Patologie dell'esperienza
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La filosofia di Günther Anders fra contingenza e tecnica

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Patologie dell'esperienza

La filosofia di Günther Anders fra contingenza e tecnica

About this book

Questo studio ruota attorno all'approfondimento delle categorie di "esperienza" e di "contingenza" nella filosofia di Günther Anders (1902-1992), mostrando in quale misura esse – nonostante le numerose "cesure" che lo stesso autore ha individuato all'interno del suo pensiero – siano da considerare un elemento di unione di tutta la sua produzione intellettuale. Tali categorie vengono declinate in relazione alle diverse fasi del pensiero di Anders e alle rispettive discipline cui egli approda progressivamente nel corso della sua formazione filosofica, vale a dire la fenomenologia, l'antropologia filosofica, l'esistenzialismo e infine l'etica della tecnica, offrendo un rinnovato ritratto di uno dei più profondi e stimolanti critici della civiltà tecnica.

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1.
La formazione
fenomenologica
:

la filosofia come indagine
del mondo-ambiente

Günther Anders, secondo il curriculum da lui stesso stilato e allegato alla tesi di dottorato, inizia lo studio della filosofia nel 1920 all’Università di Amburgo, dove segue nei primi due semestri i corsi del padre William, di Ernst Cassirer e di Albert Görland. L’anno successivo invece si reca a Friburgo dove studierà un anno con l’amico di famiglia Jonas Cohn, per poi frequentare per un semestre all’Università di Berlino le lezioni dei fondatori della Gestaltpsychologie, Wolfgang Köhler e Max Wertheimer, del pedagogista, psicologo e filosofo Eduard Spranger1 e dello storico dell’arte Adolph Goldschmidt. Tornato a Friburgo studia con Edmund Husserl col quale si addottora nel 1924, “con una tesi contro di lui”2, intitolata Die Rolle der Situationskategorie bei den “Logischen Sätzen”. Husserl, nella sua valutazione conclusiva del 12 luglio 1924, sottolinea come Anders in questo scritto, nonostante una certa “frettolosità giovanile”3 e una “non encomiabile rappresentazione letteraria”, sia riuscito a comprendere, “per quanto riguarda la problematica e il metodo, le proposte decisive delle lezioni fenomenologiche di Friburgo” e, nota significativamente Husserl, “a me pare in misura particolare quelle avanzate da Heidegger”4, dimostrando “una ben sviluppata capacità di addentrarsi con profondità analitica nei temi fenomenologici”. Non accidentalmente dunque Anders declinerà di lì a poco il posto di assistente offertogli da Husserl5 per recarsi invece a Marburgo a seguire le lezioni del filosofo di Messkirch, durante le quali conosce Hannah Arendt, che sposerà in prime nozze cinque anni più tardi.
L’impianto complessivo della filosofia di Anders si è sviluppato dunque a partire dalle lezioni della scuola fenomenologica friburghese per seguire sempre più attentamente le variazioni di Heidegger, proprio in quella delicata fase in cui colui che Husserl aveva inizialmente ritenuto “il mio unico reale allievo”6, cui aveva riservato una “possibile rilevanza futura per una fenomenologia scientifica nel senso in cui la concepivo io”7, inizia di contro a intraprendere un proprio percorso filosofico che passava anche attraverso la sensibile rivisitazione dei concetti di “riduzione” e di “costruzione costitutiva-trascendentale”8 così come erano stati delineati in principio da Husserl quali fondamenti della propria fenomenologia pura a partire dalle Idee I (1913). Il distacco tra Husserl e l’allievo si attua più marcatamente a partire dal semestre invernale 1923/’24 quando Heidegger inizia a insegnare nella cattedra assegnatagli all’Università di Marburgo, allentando l’influenza diretta che il maestro aveva su di lui. Anders raggiungerà Heidegger a Marburgo nel 1924, ma il rapporto tra i due risulterà essere segnato fin da subito da incomprensioni e diffidenze reciproche che risultano in primo luogo di natura personale e che si manifesteranno molto prima che la loro relazione sentimentale con Hannah Arendt9 contribuisca all’affermarsi di una forte inimicizia fra i due. Infatti già in una lettera indirizzata da Heidegger proprio alla Arendt il 18 ottobre del 1925 si intuisce l’animosità del rapporto del giovane studente Stern col proprio professore:
poco prima di scendere dalle montagne [N.d.A. dalla baita di Todtnauberg] ho ricevuto una lettera del signor dottor Stern che mi descrive la penosa situazione in cui è venuto a trovarsi. Dice infatti di aver scritto un saggio durante l’estate (su ambiente – situazione – resistenza [UmweltZustandWiderstand]), per il quale, mentre ci lavorava, non è stato in grado di distinguere tra le idee che mi appartengono e quelle che invece sono sue proprie. Ora Jonas gli ha letto il mio corso estivo e lui ha visto quindi la perfetta coincidenza delle sue idee con le mie. Mi pregherebbe però di leggere il suo contributo prima della pubblicazione, per essere così sicuro di non avermi interpretato in modo errato. Una cosa così poteva permettersela soltanto il signor Stern, che da anni si è procurato tutto quello che ho detto durante le esercitazioni e i seminari. Gli ho risposto brevemente: “quando non sono in grado di distinguere quali idee siano propriamente mie e quali quelle di un altro, allora non penso a una pubblicazione”.10
Il saggio cui si fa qui riferimento è molto probabilmente quello intitolato “Über Gegenstandstypen [...

Table of contents

  1. MIMESIS / percorsi di confine
  2. Prefazione
  3. Introduzione
  4. 1. La formazione fenomenologica:
  5. 2. L’approdo all’antropologia:
  6. 3.Lo choc della contingenza e il rimedio dei modi vivendi
  7. 4.L’antiquatezza dell’esperienza umana nella “condizione-tecnica-del-mondo”
  8. Bibliografia
  9. percorsi di confine