Lezioni, testi e materiali di Diritto Pubblico Comparato

Enzo Balboni

• Publisher: EDUCatt Università Cattolica
• Year: 2016
• eBook ISBN: 9788893350938
• Topic: Law
• Subtopic: Law Theory & Practice
• Index: Law

Lezioni testi e materiali di Diritto Pubblico Comparato di Enzo Balboni

Parte VIII

LA SEPARAZIONE DEI POTERI

Con particolare riguardo al federalismo e all’influenzamento reciproco tra gli organi federali

SEZIONE I

I “Federalist Papers”

“The Federalist” è una raccolta di 85 saggi (i “Federalist Papers”) scritti da Alexander Hamilton, John Jay e James Madison, fra il 1787 e il 1788; sono indirizzati al popolo di N.Y., per sostenere la nuova Carta costituzionale elaborata a Filadelfia (1787) è notevole passo in avanti rispetto alla precedente Confederazione (1777) in base alla quale quale ogni Stato conservava “sovranità, libertà e indipendenza” (Lega di Stati).

Per la l’entrata in vigore della nuova Costituzione era, infatti, necessaria la ratifica di almeno nove Stati (prevista ex art. VII Cost.) tra i quali quello di New York era di fondamentale importanza

La ‘lotta’ per la ratifica della Costituzione fece sorgere due partiti:

– Federalisti: favorevoli a un Governo forte;

– Antifederalisti: favorevoli a una semplice Lega di Stati.

I tre autori

James Madison (1751-1836)

Membro dell’Assemblea costituente della Virginia e della Convenzione di Filadelfia;

eletto al Congresso nel 1789;

propose i dieci emendamenti che diedero vita al “Bill of Rights”;

eletto Presidente USA nel 1809 (per due mandati, dopo J. Adams e T. Jefferson.

Alexander Hamilton (1757-1804)

Aiutante di Washington durante la guerra di indipendenza;

delegato dello Stato di N.Y. alla Convenzione di Filadelfia;

ministro delle Finanze e grande amministratore;

federalista, con la ferma convinzione che la forma di governo inglese fosse la migliore.

John Jay (1745-1829)

Primo Presidente del Congresso Continentale (1778-1779);

primo presidente della Corte Suprema dal 1789 al 1795;

leader del Partito federalista;

governatore di New York tra il 1795 e il 1801;

fervido oppositore della schiavitù, nel 1799 riuscì a far approvare una legge per l’emancipazione degli schiavi, relativa allo Stato di New York;

le motivazioni di alcuni “istituti” giuridici [es. sistema elettorale basato sui c.d. grandi elettori; ovvero la forma di governo presidenziale (forte)] come sostenuti e giustificati nel Federalist, al fine di meglio comprenderne le ragioni storiche e teoriche degli istituti stessi, sono ancora oggi applicati e vigenti;

In particolare, l’atttenzione va posta sui seguenti papers:

n. 70 su L’unità del potere Esecutivo (Hamilton) a firma Publius;

n. 68 su Il Presidente e la sua elezione (Hamilton);

n. 51 su La giusta ripartizione dei Poteri (Hamilton o Madison);

n. 48 su Il reciproco controllo dei Poteri (Madison);

n. 73 su Le interazioni tra potere esecutivo e legislativo, in particolare il potere presidenziale di veto.

Paper n. 70: L’unità del potere Esecutivo

«Esiste indubbiamente l’idea, e coloro che l’abbracciano non sono pochi, che un forte Esecutivo possa essere in contrasto con lo spirito della Costituzione. Gli illuminati fautori di questo tipo di governo devono quanto meno sperare che tale supposizione sia destituita di ogni fondamento, giacché essi non potrebbero mai ammettere la sua validità senza condannare, al medesimo tempo, anche i propri principi».

«L’energia dell’Esecutivo rappresenta la caratteristica principale di un buon governo. Essa è qualità essenziale a (1) proteggere la comunità da attacchi dall’esterno; ed altrettanto essenziale a (2) garantire una costante e uniforme applicazione delle leggi; a (3) proteggere la proprietà contro i tirannici complotti che intralciano talora il corso regolare della giustizia; a (4) salvaguardare la libertà contro le macchinazioni e gli attacchi dell’ambizione, della fazione e dell’anar­chia».

Soprattutto quest’ultimo passaggio sembra testimoniare quanto (parte de)gli storici ritengono e cioè che alla vigilia della Convenzione (di Filadelfia) la situazione del paese fosse assai critica; scriveva, infatti, Washington a Jefferson il 30 marzo 1787 che:

...a meno che venga subito applicato un rimedio sopravverranno inevitabilmente l’anarchia e la confusione

«Un Esecutivo debole implica azione di governo parimenti debole. E debole azione di governo non è che un altro nome per cattiva azione di governo; e un governo che si conduca male sarà, in pratica, comunque esso sia in teoria, un cattivo governo.

Dando dunque per assunto che tutti gli uomini di buon senso si trovino d’accordo nell’auspicare un Esecutivo energico, rimarrà solo da chiedersi quali sono gli elementi che costituiscono questa forza.

Sorge il problema di trovare equilibrio e punto di sinte...

Table of contents

• INDICE
• Parte I INTRODUZIONE AL DIRITTO PUBBLICO COMPARATO
• Parte II EVOLUZIONE STORICO-POLITICA DELLE FORME DI STATO
• Parte III FORME DI STATO
• Parte IV FORME DI STATO IN RELAZIONE ALLA RIPARTIZIONE TERRITORIALE DEL POTERE
• Parte V FORME DI GOVERNO
• Parte VI L’ORDINAMENTO COSTITUZIONALE USA
• Parte VII LA GARANZIA DEI DIRITTI
• Parte VIII LA SEPARAZIONE DEI POTERI