La liberazione della donna
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La liberazione della donna

Un approccio marxista

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La liberazione della donna

Un approccio marxista

About this book

Nato con un intento chiaramente polemico nei confronti delle analisi sulla condizione della donna di stampo marcatamente sociologico, questo pamphlet sui generis si propone di rintracciare nei fondamenti del materialismo storico quegli agganci teorici che pongano fine al mito dell?inferiorità della donna. Dalle società preistoriche al moderno mondo capitalista, gli articoli qui riproposti esaminano le radici economiche e sociali dell?oppressione delle donne. Una testimonianza ancora attualissima, da parte di una delle voci più importanti del femminismo americano.

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Information

Capitolo settimo
Il mito dell’inferiorità della donna
La priorità storica del matriarcato è ancora una delle questioni più controverse di teoria antropologica. I ricercatori, messi di fronte all’evidenza, possono anche essere portati a concedere con riluttanza che la società primitiva era collettivistica e costituiva una comunità tribale. Si rifiutano tuttavia di ammettere che era una comunità matriarcale, con le donne al posto di comando.
La reticenza ad ammettere ciò deriva dalla supposizione erronea che la società matriarcale avrebbe dovuto essere l’immagine speculare della società di classe, solo che avrebbe rappresentato la dominazione della donna anziché la supremazia maschile. Ma poiché nessun libro contiene la minima prova di tale mutamento, questo sembrerebbe affermare che l’ordine sociale del matriarcato non è mai esistito.
Ma questa conclusione non tiene conto del fatto che il matriarcato, che era un sistema di “comunismo primitivo”, escludeva la sottomissione di un settore della società all’altro, e allo stesso modo escludeva tutte le caratteristiche oppressive della società di classe, inclusa l’oppressione sessuale.
L’articolo che segue, pubblicato per la prima volta nella primavera del 1954 a cura della Fourth International, riesamina le attività produttive e le scoperte culturali delle donne primitive come presupposto base per la definizione della posizione sociale da loro occupata. Questi dati non solo fanno saltare il mito dell’inferiorità femminile, ma servono anche a confutare il punto di vista tradizionale che l’umanità non sia mai passata attraverso l’epoca del matriarcato.
Una delle principali caratteristiche del capitalismo e della società classista in genere è l’ineguaglianza dei sessi. Gli uomini sono i maestri nella vita economica, culturale, politica e intellettuale, mentre le donne hanno un ruolo subordinato e perfino sottomesso. Solo recentemente la donna ha iniziato a uscire dalla cucina e dalla nursery per contestare il monopolio dell’uomo. Ma l’ineguaglianza essenziale rimane ancora.
Questa ineguaglianza dei sessi ha caratterizzato la società divisa in classi sin dall’inizio parecchie migliaia di anni fa ed è persistita attraverso i suoi tre periodi principali: schiavismo, feudalesimo e capitalismo. Per questa ragione la società di classe è sostanzialmente caratterizzata dalla dominazione maschile, e questa dominazione è stata difesa e perpetuata dal sistema della proprietà privata, dallo Stato, dalla Chiesa e dalle istituzioni familiari che servono agli interessi dell’uomo. Sulle basi di questa situazione storica è stato spacciato il mito della pretesa superiorità sociale del sesso maschile. Si dice spesso, come assioma immutabile, che gli uomini sono socialmente superiori perché sono naturalmente superiori. Secondo questo mito, la supremazia maschile non è un fenomeno sociale in un particolare momento della storia, ma una legge naturale. Gli uomini, si afferma, sono stati dotati dalla natura di attributi fisici e mentali superiori.
Un equivalente mito per le donne è stato propagandato per difendere questa pretesa superiorità dell’uomo. Viene affermato, come assioma immutabile, che le donne sono socialmente inferiori perché naturalmente inferiori agli uomini. E qual è la prova? Che le donne sono madri. La natura, si afferma, ha condannato il sesso femminile a uno status inferiore.
Questa è una falsificazione della storia sia naturale che sociale. Non è la natura ma la società di classe che ha abbassato la donna ed elevato l’uomo. Gli uomini hanno ottenuto la loro supremazia sociale con la lotta contro le donne e la loro conquista. Ma questa lotta fra i sessi era solo parte di una grande lotta sociale: il rovesciamento della società primitiva e l’istituzione della società di classe. L’inferiorità della donna è il prodotto di un sistema sociale che ha causato e incoraggiato altre innumerevoli ineguaglianze, inferiorità, discriminazioni e degrazioni. Ma questa realtà storica è stata simulata dietro al mito dell’inferiorità femminile.
