Capitolo primo
LâidentitĂ nel disegno
I.1. Verso una pragmatica del disegno infantile
Per noi il significato di ogni parola, frase o espressione significativa è lâeffettivo cambiamento determinato dallâespressione nel contesto della situazione a cui è legata.
Bronislaw Malinowski, Coral Gardens and Their Magic
Matteo (5 anni) mi regala questo disegno: una piccola casetta situata su un bel prato verde, sovrastata da un limpido cielo azzurro. Indica con il dito il prato e dice che âle case stanno per terra, dove poi ci camminano i bimbi.â
La spessa linea verde che rappresenta il prato e quella azzurra che sta per il cielo delimitano e, contemporaneamente, creano il mondo dâimmaginazione nel quale quella casa esiste e dove âi bimbiâ cammineranno. Conferiscono concretezza a un luogo esistente solo nel rapporto tra il disegno e la fantasia del bambino. Forniscono i riferimenti attraverso il quale potranno trovare un orientamento le azioni che si svolgeranno allâinterno della narrazione prodotta dal bambino a partire dal suo disegno. La delimitazione visiva di un regno di fantasia nel quale il bambino muoverĂ i suoi personaggi costruisce il contesto allâinterno del quale il disegnatore conduce chi osserva il suo disegno. Nello spazio immaginato, i partecipanti a questo viaggio fantastico dispongono di mezzi di orientamento. Il riferimento a un alto, un basso, una destra, una sinistra o ad azioni, direzioni e posizioni, può derivare dallâinserimento nel disegno di riferimenti, come nel caso di Matteo; o viene inferito dal modo in cui gli oggetti stanno allâinterno dello spazio del foglio; oppure si posiziona tramite la relazione che intercorre tra le parole pronunciate mentre lâimmagine viene prodotta o fruita e lâimmagine stessa; o ancora è definito da una serie di regole costitutive, consce e inconsce, che reggono il âgiocoâ del disegno. In qualsiasi modo questo avvenga è sempre necessaria una proiezione di un corpo o, meglio, di unâimmagine corporea tattile allâinterno dellâimmagine per cui lâorientamento, lâindicazione di direzioni e posizioni, e lo svolgimento di azioni assumono significato. Il filosofo e psicologo Karl BĂźhler definisce questa modalitĂ dâindicazione come deissi fantasmatica, ovvero quel tipo di posizionamento che avviene allâinterno di immagini mnestiche (i ricordi) o nei mondi di fantasia (ad esempio i romanzi). Per situare le azioni di un personaggio di un romanzo occorre disporre di riferimenti fantasmatici che si riferiscano alle direzioni relative alla proiezione del corpo di chi legge nel mondo narrativo creato dallâautore. Solo proiettando la propria immagine corporea sulla strada percorsa dal protagonista del romanzo possiamo capire cosa significhi udire un rumore di passi sempre piĂš incalzante alle proprie spalle e correre per cercare un nascondiglio laggiĂš tra gli alberi.
Il posizionamento e lâinquadramento in un contesto non procede solo allâinterno del campo immaginario del disegno, ma anche nellâevento concreto del disegnare. Il soggetto che indica qualcosa nel mondo del disegno o fornisce i riferimenti per orientarsi al suo interno è esso stesso inserito in un contesto fatto di atti locutori e grafici (il parlare e il disegnare) situati e in relazione con altri soggetti e lâambiente circostante. Questo è lo spazio in cui si esplicano lâazione comunicativa e i processi cognitivi e sociali insiti nel disegno, in cui i procedimenti di indicazione, di riferimento, di identificazione o di rappresentazione presenti nel disegno hanno luogo e in base al quale traggono validitĂ . Karl BĂźhler propone di chiamare questo spazio il campo dâindicazione: âqualcosa di piĂš dei gesti o dei termini dâindicazione, in quanto ne è la base comune, il âcampoâ appunto nel quale essi possono germogliare e svilupparsiâ. A conferire un ordine e un parametro di riferimento a questo campo è lâatto comunicativo compiuto da un soggetto, in un dato momento, in un certo luogo.
Due linee perpendicolari intersecantisi tra loro ci indicano un sistema di coordinate, in cui O costituisce lâorigine, il punto da cui si dipartono le coordinate.
Sostengo che si deve sostituire la O con tre termini dâindicazione, se si vuol rappresentare con questo schema il campo dâindicazione del linguaggio umano. Tali termini dâindicazione sono: qui (hier), ora (jetzt) e io (ich).
CosĂŹ BĂźhler posiziona lâorigine di un sistema di riferimento cartesiano centrato sul parlante (o, nel nostro caso, sul bambino che disegna). Ogni atto deittico, ossia ogni riferimento al posizionamento di se stesso, degli altri, delle cose o delle azioni assume senso, di volta in volta, a partire dallâorigine degli assi che organizzano il campo dâindicazione: io, qui, ora.
Ă proprio attraverso...