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ITINERARIO 1
“ET MEDIOLANI MIRA OMNIA”
TAPPE
CIVICO MUSEO ARCHEOLOGICO “ET MEDIOLANI MIRA OMNIA”
INFORMAZIONI PRATICHE
Itinerario a piedi: circa 3,5 ore
Partenza
Piazza
San Sepolcro
A dispetto delle poche testimonianze archeologiche oggi visibili, Milano vanta un illustre passato: dapprima villaggio celtico, poi florida città in epoca romana e, infine, capitale dell’impero romano d’Occidente (286-402 d.C.). In quest’ultimo periodo vengono costruiti grandi edifici pubblici (le terme e il circo) e privati (il palazzo imperiale, il mausoleo, le domus residenziali), vengono aperte officine per la produzione di suppellettili di lusso, in parte per la corte, in parte per l’esportazione, mentre il commercio è da sempre attivo grazie alla posizione strategica della città, tra le acque e vicino alle grandi strade di collegamento dell’Italia settentrionale. La scoperta della Milano antica parte dal suo centro, il foro, e si snoda in una passeggiata storica tra i resti dei grandi edifici, il teatro, il circo, la rocca palatina, sino a giungere fuori porta, nel sito dell’imponente anfiteatro, presso la cerchia dei navigli.
“A MILANO OGNI COSA è DEGNA DI AMMIRAZIONE…” Così comincia l’elogio di Milano del poeta Ausonio che, intorno al 390 d.C., in un componimento dedicato alle città più notevoli dell’impero, elenca Milano tra le prime sette, dopo Roma e Costantinopoli, ma prima di Atene e di tutte le città della Gallia e dell’Iberia, aggiungendo che “non ne sminuisce la grandezza neppure la vicinanza con Roma”.
Ausonio celebra una città che è capitale dell’impero già da un secolo: grazie alle sue parole possiamo ricostruirne l’aspetto e l’impatto entusiastico che doveva suscitare nel forestiero. Agli occhi di questo colto viaggiatore, maestro di retorica e precettore dell’imperatore Graziano, l’antica Mediolanum appariva splendida e ricca, munita di mura e di edifici imponenti, abitata da una popolazione industre e ospitale.
“A Milano ogni cosa è degna di ammirazione, vi è profusione di ricchezze ed innumerevoli sono le case signorili; la popolazione è di grandi capacità, eloquente ed affabile. La città si è ingrandita ed è circondata da una duplice cerchia di mura; vi sono il Circo, dove il popolo gode degli spettacoli, il Teatro, con le gradinate a cuneo, i templi, la rocca del Palazzo imperiale, la Zecca, il quartiere che prende il nome dalle celebri Terme Erculee. I cortili colonnati sono adorni di statue marmoree, le mura sono circondate da una cintura di argini fortificati. Le sue costruzioni sono una più imponente dell’altra, come se fossero tra sé rivali, e non ne sminuisce la grandezza neppure la vicinanza con Roma.”
La metamorfosi di Mediolanum da piccolo centro a prestigiosa sede imperiale era cominciata nel 286 d.C., quando l’augusto della pars occidentis, Marco Aurelio Massimiano, l’aveva eletta a sua capitale. A distanza di poco più di un secolo, tale trasformazione era ancora in corso: il tempo di Ausonio è dominato dalla figura e dall’opera del vescovo Ambrogio, impegnato a dare un nuovo volto cristiano alla città (cfr. Itinerario 2).
LE ORIGINI TRA MITO E LEGGENDA E prima del 286, com’era Milano? Mancano fonti altrettanto eloquenti per il periodo precedente, ma i resti archeologici e i toponimi, sparsi per la città, ci parlano di una storia antichissima, che comincia con il suo nome. Mediolanum, tradotto comunemente “in mezzo alla pianura”, deriva forse da Medhelan, che significa “centro di perfezione”, “terra sacra al centro”: la lingua è celtica e la perfezione è quella del cielo, che i fondatori del primo santuario, dalla storia chiamati Insubri, vollero riprodurre in terra, al centro di un territorio ricco d’acque e di radure tra i boschi, in un tempo mitico collocato tra il VI e il IV secolo a.C. Questo santuario dovrebbe corrispondere alla piazza della Scala odierna e, anche se i resti archeologici scarseggiano, nel tessuto urbano e nella toponomastica sembra sia rimasta l’impronta del recinto sacro che lo cingeva: è sufficiente passeggiare nelle piccole strade che fanno corona alla piazza per rendersi conto del loro singolare andamento ellittico che conforta questa suggestiva ipotesi (vie San Protaso, Clerici, Bossi, Boito, Andegari).
