Note
Introduzione
1. Ā«Il Medioevo fu un momento politico e culturale nel quale alcune donne ebbero grande luce sociale e intellettuale e godettero, almeno rispetto ad altre fasi storiche, di libertĆ e possibilitĆ di autodeterminazione. [ā¦] Ci furono donne di grandissimo potere politico, che regnarono da sole ed esercitarono autoritĆ indiscussa su enormi territori [ā¦] Troviamo poi le sante e le mistiche, donne che, in realtĆ , oggi sarebbero definite intellettuali o opinion leader [ā¦] Ma il confine tra pensiero intellettuale, misticismo ed eresia ĆØ un confine assai labile, ed ecco le streghe, donne che esercitarono un forte potere culturale, quello che riguarda il controllo del corpoĀ». (Berti Franceschi, 2010).
2. Elencare tutte le donne che hanno avuto questi ruoli ĆØ impossibile, ci limitiamo a segnalare lāindimenticabile Trotula de Ruggeri della Scuola medica salernitana, autrice, fra lāaltro, del trattato De passionibus mulierum ante in et post partum; la palermitana Pina Spatafora che, dopo la morte del marito, il ricco mercante catalano Bernardo de Rodous, assunse in prima persona la direzione dei suoi commerci e la tutela della figlia per impedire che mani rapaci ne dissipassero il consistente patrimonio; scrittrici, autrici di testi che hanno influenzato il pensiero politico e religioso del tempo, quali la visionaria Ildegarda di Bingen, cui prestò molta attenzione lāimperatore Federico Barbarossa o ancora come Caterina da Siena alle cui perorazioni si deve il ritorno del papato a Roma dopo quella che ĆØ stata definita ācattivitĆ avignoneseā.
Nasce la Gran Costanza
1. Guglielmo I, unico figlio maschio sopravvissuto a Ruggero II, era stato giĆ incoronato nel 1152. Il suo regno fu segnato da profondi conflitti attizzati da unāaristocrazia riottosa che cercava di ritagliarsi spazi di autonomia che Ruggero aveva sempre cercato di contenere. Lo spregiativo āil Maloā gli fu attribuito dai suoi nemici.
2. Ā«SfinitoĀ» secondo il cronista Falcando Ā«dalle enormi fatiche oltre che per le intemperanze di carattere sessuale che ne danneggiarono lāintegritĆ fisicaĀ».
3. A supporto della legittima paternitĆ troviamo riferimenti in numerosi cronisti a cominciare da Romualdo Salernitano che scrive: Ā«Tertio Beatricem, filiam Comitis de Reteste, in uxorem accepit de qua filiam habuit, quam Constatiam appellavitĀ»; per continuare con Pietro da Eboli: Ā«A magnis veniens natalibus orta Beatrix concipit a Sole lux peritura diemĀ»; o ancora lāAnonimo Cassinese: Ā«Si fece ferma pace fra lāimperatore ed il re Guglielmo. Esso re mandò Costanza sua zia in moglie allāIllustre re Arrigo, figlio del detto ImperatoreĀ»; per finire con il Cronista di Carpineto il quale aggiunge: Ā«Costui unƬ in matrimonio sua zia Costanza, sorella di suo padre con Enrico Imperatore dei RomaniĀ». Altri testimonianze in merito si rinvengono in Riccardo di San Germano, Goffredo da Viterbo, Rodolfo Diceta e nellāautorevole pontefice Innocenzo III. Lo stesso Federico II in una patente detta questa frase: Ā«Per la salute del nostro Signor Padre, il famosissimo Re Ruggiero e di Donna Beatrice illustrissima Regina nostra MadreĀ».
E la storia della monacazione?
1. «Non fu dal vel del cuor giammai disciolta» (Alighieri, 1321).
Prima di convolare a nozze con Enrico
1. Ā«La corte di Ruggero II, a Palermo, cittĆ prevalentemente abitata da arabi, era veramente āmulticulturaleā: al fianco di funzionari latini operavano colleghi greci e arabi. Accanto a dotti bizantini come Nilo Doxapatres troviamo uno scienziato arabo, il geografo, botanico e farmacologo al-Idrisi. Soltanto verso la fine della vita di Ruggero II, deceduto nel 1154, avvenne qualche episodio di intolleranza: il comandante della flotta regia, Filippo di Madia, un eunuco arabo battezzato, venne giustiziato perchĆ© aveva abbandonato la fede cristiana per tornare allāislamĀ». (Houben, stupor mundi.it)
Bello come il sole ma fuscello al vento
1. «E già il nostro principe in Taranto aspettava la sposa ma indarno» (Sanfilippo, 1843, p. 180).
2. «Entrava di notte, e le luminarie fur tante che la capitale sembrò andare nelle fiamme ed eclissarsi al confronto il raggio delle stelle nel cielo» (La Lumia, 1867, p. 152).
3. «Ogni speranza nella fecondità di Giovanna sembrava quasi affatto svanita», (La Lumia, 1867, p. 268).
