Un femminile per bene
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Carmelo Bene e le Ma-donne a cui è apparso

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Un femminile per bene

Carmelo Bene e le Ma-donne a cui è apparso

About this book

Carmelo Bene è l'attore artifex che si nutre di mistica cristiana e di horror fantascientifico per dare vita a parodici travestimenti e grottesche narrazioni. La creazione di artifici e artefatti mimici è costruita attraverso l'imitazione di figure paradigmatiche come Eleonora Duse, Totò ma anche San Giuseppe da Copertino e le donne che appaiono su riviste di cronaca rosa, sfogliate da una santa che, annoiata, fuma una sigaretta con aria distratta, a cui ciondoli in testa una finta aureola. Il confronto con i filosofi e gli intellettuali, contemporanei all'intellettuale, attore, filosofo, viene ricapitolato continuamente per divenire potente strumento d'esercizio speculativo. Esso assume la forma della scrittura scenica, anche in luoghi inconsueti, attraverso una esasperata negazione della Storia. L'apparizione alla Madonna e il volo, quasi fosse un mitologico Mercurio ma in abito talare di santo, e di un santo monaco per giunta, vengono trasfigurati in una dimensione terrena e femminea da cui ha origine l'indagine dell'autrice.

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Information

eBook ISBN
9788857562445
Capitolo II
Le fatine da amare
Contrariamente alla maggior parte dei santi, lei ne ebbe consapevolezza. Non c’è nulla di sorprendente in ciò, poiché la santità fu la sua visione di Dio e, ancora più in alto, la sua unione con lui. Quell’unione non avvenne senza difficoltà (dolore) da parte di entrambi […] Infine, un giorno, quando meno se lo aspettava, mentre giaceva immobile nel suo letto, Dio la prese e la fece santa.137
Federico Fellini ritrae nel suo Fellini Satyricon del 1969 un paesaggio lunare che intende evocare un’ambientazione da science-fiction138 senza lasciar tacere pertanto il clima misterioso e inquietante che sembra dominare il racconto di Petronio, ciò pare sia stato suggerito al regista dalla frammentarietà in cui la vicenda è giunta fino ai giorni nostri. L’insistenza è per una scenografia apocalittica in cui agiscono eventi naturali quali terremoti, fuochi fatui, voragini di deserti, polverosi corpi sudati, morte, acqua e umidità. Acqua di stagno, nel caso di Bene, in cui l’immagine di Narciso è evocata nella Salomè mediante l’espediente degli specchi rotti. Balletti e trance conferiscono all’intervento felliniano un’atmosfera domestica di intimo varietà, un grottesco barocco viene installato in voci umane che cinguettano stridendo. Il dionisiaco è dichiarato e il viaggio che intraprendono i protagonisti diviene ricerca erotica, non sarà forse un caso, il continuo imbattersi in maestri e studenti. L’avventurosa storia che coinvolge Encolpio, Ascilto e il loro amato Gitone nella Roma decadente e nel mitologico mondo antico, viene identificata con un’accezione decisamente oscura ed estranea; entrambi sono infatti descritti nella parodica storia d’amore controversa e ironica, che narra d’impotenza e di virtù. S. A. D. E. Ovvero libertinaggio e decadenza del complesso bandistico della gendarmeria salentina-spettacolo in due aberrazioni139 è un caso di poesia musicale beniana con esiti fondamentali per le successive imprese spettacolari e provocatoriamente anarchiche. L’impotenza è il tema fondante di questo spettacolo, che abbandonerà il protagonista solo alla fine del dramma comico e grottesco insieme. Deleuze si occupa del fenomeno del sadomasochismo140 distinguendolo da un problema legato ai vari pregiudizi che si sono dati per ragioni di natura strettamente psichiatrica, per concentrarsi su figure quali il marchese De Sade e Sacher-Masoch. L’interesse di Carmelo Bene per