Archeologia classica. Il mondo greco. Produzione architettonica e figurativa dal X al I sec. a.C.
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Archeologia classica. Il mondo greco. Produzione architettonica e figurativa dal X al I sec. a.C.

Chiara Tarditi

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Archeologia classica. Il mondo greco. Produzione architettonica e figurativa dal X al I sec. a.C.

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Questo manuale, come altri di molti colleghi che mi hanno preceduta, nasce dall'esperienza didattica delle lezioni universitarie, non perché si sentisse la mancanza di un ulteriore strumento per la preparazione dei corsi del triennio universitario ma sostanzialmente perché ogni docente non riesce a riconoscersi mai del tutto in un testo già esistente: si sente così l'esigenza di offrire ai propri allievi un racconto più personale di quello che si ritiene essere stato lo sviluppo della cultura figurativa e costruttiva del mondo greco, selezionando, all'interno di quella che è una produzione vastissima, alcuni esempi specifici che si ritengono più adatti a definirne i caratteri salienti. In particolare, nel testo che segue si cerca di evidenziare sempre il contesto storico in cui si sono sviluppate le varie problematiche culturali e artistiche, con una particolare attenzione a quelli che sono gli aspetti più originali della cultura artistica greca e che la differenziano maggiormente dalle coeve produzioni figurative e architettoniche. Questi aspetti sono anche quelli che, attraverso la loro completa recezione da parte del mondo romano, hanno contribuito in modo determinante alla formazione dello stile figurativo naturalistico e della cultura architettonica del mondo europeo fino almeno all'inizio del XX sec.: ed è per questo che la loro conoscenza si rivela di fondamentale importanza per un'esatta comprensione di quelli che sono stati i successivi sviluppi della storia dell'arte.

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Information

1.
L’ARCHEOLOGIA CLASSICA

Definizione di “archeologia”

Volendo dare una definizione sintetica di archeologia, si può dire che essa è lo studio di una civiltà antica attraverso le testimonianze materiali prodotte, i manufatti, cercando di recuperarne una visione globale, non incentrata tanto sui grandi avvenimenti politici quanto piuttosto su aspetti legati alla vita quotidiana, alla cultura, l’economia, l’arte, ecc.
L’archeologia è una disciplina umanistica, poiché l’oggetto della sua conoscenza è l’attività umana; e storica, perché elemento fondamentale della ricerca è la presenza e l’attività dell’uomo, dal sito preistorico alla città post-medievale.
Fare ricerca archeologica significa avvicinarsi al mondo antico attraverso lo studio delle sue testimonianze materiali: si possono indagare aspetti, oggetti e momenti differenti ma il tutto è sempre finalizzato alla comprensione storica. L’archeologia non è solo l’attività legata alla pratica dello scavo ma anche tutta una serie di altri approcci al mondo antico che permettono di ricostruire come era e come e perché si è sviluppato in un certo modo, perché sono state fatte certe scelte di tipo insediativo, produttivo, artistico. Fine specifico dell’archeologia è la ricostruzione della storia attraverso i documenti materiali di una civiltà o di una cultura: non più dunque scavare per “scoprire” monumenti, tesori, od opere d’arte, ma per giungere ad una conoscenza il più ampia e completa possibile della storia di un determinato sito. I documenti materiali possono essere di entità e natura molto differente, dal tempio al frammento di ceramica comune. La ricerca archeologica utilizza strumenti differenti, che vanno dall’interpretazione delle fonti antiche, alle ricognizioni di superficie delle aree di interesse archeologico, allo scavo vero e proprio.
Proprio nello scavo archeologico vi è stata una progressiva evoluzione delle procedure applicate, a partire dall’epoca delle prime ricerche, alla fine del XVIII sec., parallelamente al mutare dei fini della ricerca archeologica: da semplice ricerca di oggetti preziosi e monumenti importanti a strumento di indagine e di recupero di dati e di informazioni. Si è passati infatti dalla volontà di recuperare oggetti, meglio se preziosi, per il loro valore estetico, alla volontà di esaminare e comprendere i manufatti inseriti all’interno del loro contesto definito, cercando di cogliere il legame tra oggetto recuperato, condizioni di rinvenimento, significato storico.