4. «Eodem annus comes de Santo Egidio dux uxorem Johannam sororem Ricardi regis», (Luard, 1864, p. 192).
Un matrimonio politico
1. Robert de Torigni, abbƩdu Mont-Saint-Michele, gli aveva attribuito un figlio naturale, il cui nome sarebbe stato Beomondo, questa notizia non trova riscontro in nessun altro testo o documento.
2. āNam odio se habebant ad invicem, quamquam se in publico diligere viderentur, et per invidiam detrahentes libenterunus alteri in occultoā, (Riccardo di San Germano, 2013, p. 22).
3. «Nul ne pressent alorsque cette décision scellera la fin du royaume normand de Sicile (nessuno allora aveva previsto che questa decisione avrebbe sigillato la fine del regno normanno di Sicilia)», (Frétigné, 2009, p. 167).
4. A proposito della assise di Troia, Salvatore Tramontana (1980, pp. 250-51) scrive che la scelta di dare vita a quellāassemblea fu dettata dalla volontĆ di trovare, al di fuori della curia regis, i consensi maggioritari alla sua scelta.
Il matrimonio di Costanza
1. Aquicinetensis monasterii apud Scriptores Rerum Francicarum, vol. XVIII, pag. 388.
2. Aquicinetensis monasterii apud Scriptores Rerum Francicarum, vol. XVIII, pag. 388.
Dopo le nozze
1. «Oh volesse Iddio che Costanza, entrata nel Regno col re tedesco, non avesse la costanza di perseverare» e subito dopo «Così Costanza, dalla tua prima infanzia nel profluvio delle tue delizie educata⦠con grandi ricchezze a te ora fa ritorno⦠per contaminare con le brutture dei barbari la tua purezza, per la quale tutti gli altri regni tu avanzi». (Falcando, 2007).
2. Un grande fervore si registrò in quei giorni, Corrado del Monferrato, che fu lāanima di quellāevento, si occupò di eccitare gli animi Ā«e fece disegnare una tavola nella quale era raffigurato un truce saraceno incombente sul sepolcro di Cristo, mentre il suo cavallo profanava il venerabile sacello orinandovi sopraĀ» (Cardini, 1992, p. 340).
3. Pietro di Blois, Epistola 207.
4. Ā«Rex mari set nonnullis alter dicebatur NeptunusĀ», cosƬ veniva definito lāammiraglio normanno (Goffredo di Vinisolf, Historia Hierosolimitana ab anno 1177 ad annun 1190, pag 1156).
5. Il corpo di Guglielmo fu composto e deposto nel Duomo di Monreale, tempio da lui voluto e stupendamente edificato, ai piedi del sepolcro del padre Guglielmo I. Sulla lapide venne incisa la semplice iscrizione: Hic situs est bonus rex Guilelmus. Il corpo di Guglielmo, nel 1575, venne poi deposto in un sepolcro di marmo che ancor oggi si può ammirare nello stesso Duomo di Monreale.
Dopo la morte di Guglielmo
1. Ā«Il cortigiano intrigante degli anni più verdi, il vecchio acciaccato dallāetĆ e dai malori, coi suoi difetti, con le sue debolezze, colla sua un poā fosca, che cercava creargli la inimicizia deglāinvidi, spariva del tutto: restava il cittadino, il ministro che sorgeva a provvedere alla patria e, col piede nella fossa, si accingeva a salvarlaĀ». (La Lumia, 1881, p. 592).
2. Ā«ā¦viene lo Scariota (lo Scariota sarebbe per il poeta proprio Matteo dāAiello) piangendo ove era il presule (Gualtiero Offamilio) e gli dice: Almo padre, luce del regno, gloria del clero⦠ragguarda con i tuoi buoni consigli ai derelitti regni⦠scegli, chi vuoi che regni? Costanza?... Ebbene, impara prima i costumi di Augusto⦠chi può tollerare il furore tedesco?... Andria porta un degno conte del Regno; ma il diritto, i suoi costumi e le sue azioni vi si oppongono; non fia che un impudico adulteri nellāaula dei re; non fia che mano prodiga sparga il denaro dei duchi; non fia che venendo una moglie si lagni del re⦠Adatto sarĆ Tancredi, per giusto germe, la gente, il popolo, ogni uomo richiede!Ā» (Pietro da Eboli, 2000).
3. Non mi pare che sia accettabile la conclusione che ci offre il Norwick per la quale Ā«i nobili e i loro seguaci parteggiavano tutti per Ruggero dāAndria; la borghesia ed il popolo preferivano TancrediĀ». Se la maggioranza dei nobili gli fosse stata contraria Tancredi non sarebbe stato infatti eletto (Norwick, 1972, p. 392).
4. «Tutti gli arcivescovi, vescovi ed abati, e tutti i conti della Sicilia, concertatisi insieme, elessero re il conte Tancredi» (Del Re, 1845, p. 518).
5. Ā«Avvenne poi che il cancelliere Matteo DāAiello ...