01
SOUL MAKOSSA
DISCO ROOTS: SATURDAY NIGHT AFRICAN FEVER
La genesi della disco music
âBalla la musica del corpo,
ti fa toccare il cielo con un dito,
senti la musica che suona,
senti il tuo corpo sudato ondeggiare
al ritmo sensualeâŚâ
â OSIBISA, âDANCE THE BODY MUSICâ
02
LOVE IS THE MESSAGE
THE SOUND OF DISCO
Philadelphia, il soul della disco music
âSentimento, ritmo e magia, questo è il Philly Soundâ
â TOM MOULTON
IL MAGICO PHILLY (DISCO) SOUND
Ponte tra le grandi orchestre delle ballroom in piena epoca swing, tradizione vocale di strada doo-wop e nuovo beat che irrompe a ritmo pulsante, la rigenerata musica afroamericana, poliritmica e inarrestabile, è pronta ad abbracciare il pianeta. Ballando.
Splendida creatura scaturita dalle menti di Kenneth Gamble e Leon Huff, il Philly Sound â cosĂŹ viene abbreviato The Sound of Philadelphia (definito anche Philly Soul) â nasce e si sviluppa nellâomonima cittĂ dellâEast Coast statunitense nella seconda metĂ degli anni Sessanta. In quel periodo il citato duo di compositori, autori, musicisti e produttori, lasciata alle spalle lâesperienza come membri della band The Romeos e messa su la Gamble (etichetta locale che resisterĂ fino ai primi anni Settanta per poi trasformarsi nella TSOP Records), lancia da subito con successo nuovi gruppi. Soul Survivors, The Intruders, Archie Bell & The Drells sono i pionieri di un nuovo R&B-soul, meno grezzo nei suoni rispetto a quello giĂ esistente, ma non meno ricco di strumentazioni, che si fa spazio nelle classifiche in concomitanza con il declino della Motown. Non prima, però, di una lunga gavetta affrontata, non sempre in discesa, dai due giovani aspiranti music businessman di successo. A Philadelphia, dove pullulava un gran fermento musicale prevalentemente bianco alimentato sin dalla metĂ degli anni Cinquanta dallâautoctona, ma popolarissima ovunque, trasmissione TV American Bandstand di Dick Clark, Kenny e Leon cominciano a farsi strada come turnisti. In particolare, prendono parte alle session dellâetichetta Cameo-Parkway al seguito delle star del momento, come Dee Dee Sharp (futura signora Gamble) e Chubby Checker, che nel 1960 trionfa con la twist mania.
UN CAVALLO CHE BALLA SENZA PADRONE
Estate 1968: negli Stati Uniti impazza una nuova danza imbastita sulle note scoppiettanti R&B/pre disco di âThe Horseâ, attribuito allâafroamericano Cliff Nobles & Co. (gran parte del âCo.â diventerĂ a breve lâorchestra MFSB di Philly) il quale però non solo non canta nel brano, interamente strumentale, ma neanche ne è lâautore o il musicista. Una sorta di ghost singer, dal passato di cantante gospel, diventato famoso di botto. Eppure âThe Horseâ non doveva essere altro che il lato B strumentale del 45 giri âLove Is The Answerâ, stavolta (ben) cantato da Nobles. Ma un dj radiofonico di Miami, sbagliando lato del vinile, cominciò a mandare in onda il baldanzoso âcavalloâ (horse) che fece la fortuna di Cliff creando, suo malgrado, uno dei casi piĂš bizzarri della storia della musica. Dallâalto del milione di copie vendute, âThe Horseâ non è lâunica hit della piccola etichetta Phil-L.A. of Soul che lâanno precedente aveva fatto centro con âBoogaloo Down Broadwayâ di The Fantastic Johnny C, cantante gospel secolarizzato allâR&B, che nel 1973 ci regala una splendida âWaiting For The Rainâ su un tappeto proto-disco targato Baker (basso) â Harris (chitarra) â Young (batteria), magica sezione ritmica del Philly disco Sound.
