Via Francigena for dummies
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Via Francigena for dummies

La storia della Via Francigena e i diversi modi per percorrerla - Le tappe più affascinanti e quelle più difficili - Le indicazioni per attrezzatura e bagaglio

Monica Nanetti

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Via Francigena for dummies

La storia della Via Francigena e i diversi modi per percorrerla - Le tappe più affascinanti e quelle più difficili - Le indicazioni per attrezzatura e bagaglio

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Una guida pratica per vivere la straordinaria esperienza della Via Francigena nel tratto italiano. Ricca di utili consigli per chi vuole intraprendere per la prima volta un cammino di questo tipo, anche senza una particolare preparazione sportiva. Con tanti suggerimenti, informazioni e dettagli pratici per rendere più agevole il percorso a chiunque, dai camminatori 'di lunga percorrenza' a quanti desiderano seguire solo qualche tappa.Indice: Prefazione - Introduzione - Che cos'è la Via Francigena - Perché percorrere la Via Francigena - Prepararsi alla via Francigena a piedi - Prepararsi alla via Francigena in bicicletta - In viaggio sulla Via Francigena - Fonti informative - Dieci consigli per il pellegrino neofita - Appendice.

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Information

Publisher
Hoepli
Year
2019
ISBN
9788820390020
Capitolo 1
Che cos’è la Via Francigena
IN QUESTO CAPITOLO
I cammini di pellegrinaggio
Come si percorre la Via Francigena
Credenziali e segnaletica
I cammini di pellegrinaggio
“Pellegrinaggio (dal latino peregrinatio ‘viaggio in terra straniera’): pratica devozionale consistente nel recarsi collettivamente o individualmente a un luogo sacro per compiervi speciali atti di devozione, sia a scopo di pietà sia a scopo votivo o penitenziale”.
Questa la definizione che fornisce l’Enciclopedia Treccani. E in effetti gli attuali cammini di pellegrinaggio trovano invariabilmente la loro origine in manifestazioni di tipo religioso; un concetto, quello del viaggio devozionale, che non è affatto esclusivo del cristianesimo e che ha lontanissime radici storiche.
Già nell’antico Egitto, infatti, si celebrava la dea Selek navigando in barca lungo il Nilo fino al suo santuario, a Bubasti; in Grecia ci si recava in visita ai templi di Esculapio a Kos e a Epidauro, senza contare i grandi raduni religiosi che si svolgevano periodicamente a Olimpia, Delfi, Eleusi; in Israele era pratica comune andare al tempio di Gerusalemme per la Pasqua; e anche nell’antica Roma le cronache dell’epoca parlano di forme di pellegrinaggio come quelle ai santuari di Giove Laziale, Diana Nemorense, Giunone Lanuvina.
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FIGURA 1.1 Segnaletica “pellegrina” verso il Passo della Cisa, nei pressi di Bardone (t.20)
Accanto a questa profonda radice religiosa, i cammini di pellegrinaggio hanno registrato negli anni più recenti un fenomeno di riscoperta e popolarità che va oltre lo specifico gesto devozionale e si estende a motivazioni più laiche: cammino come forma di viaggio “lento” alla scoperta di territori e persone; come momento di riflessione e processo di crescita interiore; come sfida alle proprie capacità; come itinerario di gruppo; come approccio eco-sostenibile all’esplorazione di luoghi… e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Il risultato, in ogni caso, è stato quello di un incremento vertiginoso nel numero di persone che si mettono in cammino, a piedi o in bicicletta. A fare da capofila è stato il Cammino di Santiago - vera e propria “star” nel panorama europeo dei cammini di lunga percorrenza e diventato ormai un’autentica moda - che nell’arco di 30 anni ha visto più che centuplicato il numero delle presenze: dai 2900 pellegrini del 1987 ai 327.000 viaggiatori registrati nel 2018.
Uno sviluppo che, su una diversa scala dimensionale, sta coinvolgendo anche la Via Francigena, in particolare nel suo tratto italiano compreso tra il Passo del Gran San Bernardo e Roma, con circa 40.000 presenze stimate nel corso del 2018.
