Bono
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Bono

La voce degli U2 tra musica, impegno e spiritualità

Loris Cantarelli

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  1. 260 pages
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Bono

La voce degli U2 tra musica, impegno e spiritualità

Loris Cantarelli

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Da oltre 40 anni sulle scene con gli U2, in pochissimo tempo Paul David Hewson, in arte Bono, è divenuto uno dei protagonisti del panorama musicale internazionale, calamitando l'attenzione su di sé al di là della carriera discografica della band di Dublino. Voce intrigante e performer di rara effi acia, ha sempre affiancato la propria voracità musicale a una costante ricerca spirituale e a un'attività di sensibilizzazione sociale in prima persona, mantenendo la sfacciataggine da rockstar e non temendo di "mettere la faccia" nelle cause in cui crede. Dall'adolescenza inquieta nei "Disordini" irlandesi, fi no alla fama mondiale e all'impegno concreto per la lotta alla povertà, all'AIDS e per un'economia più giusta e solidale, il libro segue tutti gli snodi nella vicenda umana e professionale in questi primi 60 anni del musicista, raccontando in particolare le radici familiari e le esperienze di vita e di lavoro che hanno contribuito a creare e consolidare la sua visione del mondo. Dalle fatiche degli esordi ai fasti di The Joshua Tree e la reinvenzione con Achtung Baby, fino ai record nei concerti e gli incontri ormai ultraventennali con capi di stato per le campagne in favore dei più poveri, la storia di Bono rivela continui risvolti inediti, oltre a marcare una biografi a che non ha uguali nella storia del rock e della cultura contemporanea.

