Valutazione e impatto ambientale
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Valutazione e impatto ambientale

Manuale tecnico-operativo per l'elaborazione di studi di impatto ambientale

Michele M. Monte, Vincenzo Torretta

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Valutazione e impatto ambientale

Manuale tecnico-operativo per l'elaborazione di studi di impatto ambientale

Michele M. Monte, Vincenzo Torretta

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Il primo manuale tecnico-operativo per affrontare e supportare lo sviluppo della documentazione tecnica richiesta dai procedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale di un progetto. Il testo è rivolto a coloro che, a vario titolo, sono protagonisti di questo tipo di procedimenti: istituzioni ed enti locali, professionisti, stakeholder e progettisti, associazioni ambientaliste e imprenditori.Il manuale prevede: • un'ampia trattazione del rapporto tra procedure di valutazione ambientale e livelli di progettazione;• la descrizione delle principali questioni metodologiche legate alla lettura dei progetti e allo studio di impatto ambientale;• l'interpretazione e le diverse tipologie di problem setting nell'esecuzione di un S.I.A.;• la descrizione delle metodologie operative per la defi nizione, la costruzione e lo sviluppo dei Quadri di riferimento programmatico, progettuale e ambientale.Principali punti di forza del volume sono: l'approccio orientato alla descrizione dei contenuti tecnico-operativi; la spiegazione delle procedure di valutazione in relazione alle diverse tipologie di progetto; la descrizione delle problematiche relative alla redazione di uno studio di valutazione ambientale.