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PER I PIÙ CURIOSI
RELIGIONI E PELLEGRINAGGI
Buddhismo. I quattro pellegrinaggi principali, tra India e Nepal, corrispondono ai quattro momenti fondamentali della vita del Buddha: Lumbinii (luogo di nascita), Bodhgaya (illuminazione), Varanasi (primo sermone), Kushinagar (luogo della morte). Altri importanti luoghi sacri, meta di viaggi devozionali, si trovano in Cina (santuari di Omishan, Pictoshan, Wutarshan e Chinhuashan), in Myanmar (Shwedagon Pagoda a Yangon) e presso le tre capitali lamaistiche di Tibet e Mongolia (Lhasa, Tashilumpo e Urga).
Shintoismo. Tra le pratiche di questa religione di matrice giapponese, fortemente legata alla natura, ci sono pellegrinaggi come quello al Fuji-yama, quello ai 33 santuari di Kwannon e quello al tempio di Ise, nel parco nazionale di Ise-Shima.
Islamismo. Il pellegrinaggio alla Mecca è imposto dalla legge religiosa islamica a ogni musulmano almeno una volta nella vita (le uniche eccezioni previste sono l’inabilità fisica del fedele o il fatto che le vie di comunicazione non siano sufficientemente sicure); viene compiuto tra il 7 e il 10 dell’ultimo mese dell’anno musulmano e porta a fenomeni di straordinario affollamento, con la presenza contemporanea di oltre 2 milioni di fedeli.
Cristianesimo. Le tre peregrinationes maiores hanno come destinazioni la Terrasanta, Santiago di Compostela e Roma: in quest’ultimo caso il viaggio può avere come meta la tomba dell’apostolo Pietro oppure può essere compiuto in occasione dell’Anno Santo, con la visita alle quattro basiliche patriarcali e l’ottenimento dell’indulgenza plenaria. Varie usanze contraddistinguevano storicamente il pellegrino cristiano: una benedizione prima della partenza; l’ottenimento di un distintivo una volta raggiunta la meta; l’abbigliamento, con funzione di identificazione e riconoscimento. Quest’ultimo comprendeva una veste lunga con una mantellina sulle spalle (chiamata “sanrocchino” o “pellegrina”), un cappello a larghe tese, un bastone dal manico ricurvo (il cosiddetto “bordone”) e una bisaccia: un “look” che si ritrova nelle immagini di San Rocco e che è stato in parte ripreso anche nel logo ufficiale dell’Associazione Europea delle Vie Francigene.
Anche a livello pubblico l’interesse per questo tipo di attività è in evidente crescita: dopo la qualificazione del 2016 come “Anno Italiano dei Cammini”, nel novembre 2017 è stato ufficialmente presentato dal Ministero dei Beni Culturali e Turismo il primo “Atlante Digitale dei Cammini d’Italia”, portale web che raccoglie informazioni e mappe di molti dei principali cammini e ciclovie della penisola. Un processo che trova ulteriore conferma nella dichiarazione del 2019 come “Anno Italiano del Turismo Lento”.
Camminare o pedalare lungo un’antica via di pellegrinaggio, insomma, sta diventando un capitolo importante nella vita di molte persone, grazie anche alla possibilità di selezionare e adeguare gli itinerari a diversi livelli di forma fisica, esperienza, disponibilità di tempo. Un’esperienza capace di assumere le più diverse connotazioni, a seconda del carattere e degli interessi del moderno pellegrino: religiosa, sociale, turistica, sportiva, meditativa, culturale, goliardica, spirituale. In ogni caso - come conferma chiunque abbia compiuto un percorso di questo tipo - un’esperienza destinata a lasciare il segno e capace di insegnare qualcosa non solo sui territori attraversati, ma anche e soprattutto su se stessi.
Storia della Via Francigena
