Essere migranti in Italia
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Essere migranti in Italia

Per una sociologia dell'accoglienza

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Essere migranti in Italia

Per una sociologia dell'accoglienza

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Il sistema di accoglienza italiano, col decreto Sicurezza, ha visto gravemente limitata la sua governance, ridimensionato il complesso di servizi volti a garantire ai richiedenti asilo percorsi di formazione e inclusione qualificati, prodotto una forma di accoglienza "parcheggio" che produce emarginazione e rende strutturalmente fragili i suoi ospiti, agevolandone lo sfruttamento per mezzo di datori di lavoro senza scrupoli, caporali e speculatori vari. Il decreto Sicurezza boicotta anche le espressioni ed esperienze più virtuose e inclusive. Esso amplifica forme di disagio, intolleranza e insicurezza sociale, sia percepita che reale. Sotto questo aspetto è urgente dirigersi in direzione ostinatamente contraria, investendo in un sistema d'accoglienza e d'inclusione ben organizzato, territorialmente aperto e trasparente, adeguatamente sostenuto sul piano economico, capace di elaborare, dentro un quadro di rigorosa professionalità, governance e pratiche virtuose. Peraltro queste ultime nel Paese esistono già e rappresentano forme anche di resistenza attiva alla deriva xenofoba e razzista in corso. Purtroppo, l'accesso legale al mercato del lavoro dei richiedenti asilo continua a essere un obiettivo mancato a causa della condizione degli stessi beneficiari e della sua aspirazione a mantenerli in condizioni di ricattabilità a scopo di sfruttamento. Superare gli effetti del decreto Sicurezza è urgente e rappresenta una forma di resistenza civile che può consentire al Paese di riconquistare dignità e avviare una nuova fase di progresso civile ed economico.

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Information

Capitolo terzo
Il decreto Sicurezza (legge 132 del 1° dicembre 2018) e le sue conseguenze sul sistema d’accoglienza italiano
L’Italia sta vivendo una fase di radicale trasformazione dei suoi sistemi di accoglienza e di inclusione dedicati ai richiedenti e ai beneficiari di protezione internazionale. Un cambiamento che sta generando profonde critiche e perplessità da parte di organizzazioni non governative, centri studi ed esperti, in ragione, soprattutto, del combinato disposto della Legge n° 132 del 1° dicembre 2018 (nella quale è stato convertito il “Decreto sicurezza”) e dello Schema di capitolato di gara di appalto, approvato con il “Decreto Ministeriale del 20 novembre 2018, riguardante la fornitura di beni e servizi per la gestione e il funzionamento dei centri di prima accoglienza”.
Un cambiamento normativo e di procedure che si inserisce nella cornice di una politica fortemente orientata a bloccare gli sbarchi sulle coste italiane di donne, bambini e uomini che scappano da guerre, terrorismo, persecuzioni, cambiamenti climatici e violenze. Una politica che si concretizza e si consolida attraverso gli accordi Italia-Libia e una forte campagna mediatica e politica volta a limitare l’operatività delle attività di soccorso in mare organizzata da associazioni ed enti umanitari che incrociano nel Mediterraneo. Un sistema di accoglienza che, prima delle novità introdotte dall’attuale Governo Conte, già manifestava evidenti e drammatiche criticità, soprattutto per quel che concerne l’accoglienza dedicata ai richiedenti asilo.
Nel 2014 (anno che ha visto un aumento significativo degli sbarchi in Italia) i posti destinati alla “prima accoglienza” risultavano fortemente ridotti ancor prima della fase più intensa dell’emergenza sbarchi. Nel contempo, la compresenza di persone accolte afferenti a status e tipologie di accoglienza diverse non ha reso facile la gestione (sia dal punto di vista dei gestori che, soprattutto, degli ospiti). Già il 19 maggio 2014, ben prima dei picchi di sbarchi dei mesi estivi (giugno, luglio ed agosto), questi centri non solo erano saturi, ma già sovraffollati con presenze (oltre 10.000) che superavano la capienza effettiva prevista (poco più di 8.500).
Centri di prima accoglienza destinata ai migranti giunti sul territorio nazionale
Centri di accoglienza
Tipologia
Capienza
Presenze*
Lampedusa (Ag)
CPSA
250
In ristrutturazione
Ancona
CDA**
68
138
Bari
CDA**
1.216
1.533
Brindisi
CDA**
128
174
Cagliari
CPSA**
220
252
Caltanissetta
CDA**
456
487
Mineo (Ct)
CDA**
3.000
3.990
Crotone
CDA**
1.370
1.415
Foggia
CDA**
580
663
Gorizia
CDA**
138
204
Ragusa
CPSA**
180
263
Castelnuovo di Porto (Rm)
CDA**
650
754
Trapani
CDA**
250
296
TOTALE
8.516
10.169
Fonte: Fo...