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Information

Publisher
Hoepli
Year
2016
ISBN
9788820376482
PARTE III
Indirizzi metodologici e operativi per la caratterizzazione e la valutazione delle componenti ambientali
Questa parte del manuale è dedicata alla rassegna delle metodologie che supportano la caratterizzazione delle singole componenti che confluiscono nella più ampia trattazione del Quadro di riferimento Ambientale.
Come anticipato nel cap. 9, ai fini della condivisione dei criteri di formazione e del livello di approfondimento della documentazione e dei relativi esiti, assume particolare rilievo il fatto che il percorso di ricerca finalizzato allo sviluppo della caratterizzazione ambientale possa essere adeguatamente letto e interpretato mediante una esplicita definizione dei criteri di riferimento metodologico e normativo, dei passaggi operativi, della qualificazione dei dati di ingresso e dei relativi modelli di elaborazione (laddove si tratti di valutazioni di carattere quantitativo).
Le metodologie e i percorsi operativi rappresentati in questa parte del testo non possono essere considerate esaustive ma costituiscono un modello e delle tipologie di approccio, sufficientemente rappresentative di esperienze i cui esiti hanno mostrato la relativa validità dal punto di vista della capacità di cogliere gli obiettivi, sia dal punto di vista della caratterizzazione sia della valutazione ambientale.
Ovviamente, per definizione uno Studio di Impatto Ambientale si costituisce attraverso un approccio multidisciplinare e contributi di carattere polispecialistico, per tanto, data la natura estremamente complessa e variegata dei temi da trattare con approcci a volte molto distanti tra di loro (si pensi per esempio alle enormi differenze nella trattazione di componenti quali il Paesaggio o la Qualità dell’Aria) si è reso necessario nella esposizione delle singole metodologie l’adozione di qualche semplificazione.
Con la finalità di non perdere il punto di vista generale di uno Studio di Impatto Ambientale, la restituzione dei singoli passaggi e ed elementi significativi è stata quindi organizzata secondo una griglia e un modello descrittivo comune a tutte le discipline. Tuttavia, l’adozione di questo schema si giustifica con la finalità di dare adeguata risposta ad una serie di problematiche comuni a tutte le discipline interessate e che possono essere così sintetizzate:
– definizione dell’ambito di riferimento disciplinare e delle modalità e criteri attraverso le quali si costituisce l’oggetto e il campo della ricognizione e della relativa valutazione;
– identificazione dell’ambito di riferimento spaziale della ricognizione finalizzata alla caratterizzazione e valutazione dei potenziali effetti per ciascuna delle componenti ambientali;
– esplicitazione del percorso da utilizzare per acquisire, selezionare, classificare le informazioni e i dati necessari alla caratterizzazione della singole componente;
– identificazione dei riferimenti e delle principali banche dati disponibili;
– evidenziazione delle necessità e delle relative motivazioni che determinano la realizzazione di specifiche indagini e monitoraggi in campo e come queste procedure devono essere organizzate dal punto di vista degli strumenti, delle modalità di attuazione e del campo di azione;
– esplicitazione degli indicatori e dei parametri che concorrono ad una adeguata definizione della relazione tra nuove opere in progetto e la singola componente ambientale analizzata;
– descrizione delle tecniche consolidate per rappresentare, modellizzare, simulare questo tipo di relazioni.
11Atmosfera
11.1La definizione del contesto territoriale e di studio
Lo studio dell’impatto sulla qualità dell’aria interessa, direttamente o indirettamente, la maggior parte delle procedure di valutazione di impatto ambientale. Ciò è del tutto evidente nel caso di grandi impianti di combustione (quali centrali di produzione di energia, centrali termiche di teleriscaldamento, cementifici, acciaierie, impianti di trattamento termico di rifiuti) o di grandi infrastrutture di trasporto (assi autostradali, porti turistici e commerciali, aeroporti), tanto nel caso di progetti per nuovi impianti quanto nel caso di ammodernamento di opere già esistenti ed in esercizio. Nel caso di impianti che in fase di esercizio non determinano consistenti emissioni in atmosfera (come ad esempio centri commerciali, impianti di stoccaggio e smistamento delle merci) lo studio può invece focalizzarsi sulle variazione indotte al regime di traffico veicolare, sia in termini di consistenza (numero di veicoli e loro distribuzione temporale) sia in termini di composizione (tipologia di veicoli, con specifico riferimento al traffico pesante) e sulle conseguenti variazioni delle emissioni atmosferiche nell’area circostante l’impianto stesso.
In ogni caso, indipendentemente dalla tipologia di impianto, lo studio deve comprendere anche la valutazione degli impatti attesi durante le fasi di cantiere nelle quali le diverse attività (trasporto, stoccaggio e movimentazione di materiali, attività di macchine operatrici) possono determinare consistenti emissioni in atmosfera limitate ad un periodo più o meno breve nel caso di piccoli impianti ma che possono prolungarsi in maniera significativa nel caso di grandi opere ed infrastrutture.
