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"Quello che state per leggere è un libro forte, perentorio, impertinente. Si direbbe nella tonalità della voce, prima che nell'argomentazione. Ma il tono non è una semplice misura dell'enfasi, quanto l'acutezza, la forza percussiva dello sguardo. La domanda radicale "cos'è l'arte?" è la fine del sensus communis: mai come questa volta resta la traccia oscura di un esercizio di radicalità reale" (dalla prefazione di Arnaldo Colasanti).
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Information
Topic
ArteSubtopic
Insegnamento dell'arte
N. 615
Collana diretta da Pierre Dalla Vigna (Università “Insubria”, Varese)
comitato scientifico
Paolo Bellini (Università degli Studi dell’Insubria, Varese-Como), Claudio Bonvecchio (Università degli Studi dell’Insubria, Varese-Como), Mauro Carbone (Université Jean-Moulin, Lyon 3), Antonio De Simone (Università degli Studi di Urbino Carlo Bo), Morris L. Ghezzi (†, Università degli Studi di Milano), Giuseppe Di Giacomo (Università di Roma La Sapienza), Giovanni Invitto (Università degli Studi di Lecce), Micaela Latini (Università degli Studi di Cassino), Enrica Lisciani-Petrini (Università degli Studi di Salerno), Luca Marchetti (Università Sapienza di Roma), Antonio Panaino (Università degli Studi di Bologna, sede di Ravenna), Paolo Perticari (Università degli Studi di Bergamo), Susan Petrilli (Università degli Studi di Bari), Augusto Ponzio (Università degli Studi di Bari), Riccardo Roni (Univ. di Urbino), Viviana Segreto (Università degli Studi di Palermo),Valentina Tirloni (Université Nice Sophia Antipolis), Tommaso Tuppini (Università degli Studi di Verona), Antonio Valentini (Università di Roma La Sapienza), Jean-Jacques Wunenburger (Université Jean-Moulin Lyon 3)
Massimo Pamio
Sensibili
alle forme
alle forme
Che cos’è l’arte

MIMESIS EDIZIONI (Milano – Udine)
www.mimesisedizioni.it
Collana: Filosofie n. 615
© 2019 – mim edizioni srl
Via Monfalcone, 17/19 – 20099
Sesto San Giovanni (MI)
Phone +39 02 24861657 / 24416383
L’animale umano e l’arte
di Arnaldo Colasanti
di Arnaldo Colasanti
Quello che state per leggere è un libro forte, perentorio, impertinente. Si direbbe nella tonalità della voce, prima che nell’argomentazione. Ma il tono non è una semplice misura dell’enfasi, quanto l’acutezza, la forza percussiva dello sguardo. La domanda radicale “cos’è l’arte?” è la fine del sensus communis: mai come questa volta resta la traccia oscura di un esercizio di radicalità reale. “Il cervello – scrive Massimo Pamio – è ciò che risveglia il corpo dal suo sonno, mentre il corpo è quel che nutre, asseconda, dà il sonno al cervello”. In questo incrocio c’è tutto e tutto si fa incandescente, quanto ghiaccio meteoritico: emerge inenarrabile la grande solitudine dell’uomo. Si spera, leggendo, che tale strappo dell’umanesimo sia ancora, in qualche misura, una dialettica del negativo: la sublime tragedia da cui redimirci. Non è così. Tutta la prima parte del libro è tentare un pensiero senza concessioni – vero perché nudo: in definitiva, imperdonabile. Non è tanto la presenza invasiva della scienza e della sua precisa noncuranza a colpire: molti sono gli argomenti che appartengono ad un patrimonio che la filosofia dell’arte ha fatto propri o che almeno ha condivisi. Ciò che più tocca è che Pamio immerga nella scienza tutto sé stesso e il lettore che lo segue, e non perché la scienza sia una straordinaria e affascinante esperienza di novità (cosa che ci attenderemmo), bensì per il fatto che sia l’approdo ad un’ultima Thule, ad un pensiero che appare finis terrae.
“Il pensiero – scrive – è, forse, fino ad oggi, la fonte più visionaria che la storia della rappresentazione naturale sia riuscita a elaborare. Una forma che comprende forme, una metaforma, una forma che vede sé stessa trasformarsi, metamorfosare, un’immagine che ha fatto di sé stessa, nel corso dell’evoluzione, un’idea”. D’accordo, ma il tono di questa voce ha un che di sferzante, di ultimativo, non accetta addenda. Anche il “poetico”, il centro della nostra Europa, resta in Pamio sì la centralità ma anche un’esperienza perturbante di irruzione, un vero e proprio rovesciamento dialettico. Ecco il passaggio: “il poetico, fenomeno senza nome, a cui soltanto dopo potrà darsi contenuto (con la commozione, con il riso, ecc.), è dunque l’innesco, il momento in cui nasce il sentimento estetico, grado zero di ogni piacere estetico. È affine alla sorpresa; è sospensione, di cui la meraviglia costituisce il primo agente. Il corpo-mente pretende di essere sorpreso, perché ha bisogno di godere, per motivi funzionali. In questo senso, il piacere estetico è molto vicino allo stupore dell’ominide quando viene aggredito alle spalle da una fiera, contingenza che provoca orrore, ma che innesca risposte e attiva qualità utili alla difesa immediata, provvedendo a determinare nuove situazioni e a creare soluzioni inedite, che probabilmente contribuirono allo sviluppo e all’evoluzione di aree del corpo-mente”.
Vero, come non accettarlo. Tuttavia, appena il ragionamento sfodera fonti, riferimenti e citazioni della migliore critica internazionale, il peso del corpo-mente, la sua matericità di pensiero nella cavità di un sonno/veglia fa sentire, lo confesso, l’odore della morte, la sua naturalità pura, indifferente, imperforabile, senza pensiero, senza filosofia a cui è difficile abituarsi. La magia del libro è magnete nascosto nelle sillabe, è un rametto d’oro, un che di mercuriale ma senza ritorno. Pamio possiede un’intelligenza tattile, quella di un animale emotivo eppure evoluto. Il suo sguardo sulle cose non è mosso da un problema o da una causa irrisolta: nella sua argomentazione non c’è mai nulla di polemico, nulla di gridato. E’ la dolcezza dell’indifferenza di una natura che crea e che distrugge a colpire più a fondo. Sotto la cintura. Come dire: l’imperdonabile trauma di questo libro è davvero la sua bellezza.
La prova maggiore di tutto questo è anche la terza parte, quando l’estetica entra nella voragine del contemporaneo. Non mi riferisco alle questioni sulla massa o sul turismo este...
Table of contents
- L’animale umano e l’arte di Arnaldo Colasanti
- Nell’antro dell’artista
- Prima parte Morfogenesi, morfognosia, morfoestesia
- Sensibili alle forme
- Seconda parte Rappresentazione e metarappresentazione
- Rappresentazione e metarappresentazione
- Terza parte
- Immagini
- La condizione del visionario: apparire allo sguardo – la grande arte italiana dei nostri giorni
- Indice delle illustrazioni