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Information

Publisher
Hoepli
Year
2020
ISBN
9788820397982
VERTIGO
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La lenta ripresa delle registrazioni con gli U2 insieme a produttori vecchi e nuovi, con il nuovo album rinviato di continuo (e quasi trafugato online). La nuova campagna di comunicazione in partnership con Apple e l’iPod personalizzato con l’intera produzione della band. Il tour già pronto a partire, rinviato e adattato ai problemi famigliari di The Edge. Il nuovo livello di coinvolgimento con il pubblico nei grandi spazi e l’apertura del Live 8 con Paul McCartney. L’ingresso nella Rock And Roll Hall Of Fame e l’uscita dell’autobiografia. Le riedizioni rimasterizzate del catalogo con inediti e filmati allegati, che ispirano anche il formato del nuovo album. Un’altra tournée rivoluzionaria, interrotta per un’operazione alla schiena, ma poi ripresa ed entrata nella storia.
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Ai mass media in affanno per le sue continue attività umanitarie, con il suo solito tono sincero ma beffardo, Bono ammette che la gente potrebbe essere stufa di vederlo, anche se confida nella bontà del nuovo disco degli U2 in lavorazione per vincere la sovraesposizione mediatica: “Sarà come una sega elettrica che potrebbe tagliare ancora di più The Joshua Tree”.
“Come rockstar, ho due istinti: voglio divertirmi e voglio cambiare il mondo. Ho la possibilità di fare entrambe le cose”
BONO
In realtà gli impegni extramusicali del cantante, per certi versi, si rivelano funzionali. “Erano tutti felici che non fossi molto presente, perché di solito li faccio impazzire. Sono nervoso e strappo di mano gli strumenti alle persone. A un certo punto mi vietarono persino di bere caffè. Il fatto è che non riesco a starmene seduto ad aspettare che Dio entri nella stanza… voglio uscire a cercare Dio, subito. Sono anche capace di alzare la voce più di tutti, il che non è un tratto distintivo del mio carattere molto attraente. Ma mentre io ero impegnato ad alzare la voce con i politici, i miei compagni sono riusciti davvero a fare dei passi avanti. Quando sono tornato in studio, c’erano molte più cose stimolanti da ascoltare, che mi hanno permesso di fare un balzo ben più avanti”. Con una precisazione che rivela un altro aspetto dietro le quinte degli U2: “Le mie assenze dallo studio sono congeniali soprattutto a The Edge, perché lui è molto diverso da me. Io trovo le melodie rapidamente e sono veloce a scrivere i testi; lui è come un maestro zen che dedica cinque anni alla preparazione dell’inchiostro e cinque minuti alla scrittura, facendo attenzione a scrivere i caratteri con una bellissima calligrafia”.
Nella primavera 2003 l’idea di un disco meno pop e cesellato di All That You Can’t Leave Behind sembra trovare una conferma, quando trapela l’indiscrezione che alla squadra si è unito Chris Thomas, produttore di Never Mind The Bollocks dei Sex Pistols, tastierista nel White Album dei Beatles e al mixer nel pluridecorato The Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd. Ma il lavoro procede senza troppa fretta e in modo frammentario, finché a novembre si aggiunge – per una settimana – Daniel Lanois. All’inizio del 2004 la band preferisce richiamare il fido Steve Lillywhite e affinare quanto realizzato fino a quel momento (“Esaurimmo Chris come Flood e Nellee Hopper in Pop”, confida Bono): il lavoro non parte da zero, ma trova nuovo slancio con chi conosce da tempo le dinamiche dei quattro. In un singolare omaggio al produttore degli inizi, il nuovo lavoro si apre con un conteggio in castigliano (“Uno, dos, tres, catorce!”, con il videoclip girato in Catalogna, nel delta dell’Ebro) a ricordare il numero degli album degli U2 realizzati sotto la guida di Lillywhite.
A ridosso di San Patrizio, il DJ irlandese Garrett Lee – detto Jacknife – si aggiunge al team, ma il nuovo disco slitta ancora a dopo l’estate, tanto che il 16 maggio Bono con Bobby Shriver (e l’aiuto della Bill & Melinda Gates Foundation) fonda a Washington la ONE Campaign insieme a 11 organizzazioni non profit – fra cui la sua DATA e World Vision. Nel frattempo la compagnia Digital:CC di Sebastian Clayton (che fin dall’apertura cura il sito ufficiale www.u2.com) registra il dominio www.howtodismantleanatomicbomb.com, che a settembre avvia il conto alla rovescia per la pubblicazione, con l’indicazione di giorni, ore, minuti, secondi, decimi e persino centesimi di secondo. Suggerito dall’artista concettuale britannico Damien Hirst (a Dublino per affari e invitato in studio dagli U2 ad ascoltare alcune nuove tracce), il titolo vuol richiamare i tempi “tesi” in cui viene pubblicato, con il premier britannico Tony Blair a sostenere apertamente l’intervento militare in Iraq voluto dal presidente USA George W. Bush: ma ben presto Bono si accorge che anche stavolta c’è qualcosa di più profondo. “Non si sente molto parlare di bombe atomiche di questi tempi… è un termine che viene dal lessico di mio padre e dalla sua generazione, oggi le chiamiamo armi di distruzione di massa. Ma anche se tutti nel mondo cercano d’immaginarsi come rimettere il dentifricio nel tubetto, una volta che hai tutta questa tecnologia disponibile su Internet potremo mai essere salvi? Anche se è un pensiero sospeso nell’aria, nella mia testa How To Dismantle An Atomic Bomb parla di mio padre: come disinnescare un Bob atomico. È morto un paio d’anni fa e la sua scomparsa mi ha fatto viaggiare, in una caccia rabbiosa e disperata, per scoprire chi ero. E si sente in molte canzoni del disco, che quindi è molto più personale che politico”. Un’ammissione confermata in seguito: “Alla fine l’album parla di famiglia, intimità, relazioni umane. Tentammo anche di toccare alcuni temi politici, ma erano sempre argomenti che si adattavano al concept dell’album, ossia la perdita dell’innocenza”.