Non è la natura ma la società di classe che ha derubato la donna del suo diritto a partecipare alle più alte funzioni della società esaltando sole le funzioni animali di maternità. E questo furto è stato perpetrato attraverso una duplice mistificazione. Da un lato la maternità viene rappresentata come una afflizione biologica che spetta alla donna in quanto tale. Dall’altro invece questo materialismo volgare viene rappresentato come qualcosa di mistico. Per consolare le donne del loro status di cittadini di seconda classe, le madri sono santificate, fornite di un’aureola e dotate di speciali “intuizioni”, sensazioni e percezioni al di sopra della comprensione maschile. Santificazione e degradazione sono semplicemente due aspetti dello sfruttamento sociale della donna nella società di classe.
Ma la società di classe non è sempre esistita; ha solo poche migliaia di anni. Gli uomini non sono sempre stati il sesso superiore, perché non sono sempre stati i leader industriali, intellettuali e culturali. Al contrario, nella società primitiva, dove non erano né santificate né degradate, erano le donne i leader della società e della cultura.
La società primitiva era un matriarcato, vale a dire, come dice la parola, un sistema nel quale non gli uomini ma le donne organizzavano e dirigevano la vita sociale. Ma la distinzione tra i due sistemi sociali va oltre questo capovolgimento del ruolo di dirigenza dei due sessi. La direzione sociale delle donne nella società primitiva non era fondata sull’oppressione dell’uomo. Al contrario la società primitiva non conosceva ineguaglianze sociali, inferiorità o discriminazioni di alcun genere. Era fondata su basi di eguaglianza completa. Infatti, è stato proprio attraverso la leadership delle donne che gli uomini sono stati portati da una condizione arretrata a un ruolo sociale e culturale più elevato.
In questa società primitiva la maternità, lungi dall’essere vista come un’afflizione o un segno di inferiorità, viene considerata come un grande dono della natura. La maternità investiva le donne di potere e prestigio; e c’erano buone ragioni perché questo accadesse.
L’umanità nacque dal regno animale. La natura ha dotato solo uno dei due sessi, il sesso femminile, di organi e funzioni procreativi. Questo dono biologico è stato ciò che ha reso possibile il passaggio dal regno animale all’uomo e, come Robert Briffault ha ampiamente dimostrato nel suo lavoro Le madri, nutrire, allevare e proteggere i piccoli.
Tuttavia, come Marx ed Engels hanno dimostrato, tutte le società, sia passate che presenti, sono fondate sul lavoro. Non era solo la capacità delle donne di generare che poté avere il ruolo decisivo, proprio perché anche tutte le femmine degli animali partoriscono. Decisivo per la specie umana fu il fatto che la maternità spinse al lavoro e proprio sulla fusione della maternità e del lavoro fu fondato il primo sistema sociale.
Sono state le madri che per prime hanno preso la strada del lavoro e con il lavoro è iniziato il cammino dell’umanità.
Furono le madri che divennero le maggiori forze produttive; le lavoratrici e le contadine, le leader nella vita scientifica, intellettuale e culturale. Ed esse sono riuscite a diventare tutto questo proprio perché erano madri e all’inizio la maternità era fusa con il lavoro. Tale fusione rimane ancora oggi nei linguaggi dei popoli primitivi dove il termine “madre” sta a indicare “procreatrice-produttrice”.
Ma non traiamo da ciò la conclusione che le donne siano per natura il sesso superiore. Ogni sesso fu il prodotto di una evoluzione naturale e ognuno ebbe il suo ruolo specifico e indispensabile. Tuttavia, se noi dovessimo parlare in termini di leadership sociale, per le donne del passato come per gli uomini oggi, diremmo che le donne nella società furono leade...

Table of contents

  1. Presentazione di Amalia Rossi
  2. Introduzione alla prima edizione italiana (1973) di Rosalba Spagnoletti
  3. Prefazione
  4. Nota alla quinta edizione
  5. Capitolo primo “La mistica della femminilità”*
  6. Capitolo secondo È il fattore biologico che ha condizionato le donne?
  7. Capitolo terzo Donne: casta, classe o sesso oppresso?*
  8. Capitolo quarto Come le donne hanno perso la loro autonomia e come possono riconquistarla*
  9. Capitolo quinto Sesso contro sesso o classe contro classe?
  10. Capitolo sesto
  11. Le donne e la famiglia*
  12. Capitolo settimo Il mito dell’inferiorità della donna