Le vie sociali dell'immaginario
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Le vie sociali dell'immaginario

Per una sociologia del profondo

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Le vie sociali dell'immaginario

Per una sociologia del profondo

About this book

La questione dell'immaginario inizia lì dove termina la dicotomia che lo vede contrapporsi al reale. Fuoriuscendo da questa logica disgiuntiva, è possibile considerare l'immaginario come la sorgente della costruzione e della trasformazione della realtà sociale. Una serie di saggi – dedicati ai processi generativi degli ambienti socio-antropologici, alle dinamiche d'integrazione, di dominio e resistenza, al mutamento sociale, alle metamorfosi dei media, della politica, dell'economia e delle rappresentazioni dell'alterità, nonché al mondo degli oggetti – dà forma a un volume che, nato nell'ambito della neocostituita sezione Immaginario della Associazione Italiana di Sociologia, si propone di individuare nell'immaginario una possibile via d'accesso alla comprensione profonda della vita sociale.

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Information

Im@go books
N. 1
Collana diretta da Pier Luca Marzo
Comitato editoriale
Fabio D’Andrea, Valentina Grassi, Fabio La Rocca, Milena Meo, Luca Mori, Maria Giovanna Musso, Antonio Tramontana
Comitato scientifico
Alberto Abruzzese (Professore emerito IULM, Milano)
Sabah Abouessalam (Institut National d’Aménagement et d’Urbanisme)
Sergio Brancato (Università di Napoli, Federico II)
Stefano Cristante (Università del Salento)
Paolo Jedlowski (Università della Calabria)
Derrick De Kerckhove (University of Toronto)
Michel Maffesoli (Professeur émérite Université Sorbonne V)
Edgar Morin (Professeur émérite Cnrs, Paris)
Domenico Secondulfo (Università di Verona)
Vincenzo Valentino Susca (Université Montpellier III, Paul Valéry)
Neil Turnbull (Nottingham Trent University)
Jean Jacques Wunenburger (Université Jean Moulin, Lyon)
Im@go Books è un progetto editoriale transdisciplinare rivolto all’immaginario inteso come l’invisibile sorgente della costruzione sociale della realtà. Lungo questa prospettiva scientifica, la collana accoglie saggi considerati fondativi degli studi sull’immaginario e saggi rivolti alla comprensione delle dinamiche profonde che danno forma al mondo contemporaneo prefigurandone gli scenari futuri.
I testi pubblicati sono sottoposti a un processo di peer-review
Le vie sociali dell’immaginario
Per una sociologia del profondo
A cura di Pier Luca Marzo e Luca Mori
Prefazione di Domenico Secondulfo
Mimesis Edizioni (Milano – Udine)
www.mimesisedizioni.it
Collana: Im@go books, n. 1
© 2019 – Mim Edizioni SRL
Via Monfalcone, 17/19 – 20099
Sesto San Giovanni (MI)
Phone: +39 02 24861657 / 24416383
Domenico Secondulfo
Prefazione
Per una sociologia dell’immaginario e del profondo
1. Perché è necessaria una sociologia dell’immaginario e perché questa deve declinarsi anche come sociologia del profondo
Tutto il mondo è diviso in due parti,
delle quali una è visibile e l’altra invisibile.
Il visibile non è che il riflesso dell’invisibile.
Zohar, 1, 39.
Così iniziavo, qualche anno fa, il mio impegno per avviare una sociologia della cultura materiale (Secondulfo 2015); in quel volume la mia idea era quella di studiare e sistematizzare il visibile, la parte visibile della cultura, cioè la cultura materiale, il mondo degli oggetti, delle cose, delle strutture fisiche, la società che possiamo vedere. Questo volume, prima tappa di un percorso di delimitazione e mappatura ad opera della neonata sezione “Immaginario” della Associazione Italiana di Sociologia, si pone lo scopo di esplorare e sistematizzare invece la parte invisibile che si riflette dialetticamente in quella visibile. La società è infatti la somma dinamica di concetti, immagini, narrazioni, che stanno nella mente delle persone, e sono quindi invisibili, e di oggetti, rappresentazioni, strutture materiali, città, case, supermercati eccetera che sono visibilissimi. Ovviamente se la parte