Mediolanum in età romana imperiale.
FORO
Questo primo santuario fu inglobato nella città romana a partire dal 49 a.C., epoca della costruzione delle mura e delle porte e della deduzione dell’impianto viario castrense. La non lontana piazza dei Mercanti, medioevale, è attraversata da una delle strade principali della città romana: il cardo massimo. Corrispondente alle vie Santa Margherita e Manzoni da un lato e alla parte finale di via Torino dall’altro, si innestava al decumano poco distante di qui, nel luogo in cui sorge la chiesa di San Sepolcro. Nella cripta della chiesa e in una parte degli ambienti sotterranei della Pinacoteca Ambrosiana, cui la chiesa è annessa, si conserva la pavimentazione del foro romano in lastre di marmo di Verona. Sulla grande piazza, porticata e ornata di statue onorarie, si affacciavano la basilica, il tempio capitolino e forse la ricca zecca, l’opulens moneta citata da Ausonio. Sul lato est della piazza, verso via Torino, c’era un tempio circolare, probabilmente dedicato a Vesta, la dea del focolare domestico e pubblico.
Foro romano, I secolo a.C.
Nel Medioevo, sui resti del tempio, venne costruita una chiesa, variamente conosciuta come Santa Maria alla Rotonda o Santa Maria Beltrade, da cui partiva una processione, quella della Candelora, a testimoniare la continuità del culto legato al focolare. Si celebra il 2 febbraio, ultimo mese del calendario romano antico, mese dei riti di purificazione di passaggio dall’inverno alla primavera. La cantilena popolare recita: Madonna Madonna della Candelora, de l’inverno sem foeura, ma se pioeuf, fioca o tira vent, per quaranta dì sem a mo’ dent (Madonna della Candelora, dall’inverno siamo fuori, ma se piove, nevica o tira vento, per quaranta giorni siamo ancora dentro). La processione, che si snodava tra la cattedrale e la chiesa, consisteva nel portare un’antica immagine della Vergine col Bambino seguita da alcuni prelati che reggevano ceri accesi, eco dei riti di purificazione che le donne romane svolgevano girando per la città con le candele accese dal fuoco di Vesta, a protezione di tutta la civitas.
Via dell’Ambrosiana, biglietteria piazza Pio XI.
Orari di apertura: dalle 10.30 alle 16.30 ogni primo sabato del mese; aperture straordinarie mercoledì e giovedì su richiesta.
TEATRO
Dalla piazza San Sepolcro è possibile seguire anche il decumano massimo, oggi vie del Bollo e Santa Maria Fulcorina, e giungere in prossimità dell’antico varco della porta Vercellina, una delle porte che interrompevano il circuito delle mura. Poco discosta si trova la via San Vittore al Teatro, che rimanda all’esistenza di uno degli edifici più imponenti della Milano del I secolo, ricordato da Ausonio per le sue “gradinate a cuneo”.
TUTTI A TEATRO! Nel mondo romano gli spettacoli, chiamati ludi, erano organizzati in occasione di trionfi, inaugurazioni di edifici pubblici, consacrazioni di templi e funerali di personaggi importanti. Venivano sponsorizzati da magistrati o dall’imperatore stesso e offerti gratuitamente alla popolazione: nel giorno di teatro si sospendeva ogni attività (negotium), per assistere a commedie, tragedie, mimi e pantomime perché, come dice Luciano, “per gli spettatori il teatro non è soltanto divertente, ma anche utile, in quanto educa, istruisce e infonde armonia nell’animo di chi vi assiste tenendolo in esercizio con bellissimi spettacoli, rallegrandolo con la musica migliore e mostrando insieme la bellezza del corpo e dell’anima.” (Sulla danza, 6)
Il palcoscenico del teatro di Milano fu calcato da attori di grande fama, accolti entusiasticamente dal pubblico mediolanense. Vere e proprie ovazioni salivano dalle gradinate all’entrata in scena del pantomimo Marco Settimio Aurelio Agrippa, liberto di Caracalla, vissuto agli inizi del III secolo d.C. Maestro nell’arte sua, chiamato “primo pantomimo del tempo”, calcò i palchi di Verona, Vicenza, Milano e Leptis Magna. Muto, con indosso una maschera, parlava con il corpo, dando vita a un...