Il sogno dell'immagine
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Il sogno dell'immagine

Per un'archeologia fotografica dello sguardo. Benjamin, Rauschenberg e Instagram

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Il sogno dell'immagine

Per un'archeologia fotografica dello sguardo. Benjamin, Rauschenberg e Instagram

About this book

La fotografia è un medium, l'estensione sensoria del corpo, una protesi per vedere diversamente, una macchina inconscia che produce rappresentazione automatica. Oggi, nella sua dimensione digitale, si presenta sempre piÚ come straordinario artificio in grado di ridisegnare la vita quotidiana e gli ambienti di vita.In questo volume, secondo una prospettiva che innesta la ricerca mediologica su quella storico-archeologica, si indaga la natura del medium, la sua storia, la sua trasformazione tecnologica, dal dagherrotipo a Instagram, dal collodio umido a Pinterest, dalle cartes de visite a Facebook.Organizzato in tre parti, nella prima il volume esprime un approccio mediologico e visuale. Ripartendo dalla natura diffcilmente controllabile di un mezzo di comunicazione che ha vissuto importanti metamorfosi, smaterializzandosi nel presente digitale, si propone una sorta di iconologia critica che ragioni sulla specifi cità del medium e sulla sua inafferrabilità semiotica.Nella seconda parte, i saggi propongono i tratti di una genealogia occidentale che, attraversando due secoli, segna la fondamentale continuità della traiettoria fotografica in un piÚ ampio contesto mediale, dall'analogico al digitale, dalla reflex allo smartphone, con un salto quantitativo, e relazionale, legato alle trasformazioni piÚ recenti.Infine nella terza parte diventa protagonista la relazione culturale tra fotografi a e società italiana: dai sogni cinematografi ci alla denuncia sociale del dopoguerra, dalla Polaroid di Moro e gli anni Settanta ai territori della moda degli anni Ottanta e Novanta, la fotografia, secondo luoghi e tempi diversi, tra locale e globale, diventa un punto di snodo fondante per ragionare sull'identità del nostro paese.

