La costellazione dell'umano
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La costellazione dell'umano

La sintesi antropologica di Arnold Gehlen

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La costellazione dell'umano

La sintesi antropologica di Arnold Gehlen

About this book

Arnold Gehlen con la sua antropologia elementare ha portato il contributo più maturo e dotato di sottigliezza teoretica all'antropologia filosofica contemporanea. Soprattutto ha messo in luce una nuova immagine dell'uomo, ricercata attraverso un confronto costante con le scienze e, in special modo, con le discipline biologiche, psicologiche e sociali. Da queste analisi trae la conclusione che l'uomo è un "essere carente", cioè non dotato di organi e funzioni "specializzati" tali da conformarlo subito e adeguatamente a un determinato ambiente naturale. La sua possibilità di adattamento e sopravvivenza, invece, è legata al fatto che, unico tra gli esseri naturali, è in grado di creare un proprio ambiente socio-culturale, un "mondo artificiale" nel quale vivere e prosperare. L'elaborazione di una "sfera culturale", che si presenta come una "seconda natura" autonomamente sviluppata per mezzo dell'azione, costituisce la caratteristica peculiare dell'essere umano.

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Information

Capitolo settimo
L’opera d’arte dal mondo delle origini
alla
post-histoire
1. La “raffigurazione” nel mondo arcaico
Nell’ambito della sfera culturale, Gehlen attribuisce alle istituzioni il compito di regolare la pressione istintuale, al fine di permettere l’educazione e la formazione del carattere; le ritiene, inoltre, determinanti nel favorire la convivenza e nel guidare l’agire umano secondo regole e norme strutturate in vista del raggiungimento di finalità comuni.
Nella sua opera Le origini dell’uomo e la tarda cultura, si pone “alla ricerca delle categorie antropologiche delle istituzioni”280; cioè si prefigge lo scopo di rintracciare nell’ambito di una sua teoria delle istituzioni, intese come mediatrici tra l’uomo e i suoi bisogni, le loro origini nel mondo arcaico e di indagare sul significato che esse assumevano per l’uomo primitivo.
“Rendere stabile una società significa condurla a istituzioni durevoli”281, per ottenere ciò occorre selezionare alcuni modi di comportarsi e renderli costanti nelle diverse circostanze che si possono presentare. Ogni società è caratterizzata da una determinata situazione socio-economica, circoscritta e definita, la quale influisce sulla specificità dei contenuti delle produzioni intellettuali, anche le più elevate.
Le società primitive, infatti, si basano su una visione del mondo estremamente compatta282, legata alle concezioni religiose e ai conseguenti riti e culti delle divinità, da cui derivano le decisioni importanti, l’ordine sociale, l’organizzazione dello stato, la produzione economica. Se risaliamo ancora più indietro nel tempo e ci riportiamo alle origini, alle prime forme di civiltà, basate sulla caccia e sulla raccolta nel paleolitico inferiore, troviamo nella capacità raffigurativa (Darstellung) dell’uomo primitivo, nel suo esprimersi attraverso rudimentali graffiti, quella categoria antropologica che per prima riuscì a soddisfare e a rendere cosciente il bisogno di stabilità proprio dell’uomo.
L’ingenuo e profondo bisogno umano di un mondo stabile, avvertito attraverso quelli che per noi sono i suoi centri di gravità, è dunque sempre, allo stesso tempo, bisogno di soddisfacimento di sfondo durevole, di una situazione di copertura del bisogno mantenuto presso di sé, e tutto ciò è, a sua volta, bisogno di esonero e, in generale della possibilità di adottare liberamente un comportamento superiore. L’arte arcaica è, perciò, un atto culturale di grandissimo spessore, poiché soddisfece il bisogno appena nominato nello stesso fare raffigurativo, e in tal modo portò alla coscienza l’intero nesso283.
L’enorme forza espressiva degli affreschi del paleolitico inferiore, ritrovati nelle caverne francesi e spagnole, deriva dal fatto che essi rappresentano una concezione del mondo, che poteva essere manifestata solo per mezzo della raffigurazione grafica, la quale permetteva all’oggetto in questione di raggiungere la “durevolezza” e la stabilità ancorandosi ad un’immagine oggettiva e concreta; il concetto, invece, con il suo alludere ad esperienze passate, rimane nell’ambito dell’astrazione e richiede uno sviluppo del linguaggio che non era stato ancora raggiunto.
Il comportamento di tipo concettuale-raffigurativo si concentrò su quei temi che erano ritenuti di particolare importanza per gli uomini del paleolitico. Una situazione di questo genere, di grande rilievo sia dal punto di vista emotivo sia da quello biologico e vitale, era senza dubbio la caccia, che è il soggetto delle pitture rupestri ritrovate in Francia e in Spagna. La nutrizione costituiva “il punto focale della religiosità primitiva”284, e quindi il pericolo e il rischio connessi alla necessità di procurarsi il cibo non potevano essere espressi che in una raffigurazione simbolica di particolare drammaticità: il “grande animale285.
Questo animale poteva essere rappresentato in vivo, quando un individuo, di solito lo stregone, lo imitava e, prendendone le sembianze, si trasformava in esso, dando così vita ad un rito, investito di una forte e travolgente carica emotiva. In questa esperienza confluivano molte componenti di tipo psichico, come la fame e il conseguente desiderio di procurarsi il cibo, la paura di fronte al grosso animale e al contempo il gusto di uccidere e l’avidità del sangue, lo slancio e il coraggio di tuffarsi nelle lotta, ma anche il timore del pericolo. ...

Table of contents

  1. Introduzione Con Gehlen e oltre Gehlen
  2. Capitolo primo L’antropologia filosofica di Arnold Gehlen
  3. Capitolo secondo... La teoria dell’azione
  4. Capitolo terzo L’essere umano dal punto di vista biologico
  5. Capitolo quarto La teoria dell’origine del linguaggio
  6. Capitolo quinto La questione antropologica della tecnica
  7. Capitolo sesto Istituzioni e morale
  8. Capitolo settimo L’opera d’arte dal mondo delle origini alla post-histoire