L’estensione del contesto territoriale di studio è pertanto strettamente connessa al tipo di impianto/infrastruttura oggetto dello studio stesso ma è anche determinata dalle caratteristiche del sito in cui l’impianto/infrastruttura viene a trovarsi. In linea del tutto generale, nel caso di impianti industriali in cui le emissioni sono convogliate tramite camini con sbocco in atmosfera a quote relativamente alte (100-150 m), le zone a massima ricaduta al suolo, ovvero i punti in cui si apprezzano le concentrazioni più elevate degli inquinanti emessi, si trovano solitamente entro un raggio di alcuni chilometri dall’impianto. Pertanto, l’area di studio viene normalmente centrata sull’impianto e si estende più o meno simmetricamente lungo le direzioni Nord-Sud ed Est-Ovest, con lunghezze complessive dell’ordine dei 5-10 km. Ovviamente, particolari condizioni locali possono portare a estendere o a modificare la forma e l’estensione dell’area di studio, per esempio al fine di includere nello studio anche recettori in corrispondenza di centri abitati che rimarrebbero altrimenti esclusi o per includere siti nei quali sono operano stazioni di misura della qualità dell’aria che forniscono informazioni sui livelli di concentrazione presenti nell’area, utili per interpretare e contestualizzare i risultati dello studio e valutare compiutamente l’impatto atteso. Particolari condizioni del regime anemologico, con riferimento tanto alla direzione quanto all’intensità della velocità del vento, possono altresì suggerire di estendere l’area di studio verso le aree più frequentemente situate sottovento all’impianto. Nel caso di impianti in cui le emissioni sono rilasciate in atmosfera a quote più basse, i punti di massima ricaduta sono molto più vicini all’impianto e l’area di studio può generalmente limitarsi ad un raggio di alcuni chilometri attorno all’impianto, sempre fatta salva l’opportunità di estenderla per non trascurare recettori sensibili o di particolare interesse.
Nel caso di grandi infrastrutture stradali, per le quali l’insieme del traffico veicolare rappresenta una sorgente di emissione prossima al suolo, le zone a massima ricaduta si estendono ai lati dell’asse stradale, con le concentrazioni più elevate in corrispondenza dell’asse stesso e valori progressivamente decrescenti all’aumentare della distanza. La variazione delle concentrazioni è solitamente di tipo esponenziale, cosicché già a poche centinaia di metri di distanza l’impatto risulta contenuto. Pertanto, in linea generale, l’estensione dell’area di studio può assumere la forma di un corridoio che segue lo sviluppo planimetrico dell’infrastruttura, con una larghezza che deve in ogni caso considerare anche la presenza di recettori sensibili nelle prossimità. Nel caso di interventi di riqualificazione stradale che determinano variazioni del regime di traffico sul reticolo viario esistente, la definizione dell’estensione dell’area di studio deve comprendere l’intero grafo stradale interessato e potenziali punti recettori ad esso prossimi.
Per quanto riguarda la valutazione dell’impatto delle fasi di cantiere l’estensione dell’area di studio dipende fortemente dalle caratteristiche e dalle dimensioni dell’opera in esame. In generale, le pressioni sono determinate dalle attività dei mezzi di cantiere per le opere di scavo, di movimentazione della terra e dello smarino, di trasporto e preparazione in loco dei materiali da costruzione, con impatti derivanti dalle relative emissioni di polveri e di gas di scarico di macchine operatrici e automezzi pesanti. Per loro natura, e anche per comuni pratiche di buona gestione delle attività di cantiere, queste emissioni generano solitamente impatti ristretti a una piccola scala spaziale, cosicché la valutazione si sviluppa su una scala locale che considera le immediate vicinanze dell’area di cantiere stessa. In questi casi tuttavia, la valutazione può assumere una valenza di indirizzo per la prescrizione e l’adozione di specifiche pratiche operative volte a contenere gli impatti, peraltro usualmente limitati nel tempo e relativi a specifiche attività. In ogni caso, la presenza di singoli recettori sensibili in prossimità delle aree di cantiere può rendere opportuna l’estensione dell’area di studio fino a comprenderli nell’area stessa.
In definitiva, non esistono regole generali relative all’estensione dell’area di studio che dovrà essere valutata, caso per caso, in relazione alle caratteristiche dell’opera in esame, del contesto territoriale in cui si inserisce e alla presenza di recettori sensibili (centri abitati, insediamenti isolati). Questa considerazione risulta particolarmente importante nel caso di studi relativi all’impatto delle emissioni di sostanze odorigene che possono dar luogo a fenomeni di molestie olfattive nei confronti dei residenti nelle vicinanze degli impianti. In questi casi, la determinazione dell’area di studio dovrebbe pertanto basarsi principalmente sulla distribuzione spaziale dei soggetti potenzialmente interessati da tale fenomeno, indipendentemente dalle caratteristiche della sorgente.
11.2La scelta degli indicatori
Gli indicatori utilizzati per l’interpretazione dei risultati dello studio di impatto sulla qualità dell’aria appartengono di norma a due distinte tipologie di indicatori ambientali: indicatori di pressione, che esprimono la “sollecitazione” delle attività antropiche dell’opera in esame sulle risorsa ambientale, ed indicatori di stato, che esprimono l’alterazione dello stato di qualità della risorsa per effetto delle pressioni cui è sottoposta. Nello specifico dello studio di impatto sulla componente atmosfera, gli indicatori di pressione sono costituiti dalle emissioni, ovvero dalle portate di massa degli inquinanti rilasciati in atmosfera, mentre gli indicatori di stato sono costi...

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