I primi importanti movimenti di pellegrinaggio diretti alle tre grandi destinazioni della religione cattolica (Gerusalemme, Santiago di Compostela e Roma) nacquero nell’Alto Medioevo. Fin verso il 1100 i flussi provenivano soprattutto dalle diverse regioni del Sacro Romano Impero (Borgogna, Lorena, Franconia, Sassonia) e dalle isole britanniche: aree in cui il cristianesimo si era radicato e aveva risentito in misura molto minore delle invasioni barbariche. È a questa originaria fase storica che si deve il nome di Via Francigena, poiché le zone attraversate erano sotto il dominio di Carlo Magno, re dei Franchi. I pellegrini utilizzavano i principali valichi occidentali: il Gran San Bernardo e il Monginevro, ma anche il Moncenisio e il Piccolo San Bernardo, incamminandosi verso sud attraverso itinerari che dovevano tenere conto di molte variabili, ambientali e politiche. Per questo non furono mai utilizzate le vie teoricamente più comode, che passavano dalle coste lungo i tracciati delle strade consolari romane, dal momento che all’epoca tanto in Liguria quanto sull’Adriatico gli sbocchi sul mare erano presidiati dalle truppe dell’Impero bizantino. Così l’unico punto di valico possibile sull’Appennino divenne il Monte Bardone (l’attuale Passo della Cisa), proseguendo poi nei territori all’interno.
Nel 990 l’arcivescovo inglese Sigerico di Canterbury si recò a Roma per ricevere il Pallio (simbolo dell’investitura arcivescovile) dalle mani di Papa Giovanni XV e annotò in un diario le 79 tappe del suo viaggio di ritorno attraverso le attuali Italia, Svizzera, Francia e Inghilterra. Questo documento è oggi conservato al British Museum di Londra ed elenca tutti i punti di sosta (le cosiddette mansiones) dei 1800 chilometri di tragitto da Roma a Canterbury, costituendo la fonte del percorso “ufficiale” della Via Francigena. A questo tracciato si aggiungono poi un’infinità di varianti ugualmente interessanti e storicamente documentate, come quella che prevede l’accesso in Italia attraverso il valico del Monginevro e la val di Susa anziché attraverso il Gran San Bernardo: un itinerario affermatosi dopo il XII secolo, quando considerazioni di ordine commerciale resero più interessante la direzione verso le grandi fiere della Champagne.
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FIGURA 1.2 Nei pressi di Aosta anche i lampioni accompagnano il camminatore lungo tutto il percorso (t.2)
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PER I PIÙ CURIOSI
SIGERICO, CHI ERA COSTUI?
Non si hanno molte informazioni su quello che può essere considerato come il “padre” dell’attuale Via Francigena, se non alcuni dati che possono comunque permettere di fare bella figura in società: a partire dalla pronuncia corretta del nome, che è Sigerìco, e non Sigèrico come comunemente detto. Per ignote ragioni, l’arcivescovo di Canterbury era noto nei paesi anglosassoni con l’appellativo di Sigeric the Serious (“Sigerico il Serio”); nato intorno al 950, morì il 23 ottobre 994, poco dopo aver salvato la Cattedrale di Canterbury - pagando un congruo riscatto - dalla distruzione da parte dei danesi che avevano all’epoca invaso l’Inghilterra.
Con il proseguire dei secoli, i cammini di pellegrinaggio persero progressivamente la loro importanza fino ad essere in anni più recenti, tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, quasi completamente dimenticati.
La Via Francigena oggi
Dopo alcuni secoli di oblio, la Via Francigena è ritornata in tempi recenti al centro dell’interesse di viaggiatori italiani e internazionali che sempre più spesso percorrono questo cammino, in autonomia o con l’assistenza di associazioni e tour operator specializzati. Molto di questo rinnovato slancio si deve alla più generale riscoperta delle antiche vie di pellegrinaggio (Cammino di Santiago in primis) che ha caratterizzato gli ultimi decenni. Un fenomeno che trova le sue basi non solo in motivazioni di natura religiosa, ma anche e soprattutto nella valorizzazione di una nuova concezione di viaggio inteso tanto come esplorazione quanto come cammino interiore; una forma di turismo attivo che, partendo dallo storico concetto di viandanza, trova i suoi elementi distintivi nell’idea di viaggio “leggero”, nella riscoperta della semplicità e nell’individuazione di nuovi ritmi a misura d’uomo.
Una data fondamentale per la moderna Via Francigena è quella del 1994, anno in cui il cammino viene d...

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