Il Carme di Ildebrando
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Il Carme di Ildebrando

Un padre, un figlio, un duello

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Il Carme di Ildebrando

Un padre, un figlio, un duello

About this book

Questo libro, che avvia la nuova collana dedicata ai testi del Medioevo germanico, si propone come un sicuro riferimento per lo studio e l'analisi del Carme di Ildebrando. Attraverso una trattazione chiara e sintetica, si ripercorrono i contenuti, lo stile e la fortuna del celebre componimento tedesco, contestualizzandolo storicamente e fornendone le chiavi di lettura e interpretazione.

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Information

Capitolo quarto
Commento al testo
4.1 I personaggi
Prima di giungere all’analisi del testo, occorre presentare i personaggi che popolano il carme, passaggio quanto mai necessario perché appartengono al complesso ciclo narrativo teodericiano, di cui la nostra canzone rappresenta una delle testimonianze letterarie. Teoderico è il perno su cui si snoda la vicenda di Ildebrando ed Adubrando. Per quanto solo ricordato nel componimento, il suo ruolo e la sua storia sono fondamentali per la comprensione. Protagonisti sulla scena sono padre e figlio, gli altri personaggi sono solo menzionati.
4.1.1 Teoderico
Intorno all’anno 375, gli Unni, muovendosi dalle steppe asiatiche, si spingono verso occidente e travolgono gli Ostrogoti, stanziati nelle pianure russe meridionali. Da quel momento, sino alla morte di re Attila (453) faranno parte di quella congerie di genti che va, appunto, sotto il nome di Unni. Attila muore improvvisamente; il suo decesso inaspettato innesca spinte centrifughe: gli Ostrogoti, ora, si rendono autonomi, guidati da tre fratelli. Appena un anno dopo la morte di Attila, nel 454, a Teodemiro nasce il figlio Teoderico. Il nostro Teoderico. All’età di otto anni questi è inviato quale ostaggio a Costantinopoli a suggellare un patto con l’imperatore: vi resta un decennio; poco dopo il suo ritorno, morti lo zio e il padre, diviene re. Gli anni del suo regno trascorsi a ridosso dell’Impero romano d’Oriente sono alquanto travagliati, un lungo periodo che si chiude quindici anni dopo (489), allorché Teoderico con la sua gente entra in Italia, inviato dall’imperatore Zenone a conquistare la penisola ad Odoacre, colui che nel 476 aveva deposto Romolo Augusto, ultimo imperatore dell’Impero romano d’Occidente. La campagna d’Italia di Teoderico parte col piede giusto, come attestano le vittorie militari sull’Isonzo e, soprattutto, a Verona. Dopo questi primi assalti, la vittoria finale si fa però attendere: soltanto nel 493, dopo un assedio di tre anni, metterà piede a Ravenna, capitale del regno italico, grazie alla mediazione del vescovo della città il quale convince i due contendenti a regnare congiuntamente. Immediatamente dopo, però, Teoderico, di sua mano, uccide Odoacre, rimanendo unico sovrano e regnerà sino alla morte, avvenuta nel 526, all’età di settantadue anni.
In seguito, le sorti dei Goti in Italia precipitano velocemente: nove anni dopo l’imperatore Giustiniano scatena la guerra per la conquista dell’Italia, che si concluderà, con la vittoria bizantina nel 553, dopo diciotto anni di devastazioni e la distruzione della penisola. Teoderico è comunque stimato, anche dai nemici bizantini, tanto che si fa risalire ai suoi tempi il ripristino di tutti i diritti di proprietà in Italia. Ben presto, però, del sovrano si forma anche un’opinione ostile che trova tracce già in fonti storiche molto vicine alla sua morte, ma si afferma soprattutto grazie alle parole di Gregorio Magno, che lo dipinge come persecutore dei patrizi romani, in particolare Simmaco e Boezio, che il goto aveva condannato a morte per alto tradimento. Si tratta di quella tradizione infamante attestata anche nel mondo anglosassone (§ 3.2.1), certo non presso i Longobardi, che come si diceva sono in stretto contatto con i Goti, e i cui sovrani sono imparentati con la stirpe degli Amali.
Fin da subito la biografia teodericiana comincia ad ammantarsi di episodi che hanno più a che fare con la trasmissione leggendaria che con la realtà storica. Ma il racconto, divenuto ben presto parte integrante delle narrazioni incentrate sul re, è legato alla fine del regno ostrogoto in Italia e alle vicissitudini politiche di Teoderico, l’unico sovrano di cui rimane memoria, il più prestigioso. Egli è il re goto per antonomasia ed è dunque a lui che si connette la perdita del regno. Tale sconfitta non viene ricondotta ad eventi militari quali una lunga guerra ma piuttosto a un’usurpazione, che il Carme di Ildebrando attribuisce ad Odoacre. Il meccanismo narrativo, perciò, è quello di un sovrano legittimo, in questo caso Teoderico, che perde il proprio regno a causa di una detronizzazione fraudolenta, su cui si innestano successivi tentativi di riconquista.
A prima vista appare curioso questo ribaltamento della realtà dei fatti, dato che è Teoderico a scalzare Odoacre, ma vi è una spiegazione ragionevole. Le vicende storiche, secondo alcune fonti, vedono il goto raggiungere l’Italia a seguito di pressioni e accordi intrattenuti con l’imperatore di Costantinopoli per conquistare la penisola e ripristinare la legalità compromessa dall’usurpatore Odoacre. Questa giustificabile lettura diplomatica dei fatti, una volta lontani dagli intrighi di palazzo di Costantinopoli, trova, nelle narrazioni successive, motivazioni più semplici, secondo le quali Teoderico siederebbe su un trono legittimo appartenuto ad altri Goti prima di lui; Odoacre viene, allora, etichettato come usurpatore, ma detronizza Teoderico e non l’imperatore d’Occidente. Teoderico è dunque costretto all’esilio, tentando successivamente di riconquistare il proprio regno.
La perdita dell’Italia, l’esilio e i tentativi fatti per reimpossessarsi del seggio regale sono, in nuce, i temi fondamentali che caratterizzano tutte le narrazioni eroico-leggendarie su Teoderico che la critica ha raggruppato sotto l’etichetta di ‘epica teodericiana storica’, trascritte e composte, in a...

Table of contents

  1. Abbreviazioni
  2. Introduzione
  3. Capitolo primo La storia del testo e lo scrittorio di Fulda
  4. Capitolo secondo Il contesto culturale
  5. Capitolo terzo La lingua e le origini del Carme di Ildebrando
  6. Capitolo quarto Commento al testo
  7. Capitolo quinto I temi del carme
  8. Capitolo sesto La ricezione
  9. Bibliografia
  10. Testo e traduzione