Table of contents

  1. Prefazione di Maurizio Ambrosini
  2. Introduzione
  3. La tematica delle migrazioni non riguarda solo le ragioni della partenza, le condizioni sociali, politiche e ambientali dei paesi di origine, le caratteristiche del viaggio del migrante, profugo o meno che sia, ma anche il sistema d’accoglienza organizzato nel paese di primo arrivo o sbarco e i percorsi di formazione, inclusione sociale e lavorativa e autonomizzazione della persona che, nella sua elaborazione più sofisticata, definiscono non solo il rapporto tra il paese di approdo e il migrante ma anche la maturità del relativo sistema democratico interpretabile nel rapporto che sviluppa con l’alterità. Una buona accoglienza, fondata sul rispetto dei diritti della persona, su una governance variamente articolata e qualificata sul piano professionale in grado di accompagnare il migrante in un processo di autonomizzazione e formazione che gli garantisca buone chance di realizzare il suo progetto migratorio e quello della sua famiglia di origine, la sua articolazione positiva con il territorio circostante, comprendendo quest’ultimo come fattore di progresso e dunque protagonista del percorso di accoglienza e non di conflitto, le varie prassi e metodologie di servizio, alcune d’avanguardia per i risultati che sono state in grado di ottenere, costituiscono la premessa per organizzare un buon sistema d’accoglienza e smontare ogni tentazione o tentativo di conflitto, a volte anche violento, che invece sembra incentivato dai fanatici dell’odio e del sovranismo, peraltro evidentemente strumentale all’ottenimento del consenso e dunque del potere. È in questa direzione che volge il lavoro che qui si presenta. Un viaggio analitico nel sistema di accoglienza italiano, prima e dopo i due decreti Sicurezza del governo italiano, con focus sugli stessi, nelle esperienze migliori già sviluppate in tale ambito e comprensione delle metodologie sperimentate allo scopo di farne modello aperto e replicabile. Nel contempo, proprio in ragione degli effetti del decreto Sicurezza, misurabili sul piano dei provvedimenti di riforma che esso impone al sistema di accoglienza italiano, si rileveranno alcune conseguenze sociali di particolare gravità a partire dal rafforzarsi del processo di infragilimento del richiedente asilo e del beneficiario che lo espone a processi di emarginazione sociale e ghettizzazione sino a comprenderlo in un esercito di invisibili di riserva facile preda di interessi e organizzazioni criminali (sfruttatori, trafficanti, caporali, padroni e mafiosi).
  4. Capitolo primo Alle origini del corto circuito tra i migranti, confini e Stato sovranista
  5. Capitolo secondo L’accoglienza inclusiva come antidoto contro discriminazione, sfruttamento e razzismo
  6. Capitolo terzo Il decreto Sicurezza (legge 132 del 1° dicembre 2018) e le sue conseguenze sul sistema d’accoglienza italiano
  7. Capitolo quarto Quattro buone pratiche di accoglienza in Italia
  8. Conclusione Una conclusione aperta
  9. Bibliografia