Il segnale di un cambiamento imminente e irreversibile nel mondo musicale è evidente. La tradizione vocale di radice gospel, rozza e possente, della gente di colore del Sud, comincia a fondersi meravigliosamente con le raffinate orchestrazioni delle cittĂ del Nord. Dopo Detroit (patria del Motown Sound) ora è la volta di Philadelphia, quin-ta metropoli degli Stati Uniti in ordine di grandezza grazie anche al forte incremento migratorio di migliaia di famiglie di neri provenienti dalle zone rurali povere del meridione. In questo nuovo scenario la musica gioiosa proveniente da Philly, nota come The City Of Brotherly Love (cittĂ dellâamore fraterno), non poteva che rappresentare una risposta sociale precisa e mirata alla dilagante intolleranza razziale, attraverso un messaggio semplice e diretto: amore e libertĂ .
Kenneth Gamble (a sinistra) e Leon Huff. Al centro, Thom Bell: le tre menti del Philly Sound
âCosâè per me il Philly Sound? Ă lâaver accostato lussureggianti arrangiamenti e grandi orchestrazioni alla musica urbana dellâangolo della strada e alle armonizzazioni della tradizione doo-wopâ
JOE TARSIA, PROPRIETARIO DEI SIGMA SOUND STUDIOS
Dopo anni di svariate collaborazioni nellâambito del prospero mercato discografico della cittĂ , nelle rispettive vesti di autore (Gamble) e pianista/compositore (Huff), il primo grande successo firmato dalla coppia, âExpressway To Your Heartâ, arriva nel 1967 con una band composta da cinque ragazzi bianchi chiamata Soul Survivors. âLa gente non afferrava che senso avesse, per un gruppo bianco, interpretare canzoni composte da due neri. Eppure io e Leon avevamo in mente lâobiettivo giĂ prima di scrivere il pezzoâ, ricorda Gamble di quella fortunata collaborazione che catapulta la sconosciuta band nella Top five delle classifiche sia soul che pop, vendendo solo negli States un milione di copie del 45 giri. Dâaltra parte anche uno dei proprietari della Crimson, la piccola etichetta di Philly che li aveva messi sotto contratto, era consapevole del fatto che quella âera la band bianca piĂš nera di tutta la cittĂ â. Ispirandosi ai Rascals e ai Righteous Brothers, pionieri del cosiddetto blue-eyed soul (musica nera interpretata da cantanti bianchi), Gamble e Huffcollaborano con i Soul Survivors per parecchi anni fino a scritturarli, nel 1974, per la loro etichetta TSOP con brani in pieno stile disco, come âCity Of Brotherly Loveâ, omaggio alla loro cittĂ , senza però replicare il boom del brano dâesordio.
The Intruders, la band proto-disco di Philly
W LA BLACK MAMA
Tra i molti artisti a cui il duo Gene McFadden e John Whitehead dĂ uno sprint rivitalizzante, spiccano gli Intruders, quartetto di doo-wop della scena di Philadelphia, scritturato a metĂ anni Sessanta da Gamble e Huff. Dopo il disco dâoro con âCowboys To Girlsâ e la successiva repentina discesa verso il dimenticatoio, spunta nellâestate del 1973 âIâll Always Love My Mamaâ, deliziosa proto-disco, ode alle madri, firmata da Gene e John con Gamble & Huff. Gli Intruders tornano cosĂŹ sotto i riflettori grazie a quel fiammeggiante riffdi chitarra che â ripreso nelle hit di fine anni Novanta âDesireâ dei Nu Colours e âGet Involvedâ di Raphael Saadiq â rimane tuttora memorabile. Ovunque, âla mam-ma è sempre la mammaâ.
