MANUALE DEL LINGUAGGIO DEL CORPO. Scopri Segreti e Tecniche della Comunicazione Non Verbale e Diventa un Asso della Seduzione
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MANUALE DEL LINGUAGGIO DEL CORPO. Scopri Segreti e Tecniche della Comunicazione Non Verbale e Diventa un Asso della Seduzione

Giusi Maugeri

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MANUALE DEL LINGUAGGIO DEL CORPO. Scopri Segreti e Tecniche della Comunicazione Non Verbale e Diventa un Asso della Seduzione

Giusi Maugeri

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Credi che il linguaggio del corpo sia una faccenda che non ti riguardi? Ne sei certo?
E che ne diresti se, facendo attenzione a piccoli gesti, potessi capire in anticipo cosa dà fastidio al tuo capo o se la tua ragazza ti ha mentito riguardo all'uscita con Cristina?
Non sarebbe interessante e conveniente notare se stai annoiando chi ti sta ascoltando o se piaci alla ragazza con cui sei uscito ieri sera?
E, per di più, non sarebbe utile capire, da piccole cose, l'indole di chi hai conosciuto da appena due giorni, per potertici rapportare meglio e, di conseguenza, per instaurare una relazione più solida?
Si può davvero arrivare a capire tutto questo facendo attenzione a cosa ci raccontano il volto e il corpo? La risposta è "Sì". Scoprilo in questo manuale, dall'inconfondibile stile ironico e scanzonato di Giusi Maugeri!

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Information

1. CREDI DAVVERO DI SAPERE SEMPRE COSA PENSANO DI TE GLI ALTRI? NO, DICI, MA DI CERTO I MIEI MIGLIORI AMICI/FIDANZATO/MOGLIE/MACELLAIO DI FIDUCIA SÌ. CHE TENERA INGENUITÀ…

