: capire “come” disporre i dati, perché possano essere utilmente analizzati, o “quali” metodi statistici possano essere utili nel caso specifico. È questo in realtà l’ostacolo contro il quale si scontrano molti studenti di statistica, che si accorgono, magari dopo aver superato brillantemente l’esame, di avere imparato molte definizioni e formule, ma di non sapere assolutamente che farsene. Più che “sapere” la statistica, occorre “saper fare” statistica, rintracciare cioè la logica del ragionamento statistico nella propria quotidiana attività sanitaria.
Il modesto spazio riservato all’insegnamento della statistica medica nel corso di DUSI o negli altri corsi paralleli renderebbe troppo ambizioso proporsi il raggiungimento di tutti questi obiettivi; sarà però indispensabile che lo studente sappia riconoscere il rilievo dei problemi statistici.
La statistica nasce dal tentativo dell’uomo di conoscere e dominare il caso, di rintracciare le regole – ordinate e immutabili – che sovrintendono all’apparentemente caotico succedersi degli eventi.
Come in tanti altri campi dell’esperienza umana, il metodo usato per procedere nella conoscenza è stato essenzialmente empirico: l’uomo ha prova...

Table of contents

  1. Indice
  2. 1.1 Il significato di questo libro
  3. 1.2 Il significato della statistica
  4. 2.1 Il caso
  5. 2.2 Rappresentazione grafica dei risultati
  6. 2.3 Media, mediana e moda
  7. 3.1 Dati parametrici e non parametrici
  8. 3.2 Descrizione di dati qualitativi
  9. ESERCIZI
  10. 3.3 Il campionamento
  11. 4.1 La variabilità
  12. 5.1 Media campionaria
  13. 5.2 Errore standard
  14. 6.1 La significatività
  15. 6.2 Cosa significa “significativo”
  16. 6.3 Limiti fiduciari
  17. 7.1 Applicazioni pratiche della statistica
  18. 7.2 Il punto di partenza: la raccolta dei dati
  19. 7.3 La tabulazione dei dati
  20. 7.4 Come studiare un fenomeno
  21. 8.1 Uso di alcuni test statistici:Confronto di due gruppi = test t
  22. 8.2 Differenze tra i gruppi = analisi della varianza
  23. 8.3 Regressione
  24. 8.4 Tabelle di contingenza = chi quadro
  25. 9.1 Applicazioni della statistica ai dati sanitari
  26. 9.2 Metodologia della ricerca