Masoch è evidenziato pertanto sia nella volontà di mostrare il problema di genere, sia nella pregnante risolutezza “sessualizzante”. Deleuze informa riguardo l’oblio e “un’ingiusta complementarità, un’ingiusta unità dialettica con Sade” che ha penalizzato Masoch. Egli d’altronde ha anche trattato una questione, anch’essa assai cara a Bene, ovvero le minoranze, soprattutto quelle culturali e geografiche. È però pur vero che in Bene la “minoranza” si colloca anche in definizioni legate alla mancanza, all’assenza e in rapporto alla macchina attoriale; anche in questo caso è Deleuze a mettere in luce tale aspetto nel Riccardo III di Bene. È quindi a Masoch che guarda – a colui che “parla un linguaggio in cui la dimensione folcloristica, politica, storica, mistica, erotica, nazionale e perversa si fondono” – più che a Sade che si riferisce Carmelo Bene quando attua il suo S. A. D. E. Masoch tra l’altro si è occupato di Madonne, Pescatrici di anime e persino della Madre di Dio, nei suoi scritti. Ricordiamo che anche Guido Ceronetti, noto collaboratore di CB per le “Interviste impossibili”, ha dedicato alla Vergine un compendio di vita.141
II.1 Poeti della scena e servi-padroni
Dell’esito teatrale della Salomè beniana142 riportiamo due brevi esemplificativi estratti da due critici del tempo Alberto Arbasino e Franco Quadri, sulla versione radiofonica del 1975:
Un indimenticabile spettacolo di CB che vede il mal riuscito party del Teatrarca come uno scalognato dopo-orgia di un produttore di Macisti con le cambiali, tra le bottiglie vuote di whisky e travestis dispettosi e sonnolenti. Il serrato montaggio del nastro sostituisce il montaggio ossessivo del cinema e la preziosità degli incastri sonori ricompone il mosaico di quella pioggia di visioni che era stato il film. Ma anche il film è ascoltabile.
Sull’ambiguità della poesia si è ampiamente dedicato CB, che in Della Poesia a teatro scrive:
La poesia è deficienza drammatica e vicersa? Piano piano. Allora: il teatralismo al suo vertice è l’impoetico; non a caso è ingiuriato di corriva prosa e se ne compiace. E la ‘poetica’ è indegna, inadeguata al teatro. Ahi ahi ahi, rovesciamo l’argomento, viriamo ad altra riva di partenza, dal momento che attori sedicenti osano in scena Edipi, Elettrem Antigoni e Prometei catenati e scatenati, ‘interpretando’ in versi. E anche qui la bilancia attor-poeta pesa niente in chiarezza.
Restiamo alla poesia e c’intenderemo.143
La duplice Erodiade di Bene, madre di Salomè e moglie incestuosa del Tetrarca Erode Antipa, è resa da Lydia Mancinelli, alata creatura con una pettinatura alla Shirley Temple; ma anche da Alfiero Vicenti, baffuto interprete che reca con sé un ombrellino tempestato dalle coloratissime rose (V. Immagine che segue che ritrae Alfiero Vicenti) segno ricorrente nella scenografia beniana. Tale ambiguità, sebbene incarnata dallo stesso genere sessuale, sarà in seguito esasperata nell’ultimissimo Pinocchio144 in cui ancora la Mancinelli, ma questa volta solo con la voce fuoricampo, caratterizzerà la figura della Fatina, madre e sorella, che assume le sembianze di Sonia Bergamasco, ma con il volto coperto da una maschera.
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Fig. 13
L’intero setting del film di Carmelo Bene evoca i nuovi stilemi della pop art, non è peraltro un caso che le interpreti principali siano la modella Veruschka145 e Donyale Luna, una delle modelle che Andy Warhol amava ritrarre. Questo elemento, unitamente alle aureole giallastre che inchiodano i volti dei protagonisti e alla psichede...

Table of contents

  1. Ringraziamenti per Bene
  2. Premessa introduttiva ovvero Apparizioni Inorganiche
  3. Capitolo I Carmelo Bene: una vita d’(h)eros(es)*
  4. Capitolo II
  5. Conclusioni per Nostra Signora nel Bene
  6. Opere selezionate di Carmelo Bene