 
Eccomi! Allora, dove eravamo? Ah si, il quaderno rosso.
Bene, posseggo quest’agenda dall’età di 19 anni – adesso ne ho parecchi di più, ahimè - e in essa sono contenuti tutti i miei appunti sugli stratagemmi che uso per riconoscere i messaggi che gli altri ci inviano, quelli autentici, svelati da un sistema di trasmissione innato, istintivo e, soprattutto, vero: il linguaggio del corpo.
Quelle informazioni che stanno dietro alle vere emozioni delle persone e che ci permettono di cogliere non solo la verità ma anche i loro intenti, sentimenti, quello che davvero pensano e che, per diversi motivi, spesso anche inconsapevoli, non vogliono o non hanno il coraggio di trasmettere.
Sapevi che i modi di agire non verbali sono chiamati ‘’rivelatori’’ proprio perché raccontano cosa pensa davvero una persona?
E sapevi che tali comportamenti contano circa il novantatre percento dell’intero scambio di informazioni e possono arrivare addirittura al cento per cento tra due partner durante un rapporto sessuale? Pazzesco, non trovi?
Mi chiedi perché tengo un’agenda dove appunto periodicamente i segni della comunicazione non verbale?
Perché a 19 anni una carissima amica usò la mia ingenuità e fiducia per passare informazioni, riguardo a un mio progetto scolastico, a una sua conoscenza.
Sosteneva di avere una forte antipatia per questa ragazza quando, in realtà, erano molto amiche.
Alla fine entrambe mi soffiarono il progetto e lo spacciarono per una loro idea.
E sai cosa mi ferì più di tutto? ‘’Davvero non ti eri accorta nulla?’’: fu quello che mi disse lei dopo che io ebbi urlato a entrambe insulti che preferisco non riproporre in questa sede.
‘’Sei davvero una tonna, era così palese che volesse fregarti’’, invece, fu quello che disse mia nonna mentre piangevo sulle sue ginocchia, a casa di mia zia Darla.
Mia zia Darla. Ma te la ricordi? Dai! Quella gentile donnina urlatrice rimasta zitella, della quale ho parlato nel mio manuale ‘’Come sedurre gli uomini e farli cadere ai tuoi piedi’’.
Non l’hai ancora letto? Davvero? Dovresti! Dico sul serio. Uomini e donne dovrebbero.
Le donne per capire quanto sia facile risultare attraenti agli occhi di un uomo – invece di farsi tutte quelle pippe mentali, causa concreta dei loro insuccessi - e gli uomini per ghermire i trucchi che noi del gentil sesso utilizziamo nel rito del corteggiamento e non essere, così, colti impreparati.
Va bene, d’accordo! Basta pubblicità.
Dicevamo, mia nonna. Cosa c’entra la mia cara, dolce e scriteriata nonnina?
Hai presente il direttore dell'FBI? Quello nominato dal Presidente degli Stati Uniti d’America? Ecco. A lui, proprio a lui, mia nonna fa le scarpe.
Lei è a capo della più pericolosa e strutturata rete di smascheramento di falsi pettegolezzi della ridente e prospera Biancavilla – mio paese natale e punta del sì detto ‘’triangolo della morte’’- e responsabile del palesamento di ben 689 adulteri, di cui 217 da parte di fidanzati e 472 ad opera di mariti fedifraghi, su commissione di donne innamorate, troppo innamorate, per togliersi i paraocchi, i tappi e quintali di fette di mortadella dagli occhi, e comprendere che, in vero, la realtà era un’altra.
Non solo! Mia nonna ha formato coppie, contribuito a mettere fine a false amicizie, smascherato complotti casalinghi/famigliari servendosi di quello che, con un po’ di studio e pazienza, potremmo utilizzare tutti: il linguaggio del corpo.
Come? Mia nonna è una strega siciliana?
Mah. Probabile anche questo; soltanto, e te lo dico in modo disinteressato, grazie ai suoi suggerimenti, che mi sono premurata di appuntare nel mio prezioso quaderno, sono riuscita a capire quello che, molte volte, non riuscivo ad afferrare, e a comportarmi di conseguenza.
E io, adesso, metto a tua completa disposizione tutti gli avvertimenti che lei mi ha dato affinché tu possa districarti nel groviglio di comunicazioni fallaci e ambigue, e dare la corretta interpretazione alle situazioni.
Attenzione, con questo non voglio dire che bisogna dubitare delle parole che ci vengono dette.
Ti informo solo del fatto che, molte volte, soprattutto in modo inconscio, gesti, smorfie, posizioni delle mani, delle braccia o delle gambe – affronteremo tutti questi temi uno alla volta - ci raccontano di più di quello che viene detto a voce.
Come, nonna? Ah, sì, va bene. Mia nonna, cara lettrice/caro lettore, desidera che io te la presenti – è davvero imbarazzante tutto questo, sob -.
Asserisce che, se sono così sveglia, o ‘’non più tonna’’, come mi ha corretto lei, è anche merito suo.
Così, lei si chiama Maria Elemosina – non ridere ti prego, è anche esperta in articolate congiure mediante sofisticate bamboline voodoo - detta, però, Cinzia.
Perché Cinzia?
Mia zia Darla le ha affibbiato questo seducente epiteto.
Non ho mai compreso a fondo la sua mente bizzarra e devo ammettere che, spesso, mi sono ritrovata ad avere seri dubbi circa la sua stabilità mentale, ma queste sono altre faccende che, se avrai voglia, affronteremo in separata sede.
Bene, finite le presentazioni, io direi che… eh nonna? Ma non credo abbia interesse a saperlo. Si, certo, ma... ok, va bene!
Mia nonna vorrebbe ti dicessi che, riguardo all’amicizia tra me e quella ragazza, mi aveva ammonita più volte riguardo all’autenticità.
Ma io, tifosa del fantastico mondo delle favole, non volli nemmeno prendere in considerazione le sue teorie.
Ma certo, nonna! Parlavi di ‘’sistema limbico’’, ‘’blocco dell’occhio’’, ‘’gesti pacificatori’’ – vedremo questi indicatori e altri nei prossimi capitoli - a una ragazzina che leggeva Vanity Fair e guardava Beverly Hills.
Come potevo fidarmi? Raccontavi, per di più, di alchimia e cromoterapia!
Scusami, una discussione interna.
Comunque, avrei fatto bene ad ascoltarla.
Avrei serbato lacrime e, soprattutto, non sarei stata derubata delle mie idee riguardo ad un progetto di scienze che ricevette le lodi del professore di biologia.
A proposito di scienza, vorrei fare una riflessione rispetto a questo argomento. Tempo fa lessi un articolo molto interessante sull’Internazionale. Il pezzo spiegava come, tendenzialmente, le femmine vengano educate a intraprendere studi di tipo umanistico. Potresti studiare filosofia, dice la mamma, perché non fare lingue antiche, suggerisce il papà. E i maschietti, invece? Studi evidenziano come, altresì, i ragazzi vengano indirizzati allo studio di materie scientifiche.
Cosa ne deriva? Che oltre a regalarci bambolotti con annessi pannolini e biberon orientandoci verso un futuro prestabilito a priori, ci donano anche la convinzione che per noi femminucce sia auspicabile dedicarsi a materie che riguardano esclusivamente lo studio del pensiero. E perché mai? Perché la nostra cultura, ahimè, ci insegna questo. Cosa possiamo fare per ovviare a una problematica così limitante? Regaliamo alle nostre bambine set per la costruzione di vulcani eruttanti magma artificiale e meno ridicoli passeggini rosa. Anche noi donne facciamo scienza!
Tornando a noi… ho fatto tesoro di quella esperienza e mi sono alleata con la mia sagace e fatale nonnina.
Comprendere i rivelatori non verbali e saperli riproporre nel momento appropriato può essere d’aiuto nelle più svariate situazioni:
Un colloquio di lavoro, ad esempio.
Sapevi che il responsabile delle risorse umane impiega, in media, otto secondi per farsi un’idea sull’affidabilità di chi gli sta di fronte e valutare se sia, o meno, il caso di sceglierlo per quel determinato incarico?
Prendere le distanze da persone alle quali non piacciamo ma che, invece, fingono non sia così.
Ti è mai successo di ricevere una delusione da una persona alla quale credevi di piacere? O, viceversa, scoprire di risultare simpatica a qualcuno quando, in realtà, credevi tra voi vi fossero degli attriti?
Concludere un buon affare.
Sai che se scopri in anticipo quali opzioni, riguardo un contratto di vendita ad esempio, possono infastidire il cliente, puoi usare queste informazioni a tuo vantaggio?
Immagina di elencare i punti di un contratto. E se ti accorgessi che, durante la lettura della penultima clausola, il consigliere d’amministrazione ha comunicato, attraverso il linguaggio del corpo, fastidio e riluttanza? Non sarebbe utile saperlo?
Risultare più spontanei e affidabili.
Spesso, l’ansia e le emozioni che proviamo rispetto a una determinata situazione possono fregarci e farci apparire insicuri o disinteressati, con le dirette conseguenze del caso.
Ti è mai successo? A me diverse volte.
Perché ti ho parlato della capacità di sapere esporre gli atti rivelatori, che appartengono alla comunicazione non verbale, nel momento giusto?
Semplicemente perché questi gesti vengono colti dal nostro interlocutore in modo inconsapevole determinando, così, una specifica risposta comportamentale.
A questo proposito ti dico che è importante coglierli e studiarli in modo da utilizzarli a tuo vantaggio durante la comunicazione. In un colloquio di lavoro, ad esempio, per apparire più sicuro e affidabile.
Insomma, se impari ad osservare bene i tuoi interlocutori e chi ti circonda, potrai evitare situazioni sgradevoli o, al contrario, avere benefici in altre.
In questo manuale ti guiderò nella comprensione di gesti, azioni, posizioni nello spazio, che ti permetteranno di vedere al di là delle parole e, perché no, utilizzarli in anticipo per assicurarti la riuscita di un esame orale, una prova di lavoro o anche un primo appuntamento.
Ebbene, scegli una posizione comoda, riempiti un onesto calice di vino rosso e… preparati a scoprire cose che nemmeno immaginavi.
 

