A suon di parole: il gioco del contraddittorio
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A suon di parole: il gioco del contraddittorio

Il format trentino del dibattito per l'innovazione della didattica

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A suon di parole: il gioco del contraddittorio

Il format trentino del dibattito per l'innovazione della didattica

About this book

A suon di parole - il gioco del contradditorio" è la formula usata dagli autori per introdurre il dibattito nella scuola trentina dall'anno scolastico 2009-2010. Il modello di debate sviluppato ha la forma di un torneo tra classi che si sfidano attraverso l'argomentazione e la contro-argomentazione, in contraddittorio, e costituisce un fondamentale strumento di apprendimento di diverse conoscenze e abilità curricolari ed extracurricolari, nonché di educazione alla convivenza civile e alla cittadinanza attiva. L'intento di "A suon di parole" è formativo piuttosto che competitivo e coinvolge intere classi, che utilizzano il dibattito nel loro percorso di formazione grazie alla forza maieutica dell'opposizione. Il format è stato realizzato a stretto contatto con i docenti e i dirigenti scolastici e si è diffuso anche oltre l'ambito della scuola perché si è rivelato adatto ad affrontare alcune tematiche poste dal territorio e dalla società civile. Le competizioni del torneo si svolgono sia in lingua italiana sia in altre lingue: rappresentano, pertanto, anche una valida metodologia per l'approfondimento in action della lingua madre e delle lingue seconde. Questo modello consente di approfondire nel curricolo il confronto dialettico in forma ludica e sorvegliata e di sviluppare abilità cognitive e non, di tipo relazionale e linguistico-comunicativo, diverse e integrate, che gli studenti imparano a gestire in modo autonomo e appropriato e con un alto grado di flessibilità. I saggi del libro presentano approfondimenti teorici e testimonianze didattiche elaborate e realizzate nella scuola trentina nel corso di questi anni di sperimentazione: strumenti di riflessione a cavallo tra risultati acquisiti e sfide formative per il futuro.

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Parte I
Riferimenti
storici e teorici

Chiara Tamanini1
“A suon di parole”:
il dibattito come innovazione
didattica e educativa

Sommario: 1. “A suon di parole - Il gioco del contraddittorio”: un progetto consolidato; 2. Il motivo di un nome; 3. Innovare la didattica nella scuola secondaria; 4. Formazione e struttura delle gare; 5. Il valore educativo del torneo; 6. Monitoraggio qualitativo e quantitativo; 7. La necessità di fare ricerca sul debate; 8. Bibliografia.

1. “A suon di parole - Il gioco del contraddittorio”: un progetto consolidato

Il dibattito argomentato è una pratica molto frequente nel mondo anglosassone, ma, specie nell’ultimo quinquennio, si è affermata anche in Italia con numerose iniziative dal basso che hanno incontrato notevole successo. Una semplice prova di questo sta nel numero di articoli, video, corsi di formazione in italiano che si possono consultare semplicemente inserendo la parola “dibattito” o debate in un motore di ricerca. Questo fermento è stato valorizzato a livello nazionale dapprima da INDIRE con il movimento delle “Avanguardie educative” (2014-2015)2 e ha infine coinvolto il MIUR nella realizzazione delle prime Olimpiadi Nazionali di Debate nel 20173. La struttura essenziale del dibattito è all’incirca la stessa: due squadre – o due persone – si fronteggiano, una sostenendo un argomento e l’altra difendendo una posizione diversa o opposta. I giudici, in conformità a criteri di valutazione, decidono quale squadra abbia meglio difeso la propria tesi. Tuttavia esistono molte diverse realizzazioni di questo schema di base che fanno riferimento a diverse teorie argomentative e educative e alle differenti condizioni politiche, culturali e geografiche dei territori in cui si introduce la pratica del dibattere4.
L’esperienza particolare che si vuole illustrare in questo volume è riferita al torneo di dibattito “A suon di parole - Il gioco del contraddittorio” messo a punto a livello progettuale nel 2009 e realizzato dapprima a livello sperimentale e, negli anni seguenti, a partire dall’anno scolastico 2010-2011, in modo sempre più strutturato nelle scuole della Provincia di Trento. La proposta iniziale è stata elaborata da IPRASE (Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa5) assieme alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, in particolare al Dipartimento di Scienze giuridiche, ed è stata subito integrata dal contributo di docenti referenti di due Istituti scolastici6. Via via il Gruppo di Coordinamento del progetto si è allargato e si è avvalso della competenza del personale del Comune di Trento e del Comune di Rovereto, che hanno in particolare apprezzato il valore di educazione alla cittadinanza del progetto, e dei referenti della Società Filosofica del Trentino-Alto Adige, che hanno colto gli importanti effetti del progetto sulla capacità dei giovani di ragionare sui vari temi in modo conseguente e autonomo7. Nel tempo sono aumentati gli Istituti scolastici che hanno aderito al torneo non solo del Trentino, ma anche di Province limitrofe e in particolare dell’Alto-Adige; inoltre, fatto decisamente positivo per un Istituto come l’IPRASE che ha tra i suoi obiettivi quello di innovare la didattica, l’attività del dibattere si è diffusa spontaneamente nei vari gradi scolastici e nelle assemblee degli studenti.
Il dibattito “A suon di parole” è dunque, a nove anni dalla sua origine, una pratica innovativa consolidata nella scuola trentina. Ogni anno viene pubblicato l’elenco degli Istituti, classi e studenti che hanno partecipato al torneo. È dunque possibile valutare quanti studenti e studentesse hanno dibattuto nei tornei fino all’anno scolastico 2017-2018: circa 5000 giovani si sono esercitati nell’arte della dialettica e della controversia, apprendendo metodi, regole e principi che potranno far parte del loro patrimonio di cittadini. In proporzione a una tale quantità di debaters, un gran numero di docenti-tutor, giudici ed esperti hanno negli anni accompagnato e sostenuto i ragazzi in questo percorso.

