Dessí e la Sardegna
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Dessí e la Sardegna

I carteggi con «il ponte» e il polifilo

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Dessí e la Sardegna

I carteggi con «il ponte» e il polifilo

About this book

È una Sardegna fuori del tempo, alle soglie della storia, quella che emerge dalle pagine dei romanzi e dei racconti di Giuseppe Dessí. Ma è anche una Sardegna viva, ricca di contraddizioni che si inverano nel paesaggio e nelle vicende degli uomini. Il rapporto profondo che ha legato Dessí alla sua terra, nutrendone la narrativa, la saggistica, il lavoro intellettuale, si impone con forza nei carteggi raccolti in questo volume. Le lettere inedite, rintracciate in quattro diversi archivi italiani, trascritte e puntualmente annotate da Giulio Vannucci, raccontano la nascita e la composizione del numero speciale del «Ponte» di Calamandrei dedicato nel 1951 alla Sardegna e ricostruiscono la genesi della splendida antologia Scoperta della Sardegna, pubblicata nel 1965 dal Polifilo di Alberto Vigevani. In quei due libri straordinari lo scrittore, lasciando per una volta la voce narrativa ad altri, aveva costruito, non solo attraverso le parole di amici, ma di studiosi, storici, politici…, un diverso racconto corale dell’isola: mettendosi al servizio di Calamandrei, nel caso del «Ponte», per trovare collaboratori idonei a parlare della Sardegna del dopoguerra; impegnandosi a scegliere ricercatori capaci di tracciare una nuova e originale guida alla scoperta culturale dell’isola nel caso del Polifilo. Di tutto questo ci parlano adesso i carteggi, ma anche della cultura degli anni 60, dei dialoghi e delle tensioni intellettuali che accompagnarono Dessí nella compilazione di due opere che per acutezza antropologica e sociale ancora oggi ci parlano di una ‘dimora vitale’ che era la sua. Giulio Vannucci si è laureato in Letteratura Italiana moderna e contemporanea alla Facoltà di Lettere e Filosofi a dell’Università di Firenze e fa parte di un gruppo di ricerca diretto da Anna Dolfi che si occupa di edizione e catalogazione di testi contemporanei. Ha pubblicato un libro che attraverso testimonianze inedite ricostruisce le passioni letterarie e teatrali di uno dei narratori più importanti della Terza generazione (Giorgio Bassani all’Accademia d’arte drammatica, Roma, Bulzoni, 2010), fa parte della redazione degli «Asini», rivista di educazione e intervento sociale.

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Moderna/Comparata
3
Moderna/Comparata
Collana diretta da
Anna Dolfi – Università di Firenze
Comitato scientifico
Marco Ariani – Università di Roma III
Enza Biagini – Università di Firenze
Giuditta Rosowsky – Université de Paris VIII
Evanghelia Stead – Université de Versailles Saint-Quentin
Gianni Venturi – Università di Firenze
Dessí e la Sardegna
I carteggi con «Il Ponte» e il Polifilo
a cura di
Giulio Vannucci
Firenze University Press
2013
Dessí e la Sardegna : I carteggi con il «Ponte» e Il Polifilo / a cura di Giulio Vannucci. – Firenze : Firenze University Press, 2013.
(Moderna/Compatata ; 3)
http://digital.casalini.it/9788866554011
ISBN 978-88-6655-400-4 (print)
ISBN 978-88-6655-401-1 (online PDF)
ISBN 978-88-6655-402-8 (online EPUB)
Indice
INTRODUZIONE9
NOTA AL TESTO45
CORRISPONDENZA CON «IL PONTE»49
CORRISPONDENZA CON IL POLIFILO 127
APPENDICE
Lettere di Corrado Tumiati a Giuseppe Dessí (1940-1942)263
Per il numero speciale del «Ponte» sulla Sardegna269
Altra corrispondenza per il numero del «Ponte» sulla Sardegna277
Per «Scoperta della Sardegna»287
INDICE DEI NOMI293
introduzione
I Sardi appartengono alla razza dei Rǔm, è gente di proposito, che non lascia mai l’arme.
Al-Idrīsī (1099 circa-1164 circa)1
Una descrizione di Zaira qual è oggi dovrebbe contenere tutto il passato di Zaira. Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole.
Italo Calvino, Le città invisibili
1.
In un saggio-racconto del 1955 su Cagliari, sua città natale, Giuseppe Dessí, cedendo fatalmente a un parziale “fuori tema”, torna a soffermarsi su Villacidro, imprescindibile dimora vitale, come a sottolineare l’importanza non tanto del luogo della nascita, quanto di quello dell’appartenenza: «le mie radici sono a Villacidro». E di seguito formula forse la sua più netta dichiarazione di radicamento al piccolo paese sardo:
Io potrei avere girato il mondo come un mercante di Mille e una Notte, scoperto paesi favolosi, accumulato ricchezze e conosciuto donne meravigliose, ma Villacidro è la mia patria. Ora che da tanto tempo ne vivo lontano, anche Cagliari partecipa di questo potere di attrazione che piega l’ago della mia bussola; ma ogni volta che la nostalgia mi riporta sui suoi bastioni, all’ombra delle sue torri, o lungo il viale di Buoncammino, spira, dentro la nostalgia, un’altra nostalgia, come un vento leggero leggero ma persistente che mi sospinge verso le mie montagne. Ma questo non è, come si potrebbe credere, un fatto sentimentale [...], o per lo meno non è soltanto questo. Ciò che conta di più è che io là mi sento forte, intelligente, onnisciente. Se tocco l’acqua della Spendula, so di che cosa è fatta quell’acqua, se prendo in mano un sasso ho del sasso una conoscenza che arriva fino alla molecola dell’atomo. Il tavolo a cui mi appoggio è stato albero, è carico di tempo astronomico, di tempo vegetale, di tempo umano. Quando sono là questo sentimento mi riempie e mi sento bene, e non ho nemmeno bisogno di esprimerlo razionalmente o liricamente. Posso semplicemente tacere2.
Si tratta dunque di radici che hanno a che fare con la conoscenza profonda delle cose, dei luoghi, ma anche degli oggetti, che rimandano agli elementi di cui sono composti e a loro volta agli atomi. Quasi un mise-en-abîme spaziale e quindi temporale, indice di quella dimensione preistorica (nel senso reale, però, di “prima” e fuori dalla storia) propria di tutta la Sardegna dessiana. Perché se Villacidro è il luogo delle radici, è tutta l’isola, come scriverà dieci anni dopo (nell’introduzione a Scoperta della Sard...

Table of contents

  1. F1836_Vanucci