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Information

Publisher
Meltemi
Year
2019
eBook ISBN
9788855191678
Topic
Art
Subtopic
Photography
Capitolo primo
Il sogno in immagine. Fotografie del dopoguerra
Frammenti di una cartografia complessa
La scena italiana del dopoguerra presenta una cartografia dei consumi culturali e mediali complessa: siamo di fronte a un paese dalle molte facce e con diverse velocità di sviluppo, da una parte le poche grandi città e dall’altra la provincia, su un versante la crescita delle zone a concentrazione industriale e sull’altro un territorio che rimane prevalentemente rurale, da un lato l’urbanizzazione incipiente e dall’altro una periferia lontana e distante.
La complessità della penisola si traduce con la parola molteplicità, e però da una bibliografia sempre più consistente emerge un’evoluzione precisa, in una parola generalista della fase storica in esame – cinema, radio e stampa di massa, poi la televisione, i consumi immateriali diventano vettore trainante per i consumi materiali di massa. Il modello di sviluppo del sistema culturale italiano integra per alcuni versi una traiettoria, e una intensa influenza americana, ma allo stesso tempo conserva tratti distintivi interessanti ed una continuità storica con le esperienze mediali che hanno segnato il Ventennio fascista. Sul percorso i punti di riferimento culturali sono consolidati: da un lato, le ricerche dallo sguardo ampio che indagano nel complesso il sistema dei consumi culturali. A vasto raggio bisogna far riferimento almeno ai volumi di David Forgacs, Fausto Colombo, Michele Sorice1 e in una prospettiva di analisi comparata David Sassoon2, o ai percorsi di ricerca coordinati in maniera più ampia da Mario Morcellini, da Aldo Bonomi e Alberto Abruzzese3. Per avvicinarsi alla transizione degli anni Cinquanta, rimane fondamentale la densa ricerca di David Forgacs e Stephen Gundle4.
Dall’altra parte il contesto culturale è segnato da un repertorio ricco e in continuo sviluppo che indaga contesti, pratiche e consumi dei media specifici, tra cinema, radio, stampa e televisione, con almeno uno sguardo al fenomeno fondante, quanto trasversale, della pubblicità5.
E però, in definitiva, è difficile sintetizzare un sistema che è un mosaico, a macchie di leopardo, che intorno a una narrazione e una civilizzazione orale vede scorrere immagini che sono allo stesso tempo prodotti, divi e attori. Il consumatore italiano che attraversa gli anni Cinquanta è già il flaneur dei media di massa6, senza essere mai stato il flaneur metropolitano. Immerso in un sistema mosaico discontinuo e poco uniforme che, intorno a una narrazione e civilizzazione orale, si nutre di un flusso di suoni e immagini essenzialmente fotografiche – cose, confezioni, prodotti, brand, volti, corpi – collocate in una dialettica forte Italia-Stati Uniti ma che attinge ai presupposti e all’impronta mediale degli anni Trenta che dallo spazio pubblico migreranno via via al destino privato del piccolo schermo audiovisivo. Da una piazza che a turno potrà essere bar, parrocchia, partito, si transiterà all’attrazione del televisore, al salotto, quindi alla centralità quotidiana dell’abitazione privata tra gli anni Sessanta e Settanta. Rispetto alla visibilità, riconosciuta, del grande sviluppo dei media generalisti, l’attenzione è in questo caso sulla disseminazione di pratiche di consumo mediale interstiziali, meno visibili e quantificabili – quella vera e propria messe di immagini, parole, suoni che sta tra la stampa popolare, i fotoromanzi, la pubblicità – che arrivano praticamente ovunque e che raggiungono la provincia lontana. Un sistema integrato che vede l’immagine fotografica al centro di una serie interminabile di scambi e rimediazioni. E che intendo ricostruire attingendo a una molteplicità di fonti e ricostruendo un mosaico di immagini che insiste nella vita quotidiana7.
Quando in Italia si raggiunge il massimo di vendita di biglietti cinematografici, a metà degli anni Cinquanta, esistono ancora ampie zone del paese sprovviste completamente di sale cinematografiche. Alla fine dello stesso decennio, in diversi paesi di provincia, la radio non è mai arrivata. Nel 1958, grazie a un’iniziativa del quotidiano “La Stampa”, la voce della radio arriva per la prima volta a Tatto Sottana, un villaggio dell’alto cuneese. Il reportage racconta l’emozione della prima volta di un gruppo di scolari e della maestra che ascoltano suoni e parole a distanza con gli occhi lucidi per l’emozione8.
In un lunghissimo dopoguerra, il consumo fondante che passa attraverso l’occhio si muove intensamente tra i manifesti affissi al muro e le copertine dei periodici che rivestono le superfici esterne dell’edicola, tra la fame concreta di Antonio alias Lamberto Maggiorani e i sogni pubblicitari di Peppino De Filippo nei panni del dott. Antonio, tra la fatica di vivere – o sopravvivere – in Ladri di biciclette di Vittorio De Sica e le ossessioni erotico-immaginarie di Fazzuolo – l’immagine commerciale che prende saldamente il controllo dell’immaginario – nell’episodio di Boccaccio ’70 di Federico Fellini. Siamo idealmente tra il 1948 e il 1962, le date di uscita dei due film. In pratica, il sogno di una sopravvivenza dignitosa che superi gli stenti e la fame partoriti direttamente dalla guerra e registrati dal Neorealismo tra la fine degli anni Quaranta e il principio dei Cinquanta, si trasforma in un sogno pubblicitario che diventa parte essenziale della vita quotidiana, e di una realtà del consumo di massa maturata compiutamente negli anni Sessanta9.
Sono le stesse immagini, fonti e agenti di storia, frammenti destinati ad articolare un nuovo montaggio e a ricostruire l’immaginario dei consumi tra anni Cinquanta e Sessanta: in larga parte fotografie che vivono appunto rimediandosi in manifesti e giornali, fotoromanzi e cartoline, dall’altra il cinematografo, non tanto e non più in quanto strumento di espressione creativa e industri...

Table of contents

  1. Introduzione
  2. Interpretazioni Per una prospettiva socio digitale
  3. Capitolo primo Il medium del silenzio. Limite, smaterializzazione, spostamento
  4. Capitolo secondo Intorno alla polifonia dello sguardo. Benjamin, la fotografia e il suo inconscio
  5. Capitolo terzo Foto-grafica-mente. Robert Rauschenberg, la vitalitĂ  contemporanea della traccia
  6. Archeologie. Radici e destini digitali delle immagini fotografiche
  7. Capitolo primo Genealogia di una corrispondenza elettiva.
  8. Capitolo secondo Visibilità e invisibilità, l’immagine sacra del Papa. Regalità e relazione da Pio IX a papa Woytila
  9. Capitolo terzo Viaggio al centro del Mediterraneo.
  10. Note e appunti per una storia dell’immagine fotografica di Napoli
  11. Italie del dopoguerra
  12. Capitolo primo Il sogno in immagine. Fotografie del dopoguerra
  13. Capitolo secondo Non è solo una Polaroid. Il ritratto fotomediale di Moro
  14. Capitolo terzo Il mantello di Arlecchino contro la moda. Il progetto Toscani nell’Italia di Benetton
  15. Bibliografia