visibile è essenziale ed è la società in cui viviamo concretamente, la parte invisibile è vitale perché costruisce il senso del visibile e ne disegna la trasformazione. L’uomo vive in un suo grande sogno che costruisce quotidianamente attraverso i significati che proietta e che riconosce in tutto ciò che lo circonda in tutto ciò che fa: l’immaginario sociale con le sue radici nel profondo garantisce proprio questo. Per questo motivo una sociologia che declini la cassetta degli attrezzi del sociologo, e dispieghi le capacità di analisi sia concettuale che empirica della sociologia orientandole verso il mondo immaginario che definisce e regge ogni società, indagando non soltanto lo strato fenomenico, ma anche le radici e le strutture di senso profonde, è indispensabile per la comprensione olistica della società. Dobbiamo pensare la società come un territorio che dal nostro mondo quotidiano e materiale si stende, senza soluzione di continuità, nel nostro mondo quotidiano e immateriale, un oggetto costituito da una inscindibile sfera di senso che congiunge in modo consustanziale realtà condivisa e pensiero condiviso, cose e idee, reale e immaginario. Vi sono già articolazioni del pensiero sociologico che studiano il mondo della cultura, dei segni, dei simboli, considerandone primariamente l’aspetto fenomenologico; crediamo che l’indagine delle radici profonde, dei flussi di senso profondi che si muovono al di sotto della fenomenologia maggiormente percepibile sia una parte importante del contributo di conoscenza che una sociologia declinata espressamente sull’immaginario e sulle sue strutture profonde possa dare. Seguiamo in questa convinzione la lezione di Durand, che ha mostrato come al di sotto della fenomenologia dei simboli vi siano strutture antropologiche elementari, sia nel senso della semplicità che nel senso della forza, che “sostengono” la molteplicità del fenomenico.
Pensiamo all’immaginario come alla parte invisibile del visibile, che lo sostiene e gli dà senso radicandolo e nutrendolo, attraverso vari livelli di significazione via via più profondi, invisibili appunto, di cui è necessario scoprire la mappa ed il contenuto. Possiamo pensare alla cultura di una società come ad un oceano: sulla superficie vi sono mille onde, una diversa dall’altra, che vanno in tante direzioni, ciascuna con una sua particolare identità. Questa è la parte visibile, l’infinita fenomenologia del reale. Ma sotto la superficie l’oceano è più calmo, più silenzioso, vi dominano correnti larghe e maestose che, a vari livelli, spostano masse di acqua imponenti da un punto all’altro, influenzando poi ciò che può essere visto in superficie. Il sociologo del profondo deve saper nuotare tra le onde ma anche immergersi nelle correnti del profondo, deve essere nocchiero e palombaro.
È in questo senso che la sociologia dell’immaginario non può che essere anche sociologia del profondo, non può che distinguere la propria declinazione dalle molteplici linee di pensiero che scandagliano la cultura umana privilegiando il senso verticale, lo spessore, le correnti profonde, appunto, che si muovono sotto l...

Table of contents

  1. Domenico Secondulfo Prefazione
  2. Pier Luca Marzo, Luca Mori Introduzione
  3. Prima parte
  4. Pier Luca Marzo La natura immaginaria del sociale: un percorso morfologico
  5. Fabio D’Andrea, Valentina Grassi La potenza dell’immagine
  6. Seconda parte
  7. Luca Mori L’immaginario e il legame sociale
  8. Maria Giovanna Musso Immaginario, tecnologia e mutamento sociale
  9. Stefano Cristante Immaginario e comunicazione (I)*
  10. Sergio Brancato Immaginario e comunicazione (II)
  11. Antonio Tramontana La materia dell’immaginario tra dinamiche e tensioni del mondo sociale
  12. Terza parte Istituzioni e forme
  13. Vincenzo Mele Il materiale e l’immaginario
  14. Milena Meo Le radici immaginarie della politica: una lettura weberiana
  15. Francesca Colella Immaginari dell’alterità nelle società complesse
  16. Pier Paolo Zampieri Il complesso di Caino, la tensione di Abele