Metodi di ricerca

Oltre allo scavo, gli strumenti di indagine archeologica comprendono fonti letterarie, ricognizioni di superficie, prospezioni geo-fisiche e chimiche sul terreno, fotografia aerea, studio dei materiali recuperati, studio dei monumenti.
Il metodo di scavo più preciso e utile è quello stratigrafico, basato sul principio dell’esistenza di diversi strati depositatisi nel corso del tempo, in modo naturale (es., depositi alluvionali) o artificiale (per opera dell’uomo): la rimozione degli strati in senso inverso alla loro deposizione, cioè dal più recente al più antico, permette di individuare tutte le fasi di occupazione, utilizzo o abbandono che si sono susseguite in un sito.
A seconda del contesto di indagine non cambiano la procedura e la tecnica di scavo ma cambia il tipo di informazione: lo scavo di un abitato costituisce la situazione ideale per lo studio delle condizioni di vita: tipo di agglomerato (pre-urbano, urbano), tipo di casa, viabilità (secondo le linee di pendenza naturali o elaborata artificialmente), strutture pubbliche e servizi (es. pozzi, fontane, condutture per l’acqua, sistemi di fognature), edifici pubblici, religiosi o comunitari, ecc.; tecniche costruttive per abitazioni e per monumenti ed edifici pubblici; utensili di uso quotidiano, soprattutto ceramica, dai quali è possibile ricostruire anche quella che era l’economia: esistenza di botteghe ed officine artigianali e possibilità di individuare produzioni destinate solo al consumo interno o anche per l’esportazione; presenza di materiali importati, dai quali si può ricostruire la rete di contatti commerciali.
Le tombe e le necropoli sono l’espressione dell’ideologia funeraria, delle credenze, che permettono di osservare i rituali adottati (inumazione/cremazione; segnacolo – monumento funerario o no; corredo o no; dati sul numero di abitanti di una comunità; dati su alimentazione, malattie, età media).
I santuari permettono di cogliere l’espressione della religiosità, delle forme di culto praticate (legati ad una singola città, regionali o sovraregionali, aperti a tutti i visitatori; esistenza di edifici monumentali: studio di architettura, tecniche costruttive; doni votivi: piccolo artigianato o grande statuaria; offerte di singoli o riflesso di personaggi ed avvenimenti storici).
Lo scavo di un sito, con il suo progressivo avanzare, comporta sempre la sua stessa distruzione, almeno parziale: la prosecuzione di uno scavo comporta infatti la distruzione degli strati soprastanti e solo pochi sono gli elementi che si possono preservare con restauro o asportazione (elementi conservabili: es. affreschi, mosaici, strutture murarie). Per questo è particolarmente importante l’accurata documentazione di tutti gli elementi che vengono scavati, siano essi strutture o strati terrosi, per la successiva fase di studio e di ricostruzione della storia del sito.
Questo aspetto è uno di quelli per i quali è possibile osservare una evoluzione estremamente significativa negli ultimi decenni, durante i quali si è acquisita una progressiva consapevolezza dell’importanza di ogni elemento che costituisce la stratificazione archeologica. A questa consapevolezza si è accompagnata un’evoluzione della riflessione teorica su come affrontare ogni scavo ed ogni ricerca archeologica, rivalutando in particolare l’importanza di considerare non solo le problematiche artistiche ma anche tutti gli aspetti della vita quotidiana nelle società antiche (scelte insediative, tipo di agglomerato e di strutture abitative, sistema economico e sociale, produzioni, commerci, ideologia religiosa e funeraria, personalità artistiche riconoscibili, ecc.), in modo da avere una vera panoramica il più possibile completa della realtà storica che si sta indagando.
Ne consegue la necessità di raccogliere tutte le informazioni possibili su questi aspetti, recuperando tutti i materiali, documentando tutti gli elementi, le strutture e gli strati di terra ad essi legati: gli strati terrosi non sono più visti solo come un ostacolo da rimuovere il più velocemente possibile per mettere in luce i monumenti sepolti ma costituiscono essi stessi una preziosa documentazione sulla creazione, l’utilizzo e l’abbandono di un sito.
Questa molteplicità dei possibili elementi oggetto di studio hanno ampliato moltissimo le aree di ricerca archeologica, non più limitata ai soli manufatti artistici ma comprendente anche realtà molto diverse, come ricerche sul campo, studi sulle classi di materiali, su particolari stili artistici o singole personalità, su complessi monumentali, ecc., tutti campi di ricerca perfettamente validi e legittimi se correttamente impostati ed eseguiti, la cui scelta dipende esclusivamente dalla formazione e dalle particolari inclinazioni di ciascuno studioso.
Si ritengono così oggi definitivamente cosi superate le contrapposizioni che hanno accompagnato gli ultimi decenni della ricerca archeologica, con l’opposizione anche feroce tra archeologi attivi sul terreno di scavo ed interessati al recupero globale di tutte le fasi di vita di un sito ed archeologi dediti soprattutto agli aspetti storico-antiquari o storico-artistici: i primi convinti di operare essi soli nell’unico modo corretto di indagare il mondo antico, condannando le ricerche storico-artistiche o di archeologia monumentale “vecchio stile”, troppo influenzate da una visione idealistica della storia dell’arte; i secondi, legati inizialmente al mondo un po’ rarefatto dei musei e ad un certo disprezzo per la cultura materiale (i cocci), considerata inutile per la comprensione della storia dell’arte antica.

