Il "buono-scuola" per una "buona scuola"
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Il "buono-scuola" per una "buona scuola"

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Senza parità economica, la parità giuridica tra scuole statali e scuole private è solo un ulteriore inganno carico di nefaste conseguenze. Ma questa, purtroppo, è la situazione in cui versa il nostro sistema formativo, privo di quella «macchina di scoperta del nuovo, da cui scegliere il meglio» che consiste nella competizione tra scuola e scuola. Conseguentemente, la proposta del buono-scuola non rappresenta forse la giusta terapia per le difficoltà che attanagliano sia la scuola statale che quella paritaria? E poi: non è giusto e soprattutto non è libero un Paese dove una famiglia che iscrive un figlio ad una scuola paritaria debba pagare per questa sua scelta di libertà. Insomma: uno Stato che costringe a comprare pezzi di libertà può dirsi ancora Stato di diritto? Ebbene, a queste domande e ad altri interrogativi con esse interconnessi si cerca di rispondere con le considerazioni di questo breve saggio, la cui tesi di fondo è che la scuola statale è un bene grande e prezioso e che, per questo, va protetto e salvato: salvato dallo statalismo.

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Information

Uno Stato che costringe a comprare pezzi di libertà non è uno Stato di diritto

È DEL 31 LUGLIO SCORSO il documento della CEI su La scuola cattolica risorsa educativa della Chiesa locale per la società dove, puntando sulle ragioni, il valore, il significato sociale e civile della scuola cattolica, i vescovi ribadiscono il principio che in ambito educativo alle famiglie sia consentito di scegliere «senza condizionamenti il percorso di studi e la scuola reputata migliore per sé e i propri figli». E insistono su quanto stabilito il 14 marzo del 1984 dal Parlamento europeo nella Risoluzione «sulla libertà di insegnamento nella Comunità europea», e cioè sul fatto che «il diritto alla libertà di insegnamento implica per sua natura l’obbligo per gli Stati membri di rendere possibile l’esercizio di tale diritto anche sotto il profilo finanziario e di accordare alle scuole le sovvenzioni pubbliche necessarie allo svolgimento dei loro compiti e all’adempimento dei loro obblighi, in condizioni uguali a quelle di cui beneficiano gli istituti pubblici corrispondenti, senza discriminazione nei confronti degli organizzatori, dei genitori, degli alunni e del personale».
Ma ecco che da più parti e di continuo viene additato come un furto il contributo pubblico alla scuola paritaria. Ora, però, sta il fatto che parecchi affaccendati tribuni nascondono a se stessi e agli altri “interessati” che non è più che una miseria il contributo dello Stato italiano alle scuole paritarie, soprattutto se paragonato al contributo elargito alle scuole non statali da Stati come la Francia, il Belgio, l’Irlanda, la Germania, la Spagna o l’Inghilterra. E quel che più conta è che i nominati poco lungimiranti statalisti – ciechi dinanzi agli esiti nefasti delle loro magari buone intenzioni – si guardano bene dal fare i conti e dal dire quanto la scuola paritaria (cattolica e laica) fa risparmiare allo Stato. Dai dati Miur 2012: Alunni delle scuole statali 7.737.639; Alunni delle scuole paritarie 1.036.403, di cui 702.997 iscritti alle scuole cattoliche. Finanziamento totale alle scuole statali: € 40.596.307.956; Finanziamento totale alle scuole paritarie: € 498.928.558. Costo allo Stato in media per alunno di scuola statale: € 5.246,60; Costo allo Stato in media per alunno di scuola paritaria: € 481,40. Le scuole paritarie, dunque, in un anno, hanno fatto risparmiare allo Stato la bella cifra di € 5.000.000.000 (cinque miliardi). In dieci anni – con un calcolo per difetto, dato che il numero degli alunni iscritti alle scuole paritarie è progressivamente diminuito – la scuola paritaria ha fatto risparmiare allo Stato oltre 50 miliardi di euro.
Non è giusto e soprattutto non è libero un Paese dove una famiglia che iscrive un figlio ad una scuola paritaria debba pagare per questa sua scelta di libertà. Uno Stato che costringe a comprare pezzi di libertà non è uno Stato di diritto. E, intanto, negli ultimi anni è morta una scuola libera ogni tre giorni – ogni tre giorni è morto un pezzo di libertà. Non dice proprio niente questo massacro di libertà ai tanti sedicenti liberali e ai cattolici impegnati in politica, i più audaci dei quali fanno ogni tanto qualche timido capolino tra le pieghe delle tende dei più svariati accampamenti? Non parlano perché non sanno o perché, per dirla con Cioran, hanno il bavaglio spalmato di miele? È David Hume a ricordarci che «la libertà non si perde tutta in una volta». E di Karl Popper è il monito per cui «il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza».
ALUNNI DEL SISTEMA NAZIONALE DI ISTRUZIONE
(ANNO SCOLASTICO 2012-13)
ALUNNI DEL SISTEMA NAZIONALE DI ISTRUZIONE (ANNO SCOLASTICO 2012-13)
* Dati Miur.
** Elaborazione Centro Studi Scuola Cattolica su dati Miur provvisori.
N.B. Le percentuali delle scuole statali e paritarie sono calcolate sul totale del rispettivo ordine e grado; le percentuali delle scuole cattoliche sono calcolate sulle rispettive scuole paritarie. Il totale degli alunni non corrisponde alla somma delle scuole statali e paritarie in quanto alcuni frequentano scuole non paritarie non comprese nella tavola.
FINANZIAMENTI STATALI AL SISTEMA NAZIONALE DI ISTRUZIONE
SCUOLA STATALE (DATI EURYDICE) (PREVISIONI DI BILANCIO GIUGNO 2013)
Finanziamento totale alle scuole statali €40.596.307.956
Costo allo Stato in media per alunno di scuola statale € 5.246,60
Scuola paritaria (dati Miur) (anno finanziario 2013)
Cap. 1477 (erogato marzo 2013) € 275.928.558
Cap. 1299 (erogato febbraio 2014) € 223.000.000
Finanziamento statale totale alle scuole paritarie € 498.928.558
Costo allo Stato in media per alunno di scuola paritaria € 481,40
FINANZIAMENTO PUBBLICO ALLE SCUOLE NON STATALI IN EUROPA
Belgio Gli stipendi di tutto il personale sono a carico dello Stato.
Francia Sono possibili quattro alternative:
a) integrazione amministrativa, con tutte le spese a carico dello Stato;
b) contratto di associazione, con spese di funzionamento e per i docenti a carico dello Stato, a condizione che i docenti abbiano gli stessi titoli dei colleghi statali;
c) contratto semplice, con spese per il solo personale docente a carico dello Stato;
d) contratto di massima libertà, che non prevede alcun contributo.
Germania Sono a carico dello Stato e delle Regioni (Lànder) lo stipendio dei docenti (85%), gli oneri previdenziali (90%), le spese di funzionamento (10%) e la manutenzione degli immobili (100%).
Inghilterra Nelle maintained school sono a carico dello Stato tutti gli stipendi e le spese di funzionamento, oltre all’85% delle spese di costruzione.
Irlanda Le spese di costruzione degli immobili sono a carico dello Stato: in misura completa per le scuole dell’obbligo; per l’88% nelle scuole superiori.
Lussemburgo Sono a carico dello Stato tutte le spese.
Olanda Sono a carico dello Stato tutte le spese nella scuola dell’obbligo; sono forniti sussidi per la costruzione e il funzionamento delle scuole superiori.
Portogallo È erogato dallo Stato l’equivalente del costo medio di un alunno di scuola statale.
Spagna Sono a carico dello Stato tutte le spese.
(Fonte: Agesc 2012)