1.1. Davvero il nostro sistema limbico è uno spione? Ma poi, cos’è quest’aggeggio?

Ah, sapessi!
Il sistema o cervello limbico è fantastico. Un meccanismo intensamente complesso ma semplice e immediato allo stesso tempo.
Allora, parti dal presupposto che tutti i comportamenti, compresi quelli inconsci, sono gestiti dal nostro cervello. Non esiste nulla che sfugga al suo controllo.
Ora, la nostra massa cerebrale non è costituita da un’unica unità; è, invece, formata da più sistemi indipendenti (ma pur sempre collegati tra loro da una fitta rete neuronale), che svolgono funzioni diverse.
Zone specifiche si occupano di funzioni distinte.
Ad esempio, abbiamo aree cerebrali dedicate alla comprensione del linguaggio, altre alla sua elaborazione.
Ci sono zone che si occupano del movimento, altre della memoria, altre ancora della visione.
Ci sono, poi, particolari regioni impegnate nella captazione ed elaborazione di stimoli emozionali.
È questo il caso del così detto sistema limbico: responsabile dell’esperienza emotiva e dell’elaborazione non solo di emozioni semplici legate alla sopravvivenza –attacco, fuga e fissità o freezing - ma anche di emozioni sociali complesse.
Vorrei precisare che le emozioni legate alla sopravvivenza sono ancestrali e innate ed entrano in azione di fronte a situazioni minacciose o di pericolo.
Mi spiego meglio.
Hai presente gli ominidi pelosi dell’Africa Orientale? I nostri primi antenati delle savane dell’ Etiopia, Tanzania e Kenya vissuti all’incirca sei milioni di anni fa.
Ecco, loro. Come facevano, secondo te, così piccoli e indifesi, a sopravvivere in un ambiente assai ostile, affollato di predatori letali?
Ma, certamente, grazie al sistema limbico, il quale, sviluppatosi da quello dei nostri antenati animali, escogitò degli accorti espedienti per supplire alla loro scarsa prestanza fisica.
Ma ce le vedi tu queste scimmiette bipedi a lottare con creature spaventose, più forti e veloci di loro, con pietre e clave? Erano tempi duri quelli dell’età della pietra. Ah ah ah.
Scusami, non potevo esimermi dal fare questa bellissima battuta.
Quale battuta? Ma come? Pietra… duri?!
Non fa ridere? Me l’ha fatta qualche giorno fa uno dei pazienti del centro di riabilitazione psichiatrica che io frequento (non come paziente, ovviamente). E ha anche r...

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