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Dal vivo gratis, nel parco sotto il Ponte di Brooklyn
22 NOVEMBRE 2004
Gli U2 girano il videoclip di All Because Of You su un camion per le strade di New York, per poi tenere un breve concerto gratuito all’Empire-Fulton Ferry State Park – ai piedi del Brooklyn Bridge.
23 NOVEMBRE 2004
Arriva nei negozi l’album How To Dismantle An Atomic Bomb e su iTunes il box digitale The Complete U2, oltre a un iPod U2 Special Edition.
14 MARZO 2005
Al Waldorf Astoria di New York gli U2 sono introdotti nella Rock And Roll Hall Of Fame da Bruce Springsteen, che poi si unisce alla band in I Still Haven’t Found What I’m Looking For.
La canzone
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SOMETIMES YOU CAN’T MAKE IT ON YOUR OWN
Quando iniziano le registrazioni di All That You Can’t Leave Behind, la famiglia di Bono ha da poco scoperto la malattia del padre Bob Hewson. Pressoché inevitabile, per il musicista, riversare le sue emozioni in un brano a lui dedicato inizialmente intitolato Tough, dall’impressione di durezza che il genitore gli ha sempre comunicato: “Un vero duro. Irlandese, dublinese, della Dublino del nord, molto cinico sul mondo e le persone, ma molto affascinante e divertente nel parlarne”. Alla scomparsa di Bob, nell’agosto 2001, Bono ne esegue una prima versione al funerale, rititolandola Sometimes You Can’t Make It On Your Own (“A volte non puoi farcela da solo”) e citandola esplicitamente in un’intervista di fine anno alla rivista Spin. Durante le registrazioni per l’album successivo How To Dismantle An Atomic Bomb – che di fatto fa riferimento al genitore fin dal titolo – Bono la recupera pur essendo costituita, come gli dice il produttore Lillywhite, da pochi versi con la frase del titolo che si ripete ogni volta quasi come un salmo. Allora il cantante chiede una chitarra e aggiunge spontaneamente i versi “And it’s you when I look na na na na / And it’s you du du du du du du du”. Anche se Bono non ha ancora ideato il seguito, Lillywhite capisce subito che di fatto la canzone è già finita: “Era in giro da cinque anni e nessuno gli aveva detto che non aveva il ritornello!”.
Il brano esce come secondo singolo dell’album (tranne in Nord America) e debutta al numero uno della classifica britannica, oltre a raggiungere la vetta in diversi Paesi fra cui l’Italia e aggiudicarsi due Grammy Award, fra cui quello per la canzone dell’anno 2006.
Dopo un paio di videoclip girati da Ritchie Smyth, per il pezzo ne vengono realizzati un altro paio. Uno è un unico piano sequenza, quasi interamente in bianco e nero, per la regia Phil Joanou (già alla macchina da presa per il film U2 Rattle And Hum e il promo di If God Will Send His Angels) e prodotto come sempre da Ned O’Hanlon – dietro ogni filmato della band dal 1994 fino a oggi, prima con la sua Dreamchaser e poi la Solo Too (ma partecipando anche al film di Joanou). Filmato a Dublino dal 13 al 15 dicembre 2004, nella sua forma più diffusa mostra Bono percorrere Castleforbes Road, mentre in sovrimpressione lo si vede scrivere sullo schermo: “Mio padre lavorava all’ufficio postale di giorno e suonava l’opera di notte”. Quindi lo troviamo nella sua stanza d’infanzia e in Cedarwood Road, dove abitava con gli amici Guggi e Gavin Friday, per poi raggiungere la band al Gaiety Theatre e infine percorrere Sheriff Street. Un omaggio colmo d’atmosfera a Bob, che in quel teatro vittoriano cantava da tenore nella Rathmines and Rathgar Musical Society (di cui si vede fugacemente un manifesto lungo i corridoi).
A ridosso della conclusione delle registrazioni – già con i vistosi precedenti dello smarrimento degli appunti per October nel 1981, dei nastri digitali per Achtung Baby nel 1991 e perfino il furto del laptop con i primi testi per All That You Can’t Leave Behind (recuperato in pochi giorni grazie a un onesto dublinese ignaro di acquistare merce rubata) nel dicembre 1999 – in estate un altro episodio fa tremare i polsi all’intera organizzazione della band, ormai cresciuta a dismisura quasi in parallelo al boom economico della madrepatria irlandese (che negli anni Novanta si vede affibbiare dai media il soprannome di “Tigre Celtica”). Durante una session fotografica in Costa Azzurra, The Edge si accorge della sparizione del lettore portatile con il primo assemblaggio grezzo del nuovo album: viene coinvolta anche l’Interpol e uno speciale gruppo antipirateria in grado di seguire le eventuali tracce lasciate dai file in Internet. Ma il ladro non viene scoperto (e Bono chiosa: “Ringrazio Dio che sia stato The Edge a perdere il CD. Se fosse capitato a me, la cosa avrebbe causato un omicidio”). In caso di divulgazione abusiva, la band è pronta a rendere subito disponibile l’album tramite la piattaforma iTunes di Apple, con cui già da inizio 2002 ha pubblicato legalmente le proprie canzoni in formato MP3, divenuto uno standard audio dopo la nascita dei programmi di file sharing. In realtà non trapela nulla prima della scadenza (“Probabilmente si trattava di qualcuno che lo aveva preso come souvenir. Scommetto che finì in fondo al Mediterraneo in poche ore”, ha poi scherzato The Edge), a parte alcuni frammenti da un minuto di All Because Of You e Vertigo in autunno (registrati dall’esterno degli studi e quindi di bassissima qualità) e una versione non integrale – a due settimane dalla distribuzione nei negozi (con ogni probabilità proveniente da...

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