2. Il motivo di un nome

Il nome “A suon di parole” esemplifica molte riflessioni che hanno ispirato il progetto. Per introdurle si parte da una citazione non immediatamente connessa al torneo:
Dei 360 studenti del Wiley College, solo 45 di voi hanno avuto il coraggio di presentarsi alle prove del gruppo di oratoria. Di questi 45, quando le prove saranno concluse, solo 4 resteranno in squadra. Perché? Perché il dibattito è uno sport “violento”, una lotta, ma le vostre armi sono le parole.
La citazione è presa dal discorso che il prof. Tolson pronuncia ai suoi studenti nel film The Great Debaters - Il potere della parola. Il film, uscito nel 20078, è basato sulla storia vera di un professore del Wiley College (Texas), Melvin B. Tolson, che nel 1935 riuscì per la prima volta a far partecipare una squadra di studenti di colore alle gare di dibattito che si svolgevano nelle università americane. La sua squadra vinse la finale con un’argomentazione in cui si dimostrava l’inconsistenza della discriminazione razziale. La tesi con cui nella fase contro-argomentativa la squadra di Tolson si è aggiudicata la vittoria, si basava sul concetto che è preferibile per tutti affrontare i contrasti, anche quelli più aspri, radicati e ingiusti – come appunto la discriminazione razziale –, con la forza delle parole piuttosto che con la violenza dei fatti, che all’epoca veniva sovente utilizzata contro le persone di colore. Dal film emerge la caratteristica del dibattere: si tratta cioè di affrontare un problema complesso rispetto a cui si hanno opinioni divergenti e radicate attraverso uno scontro dialogico basato su regole corrette e condivise, anziché tramite uno scontro fisico o tramite la presentazione delle proprie opinioni in modo impulsivo, gridato e offensivo delle posizioni altrui, come accade spesso oggigiorno nel dibattito pubblico, così come emerge dai mass media di ogni tipo, cartacei o digitali9. La “violenza” delle argomentazioni e delle contro-argomentazioni costituisce in realtà l’anima di un metodo anti-violento e pacifico finalizzato a gestire i conflitti personali e sociali10.
La concezione dell’argomentazione sottesa al dibattito “A suon di parole” è quella di “discussione critica volta a risolvere un conflitto di opinioni” della pragma-dialettica11 ...

Table of contents

  1. MIMESIS / Filosofie
  2. Luciano Covi Prefazione
  3. Fulvio Cortese0 Introduzione
  4. Parte I Riferimenti storici e teorici
  5. Parte II riflessione didattica e testimonianze
  6. Documentazione
  7. Biografie
  8. Filosofie