Ă invece siglata The Intruders la mega hit crossover del 1968, infarcita di sapore gospel e tradizione doo-wop con ariosi arrangiamenti orchestrali, âCowboys To Girlsâ, interpretata con fervore dal quartetto afroamericano scoperto dai nuovi architetti del black music power Kenny e Leon. Un affiatato sodalizio artistico che durerĂ per tutta la carriera del gruppo â longeva, ma poco baciata dalla fortuna. Se si eccettuano, infatti, i due brani del 1973 âIâll Always Love My Mamaâ e la straordinaria soul ballad âI Wanna Know Your Nameâ con arrangiamenti e vocals (di Sam âLittle Sonnyâ Brown) sempre sul filo del pentagramma, gli Intruders purtroppo non diventano delle superstar: pagheranno infatti lo scotto di non essersi adeguati prontamente ai ritmi uptempo del momento, lasciando il campo ai loro ârivaliâ Harold Melvin & The Blue Notes e The OâJays.
âPotrei ballare tutta la notte; fatemi ballare, mi fa sentire vivoâ
ARCHIE BELL AND THE DRELLS
Sorte leggermente diversa tocca alla band Archie Bell & The Drells, reduce dal primo posto nelle classifiche statunitensi con lâincendiaria âTighten Upâ del 1968 per la Atlantic, uno dei primi brani funk dichiaratamente da discoteca con un memorabile incipit. âCiao a tutti sono Archie Bell dei Drells, vengo dal Texas; noi non solo cantiamo, ma balliamo bene come camminiamo e a Houston abbiamo appena lanciato questo nuovo ballo chiamato âTighten Upâ: questa è la musica con cui noi ci stringiamoâ. Archie e soci vengono catturati in un baleno dai pigmalioni Gamble e Huff pronti, sempre nel 1968, a confezionare per la band texana (ancora sotto contratto con lâAtlantic) un brano che può essere considerato lâarchetipo disco music per eccellenza, âI Canât Stop Dancingâ, con il testo inneggiante a danzare senza sosta: âLa musica ha uno strano effetto su di me, non importa dove io sia, appena ascolto il battito funky di una batteria mollo tutto e salto giĂš dalla sedia, non posso fare a meno di ballare, proprio non riesco a smettereâ. Il groove da dancefloor sarĂ il marchio incandescente di tutta la carriera della band, che nel 1975 viene reclutata definitivamente dalla scuderia Philly per lâalbum Dance Your Troubles Away, apoteosi disco prodotto da McFadden & Whitehead.
Archie Bell & The Drells in piena apoteosi disco
âLe registrazioni ai Sigma Sound Studios di Philadelphia erano lunghe e rilassate session, suonate live da uno stuolo di musicisti che stavano lĂŹ perchĂŠ lo sentivano veramente: non era un lavoro, ma un modo di vivere. Era lâinsieme di questi artisti a fare la differenza, non il talento di un singoloâ
TOM MOULTON
Questi i prodromi dellâincredibile consacrazione di un nuovo sound che, in particolare con The OâJays (scritturati da Gamble e Huff per la loro nuova etichetta Neptune distribuita dalla Chess Records), esplode giĂ nel 1969, anno in cui il trio irrompe con âOne Night Affairâ, rivoluzionario brano (ovviamente firmato Kenny e Leon) scintillante e accelerato, ma colmo di melodia. Il cambiamento è in atto: pur incorporando elementi della musica di Detroit e di Memphis, âOne Night Affairâ irradia un groove, inusitato e moderno, pronto a incendiare le prime discothèque, e identificato di lĂŹ a poco come disco music. Anche se galvanizzati dalla reputazione che stanno ottenendo, Kenny Gamble e Leon Huff non sono ancora in possesso di un loro brand sonoro immediatamente riconoscibile: âStavamo cercando un nuovo suono che fosse soltanto nostro. Eravamo consapevoli che i giovani non avrebbero piĂš acquistato dischi con il sound ruvido e primitivo del R&B, volevamo qualcosa di piĂš sofisticato, cosĂŹ abbiamo cominciato a usare violini, vibrafoni e grandi orchestreâ, dirĂ Kenny Gamble.
Come quartier generale per le nuove composizioni scelgono gli innovativi Sigma Sound Studios creati nel 1968 dal bianco filadelfiese Joe Tarsia, ingegnere del suono dellâetichetta Cameo Parkway, che aveva appena venduto tutte le sue proprietĂ (automobile e casa incluse) pur di acquistare quelle sale di registrazione, le prime a essere corredate del sistema â molto ...