Studio dei manufatti

Con il progressivo specializzarsi delle competenze e l’affinarsi dei metodi di ricerca, lo studio delle singole classi di manufatti (architettura, statuaria, ceramica, monete, ecc.) è diventato sempre più specifico e parcellizzato, sempre più specialistico (es. studio delle singole classi ceramiche). Ma è necessario ricordare che questi approfondimenti non devono costituire il fine ultimo di una ricerca: lo scavo non deve mai avere come scopo solo la definizione della sequenza stratigrafica, così come lo studio di una classe ceramica non deve essere finalizzato solo all’individuazione di tutte le possibili varianti nella forma di un orlo, né lo studio della scultura di un periodo deve esclusivamente occuparsi della resa delle forme plastiche: non va mai perso di vista il panorama di conoscenza storica nel quale inserire il singolo dato della ricerca, strumento di una maggiore comprensione di fenomeni più ampi, quali lo sviluppo di un insediamento o le motivazioni storiche legate alla produzione scultorea di una determinata fase culturale. È dunque fondamentale poter condurre una ricerca scientifica estremamente affinata e specialistica senza perdere mai di vista il fine principale di questi studi.

Moltiplicarsi delle archeologie

Lo sviluppo di ricerche archeologiche in contesti storici e geografici estremamente vari ha permesso di estendere dal punto di vista cronologico e geografico l’ambito di indagine dell’archeologia: non si parla dunque più solo di archeologia preistorica o classica ma anche di medievale, post-medievale, industriale, di tutte le principali civiltà, del Vicino Oriente, delle civiltà pre-colombiane, dell’India, ecc.: per ogni periodo e per ogni tipo di civiltà è possibile applicare il metodo di indagine archeologico e studiare le testimonianze monumentali, la cultura materiale, le pratiche funerarie, i tipi di insediamenti, ecc., per cercare di ricostruire il modo di vita e la sequenza di cambiamenti e di processi che hanno portato a determinate scelte e realizzazioni. Dunque, molteplicità di obiettivi di ricerca ma utilizzo degli stessi metodi.

Archeologia classica

I risultati delle ricerche archeologiche in Grecia e nel mondo romano sono in genere indicati come “Archeologia classica”, definizione entrata anche nel linguaggio comune e utilizzata anche per indicare la disciplina nell’ambito dei programmi universitari.
Il mondo dell’archeologia classica è sempre stato caratterizzato da un marcato interesse per l’aspetto artistico, addirittura l’unico ad essere considerato fino a non troppi decenni fa, a scapito soprattutto degli aspetti più legati alla cultura materiale, al punto da creare quasi un’identificazione tra gli studi di archeologia classica e quelli dedicati alle manifestazioni architettoniche, scultoree e figurative in genere. Un elemento che ha condizionato fortemente questo orientamento delle ricerche è l’esistenza dei numerosissimi testi letterari giuntici dalla mondo greco e da quello romano, testi che hanno influenzato anche lo sviluppo degli studi archeologici: p.es., la conoscenza dei nomi di illustri scultori e pittori greci ha spinto gli studiosi a cercare di riconoscerne le opere o lo stile tra le molte statue greche giunteci, fossero esse originali o copie.
E lo stretto legame con la letteratura greca e latina è all’origine della definizione stessa di archeologia “classica”.

Definizione di “classico

Nella lingua di oggi un “classico” è un qualcosa che costituisce un modello, in qualsiasi campo: si parla infatti di classici della letteratura, del cinema, di gare sportive; per una cultura o una civiltà, comunemente il suo periodo classico indica il periodo aureo, di maggiore splendore e sviluppo, l’acmé dello sviluppo della cultura e delle arti, ...

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