08 febbraio 2012
– Racconta. So che sei qui per questo. Non avere paura e non sentirti giudicata, il mio mestiere è ascoltare e cercare di capire. A volte sai, quello che sembra la nostra debolezza scopriamo essere la nostra forza, ma il percorso può essere lungo. Rilassati e parlami di te. –
PAURA DI AMARE
… è meglio se c’è qualche nube in cielo perché se piove già me lo aspettavo.
Era il loro primo vero appuntamento. Si erano già visti in varie occasioni lavorative ma sempre in mezzo ad altra gente, in contesti dove difficilmente avevano potuto condividersi. Poi l’invito. Marco le aveva chiesto di uscire per una cena, e lei, senza neanche pensarci, aveva detto di sì. Se lo aspettava. Aveva capito che quell’uomo incontrato sul lavoro sarebbe stato importante per lei. Aveva cercato informazioni, sondando tra le colleghe, quelle che sanno sempre tutto di tutti. Lo aveva fatto senza esporsi troppo, con la maliziosa indifferenza tipica delle donne. Marco era scapolo, da poco trasferito a Bologna da Brindisi come responsabile marketing del reparto dove lei lavorava. Uomo affidabile e di bell’aspetto, l’aveva colpita. Si vociferava avesse chiuso di recente una storia con una donna del suo paese e quindi era anche disponibile, benestante e indubbiamente affascinante.
Maria ripensò a quando, ragazzina, individuò quelle come qualità che avrebbe cercato in un uomo, lo fece giocando con le amiche al gioco della verità. Aveva le idee chiare allora, ma nella realtà’ nel tempo si era disillusa capendo che in amore non sono ammesse previsioni e certezze. Una brutta storia passata aveva lasciato il segno o meglio un cratere difficile da colmare. Era rimasta scottata, proprio lei, così stabile e decisa si era abbandonata a un rapporto devastante dove la sua posizione completamente passiva l’aveva portata a una totale perdita di autostima. Lui la tradiva e lei era sempre rimasta lì, inerte, a inventare scuse per non abbandonarlo, a colmare vuoti con la fantasia e a morire dentro per vivere fuori, con lui. Poi quell’uomo si era stancato, probabilmente aveva trovato un’altra Maria da sottomettere ma con il gusto della novità. Ne era uscita distrutta ma ce l’aveva fatta. Il lavoro l’aveva aiutata, vi si era buttata a capofitto. Da allora era stata ben attenta a scansare il sapore dell’emozione e del sentimento, consapevole del beneficio di quella dieta. Erano passati tre anni ma ancora percepiva quella insana voglia di abbandonarsi alla crudele sensazione di non essere più nulla senza di lui. E ora c’era un altro Lui. Erano quasi le otto. Era l’ora di uscire.
La scelta dell’abbigliamento era stata difficile come quella di un adolescente.
Aveva provato e riprovato tutto, sbuffato su gonne troppo strette e inveito su collant bucati.
Alla fine aveva optato per un semplice tailleur pantaloni, molto sobrio, con una camicia bianca aperta sul davanti che risaltava le sue forme importanti.
Preferiva incontrarlo direttamente al ristorante, quasi a sottolineare quella autonomia che ormai faceva parte di lei, la sua forza.
Lui era già lì. Seduto al tavolo in fondo alla sala, luminoso nel suo abito grigio scuro e sorridente al suo arrivo. Era lì per lei e ogni suo gesto, ogni sua parola, sottolineavano quanto quell’incontro fosse importante.
Ecco, l’uomo che aspetti tutta la vita, corteggiatore affabile pieno di argomenti, recipiente e idrante di dolci emozioni. Maria assaporò tutto ciò insieme all’arrosto che aveva nel piatto ma era tutto troppo perfetto e non le piaceva. Erano troppi gli ingredienti che da tempo non gustava più, la dolcezza, l’emozione dello sguardo, il timore di non piacere, il brivido della seduzione, l’abbraccio del non essere sola. Iniziò a sudare. Aveva ora una strana sensazione di paura che le serrava lo stomaco. Lui appoggiò la mano sulla sua e lei sentì il suo calore come una calda coperta che la riparava da tutto il freddo che aveva dentro. Qualche cosa stava accadendo. Togliere una corazza da un corpo nudo fa molto male e non sempre siamo pronti al dolore.
Lei accolse quella mano delicatamente, poi con fare gentile, prese il coltello alla sua destra e glielo conficcò nel dorso. Gli occhi di lui si sgranarono più per lo stupore che per la sofferenza.
D’improvv...