Appendice

Ma davvero le discipline umanistiche sono “sapere superfluo”?

OVUNQUE VENGA PRATICATA, la ricerca scientifica si risolve in tentativi di soluzione di problemi – tentativi consistenti nella proposta di ipotesi o congetture da sottoporre ai più severi controlli sulla base delle loro conseguenze. E se queste conseguenze urtano contro fatti contrari, allora le ipotesi proposte dovranno venir sostituite con altre idee, anche esse, a loro volta, da sottoporre a prove rigorose – e così di seguito finché non si arrivi a quella teoria che, almeno all’epoca, abbia resistito e resista agli assalti della critica. E in un procedimento del genere risulta chiaro che l’errore commesso, individuato ed eliminato costituisce il debole segnale rosso che ci permette di venir fuori dalla caverna della nostra ignoranza. Talché, razionale non è un uomo che vuole avere ragione, ma un uomo che vuole imparare: imparare dai propri errori e da quelli altrui.
La ricerca scientifica, in breve, va avanti per congetture e tentativi di confutazioni, per trial and error – direbbe Karl Popper; procedura che è la stessa di quella teorizzata da Hans-Georg Gadamer con l’idea di “circolo ermeneutico”. E questo metodo è il metodo di tutta la ricerca scientifica. È il metodo della fisica e della filologia, della chimica e della storiografia, della biologia e della critica letteraria; è il metodo del clinico che stabilisce una diagnosi e prescrive una terapia; ed è il metodo di un critico testuale, di un epigrafista, di un esegeta biblico e di un traduttore.
Ben pochi, ai nostri giorni, abbracciano ancora il pregiudizio del più rozzo positivismo, stando al quale le discipline umanistiche, diversamente dalle scienze naturali, non sarebbero affatto in grado di offrire autentiche conoscenze, nel s...

Table of contents

  1. Il “buono-scuola” per una “buona scuola”
  2. Colophon
  3. Premessa
  4. Chi difende la scuola libera non è afatto contrario alla scuola di Stato
  5. Il principio di sussidiarietà: un baluardo contro pretese onnivore e liberticide dello statalismo
  6. La “competizione” come la più alta forma di collaborazione
  7. La “sindrome” dello statalismo
  8. Gaetano Salvemini: «Io non credo che la scuola pubblica avrebbe molto da guadagnare dalla scomparsa della scuola privata»
  9. Luigi Einaudi: il monopolio statale dell’istruzione nega la libertà e calpesta la giustizia
  10. Luigi Sturzo: «Finché la scuola in Italia non sarà libera, neppure gl’italiani saranno liberi»
  11. Una lettera al ministro Guido Gonella e un ricordo di Maria Montessori
  12. Il sistema della “convenzione” e il “credito di imposta”
  13. Milton Friedman e Friedrich A. von Hayek: la proposta del buono-scuola
  14. Le scuole statali serie non hanno nulla da temere dall’introduzione del buono-scuola
  15. Critiche inconsistenti contro le scuole a orientamento confessionale
  16. Ma è proprio vero che “buona scuola” è, sempre e comunque, la scuola di Stato e che, sempre e comunque, la scuola privata è “cattiva scuola”? La risposta di don Lorenzo Milani
  17. Uno Stato che costringe a comprare pezzi di libertà non è uno Stato di diritto
  18. Appendice
  19. Bibliografia
  20. Indice